Una guida alle isole della Grecia per decidere quale scegliere

Redazione Lonely Planet
15 minuti di lettura

Dire Grecia significa evocare casette bianche, spiagge paradisiache, montagne selvagge inghiottite dal blu del Mediterraneo. E ancora, minuscoli lembi di terra dimenticati (quasi) da tutti fuorché dal mare e dal vento, oppure vivaci territori capaci di unire vita mondana e cultura, antichità e natura, adrenalina e relax. Ma dire Grecia significa anche dire “isole”, e come potrebbe essere altrimenti? Con le sue quasi duemila isole dal carattere e dalle dimensioni più disparate – dai minuscoli atolli alle vastità di Creta o Eubea, dalle verdeggianti Sporadi alle aride Cicladi – la terra ellenica offre una scelta pressoché infinita. E, soprattutto, adatta a tutti i gusti. Ma quali sono le isole più belle di Grecia? Come scegliere dove andare, e quella più adatta a noi?  

Un tramonto nell’isola di Halki Milan Gonda ©Milan Gonda
Un tramonto nell’isola di Halki Milan Gonda ©Milan Gonda
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Le isole vicine

A due passi da Atene: le isole del Golfo Saronico

Sono le meno conosciute di Grecia, forse perché a frequentarle sono soprattutto i greci, mentre il turismo internazionale tende a ignorarle o sottovalutarle. Sarà che sono troppo vicine alla capitale greca Atene, e quindi prive della malia selvaggia di terre sperdute e remote? Oppure sarà che risultano tutto sommato troppo comode da raggiungere, e quindi le si delega sempre al “prossimo viaggio”? Chissà. Fatto sta che le isole del Golfo Saronico sono ancora un diamante grezzo – e localissimo – rispetto ad altre destinazioni più blasonate (e frequentate).  

Così ci sono l’isola di Egina, famosa per i suoi deliziosi pistacchi e ricca di numerosi siti archeologici, e la minuscola Angistri, ideale per una gita in giornata. Ci sono Poros, vicinissima al Peloponneso e con un bell’entroterra boscoso dove fare lunghe passeggiate, e Spetses, vivace e spensierata e ricca di spiagge bellissime e accessibili in cui fare lunghi bagni, e infine la piccola ma raffinata Hydra, isola dei vip, sensibilmente meno economica di altre destinazioni ma soprattutto paradiso del turismo lento. Visto che non vi possono girare le automobili!  

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karpathos mare più bello
la spiaggia di Apella, sull’isola greca di Karpathos | Shutterstock / Pawel Kazmierczak

La grande sconosciuta Eubea e le isole Sporadi

Eubea è uno dei grandi misteri della terra ellenica: enorme (è la seconda isola greca per dimensione dopo Creta), vicinissima alla Grecia continentale e comodissima da Atene, è pressoché sconosciuta al di fuori dei confini nazionali e i turisti si limitano in larga parte ad attraversarla diretti alle altre isole dell’Egeo. Eppure basta darle una chance – e un po’ di tempo – per scoprire un’isola ancora selvaggia e autentica, fatta di splendide strade di montagna, colline tappezzate di vigneti, veraci villaggi, siti archeologici e non da ultimo un numero incredibile di spiagge quasi deserte. Insomma, va inserita assolutamente tra i posti da visitare in Grecia!

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Ben più famose, ma non per questo meno affascinanti, sono le vicine isole Sporadi, il cui nome significa “sparse” e che custodiscono alcune tra le spiagge più belle della Grecia e dell’Egeo. Oltre che, ovviamente, paesaggi incantevoli ricchi di pinete verdeggianti, incantevoli villaggi appartati e piccoli monasteri. A comporre la famiglia delle Sporadi sono Skiáthos (la più sviluppata e vivace), Skópelos con le sue spiagge di sabbia candida e la sua anima più artistica e musicale, e Alónnisos, la meno turistica e le cui coste sono interamente protette da un bel parco marino.

