I 6 migliori parchi nazionali dell'Egitto
L'Egitto ha molto da offrire oltre alle piramidi, ai templi e alle altre meraviglie dell’età antica. Dalle caleidoscopiche barriere coralline del Mar Rosso ai paesaggi desertici che si aprono partendo dalla Valle del Nilo, gli splendori naturali del paese sono abbaglianti: per proteggerli è stata creata una rete di parchi nazionali che si estende dalle coste settentrionali e orientali fino al confine con il Sudan. Sarebbe dunque un errore limitare i propri viaggi in Egitto alla striscia di terra verde che segue il corso del Nilo. Nel Parco Nazionale di Ras Mohammed, sul Mar Rosso, scoprirete un mondo sottomarino di mille colori: un contrasto impressionante con gli scenari aridi del Sinai. A Wadi Al Hitan, a sud-ovest del Cairo, gli scheletri fossili di balene preistoriche punteggiano il deserto, mentre nel Parco Nazionale di Wadi Gimal le tartarughe marine verdi zampettano su spiagge che hanno alle spalle antiche miniere di smeraldi. Raggiungere alcuni di questi parchi può richiedere un’attenta pianificazione, ma per fortuna l'Egitto è facile da visitare con i mezzi pubblici o con un'auto a noleggio. Ecco una guida ai migliori parchi nazionali del paese, dai paradisi per le immersioni al deserto selvaggio e remoto.
1. Parco Nazionale di Ras Mohammed
Il massimo per le immersioni
Situato all’estremità meridionale della triangolare Penisola del Sinai, il Parco Nazionale di Ras Mohammed è un paradiso per gli appassionati di subacquea, che avranno modo di immergersi in un mondo di relitti, barriere coralline variopinte e scintillanti banchi di pesci tropicali. Il contrasto tra gli scenari aridi della terraferma e la vivacissima vita sottomarina è acutissimo e straniante. Alcune delle barriere coralline sono vecchie di due milioni di anni.
Istituito nel 1983, il Parco Nazionale di Ras Mohammed deve il proprio nome alla fantasia di alcuni pescatori locali, ispirati da una scogliera che ricorda il profilo di un uomo (la parola araba ras significa “testa”). La diversità della vita marina è incredibile, e le immersioni e lo snorkelling qui sono due delle cose migliori che si possano fare sulla costa del Mar Rosso.
Equivalente sottomarino di un’immensa foresta pluviale, il Mar Rosso ospita più di 250 specie di coralli, l’8% dei quali non si trova in alcuna altra parte del mondo. A Ras Mohammed i siti di immersione principali sono sette, alcuni dei quali si prestano a meraviglia anche allo snorkelling; a Sharm El Sheikh ci sono decine di operatori cui rivolgersi per uscite in barca di un giorno.
All’estremità della penisola, Shark Reef e Yolanda Reef è il sito più famoso del Mar Rosso. Le forti correnti sospingono i subacquei oltre un altopiano a balconata chiamato Anemone City, lungo pareti di corallo a strapiombo, tra grandi banchi di pesci, fino al relitto della Yolanda, una nave mercantile cipriota affondata nel 1980. All’estremità meridionale della baia di Marsa Bareika si trova Ras Za’atar, dove i raggi del sole filtrano nelle caverne sottomarine.
A Jackfish Alley, i caranghi e i pesci vetro nuotano sinuosi nelle grotte, mentre le razze maculate di blu e gli squali pinna bianca del reef indugiano sul fondale sabbioso. Altri sistemi corallini si trovano al largo dell’isola di Tiran, a metà strada tra il Sinai e l’Arabia Saudita.
Informazioni pratiche: i siti di immersione di Ras Mohammed sono facilmente raggiungibili in barca con gite di un giorno da Sharm El Sheikh; è possibile anche partecipare a uscite di più giorni con pernottamento a bordo (partenze da Hurghada o da El Gouna). A Sharm El Sheikh, il Camel Dive Club è un operatore affidabile, con un confortevole hotel e un centro immersioni molto apprezzato, in grado di soddisfare le esigenze dei subacquei con disabilità.
2. Parco Nazionale del Deserto Bianco
Il massimo per ammirare paesaggi mozzafiato
Con i suoi surreali pinnacoli color neve, il Parco Nazionale del Deserto Bianco (Sahra al-Beida) è una delle attrazioni principali del Deserto Occidentale. Millenni di sabbie sospese e portate dal vento hanno eroso le rocce e scolpito guglie delicate e stravaganti formazioni rocciose che spuntano da una distesa disseminata di scintillante pirite (chiamata "oro degli schiocchi” perché, pur somigliante al prezioso metallo, è priva di valore) e minuscoli fossili.
Al tramonto, le rocce bianche si tingono di rosa alla luce che si va ritirando, e la luna piena le riporta in evidenza proiettando bagliori spettrali, uno scenario quasi sovrannaturale. I soggiorni in campeggio, non a caso, sono molto popolari poiché consentono di godere dell’atmosfera unica del parco.
