Guida per salvarsi la vita viaggiando: il nostro nuovo libro per curarsi con i viaggi

È arrivata la seconda edizione di questa guida un po’ insolita: Guida per Salvarsi la vita viaggiando scritta dai nostri autori Remo Carulli e Luigi Farrauto. Cosa aspettarsi? Di sicuro, non è una guida turistica. Certo, troverete un’affidabile descrizione di luoghi stupendi, dai più celebri a quelli in grado di mortificare l’autostima dei più ossessivi conoscitori della geografia, nel puro spirito Lonely Planet, ma senza indicazioni concrete o nozioni pratiche per agevolare l’organizzazione di una partenza: tra le 500 destinazioni presentate, ce ne sono persino alcune irraggiungibili, al momento attuale in cui scriviamo, per ragioni di instabilità politica o guerre. Il nostro obiettivo, in questo caso, è ispirare, non informare.

La Mongolia è perfetta per combattere lo stress © ABCDstock/Shutterstock
La Mongolia è perfetta per combattere lo stress © ABCDstock/Shutterstock
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Non è però nemmeno un libro rigidamente scientifico: per quanto emuli la struttura di un manuale diagnostico, non ha alcuna ambizione di collocarsi nel solco della letteratura scientifica. E così, i capitoli che lo compongono fanno riferimento ai disagi emotivi ed esistenziali di tutti i giorni - dall’ansia al senso di solitudine, dall’inquietudine alla rabbia -nei quali ognuno di noi può riconoscersi con irrisoria facilità; le destinazioni proposte, scelte sulla base della nostra esperienza e delle nostre fantasie, non obbediscono a criteri oggettivabili o presupposti epistemologici convalidati, nella convinzione che viaggiare dispieghi i propri arcani poteri in qualsiasi parte del mondo.

E all’orientamento psicodinamico che fa da sfondo al libro, abbiamo anteposto le suggestioni dell’arte e della narrativa, della musica e della filosofia. Che cos’è allora questo libro? È un’opera che cerca di sostanziare creativamente una tesi della quale siamo assolutamente convinti: il fatto che viaggiare non sia solo una delle esperienze più meravigliose dell’esistenza, ma anche un modo per prendersi cura di sé stessi, elaborare stati d’animo impantanati nel quotidiano, allargare i propri orizzonti. Su questo, siamo pronti a sfidare anche il più erudito degli scettici.

Rupununi, nella giungla della Guyana, è la destinazione giusta per un digital detox © The Jungle Scenes /Shutterstock
Rupununi, nella giungla della Guyana, è la destinazione giusta per un digital detox © The Jungle Scenes /Shutterstock

Ci si può curare con i viaggi?

Perché viaggiare vi aiuti ad affrontare i disagi emotivi ed esistenziali di tutti i giorni, non può mancare il foglietto illustrativo che sveli le istruzioni per l’uso e vi eviti indesiderati effetti collaterali. Nel libro troverete alcune indicazioni per esaltarne gli effetti benefici da leggere prima di scegliere la prossima destinazione.

Attenzione, potrebbe esserci qualche effetto collaterale, come la svalutazione della vita quotidiana e l’ipere­sensibilità e disorientamento emotivo fanno parte dell’immersione nell’“Altro”. Ma la verità è che i viaggi non hanno controindicazioni. A qualsiasi età e condizione psicologica, mettersi in viaggio è sempre consigliato: basta scegliere la meta più adatta.

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Dove andare per curarsi con i viaggi

Come scoprirete nel libro, ci sono viaggi per curare i cuori spezzati, destinazioni per chi deve imparare a gestire la rabbia, luoghi perfetti per combattere l’egocentrismo, ma anche l’ansia, l’ossessività, i vissuti depressivi e persino la pigrizia.

Soffrite di ofidiofobia, la fobia dei serpenti? Venite con noi nella Bio Ken Snake Farm di Watamu, in Kenya, che propone emozionanti percorsi di educazione ai rettili.

Siete metereopatici? Valutate un viaggio in Messico a Teotihuacan: qui, 40 km a nord-est di Città del Messico sorge una delle più conosciute città precolombiane dell’America centrale, baciata, per buona parte dell’anno, da un sole cocente che neppure il più ampio dei sombreri riesce ad arginare.

Siete afflitti dal flagello della normopatia? Fatevi ispirare da Paul Cezanne a Aix-en-Provence. Se lui si fosse conformato alle norme vigenti nella pittura, la storia dell’arte moderna avrebbe di sicuro assunto un corso differente. Pensateci, mentre osservate il suo atelier sulla collina di Lauves, e riflettete, visitando la vecchia casa di famiglia La Bastide du Jas de Bouffan, sui tanti rifiuti da lui ricevuti prima di essere riconosciuto come ispiratore delle avanguardie.

Sappiamo di avervi incuriositi, per fortuna ci sono 500 destinazioni pronte a prendersi cura di voi.

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