In auto alla scoperta della parte ovest di Creta

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Alexis Averbuck attraversa l’isola più grande della Grecia, toccando taverne, spiagge e gole, in un viaggio verso ovest che condensa storia, geografia e tempi moderni. Seguite le tappe di questo itinerario per scoprire tutto quello che c’è da vedere lungo il lato occidentale di Creta.

On the road alla scoperta di Creta ©Maksym Prykhodnyuk
On the road alla scoperta di Creta ©Maksym Prykhodnyuk
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Terra di miti e magia, Creta è un’isola a sé stante, con una cultura e un territorio peculiari. Dal frenetico capoluogo Iráklio, il mio itinerario si snoda fino al placido lembo occidentale, attraverso spiagge sabbiose, gole fitte di boschi e villaggi raccolti, cercando di concentrare il meglio che questa terra leggendaria può offrire. 

A Iráklio noleggio un’auto e visito il museo archeologico, colmo di superbi manufatti provenienti dai siti che incontrerò lungo la strada. La città abbraccia la costa e mentre attraverso la campagna circostante in direzione del complesso del Palazzo di Cnosso mi lascio alle spalle il frastuono del traffico. Le vestigia dell’antica civiltà minoica sono tuttora avvolte nel mistero: si sa ancora molto poco sulle origini di questo popolo estremamente progredito. La mia immaginazione si scatena mentre passeggio senza fretta tra le mura, le sculture e gli affreschi. 

Palazzo di Cnosso Creta
Il Palazzo di Cnosso ©Photoscreation

Percorrendo, più tardi, la costa settentrionale, mi chiedo come i minoici governassero questa terra. Poi penso ai conflitti di un’altra epoca, quella che vide fronteggiarsi greci e occupanti ottomani, mentre raggiungo il monastero di Arkádi. Adagiato in una piana dorata, racchiude una chiesa veneziana del XVI secolo, che presenta una facciata rinascimentale scandita da otto snelle colonne corinzie e sormontata da un elaborato campanile a tre campane. Varco la soglia, l’interno è immerso in un silenzio riverente, che stride con gli eventi che ebbero luogo in questo monastero, quando nel 1866 centinaia di cretesi si rifugiarono tra le sue mura per resistere all’assedio di duemila soldati turchi. Invece di arrendersi, i cretesi diedero fuoco ai depositi di polvere da sparo, uccidendo tutti i presenti, turchi compresi. La sola sopravvissuta fu una bambina, che visse poi fino a tarda età in un villaggio della zona. 

Un’altra epoca ancora mi viene incontro mentre mi avvicino a Réthymno e alla sua fortezza veneziana del XV secolo. I vicoli del centro si aprono su un lungomare scintillante, perfetto per un pranzo a base di pesce locale prima di proseguire lungo la costa settentrionale e poi tagliare verso l’interno, superando le montagne e raggiungendo Hóra Sfakíon. 

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Strade nel centro di Réthymno © leoks
Strade nel centro di Réthymno © leoks

La strada interna procede tortuosa, rasentando piccoli borghi aggrappati a pendii o nascosti in fondo a valli fluviali, ciascuno con la sua storia e le sue tradizioni culinarie. Mi fermo a gironzolare per i mercati locali, assaggiando formaggi di pecora e capra, o a fare incetta di sfogliatine intrise di miele per la prima colazione di domani. Più avanti la strada si addentra fra i vigneti, perfetti per sgranchirmi le gambe e sorseggiare un bicchierino prima di procedere. 

Una pausa caffè in uno dei tanti kafeneia è quasi d’obbligo. Parlo con un signore anziano seduto nella piazza centrale a guardare la gente che passa. La stagione turistica è ancora agli inizi, per cui sono uno dei primi stranieri che vede quest’anno e ha molto da raccontare. A Creta, la vita locale ha un colore e una vivacità che sfuggono facilmente al viaggiatore frettoloso. 

Proseguo nel tardo pomeriggio. Una luce dorata accarezza i pascoli mentre arrivo ad Askýfou, teatro di scontri durante la rivolta cretese del 1821. Il tramonto incendia il passo e la strada sembra procedere nel nulla mentre scendo verso la costa meridionale. 

Avvicinandomi al villaggio di Hóra Sfakíon, nella regione di Sfakiá, noto che molti cartelli sono crivellati di pallottole. Questa zona fu uno dei fulcri più importanti della resistenza contro gli Ottomani e da qui fu evacuato l’esercito inglese durante la seconda guerra mondiale. Oggi, Hóra Sfakíon è un piacevole porticciolo con tante taverne di pesce e punto di partenza delle imbarcazioni che servono i villaggi lungo i 60 km di costa fino a Paleóchora, a ovest. Inaccessibili in auto, questi borghi marinari, come Loutró, meritano una tappa per una piacevole nuotata, mangiare un boccone o trovare l’imbocco meridionale delle tante gole che tagliano i monti e sbucano sulla costa. La più famosa di queste, la gola di Samariá, scende fino al villaggio di Agía Roúmeli e si presta a magnifiche camminate. Indossati gli scarponi, mi inoltro nel canyon fin dove mi conducono le forze, risparmiandone un po’ per ritornare sulla costa. 

Paleóchora  al calar della sera ©Gatsi/Getty Images
Paleóchora al calar della sera ©Gatsi/Getty Images
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Dopo aver visto il lato selvaggio di Creta, ripasso le montagne per vedere come vive una città portuale. Haniá è uno dei posti che preferisco per pernottare, un centro universitario con un affascinante porticciolo che la sera diventa luogo di passeggio di studenti e gente del posto. Si spettegola, si spingono carrozzine e ci si ferma per un caffè o un cocktail lungo il molo, che bordeggia edifici color pastello, chiese sormontate da cupole e imbarcazioni all’ormeggio. 

Anche le vie pedonali dietro il porto sono una gioia per gli occhi, incorniciate da buganvillea e piene di alcuni dei ristoranti migliori della Grecia. È sempre difficile sceglierne uno: di cosa ho voglia, pesce o qualche specialità di Creta? Come l’insalata dakos (crostini d’orzo con olio d’oliva, pomodori e formaggio), le torte al formaggio fatte in casa o il sostanzioso gamopilafo (carne di agnello o capra accompagnata da riso cotto nel suo brodo). Qualunque cosa sceglierò, ho intenzione di accompagnarla con un corroborante tsikoudia (grappa di vinacce). 

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Quale viaggio su un’isola greca può dirsi completo senza una puntata in spiaggia? L’indomani faccio un salto nelle due che preferisco. Prima Falásarna, ampia, pulita, con sabbie dorate e onde che si frangono sulla riva. Poi, più a sud, Elafonísi, la spiaggia dei miei sogni, soprattutto al di fuori delle ore di punta. Passeggio sulla sabbia rosata e, quando cala la marea, raggiungo a piedi un isolotto al largo. È il luogo perfetto per meditare, con i piedi che sprofondano nella rena soffice, sulla ricchezza storica e paesaggistica di questo viaggio memorabile. 

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