Santorini: scoprire la perla dell'Egeo in bassa stagione
Una mezzaluna di terra dirupata nel mar Egeo, testimone di terra e di roccia della tremenda eruzione che decretò la fine di una delle più fiorenti e suggestive civiltà antiche mediterranee. Casette bianche e azzurre aggrappate sul ciglio della caldera, altissime, come nidi di gabbiano spazzati dal vento profumato di sale e di timo. Tramonti di fuoco e spiagge rosse, bianche, nere. In passato, millenni fa, era conosciuta come Thera, Kalliste “la bella” oppure Strongyle “la rotonda”, e qualcuno la identificò pure come la perduta Atlantide: e anche oggi basta il suo nome, Santorini, a portare alla mente suggestioni di Grecia e di leggenda, colori e fascino di una delle isole più famose delle Cicladi. Famosa, già, a volte fin troppo. Eppure, quando dismette i panni glamour della regina dell'Egeo, l'affollata e caotica Santorini diventa tutt'altro: un'isola di silenzi, lentezza e magia soffusa, da esplorare piano, riscoprendone l'anima antichissima e ancestrale.

Il fascino della bassa stagione
Visitare Santorini in bassa stagione significa assaporarla come un frutto raro e intenso, godendosi le sue incredibili bellezze senza l’ingombro della folla perenne e delle code infinite. Allora le cittadine ritornano a respirare, il mare restituisce il suo respiro salmastro, l’isola torna a essere quella che è sempre stata, campestre e rurale, comoda e rilassata. Prendiamo la caldera, ad esempio, e prendiamo i suoi paesi più famosi: il capoluogo Fira, la piccola Firostefani, la suggestiva Imerovigli e la celeberrima Oia, la più fotografata della Grecia grazie ai suoi tramonti mozzafiato che ne tingono di rosa e oro le case in calce bianca e i mulini a vento. D’estate sono prese d’assalto, ma in primavera e in autunno – seppur sempre nevralgiche nella vita isolana – restituiscono al viaggiatore un fascino forse meno scintillante ma più autentico, a tratti quasi ruvido: allora è una goduria passeggiare per le strette vie imbiancate a calce, prendersi il tempo per visitare i negozietti di artigianato o le gallerie, scoprire scorci inusuali oppure scendere giù, lungo le impervie scalette che conducono ai porti di Fira o di Amoudi, laddove il mare lambisce la parete a strapiombo della caldera e piccoli ristorantini marinari offrono prelibatezze a base di pesce. Per chi temesse poi la salita, sappiate che dal porto di Fira è possibile salire anche grazie a una funicolare. In alternativa, ci sono gli asinelli: ma si tratta di un’attività che ultimamente sta trovando parecchi oppositori, perché i poveri animali non sempre sono trattati con grande cura. Quindi, a voi la scelta!

Trekking sull’orlo della caldera
La bassa stagione è il periodo ideale per scoprire Santorini a piedi, perché le temperature più miti rendono le passeggiate e i trekking molto più agevoli che non in estate: si tratta infatti di percorsi esposti, quasi totalmente privi di tratti ombreggiati, in virtù della vegetazione rada e bassa che caratterizza il paesaggio dell’isola, accentuandone i tratti unici.
Tra i trekking più suggestivi, lo scettro va senza ombra di dubbio al percorso che collega Fira a Oia, e che in tre ore si snoda lungo tutto l’orlo settentrionale della caldera. Caratterizzato da continui saliscendi, non particolarmente difficoltosi ma piuttosto faticosi, il sentiero conduce attraverso i paesi di Firostefani e Imerovigli e prosegue poi fino alla chiesa del Profitis Ilias, in un susseguirsi di paesaggi mozzafiato a picco sulla caldera e rocce vulcaniche che variano dal rosso al nero, per poi digradare verso il borgo di Finikia e, successivamente, fino alla meta finale. Un consiglio? Percorretelo nel primo pomeriggio, così da arrivare a Oia in tempo per il tramonto. Oia e Fira sono poi ben collegate dai pullman, quindi in rientro sarà molto più agevole.
Un secondo percorso, altrettanto suggestivo anche se meno famoso, è quello che conduce dal piccolo paese meridionale di Akrotiri fino al Faro, punto panoramico di grande bellezza. In questo caso, non si tratta di un trekking segnalato ma di una camminata lungo la strada che attraversa la campagna: un’occasione imperdibile per assaporare la Santorini “vera” che continua a vivere appena oltre i siti turistici più noti.
Leggi anche:
Camminare sul vulcano
Il vulcano che ha reso Santorini la celebrità che è oggi è tutt’altro che spento o dormiente: al contrario, è ancora attivissimo, e basta allungare lo sguardo nel bel mezzo della caldera per rendersene conto. Lì, al centro del cerchio che un tempo era terra e cultura e quattromila anni fa è diventato mare, ci sono infatti altre due isole che ne testimoniano la continua vitalità: sono Nea Kameni e Palea Kameni (la “giovane bruciata” e la “vecchia bruciata”), entrambe di origine vulcanica e disabitate, formatesi dall’attività magmatica più recente e monitorate quotidianamente dall’istituto per lo studio e il monitoraggio del vulcano di Santorini. Ovviamente sono area protetta, ma sono disponibili appositi tour che attraccano a Nea Kameni, permettono la salita fin sulla cima e la vista dei tre crateri ancora attivi, e poi conducono a un bagno ristoratore nelle acque sulfuree nella baia di Agios Nikolaus, su Palea Kameni (dove tuttavia non è possibile attraccare).
I tour sono affollatissimi e molto numerosi nel periodo estivo, ma il nostro consiglio è di provarli assolutamente anche fuori stagione: l’assenza di folla renderà l’esperienza ancora più straniante e intensa, e vi permetterà di assaporare il paesaggio lunare della “giovane bruciata”.

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.
Prima di lasciare la caldera, però, non perdetevi anche una sosta sulla sorellina minore di Santorini, la piccola e magica Thirasia, che non ha vissuto l’assalto del turismo di massa ed è quindi restata autentica e verace, rustica, forse ancor di più se paragonata alla scintillante vicina. Qui il tempo pare essersi fermato, e ve ne accorgerete passeggiando nel minuscolo borgo di Manolas, tra gatti randagi e piccole case bianche dall’aria vetusta. Da qui, anche, è possibile ammirare da lontano la conformazione unica di Santorini, e provare a immaginare come doveva essere “la Bella” solo fino a qualche decennio fa...

Borghi, scavi archeologici e buon vino
Solo spiagge e caldera? Tutt’altro. Santorini è un’isola antica, e come tale le radici le custodisce nel cuore. Meritano quindi una visita i suoi siti archeologici, come i resti della città minoica di Akrotiri (riportata parzialmente alla luce nel 1967, sepolta com’è stata per millenni sotto la lava, e i cui scavi continuano anche oggi) o il sito della città dorica di Thera, sopra gli abitati di Perissa e Kamari. Ma meritano una visita anche i villaggi dell’entroterra, come Emborio (abitato di origine medievale, immerso nelle colline), Pyrgos con le sue oltre quaranta chiesette, oppure Megalochori, il paese del vino e delle cantine. Qui infatti si produce l’Assirtiko, vitigno bianco tipico dell’isola di Santorini e in grado di sopravvivere e fruttificare sul suo suolo arido: il vino ideale per accompagnare le vostre cene sull’orlo della caldera.