Infine, come non citare la grande e defilata Skýros? Siamo a cavallo tra le Sporadi e le Cicladi, tant’è che a volte è difficile collocarla con esattezza. Eppure quest’isola placida e tranquilla, di grande richiamo per i vip e gli ateniesi in cerca di pace, riesce sempre a stupire, anche per l’animo artistico e artigiano che la caratterizza.

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L’isola di Alonissos | Shutterstock / Georgios Tsichlis

Le isole famose

Variegate e splendide Cicladi

Nell’immaginario collettivo internazionale, l’arcipelago delle Cicladi rappresenta la Grecia per antonomasia. Brulle, spazzate dal meltemi, con grappoli di casette bianche e azzurre aggrappati ai declivi argentati dagli ulivi, con una varietà pressoché infinita di prodotti locali e preparazioni enogastronomiche di livello, ma soprattutto con mille anime che le rendono una diversa dall’altra, e tutte da scoprire in base al proprio gusto o alle proprie esigenze. Non ci credete?

Ebbene, chi fosse in viaggio e cercasse non solo spiaggia e mare ma anche divertimento e movida e uno scintillio di musica e locali, troverà pane per i suoi denti nell’ormai celeberrima Mýkonos, oppure a Íos, prese d’assalto dai turisti vacanzieri soprattutto in alta stagione. Ma capaci comunque di mantenere angoli di autenticità in tutto il resto dell’anno, diventando mete ideali per la primavera o per l’autunno. Un po’ come Paròs, rurale e gentile, defilata e accogliente.

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La grande e placida Ándros, con le sue montagne ricche di sentieri e di vallate verdeggianti, è il paradiso degli escursionisti, mentre la sua dirimpettaia Tínos è più timida, pare quasi nascondersi dietro la fama delle sorelle ben più famose. Eppure, a ben guardare, di motivi di vanto ne avrebbe eccome, a cominciare dalla sua Chiesa dell’Annunciazione (che l’ha resa importante luogo di pellegrinaggio) e proseguendo poi con le sue bellezze naturalistiche, artistiche e culinarie: la cucina isolana è considerata tra le migliori della Grecia.

E se nella piccola Sýros convivono armoniosamente la Grecia tradizionale e quella moderna (qui infatti ha sede il centro amministrativo e giudiziario e il capoluogo Ermoúpoli è la città più popolata dell’arcipelago), il vero “cuore” delle Cicladi è Náxos, capace di coniugare vita mondana con anima rurale, natura e cultura, e testamenti storici di diverse epoche. A Náxos si trova di tutto un po’, e tutto di qualità: buon cibo, spiagge candide e indimenticabili, montagne lussureggianti, pendii coperti di frutta e testimonianze archeologiche. E se a Kýthnos e a Kéa il turismo è più ateniese che straniero e l’atmosfera è quella comoda e familiare dei bei luoghi che sanno di casa, ad Amorgós, a Síkinos e ad Anáfi a farla da padrona è soprattutto la natura, anche solo perché raggiungerle è difficile e già questo fa da selezione all’ingresso: qui arriva solo chi lo vuole davvero, e il risultato sono due isole selvatiche, ruspanti, battute dai venti e dal fascino ancestrale.

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Mykonos è l’isola più vivace delle Cicladi ©MartinM303/Getty Images
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E ancora, ci sono le magiche Milos, Kimolos e Folegandros (la prima con le sue spiagge vulcaniche dai mille colori, la seconda come sospesa sul tempo che altrove scorre e qui pare restare immobile e la terza placida e discreta, fatta di dolci colline e profumi mediterranei), e la coppia di opposti Sífnos e Sérifos, tanto morbida e accogliente una quanto aspra e selvaggia l’altra.

E come non citare infine la più famosa di tutte, la perla della Cicladi, cioè la struggente Santorini? Santorini è la Grecia per eccellenza, l’iconica rappresentazione ellenica per definizione: merito della sua profusione di casette bianche e blu appollaiate sull’orlo della caldera, memoria geologica della tremenda eruzione vulcanica che inabissò una delle più antiche ed enigmatiche civiltà antiche del Mediterraneo. Insieme alla piccola Delòs, Santorini è probabilmente una delle Cicladi più pregne di storia antica.

