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Le ultime news

spettacoli

Gabriel Garko a 'Da noi... a ruota libera': "Oggi mi sento libero"

Primo ospite della nuova stagione di 'Da noi... a ruota libera', nella puntata di oggi domenica 21 settembre, Gabriel Garko si è aperto con Francesca Fialdini, raccontando carriera, vita privata e i momenti che hanno segnato il suo percorso. L’attore torinese ha ripercorso i suoi inizi a soli 16 anni, quando fu incoronato 'il più bello d’Italia': “Non pensavo di vincere quel titolo. Speravo mi aprisse le porte di Roma per il cinema, perché il mio sogno era diventare attore. Quel riconoscimento, in realtà, a volte mi pesava: rifiutai persino il contratto di esclusiva e mio padre mi disse che ero pazzo”. Parlando della sua carriera, Garko ha raccontato sacrifici e rinunce: “Forse sapevo già che il successo avrebbe avuto un prezzo alto. Dissi a me stesso: ‘Sono pronto a mettere da parte la vita sentimentale per la carriera’. L’ho fatto e lo rifarei, ma per anni la mia vita lavorativa è stata una gabbia: ero immerso nel lavoro senza assaporare davvero la fama”. Con grande sincerità, l’attore ha anche toccato il tema del coming out: “Non mi considero una vittima. L’ho fatto in modo autentico e il pubblico mi ha dato serenità. La mia famiglia sapeva la verità, ma mai avrei pensato di condividerla in tv. È stato il momento giusto, anche per proteggermi dai pettegolezzi. Oggi mi sento un uomo libero”. Un ricordo speciale è stato dedicato a 'Ballando con le Stelle': “Dopo l’infortunio, grazie a Giada Lini sono riuscito ad andare avanti. Quel periodo mi ha aiutato a far emergere lati del mio carattere che nessuno conosceva. Ballare è terapeutico: ti mette in contatto con il tuo corpo”. Rivolgendosi poi a Francesca Fialdini, futura concorrente dello show, Garko ha lanciato un incoraggiamento: “Ora tocca a te… goditi ogni momento!”. Infine, uno sguardo alla vita quotidiana: “Vivo in campagna, mi sento molto contadino, circondato dai miei cani. La mia vicina è Ursula Andress, ma ho sempre avuto celebri vicini. Ho costruito un treno immaginario con tutte le mie esperienze e ogni tanto riapro qualche vagone. Ho sognato di pilotare aerei militari, ma amo anche l’arredamento. Avrei potuto fare tante altre cose, ma il mio obiettivo è sempre stato uno: fare l’attore”. 
internazionale/esteri

Charlie Kirk, la vedova: "Indosso suo ciondolo insanguinato"

Erika Kirk, vedova dell'attivista conservatore Charlie Kirk, ha dichiarato di indossare un ciondolo macchiato di sangue che suo marito portava al momento in cui è stato colpito da un proiettile la scorsa settimana nello Utah.  Intervistata dal New York Post, Erika ha raccontato che la collana è stata rimossa dal corpo di Kirk mentre i medici tentavano di fermare l’emorragia. La donna ha aggiunto che il marito aveva ricevuto numerose minacce di morte nell’ultimo anno. Un amico gli aveva suggerito di parlare da dietro un vetro antiproiettile, ma lui aveva risposto "non ancora", secondo quanto riferito dalla vedova. La vedova dell'attivista ha raccontato al New York Times la sua reazione quando lo ha visto in ospedale dopo l’attentato mortale alla Utah Valley University: "I suoi occhi erano semiaperti. E aveva quel mezzo sorriso consapevole, come la Gioconda. Sembrava morto felice. Come se Gesù lo avesse salvato. Il proiettile è arrivato, lui ha sbattuto le palpebre ed era in paradiso".  La vedova ha aggiunto che Donald Trump l’ha chiamata due volte dopo l’assassinio: "Mi ha detto: 'Fateci sapere come possiamo sostenervi'. Io gli ho risposto: 'Mio marito amava conversare con lei e usarla come punto di riferimento per tante cose. Potremmo continuare così?'. E lui ha detto: 'Certo'". La sera prima della tragedia, durante una cena di preghiera per il tour universitario 'The American Comeback Tour', Erika Kirk aveva suggerito al marito di indossare un giubbotto antiproiettile. "Non ancora", aveva replicato l'attivista, convinto che la sua scorta fosse sufficiente. 
spettacoli

Simona Ventura oggi a Verissimo: "Pronta per Grande Fratello". Ecco i primi concorrenti