Le Dune di Karawin, basse e ondulate, offre un interessante contrasto con le pianure ghiaose che circondano le formazioni principali. Ai margini delle dune, gli agricoltori utilizzano canali di irrigazione artificiali per innaffiare le loro piantagioni di datteri.
Non è consentito pernottare all’interno del parco, ma al di fuori di esso le guide locali sapranno indicarvi splendidi luoghi per piantare la tenda sotto un cielo stellato privo di inquinamento luminoso: c’è gente che per vivere questa emozione arriva addirittura dal Cairo, situato 550 km più a nord.
Informazioni pratiche: le agenzie di viaggi del Cairo propongono escursioni con campeggio nel Deserto Bianco. Vi consigliamo però di rivolgervi a un’agenzia specializzata con sede vicino al parco: ce ne sono molte nelle città-oasi di Bahariya e Farafra. White Desert Tours e Western Desert Tours, per esempio, operano da Bahariya e organizzano varie escursioni di un giorno e tour con pernottamento.
3. Protettorato di Santa Caterina
Il massimo per le escursioni
Per vivere appieno l’esperienza del deserto prendete in considerazione un’escursione attraverso i suggestivi paesaggi del Sinai meridionale. Dalla montagna più alta dell’Egitto alle vette sacre che sembrano vibrare di energia eterea, le maestose cime desertiche che sovrastano il villaggio a maggioranza beduina di Santa Caterina desteranno in voi una profonda impressione e metteranno anche alla prova la vostra resistenza fisica.
Appartenenti al Protettorato di Santa Caterina, le montagne sono attraversate da alcuni dei migliori sentieri escursionistici dell’Egitto, tra cui quelli che risalgono le pendici del Monte Sinai, conosciuto localmente come Gebel Musa (Monte Mosè): qui, secondo le Scritture, Dio consegnò a Mosè le tavole con i 10 comandamenti.
Il modo migliore per visitarlo è un’escursione fino alla vetta con partenza all’alba per godersi il panorama alle prime luci del giorno e poi ridiscendere e visitare il Monastero di Santa Caterina. Secondo il Libro dell’Esodo, proprio qui Dio si manifestò a Mosè; nel terreno del monastero cresce ancora una pianta di Rubus sanctus (rovo sacro) che si dice discenda dal “roveto ardente” originale. Verificate sul posto se il monastero è aperto: nel 2025 i visitatori non hanno potuto visitarlo per diversi mesi a causa di una disputa territoriale tra i monaci residenti e il governo egiziano.
Ugualmente gratificanti sono la faticosa salita al Gebel Katerina, la vetta più alta dell’Egitto con i suoi 2637 m, e la scalata al Gebel Abbas Basha (2383 m) fino alle rovine del palazzo incompiuto di Abbas Pasha I. Escursioni più agevoli si snodano attraverso i wadi (valli fluviali) fino ai giardini beduini alimentati da sorgenti montane.
Informazioni pratiche: la maggior parte dei visitatori arriva da Sharm el-Sheikh e riparte poche ore dopo, ma il modo migliore per esplorare il parco è soggiornare nel villaggio di Santa Caterina. L’operatore locale Sheikh Mousa può occuparsi dell’alloggio e delle escursioni guidate. Se avete intenzione di scalare il Monte Sinai, il Camel Trail, ben tracciato, è il percorso più facile per raggiungere la cima risalendo dolcemente una serie di lunghi tornanti. Rendete il trekking più agevole noleggiando un cammello per raggiungere Elijah’s Basin, dove 750 gradini conducono alla vetta.
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4. Wadi Al Hitan
Il massimo per una fuga nel deserto vicino al Cairo
Circa 122 km a sud-ovest del Cairo, Al Fayoum è la porta d’accesso alle aride distese rocciose del deserto occidentale e al Wadi Al Hitan, Patrimonio dell’UNESCO, che si trova all’interno della più ampia area protetta di Wadi Rayyan. I turisti del fine settimana e gli escursionisti giornalieri si spingono fin qui per ammirare le cascate e gli scenografici laghi, ma la grande attrazione locale sono gli scheletri fossili di balena che giacciono sparsi nel bacino sabbioso di Wadi Al Hitan.
Dall’ingresso dell’area protetta vicino al villaggio di Tunis, una pista per fuoristrada si snoda verso Wadi Al Hitan, circondato da basse scogliere fulve e punteggiata da formazioni rocciose scolpite dal vento. Nel cuore del wadi, un sentiero escursionistico di 3 km attraversa quello che un tempo era il fondo dell’Oceano Tetide, passando accanto agli scheletri di 17 balene preistoriche. Questi fossili testimoniano una fase decisiva dell’evoluzione, quando gli antenati terrestri delle balene compirono la transizione alla vita marina.
Salite fino al punto panoramico all’estremità del sentiero per ammirare l’intera distesa del Wadi Al Hitan. Fate poi una sosta al Museo dei Fossili e del Cambiamento Climatico, che ospita lo scheletro completo, lungo 18 metri, di una balena Basilosaurus isis risalente a 40 milioni di anni fa.