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Le Piccole Cicladi

Nel tratto di mare che separa Náxos e Amorgós ci sono poi sei piccole isole, di cui solo quattro abitate stabilmente, che dopo un lungo passato articolato di dominazioni e commerci sono oggi località turistiche eleganti e alla moda: sono le Piccole Cicladi, cioè Irakliá, Schinoúsa, Áno Koufonísi (Koufonísia) e Donoúsa. Minuscoli lembi di terra che offrono ai viaggiatori gusti: gusto di mare (soprattutto a Koufonísia), di escursioni (a Schinoúsa e Donoúsa) oppure di devozione ( a Irakliá). 

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Creta, la grande madre

Creta è la prima isola greca per dimensioni e una delle mete più gettonate in Grecia, in virtù della sua molteplicità di caratteri che la rendono più o meno adatta a chiunque. La patria della civiltà minoica è sede infatti di alcuni dei siti archeologici più affascinanti della Grecia antica, come Cnosso o Festo, ma è anche una lunghissima striscia di terra e di montagne che offre lunghe spiagge candide e selvagge (come Balòs, Falassarna o Elafonissi), rocciose calette deserte, escursioni mozzafiato nell’entroterra, percorsi nei canyon più lunghi d’Europa (come le imponenti gole di Samarìa). Ma anche una storia varia e articolata, monasteri di spiritualità ancora sentitissima e belle città d’arte, cultura e movida.

Le più suggestive sono Haniá e Réthymno, con il loro mix veneziano e ottomano, mentre la capitale dell’isola Iráklio è caotica e vivace, e ospita uno splendido museo archeologico che raccoglie gran parte dell’eredità minoica cretese. Ágios Nikólaos e Sitía, nella parte orientale dell’isola, sono località molto frequentate soprattutto in estate, grazie anche alle belle spiagge della costa est e al paesaggio selvaggio. 

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I paesaggi mozzafiato nella Gola di Samaria, a Creta ©YRABOTA/Shutterstock
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Le isole dell’Egeo orientale

Rodi, Kos e le altre: alla scoperta del Dodecaneso

L’isola più grande del Dodecaneso e quella di maggiore rilevanza storica e culturale è Rodi, senza dubbio uno dei posti da visitare in Grecia almeno una volta nella vita. Non fosse altro per il suo carattere variegato: qui si possono trovare moltissime spiagge, un entroterra di vallate boscose e numerosi itinerari culturali, anche grazie alla massiccia presenza di vestigia di civiltà del passato, greche, bizantine, ottomane e veneziane. L’altra “nota” dell’arcipelago è Kos, le cui spiagge sono tra le più belle del Dodecaneso così come la profusione di testimonianze archeologiche corinzie disseminate qua e là. Montuosa e lussureggiante, vivace e selvaggia al di fuori delle aree più turistiche, Kos è perfetta per chi cerca un viaggio di scoperta, e non solo di mare. 

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La piccola e placida Hálki, invece, ha mantenuto un carattere pienamente greco: dedita in passato alla pesca e al commercio di spugne, oggi è un angolino appartato per una vacanza all’insegna del relax. Cosa che certo non si può dire di Kárpathos, una tra le meno turistiche delle isole greche nonché una delle più apprezzate per trekking ed escursioni, grazie alle sue montagne incontaminate e al suo legame con la tradizione. Un consiglio? Non perdetevi Ólymbos, considerato uno dei villaggi più tradizionali di tutta la Grecia!

Kásos, con il suo fascino dimesso e quasi immobile sullo scorrere del tempo, è l’isola più meridionale del Dodecaneso, mentre la più orientale (nelle coordinate così come nel carattere) è Kastellórizo: e come potrebbe essere altrimenti, visto che sta a un tiro di schioppo dalla costa turca? Con le sue case neoclassiche color pastello e l’atmosfera rilassata, Kastellórizo merita una visita anche per sentire sulla propria pelle le contraddizioni di un luogo di confine. Una caratteristica, questa, che condivide con la bella Sými, la cui lunga tradizione nella cantieristica navale l’ha resa nel tempo un porto molto apprezzato: oggi è un’isola spoglia e tranquilla, con insenature di acque azzurre e belle spiaggette e uno splendido colpo d’occhio sul porto di Gialòs.

