Breve guida ai soggiorni in famiglia in Nepal
Le persone cui dico che sto per andare in Nepal pensano immancabilmente che io ci vada per i trekking. Dopotutto, il Nepal è conosciuto in tutto il mondo come meta d’elezione per gli alpinisti, e l’Himalaya, in particolare il campo base dell'Everest, è in cima alla wishlist di molti appassionati di montagna. Per me è un po’ diverso: per quanto mi piaccia fare qualche passeggiata nei boschi, sono molto più motivata a passare lunghe ore sullo scomodo sedile di un aereo se so che all'arrivo mi aspetta un’immersione nella cultura locale, e sotto questo aspetto non c'è niente di più coinvolgente che essere ospite a casa di una famiglia del posto.
Nel corso degli anni, ho trascorso parecchio tempo in Nepal, soggiornando quasi sempre in alberghi e pensioni e mangiando nei ristoranti, soprattutto nella zona di Kathmandu. La svolta si è verificata nel corso del mio ultimo viaggio, durante il quale mi sono spinto nel distretto di Dhankuta, nella parte orientale del Nepal, una regione nota più per la produzione di avocado e arance che per il turismo. La crisi climatica e i conseguenti periodi di siccità, tuttavia, hanno colpito duramente la produzione agricola, spingendo l’amministrazione locale, con il sostegno dell’International Centre for Integrated Mountain Development (Centro Internazionale per lo Sviluppo Integrato della Montagna) e della Community Homestay Network (CHN, un’organizzazione che mette in contatto i viaggiatori con le famiglie locali), a investire in iniziative di turismo sostenibile. È così che nel villaggio collinare di Sipting, alla periferia di Dhankuta, ho scoperto una struttura entrata in funzione di recente.
Che cos’è un soggiorno in famiglia?
Quando ho sentito parlare per la prima volta del concetto di soggiorno in famiglia, ho pensato che fosse simile ad Airbnb o ad altre formule di affitto a breve termine, dove si paga per trascorrere un paio di notti in una casa messa a disposizione dai proprietari. Quanto mi sbagliavo!
Quando si soggiorna presso un host CHN si è davvero ospiti nella sua casa. Questo significa partecipazione. Una giornata qui può offrire qualsiasi cosa, dall’imparare a cucinare i momos (ravioli ripieni) al semplice stare in compagnia approfondendo la conoscenza con i padroni di casa.
Durante il mio soggiorno in famiglia mi sono cimentata nella fabbricazione dei tapari, piatti usa e getta realizzati cucendo insieme foglie di sal (shorea robusta, un albero diffuso nel Subcontinente Indiano) con sottili e flessibili ramoscelli di bambù. I miei ospiti lo facevano sembrare facile: bastavano loro pochi minuti per intrecciare una piccola ciotola. Quella che ho fatto io non era altrettanto ben riuscita, ma (più o meno) serviva allo scopo.
Soggiornare in una famiglia significa anche gustare deliziosi piatti cucinati in casa. Sicuramente mangerete molto dal bhat (lenticchie e riso), un classico piatto nepalese, ma vi capiterà anche di assaggiare cibi che difficilmente si trovano nei ristoranti. A Sipting ho provato il dhindo, un purè di miglio glutinoso che si abbina magnificamente alle verdure e al dal bhat: ha una consistenza simile all’ugali (un alimento a base di farina di mais o manioca) diffuso in alcune zone dell’Africa orientale. Ho assaggiato anche il tongba, una bevanda fermentata a base di miglio, gustosa e leggermente alcolica, tradizionalmente servita in una tazza di bambù.
Come sono gli alloggi in famiglia in Nepal?
Dormire in famiglia, soprattutto in posti lontani dai sentieri più battuti, ha poco a che fare con un pernottamento in hotel, a cominciare dalle camere. Mentre i materassi morbidi a molle sono comuni negli alberghi nepalesi, soprattutto in quelli che ospitano molti turisti stranieri, nelle case si trovano di solito materassi imbottiti con la fibra di cocco, oppure morbidi cuscini posti su un letto durissimo. Gli amanti dei materassi rigidi saranno entusiasti di questa soluzione, ma altri, in particolare chi dorme abitualmente su un fianco, potrebbero metterci un po’ di tempo per abituarsi.
Alcune famiglie hanno servizi igienici alla turca invece di quelli con sedile, soprattutto al di fuori della valle di Kathmandu e della zona di Pokhara. Molte case hanno anche docce e gabinetti in stanze separate. In alcune c’è una tinozza per fare il bagno: utilizzate una brocca più piccola per versarvi l’acqua addosso. Se non ci fosse l’acqua calda corrente, chiedete al vostro ospite di farvene bollire un po’, oppure fate buon viso a cattivo gioco e godetevi la sensazione tonificante dell’acqua fredda sulla pelle.
