Il rifugio svizzero di Hermann Hesse: un viaggio letterario a Montagnola

5 minuti di lettura

Un itinerario attraverso i luoghi ticinesi che segnarono la quotidianità di Hermann Hesse: dalle passeggiate a Montagnola alle soste nei grotti, fino ai rapporti con librerie e figure locali. Un percorso che ricostruisce la rete di spazi, incontri e abitudini che legarono lo scrittore al territorio ticinese.

Casa di Hermann Hesse arrivò a Montagnola ©Stefano EmberSSS/Shutterstock
Casa di Hermann Hesse arrivò a Montagnola ©Stefano EmberSSS/Shutterstock
Pubblicità

Quando nel 1919 Hermann Hesse arrivò a Montagnola, fuggiva dal crollo della Germania post-bellica, da un matrimonio finito con Maria Bernoulli, e la mente sfibrata da una depressione che lo aveva spinto sul lettino dello psicoanalista Carl Gustav Jung. In questo piccolo borgo affacciato sul lago di Lugano, a soli dieci minuti dalla città ma già immerso in un’altra dimensione, lo scrittore tedesco trovò non solo un rifugio, ma la sua vera casa spirituale. Fu qui che compose Il gioco delle perle di vetro che gli valse il Nobel. Montagnola divenne la sua dimora per 43 anni, fino alla morte nel 1962, e oggi è una meta di pellegrinaggio per i lettori di tutto il mondo.

La macchina da scrivere originale ©Stefano EmberSSS/Shutterstock
La macchina da scrivere originale ©Stefano EmberSSS/Shutterstock

Un esilio che divenne casa

Montagnola: un pugno di case color terra di Siena aggrappate alla collina, alberi secolari, il lago che luccica in basso.

"Qui il sole è più intenso e caldo e le montagne ancora più rosse, qui crescono castagni, la vite, mandorli e fichi e la gente è buona, educata e gentile", scrisse in una lettera agli amici tedeschi. 

L’arrivo a Montagnola non fu dettato dal caso: Hesse conosceva bene il Ticino dai suoi viaggi precedenti.

La casa che lo accolse, Casa Camuzzi, era modesta: quattro stanze senza riscaldamento in un antico palazzo affrescato del XVII secolo. Le pareti portavano i segni del tempo, gli inverni erano gelidi. Dalla finestra, il panorama si apriva sulla Collina d’Oro e sul lago. 

Questi sentieri, oggi percorribili seguendo le indicazioni del Sentiero Hermann Hesse, erano il suo studio all’aperto.  

In questa vita ritirata ma piena, tra il 1919 e il 1931, Hesse scrisse alcune delle sue opere più importanti: L’ultima estate di Klingsor (1919), ispirato proprio ai paesaggi ticinesi; Siddharta (1922), il suo capolavoro sulla ricerca spirituale; Il lupo della steppa (1927), romanzo sulla crisi esistenziale dell’uomo moderno. 

Con la storica dell’arte austriaca che sarebbe diventata la sua terza e ultima moglie Ninon Dolbin, Hesse si trasferì in una nuova dimora che un amico mecenate, Hans Conrad Bodmer, aveva fatto costruire appositamente per lui: la Casa Rossa, o Casa Hesse come viene chiamata oggi.

Pubblicità

Leggi anche:

Casa Rossa: il tempio della letteratura

La Casa Rossa, con le sue pareti color mattone e le persiane verdi, si erge ancora oggi poco sopra Casa Camuzzi, circondata da un giardino che Hesse curò personalmente - “la cosa più intelligente e salutare da fare” – fino agli ultimi anni. Qui coltivava ortensie, rose, girasoli, e trascorreva ore a potare, piantare, osservare il ciclo delle stagioni. Il giardinaggio era per lui una pratica meditativa, un dialogo silenzioso con la natura che alimentava la sua scrittura.

In questa casa, più spaziosa e confortevole della precedente, Hesse visse gli anni più sereni e produttivi. Qui ricevette amici e visitatori illustri come Thomas Mann, con cui condivideva il destino di esule volontario dalla Germania nazista. Qui scrisse la sua opera più ambiziosa, Il gioco delle perle di vetro, pubblicata nel 1943 in Svizzera mentre l’Europa bruciava nella guerra.