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Il porto dell’isola di Symi (Getty Images/iStockphoto)

Tílos e Nísyros sono invece isole dal fascino discreto, fuori dalle principali rotte turistiche, ma molto apprezzate da chi cerchi un’immersione totale nella natura e nella biodiversità, tra tartarughe marine, foche monache e varie specie di volatili. A chiudere poi la parata del Dodecaneso sono infine Astypálea con la sua forma a farfalla e le sue casette bianche dal sentore cicladico, Kálymnos dall’entroterra montano apprezzatissimo dagli arrampicatori e dalla storia strettamente legata al mare e alla pesca delle spugne; e ancora, la piccola Léros (secondo la leggenda, luogo di nascita della dea Artemide), la spirituale Pátmos dove l’esiliato san Giovanni ebbe le visioni della fine del mondo che poi descrisse nel Libro dell’Apocalisse) e la defilata e pacifica Lipsí, con le sue spiagge incontaminate.

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Le isole nel nord dell’Egeo

Anch’esse vicinissime alla costa turca, le isole dell’Egeo settentrionale sono micro-mondi ricchi di storia e peculiarità culturali e gastronomiche. Pensate ad esempio a Chio: è l’unica zona al mondo in cui si produce la mastiha, resina estratta dal lentisco dalle numerosissime proprietà curative che sta alla base di liquori e ricette, ed è anche un’isola selvatica e ruspante, dall’anima rurale e dalle belle spiagge, i cui villaggi hanno assunto nel corso del tempo una conformazione tipica a fortezza. Proprio per proteggere la lavorazione della pregiata mastiha

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Mulini a vento sull’isola di Chio ©nejdetduzen/Getty Images

Ikaría deve invece la sua fama a tre cose soprattutto: il carattere fiero e indipendente dell’isola, ancora legatissima alle feste locali e alle proprie usanze; i paesaggi e le spiagge incontaminate; e infine la longevità degli abitanti! Si tratta infatti di una delle cinque blue zones del mondo, caratterizzate cioè dall’altissima percentuale di centenari.

Le due isole maggiori dell’arcipelago dell’Egeo nord-orientale sono invece Sámos e Lésvos, balzate negli ultimi anni sotto i riflettori della cronaca a causa della crisi dei profughi dalla Siria. Eppure, al netto dell’attualità, sono due isole dalla storia articolata e dal carattere autentico. Famosa per il suo vino dolce, Sámos ha dato i natali al matematico Pitagora e offre tranquille zone balneari e zone montuose interne ancora legate a ritmi tradizionali, mentre Lésvos fu casa delle celebre poetessa Saffo: oggi, nonostante il suo innegabile fascino turistico e alla varietà dei paesaggi che offre a chi vi metta piede, è un’isola prevalentemente agricola. Ci sono poi Límnos - con i suoi scenari scenari incontaminati dove il turismo di massa non è ancora arrivato, splendide spiagge di sabbia, una rinomata cultura enologica e un grazioso capoluogo all’ombra di un sontuoso castello veneziano – e la rigogliosa Samotracia con uno dei siti archeologici più importanti del paese, l’antico Santuario dei Grandi Dei, e con le sue proposte per mountain bike ed escursionisti. E se la verde Thásos offre grecità autentica a prezzi più contenuti rispetto ad altre isole greche e a maggiore comodità (è vicinissima alla Grecia continentale), il vero gioiellino di quest’area di Egeo è il piccolo arcipelago delle Foúrni, antico covo di pirati e oggi luogo turistico dall’anima gentile e affascinante. 