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In che modo i soggiorni in famiglia apportano benefici alle comunità?
Nelle zone rurali del Nepal, è tradizione che le donne rimangano a casa mentre gli uomini lavorare nei campi o emigrano nelle città più grandi in cerca di un impiego. L’ospitalità in famiglia offre alle donne un modo per guadagnare denaro restando a casa e genere anche un indotto che interessa, per esempio, gli autisti e le guide turistiche.
Durante il mio viaggio ho preso parte a un’escursione di gruppo guidata dal ventiduenne Nabin Rai, cresciuto nella zona di Dhankuta, che ha imparato il mestiere grazie ai programmi di formazione della comunità. Gli alloggi in famiglia sono una preziosa risorsa turistica, ma possono anche contribuire a limitare il sovraffollamento reindirizzando i visitatori verso aree meno conosciute, come Dhankuta, che in questo modo beneficiano dei proventi del settore.
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Come devo comportarmi per essere un ottimo ospite in famiglia?
Il primo passo è tenere sempre a mente che ci si trova in casa d’altri: osservate come si comportano i vostri ospiti e regolatevi di conseguenza. In Nepal è consuetudine togliersi le scarpe prima di entrare in casa: la maggior parte dei padroni di casa offre ai visitatori un paio di pantofole. Di solito, davanti ai bagni sono disponibili ciabatte da calzare unicamente mentre si utilizzano i servizi igienici.
È inoltre consigliabile evitare di entrare in stanze in cui non si è stati espressamente invitati (del resto è buona regola ovunque, non solo in Nepal). Ad esempio, i miei ospiti erano membri della comunità aathpahariya, e presso di loro le cucine sono off-limits per gli estranei (compresi i nepalesi di altre comunità) per ragioni culturali e spirituali.
In un hotel potreste mostrare la vostra soddisfazione lasciando una mancia in contanti al personale, ma le famiglie apprezzeranno di più un piccolo regalo, magari proveniente dal vostro paese (se avete dubbi consultatevi con il vostro referente al CHN, soprattutto se si tratta di prodotti alimentari). È invece consuetudine lasciare una mancia agli autisti e alle guide, quindi tenete a portata di mano dei contanti.
Che cosa mettere in valigia?
Al momento della prenotazione, il CHN vi invierà una lista completa delle cose da portare, che tiene conto del clima delle zone che visiterete. È buona educazione indossare abiti decorosi e non troppo succinti, peraltro inadatti alle escursioni. Avrete anche bisogno di un paio di scarpe robuste adatte al trekking e ai terreni irregolari e sconnessi.
Una lampada frontale è un altro accessorio indispensabile per le uscite dopo il tramonto o per far fronte a eventuali blackout. E non dimenticate una borraccia: tutte le famiglie ospitanti forniscono acqua potabile (la mia la otteneva attraverso filtri prodotti da un’impresa sociale chiamata SmartPaani, che aiuta le comunità a sviluppare e mantenere riserve di acqua potabile).
Quanto costa soggiornare in famiglia in Nepal?
I soggiorni in famiglia possono essere parecchio più economici degli hotel: costano di norma dai 20 ai 40 dollari a persona al giorno, compresi i pasti e alcune attività. Se viaggiate in gruppo, sono disponibili escursioni di più giorni che includono trekking, attività culturali, trasporti e la possibilità di soggiornare presso più famiglie.
Come si fa a prenotare?
Molti tour operator e agenzie di viaggi organizzano soggiorni in famiglia, ma è possibile anche prenotare direttamente attraverso il sito del CHN, che dispone di una mappa interattiva e fornisce tutte le informazioni sulle varie strutture ed esperienze.
Le regioni migliori per soggiornare in famiglia
Nepal orientale
Se volete visitare una parte del Nepal non troppo frequentata dal turismo internazionale, dirigetevi verso est e preparatevi a un viaggio lungo. Per raggiungere la mia famiglia ospitante a Dhankuta ho dovuto prendere un aereo da Kathmandu a Biratnagar, poi guidare verso nord per circa tre ore: non comodissimo, ma ne è valsa davvero la pena.
Valle di Kathmandu
Se avete poco tempo a disposizione ma volete provare l’esperienza di un soggiorno in famiglia, puntate sulla valle di Kathmandu. Qui questa formula è consolidata: la prima struttura della rete a entrare in attività si trova infatti a Panauti, a soli 32 km dalla capitale.
Pokhara e Annapurna
Ci sono diversi alloggi in famiglia nella zona di Pokhara, ideali se avete in programma di percorrere il famoso Annapurna Circuit o uno dei tanti altri itinerari della regione.