"E' incredibile". Simona Ventura si appresta a condurre il Grande Fratello, che comincia lunedì 29 settembre 2025 su Canale 5. La conduttrice si prepara all'avventura facendo visita a Verissimo oggi, 21 settembre. "Sono molto emozionata, torno a condurre un reality dopo 14 anni. Mentre facevo l'opinionista nell'Isola dei Famosi mi hanno proposto un provino per un reality. Pensavo si trattasse della Fattoria, poi mi hanno detto che si trattava del Grande Fratello: sono esplosa...", dice a Silvia Toffanin. I concorrenti verranno svelati nei prossimi giorni. I primi due 'quasi concorrenti' hanno un volto. "Potrebbero entrare o no, si diventa concorrenti quando si varca la porta rossa", dice Ventura prima delle clip che presentano un uomo e una donna. Si parte con Matteo, 47 anni, ex pugile e ora maestro di pugilato che per un grave incidente ha dovuto interrompere la carriera agonistica. "Ora l'obiettivo è togliere i ragazzi dalla strada. Ci sono minori con reati gravissimi: su 100, si riesce ad aiutarne 10, che però danno la soddisfazione più grande che si possa avere", dice lui. Quindi, tocca a Anita, 26 anni. Anita, 26 anni. "Nella vita faccio i piercing, il mio lavoro è tutto", dice la ragazza originaria di Brindisi. "Ho conosciuto davvero cosa significhi fare la mano. Mia madre e mia nonna mi davano 10 euro per la spesa, andavo al supermercato con la calcolatrice", dice la ragazza. Nella Casa si sfideranno "persone normali dai 19 anni fino ai 50, sono persone che avrebbero potuto rassegnarsi e lasciarsi andare. Invece si sono rifatte una vita e questo ci piace moltissimo", dice Ventura. "In studio con me ci saranno 3 ex Grande Fratello: la prima è Cristina Plevani, che ha vinto il primo GF e ha appena vinto l'Isola dei Famosi. Poi ci sarà Ascanio Pacelli, che ha conosciuto al GF sua moglie, Katia. E poi ci sarà Floriana Secondi, che ha vinto la sua edizione contro tutto e contro tutti". 
internazionale/esteri

Russia, Trump assicura sostegno a Polonia e Stati Baltici in caso di escalation

Il presidente americano Donald Trump ha detto di essere pronto a difendere Polonia e Stati Baltici nell'eventualità di un'intensificazione delle ostilità da parte della Russia, che ha recentemente invaso lo spazio aereo di Varsavia e Tallinn. "Sì, lo farei. Lo farei", ha risposto alle domande dei giornalisti sulla questione.  Il leader russo Vladimir Putin, così come il presidente americano Trump, "resta interessato e aperto per una conclusione pacifica dell'intera questione ucraina". A garantirlo, nel giorno in cui il tycoon è tornato sulla "delusione" provata nei confronti dello 'zar', è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.  "Contiamo sugli Usa e sul presidente Trump affinché lavorino per aiutare in questa questione. Vedremo cosa ne verrà fuori", le parole del portavoce al giornalista Pavel Zarubin riportate dall'agenzia russa Tass. "Purtroppo - ha accusato Peskov -, da una parte abbiamo il regime di Kiev e dall'altra i Paesi europei che stanno facendo di tutto per alimentare l'escalation. Stanno facendo tutto il possibile per prolungare il conflitto - ha puntato il dito - e per incoraggiare Zelensky in tal senso". "Sono deluso da Putin", ha intanto ripetuto Trump durante un discorso nelle scorse ore a Mount Vernon. Nell'intervento trasmesso da Fox News, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che riteneva fosse facile porre fine al conflitto in Ucraina innescato dall'invasione russa avviata il 24 febbraio del 2022 perché "ho un buon rapporto con Putin". Ma "sono deluso da lui - ha ribadito -. Pensavo sarebbe stata la cosa più facile, ma in un modo o nell'altro ce la faremo". Poi il monito all'Europa sul petrolio russo. "Gli europei stanno comprando petrolio dalla Russia, cosa che non dovrebbe accadere, giusto?", ha infatti domandato rivolgendosi esplicitamente a Matt Whitaker, ambasciatore Usa alla Nato. "Devono smettere di comprare il petrolio dalla Russia, Matt", ha affermato il tycoon. Da giorni il presidente americano denuncia pubblicamente la delusione nei confronti dell'amico 'zar', con il quale ha sempre confermato di avere un rapporto privilegiato. Ma mentre il Cremlino tenta anche oggi di lanciare messaggi concilianti all'indirizzo del tycoon, nei fatti Putin sta tuttavia lanciando nuovi, massicci raid quotidiani sull'Ucraina. Senza contare le recenti incursioni in territorio polacco ed estone.  Solo due giorni fa il leader del Cremlino rivendicava la presenza in Ucraina di "più di 700mila soldati russi che combattono al fronte". "Questa spesa per l'industria della difesa non va in fumo", aveva affermato quindi il presidente russo, sottolineando che "l'intero settore della difesa e le forze armate sono evolute in modo significativo". "Naturalmente questo richiede risorse, che sono una parte necessaria del progresso e che sono aumentate". "Stiamo facendo scelte attente che ci consentono di avanzare", ha aggiunto garantendo che gli obiettivi sociali rimangono "una priorità" anche con l'aumento delle spese della difesa. Nei primi mesi dell'anno, intanto, il bilancio russo ha registrato un deficit record.  
internazionale/esteri