Il Sentiero Hermann Hesse ©Lugano Region
Il Sentiero Hermann Hesse ©Lugano Region
Pubblicità

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.

L’itinerario letterario oggi

Oggi, Montagnola conserva gelosamente la memoria di Hesse e offre ai visitatori un vero e proprio pellegrinaggio letterario. Il punto di partenza ideale è il Museo Hermann Hesse, ospitato nella Torre Camuzzi, proprio accanto alla casa dove lo scrittore visse i primi anni ticinesi. Il museo raccoglie fotografie, manoscritti, prime edizioni, e soprattutto gli acquerelli che Hesse dipinse con passione quasi ossessiva. Vedere quelle immagini (paesaggi ticinesi, fiori, autoritratti) significa comprendere un aspetto essenziale della sua personalità: l’arte come terapia, come modo di vedere e abitare il mondo.

Casa Camuzzi si può ammirare dall’esterno: un palazzo signorile con facciate affrescate, finestre ad arco, un portico ombreggiato.

La Casa Rossa, invece, è ancora proprietà privata e non è visitabile internamente, ma il suo esterno e il giardino che la circonda si possono osservare percorrendo la strada che sale dal centro del paese.

Caffè Letterario Boccadoro, a pochi passi dal museo dedicato a Hermann Hesse, rappresenta un angolo discreto e accogliente dove, dopo una visita, concedersi una pausa con caffè o dolce.

Per i più devoti, il Sentiero Hermann Hesse offre una passeggiata di circa un’ora e mezza attraverso i boschi che lo scrittore amava percorrere. Il percorso, segnalato e ben tenuto, parte dal paese e sale verso la collina, snodandosi tra castagni, querce e scorci panoramici sul lago di Lugano.

Situato in un contesto boschivo, con tavoli in legno e terrazze all’ombra di alberi secolari, il Grotto del Cavicc rappresentava per Hesse un rifugio di quiete dove rilassarsi e trovare ispirazione, allontanandosi dal fervore cittadino.

La tappa finale del pellegrinaggio è il cimitero di Sant’Abbondio, a Gentilino, frazione vicina a Montagnola. Qui, in un angolo tranquillo ombreggiato dagli alberi, riposa Hermann Hesse accanto alla moglie Ninon. La tomba è semplice, spoglia, come lui avrebbe voluto: una pietra con il nome, le date (1877-1962), e spesso qualche fiore lasciato dai visitatori.

Leggi anche:

Oltre Montagnola: il Ticino di Hesse

Il legame di Hesse con il Ticino non si limitò a Montagnola. Lo scrittore esplorò ampiamente la regione, e alcuni di questi luoghi compaiono nei suoi scritti o furono importanti per la sua vita.

Carona, il paese a pochi chilometri da Montagnola dove Ruth Wenger trascorreva le estati, è rimasto praticamente intatto. Arroccato sulle pendici del Monte San Salvatore, con le sue stradine acciottolate e le case di pietra, conserva un’atmosfera sospesa nel tempo. 

Lugano, la città che Hesse frequentava regolarmente per commissioni, incontri, spettacoli teatrali, offre oggi musei, ristoranti e una vivace vita culturale. Stabilì un rapporto regolare con WEGA 1935 — una storica libreria-cartoleria ancora aperta in Via Nassa diretta da Ernst Fuchs, non solo i libri di lingua tedesca ma anche strumenti di scrittura come penne stilografiche, inchiostri e carte pregiate.

Per chi ha più tempo, vale la pena esplorare le valli circostanti: la Val Colla, la Valle di Muggio, la Vallemaggia. Sono luoghi che Hesse percorse durante le sue escursioni più lunghe, alla ricerca di quella natura selvaggia e autentica che sentiva come contrappeso necessario alla civilizzazione.

Pubblicità

Guide e prodotti consigliati:

Guida di viaggio

Svizzera

Pubblicato nel

Destinazioni in questo articolo:

Svizzera
Condividi questo articolo
Pubblicità