Informazioni pratiche: le agenzie di viaggi con sede al Cairo offrono gite di un giorno a Wadi Al Hitan (per arrivarci occorrono circa 3 ore). Può essere più rilassante fare una gita in giornata da Al Fayoum, a circa 70 km da Wadi Al Hitan; Al Fayoum è raggiungibile dal Cairo con gli autobus locali o con un’auto a noleggio con autista.
5. Parco Nazionale di Wadi Gimal (Wadi El Gemal)
Il massimo per un’avventura tra il deserto e la barriera corallina
Il Parco Nazionale di Wadi Gimal, sulla costa del Mar Rosso, copre il terzo wadi più grande dell’Egitto e comprende 4770 kmq del Deserto Orientale e un’area di 2000 kmq di fronte alla costa. Le pianure punteggiate di acacie e le scogliere scoscese sono coronate da un arco di montagne color ruggine che digradano verso le spiagge sabbiose e le mangrovie costiere intorno alla laguna turchese di Sharm El Luli, dove molta gente si reca da Marsa Alam a fare snorkelling.
Questo è il territorio tradizionale del popolo nomade degli ababda: le guide beduine conducono escursioni nel Wadi Gimal incentrate sulla flora, la fauna, la storia e la cultura di questo affascinante angolo del paese. Lungo il percorso è possibile visitare le rovine di un tempio romano e di abitazioni di epoca romana e tolemaica, nonché le miniere da cui un tempo si estraevano gli smeraldi: la zona era così ricca di queste pietre verdi scintillanti che i romani la chiamarono Mons Smaragdus ("Montagna di smeraldo”, appunto). Se si osserva attentamente ciò che rimane degli scavi è possibile individuare depositi di mica scintillante, che indicano la potenziale presenza di smeraldi e altre gemme del gruppo del berillo. Durante l’escursione tenete gli occhi ben aperti per avvistare gazzelle e capre nubiane.
Dopo la vostra puntata nel deserto fate una sosta a Marsa Alam, una cittadina di pescatori affacciata su rigogliose barriere coralline che pullulano di pesci e dugonghi; le tartarughe verdi, dal canto loro, si fanno spesso vedere nelle praterie di alghe marine che circondano le isole al largo di Wadi Gimal.
Informazioni pratiche: Marsa Alam, circa 45 km a nord dell’ingresso del parco, è la base ideale da cui partire alla scoperta di Wadi Gimal. È possibile organizzare tour tramite il resort per immersioni Marsa Shagra Village, che offre anche alloggio in tende e capanne sulla costa vicino alla barriera corallina di Elphinstone. Se cercate una sistemazione non troppo cara provate la Rayhana Guesthouse, gestita in modo indipendente, a Marsa Alam.
6. Area protetta di Ras Abu Gallum
Il massimo per i viaggiatori indipendenti
L’area protetta di Ras Abu Gallum, di austera bellezza, copre 500 kmq di costa tra Dahab e Nuweiba, sulla costa del Golfo di Aqaba, nel Sinai. Il parco combina montagne costiere, strette vallate, dune di sabbia e spiagge di ghiaia fine con straordinari siti di immersione e snorkelling lungo la costa rocciosa, tra cui il celebre Blue Hole.
Con le sue 165 specie di piante (44 delle quali si trovano solo in questa parte del Sinai) e di una ricca varietà di mammiferi e rettili, la zona è davvero affascinante. La sua importanza sotto il profilo ambientale deriva dal fatto che la flora mediterranea si è evoluta per adattarsi a un clima desertico, molto caldo e secco.
La tranquilla e non troppo urbanizzata Dahab, la località turistica più amata dai primi backpacker che a suo tempo comparvero in Egitto, richiama oggi i viaggiatori indipendenti che amano vivere il mare. Il punto di riferimento per i subacquei è il Blue Hole, una voragine profonda 130 m collegata al mare aperto da un tunnel lungo 26 m. Per esplorarla servono esperienza e prudenza: qui si sono verificati diversi incidenti mortali. La ricca vita di queste acque, del resto, si può ammirare anche mantenendosi vicini alla superficie e provando la sensazione un po’ inquietante di nuotare su un abisso blu apparentemente senza fondo.
Informazioni pratiche: Dahab è la base principale per esplorare l’area protetta e i siti di immersione. Numerosi operatori si occupano di immersioni e snorkelling, compreso il noleggio delle attrezzature; Nuweiba è un altro buon punto di partenza. Per quanto riguarda l’entroterra, le agenzie locali offrono escursioni a dorso di cammello, in jeep e a piedi; ci si può anche muovere in autonomia toccando il Blue Hole e i villaggi di Ras Abu Gallum e El Omeyid, dove è possibile ingaggiare guide beduine e cammellieri che vi accompagneranno nella riserva. Tra le destinazioni più popolari figurano Bir El Oghda, un villaggio ormai abbandonato, e Bir Sugheir, ai margini della riserva, dove si trova una sorgente.