Cyberattacco aeroporti europei: ancora caos e ritardi a Heathrow, Bruxelles e Berlino

Altra giornata di caos negli aeroporti europei, dopo il presunto attacco informatico ai sistemi di check-in. Londra Heathrow, Bruxelles e Berlino hanno registrato oggi nuovi ritardi e cancellazioni a seguito del blocco del software di registrazione passeggeri di Collins Aerospace, colpito da un "incidente di natura informatica". Dalla serata di venerdì le compagnie aeree sono state costrette a tornare al check-in manuale, con oltre 70 voli cancellati tra sabato e domenica e centinaia di partenze in ritardo. Gli scali hanno invitato i passeggeri a verificare lo stato dei voli prima di partire e a non presentarsi troppo in anticipo. "Brussels Airport ha chiesto alle compagnie aeree di cancellare la metà dei voli in partenza previsti per lunedì 22 settembre, poiché Collins Aerospace non è ancora in grado di garantire una nuova versione sicura del sistema di check-in - viene precisato in un comunicato - Raccomandiamo ai passeggeri di verificare lo stato del loro volo prima di recarsi in aeroporto e di presentarsi solo se il volo è confermato". A Berlino attese prolungate ai banchi, mentre Heathrow ha rafforzato il personale per gestire l’emergenza. 
economia

Nautica, Design innovation award, premio eccellenza a Salone Internazionale

Nella suggestiva cornice di Palazzo Ducale, centro culturale di Genova, sono stati conferiti i riconoscimenti della sesta edizione del Design innovation award. Creato nel 2020, è un premio all’eccellenza, alla ricerca e all’innovazione nel settore nautico mondiale ed espressione del Made in Italy che rende celebre il comparto globalmente.  Alla serata ha partecipato anche Silvia Salis, sindaca di Genova, che ha voluto sottolineare l’importanza di avere un evento come il Salone nella propria città. Dieci le categorie premiate, oltre a tre riconoscimenti speciali e due menzioni d’onore.  I vincitori sono stati individuati da una giuria indipendente, presieduta quest’anno da Walter De Silva, composta da esperti internazionali nei campi della nautica, del design e della cultura. Tra i vincitori Natanti a vela, a motore o pneumatici (fino a 10 m LH) A32 Luxury Tender - Cranchi Yachts per ‘la Soluzione convincente e risolta nei dettagli per un luxury tender attuale che si inserisce nella tradizione costruttiva del cantiere’. Tra le imbarcazioni a vela oltre 14 metri a conquistare il premio è Oceanis 52 di Beneteau, nelle imbarcazioni a motore fino a 14 metri a New Pardo 43 del Cantiere del Pardo. Premi speciali per l’innovazione a Say Carbon Yachts, alla carriera per I Cantieri Navali Codecasa e al talento per La Startup Electrifly.   
economia

Coca-Cola, Pierini: "50 anni stabilimento Nogara, sito in crescita"

“Oggi festeggiamo i primi 50 anni del più grande stabilimento di Coca-Cola in Europa. Un sito che è cresciuto negli ultimi 15 anni con 220 milioni di euro di investimento e crescerà nei prossimi 3-4 anni con altri 50 milioni di euro perché qui c’è un clima favorevole al lavoro e all'accoglienza delle imprese”. Così Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs e Sustainability director di Coca-Cola nel giorno delle celebrazioni per i 50 anni dello stabilimento di Coca-Cola a Nogara, in provincia di Verona.  “Gli investimenti di sostenibilità - sottolinea - sono centrali per noi e sono fatti nella direzione di una riduzione dei consumi e massimizzazione dell'efficacia. Abbiamo nuove linee di produzione, software e tecnologie che ci consentono veramente di rendere questo stabilimento un fiore all'occhiello”. Infine una panoramica sul futuro: “Dobbiamo vedere - conclude - come il mercato reagirà, visto che non è un momento facile: noi abbiamo prodotti importanti e cerchiamo di portare sempre nuove proposte ai consumatori”. 
spettacoli