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Le isole occidentali

Viaggio tra le isole Ionie

Spostiamoci ora nell’altro mare che bagna la terra ellenica, cioè lo Ionio: qui cambia il clima, si fa più fresco, e cambiano i colori e le influenze. Vicine a Italia e Albania, protese verso l’Europa più che verso la Turchia, le isole Ionie sono state forgiate nell’architettura, nella cucina e nella cultura dalle influenze veneziane, francesi e inglesi.

Pensiamo a Corfù: fama antichissima per quest’isola cantata addirittura da Omero e raccontata in tempi recenti dagli scrittori Gerald e Lawrence Durrell, la cui posizione strategica l’ha resa per secoli terra ambita e calamita di cultura e sapere. E se oggi il turismo di massa si fa sentire, soprattutto nelle aree principali, con un po’ di pazienza è ancora possibile ritrovare l’entroterra selvaggio e le baie isolate cantate dagli antichi. Oppure pensiamo a Lefkáda, che nonostante la facilità di collegamento con la terraferma è rimasta un’isola per turismo di nicchia: tra spiagge di struggente bellezza e distese di ulivi selvatici, villaggi senza tempo e paesaggi incontaminati, resta un’isola perfetta per una fuga di qualche giorno all’insegna della quiete.

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La spiaggia di Agios Georgios a Corfù ©Elena Pavlovich/Shutterstock

La più famosa e seducente delle isole Ionie è tuttavia Cefalonia. Ampia e variegata, verdissima e ricca di vigneti, dallo stile italianeggiante nei sapori e nelle costruzioni, offre splendide spiagge candide (la più famosa è la spiaggia di Myrtos) circondate da pendii boscosi di querce. Celebre per i bei palazzi in stile veneziano, ha subito un forte colo nel 1953, quando il terremoto ha raso al suolo gran parte degli edifici storici. Un peccato, certo, ma che non ha intaccato la malia di quest’isola magnetica, amatissima dai turisti europei. Non si possono poi non citare le altre due gemme delle isole Ionie: la piccola e pietrosa Itaca, per cui il nome stesso basta a suscitare suggestioni di miti e aedi, e Zacinto, l’isola dalle due anime. Quella meridionale, del turismo di massa, e quella settentrionale, ancora selvaggia e incontaminata, con scogliere candide che si tuffano in un mare blu cobalto. Zacinto è famosa soprattutto per la Spiaggia del Naufragio, la più fotografata tra le spiagge greche. Ma sarebbe un errore limitarsi a un’unica immagine da cartolina anziché esplorare la bellezza complessiva dell’isola. 

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La spiaggia del Naufragio a Zacinto ©Petr Kopka/Shutterstock
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Infine, una menzione speciale va a Kýthira, isola che pare indecisa tra l’Egeo e lo Ionio, posta com’è a metà strada tra entrambi. Sebbene nella sua architettura bianca e squadrata ricordi le Cicladi, Kýthira è un mondo a sé stante, intatto e lussureggiante, poco abitato, lontano dalle grandi folle. 

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Isole greche: alcune informazioni

Quando andare?

Tecnicamente le isole della Grecia sono visitabili tutto l’anno. Tuttavia, soprattutto nelle isole più piccole o remote, in inverno molte strutture ricettive sono chiuse e i collegamenti navali ridotti: conviene quindi organizzarsi bene e con anticipo.

In estate, le Cicladi diventano molto calde e sono spesso spazzate dal meltemi, vento caldo che tuttavia può diventare fastidioso.


Come andare in Grecia?

I voli tra Italia e Grecia sono numerosi durante tutto l’anno e collegano soprattutto ad Atene, Patrasso, Kalamata e Volos. Ci sono molte proposte low cost, che diventano più numerose durante l’estate, quando anche le isole aumentano i collegamenti via aria. Diverse isole greche hanno l’aeroporto, solitamente collegato ad Atene.

È possibile anche viaggiare in traghetto dall’Italia, ma i tempi si allungano parecchio. Le varie isole sono poi collegate da una buona rete navale. Consigliamo tuttavia di verificare tratte e orari prima di partire, soprattutto se vi muovete in bassa stagione e volete dirigervi verso le isole più remote.

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