È morto Roberto Russo, il regista e marito di Monica Vitti aveva 77 anni

Roberto Russo, regista, sceneggiatore e fotografo, noto al grande pubblico anche per il suo lungo e riservato legame con Monica Vitti, è morto oggi in una residenza assistenziale sanitaria di Roma all'età di 77 anni. I funerali si terranno martedì 23 settembre, alle ore 10.30, nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo, proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto 78 anni. Russo aveva conosciuto Monica Vitti giovanissimo, sul set di "Teresa la ladra" di Carlo Di Palma: lui aveva 25 anni, lei 41. Quella fu l'inizio di una storia d'amore durata cinquant'anni, vissuta sempre lontano dai riflettori. Si sposarono il 28 settembre del 2000, in Campidoglio, dopo 17 anni di fidanzamento. Negli ultimi anni, segnati dalla malattia degenerativa che colpì Vitti, Russo si chiuse in un riserbo totale, diventando custode silenzioso della loro intimità. Nessuna immagine dell'attrice malata è mai trapelata, nessuna dichiarazione, nessuna esposizione pubblica. Dopo la scomparsa dell'attrice, avvenuta il 2 febbraio 2022, Russo si era progressivamente ritirato dalla vita pubblica. Malato dal 2023, aveva trascorso gli ultimi mesi ricoverato in una struttura sanitaria romana. Fino a ieri, quando si è spento nel silenzio e nella discrezione che hanno sempre caratterizzato la sua vita. Romano, artista schivo e silenzioso, Roberto Russo aveva esordito nel mondo dell'arte come fotografo, per poi passare dietro la macchina da presa. Il suo debutto alla regia, nel 1983, fu segnato da un successo importante: "Flirt", interpretato da Monica Vitti, Jean-Luc Bideau e Alessandro Haber. Una storia intima e visionaria, in cui la protagonista si trova a fronteggiare l'amante immaginaria del marito. Il film valse a Vitti l'Orso d'argento come miglior attrice alla Berlinale, mentre Russo ottenne il David di Donatello come miglior regista esordiente. Al cinema tornò nel 1986 con "Francesca è mia", sempre con Vitti protagonista e con la collaborazione alla sceneggiatura di Vincenzo Cerami. Per entrambi i film scelse di affidare le musiche a due grandi nomi della canzone italiana: Francesco De Gregori, che per "Flirt compose" il mini-lp "La donna cannone", e Tullio De Piscopo per "Francesca è mia". 
economia

Nautica, al Salone internazionale fari puntati su start up

Riflettori puntati sulle start up più promettenti della nautica da diporto alla 65° edizione del Salone nautico internazionale che conferma così la sua vocazione di motore per l’innovazione. All’evento 'Start-Up e Pmi innovative nella nautica', promosso da Confindustria nautica in collaborazione con Agenzia Ice, hanno presentato i loro progetti 12 realtà imprenditoriali, dieci selezionate da Confindustria nautica e Ice Belisama yachts con Cybercat, Antares electrolysis, Ohoskin, Blue gold, Kosmos foil-bike, Elecrtifly, Nicolazzaro , Next 3d printed footwear, Gene.sys, Lakenergy, più due start up innovative, portatrici di soluzioni ad alto impatto tecnologico. Dalle idee al futuro della nautica, le tematiche affrontate spaziano dalla progettazione di imbarcazioni modulari per la pulizia delle acque galleggianti, alla produzione di idrogeno verde, fino ai rivestimenti sostenibili 100% Made in Italy, che sostituiscono la pelle animale con sottoprodotti agricoli locali. Al centro anche la digitalizzazione del ciclo di vita di una barca, con la creazione di un vero e proprio 'passaporto digitale'. "La componentistica nautica, insieme alle imbarcazioni, rappresenta un fiore all’occhiello del Made in Italy. Con queste iniziative sosteniamo le imprese perché possano diventare l’eccellenza del domani. L’innovazione rappresenta la chiave per affrontare le sfide future, ottimizzare i cicli produttivi e imprimere un ulteriore slancio alla crescita del settore", ha sottolineato Alessandro Gianneschi, vicepresidente di Confindustria Nautica.  Inoltre un equipaggio davvero speciale è approdato al Salone Nautico portando con sé una testimonianza di mare, speranza e solidarietà. Dalla partenza a Catania hanno intrapreso il viaggio pazienti oncologici, caregiver, medici e operatori sanitari, insieme ai figli di pazienti e professionisti della salute, dando vita all’iniziativa 'L’oncologia incontra il mare', organizzata dal reparto di oncologia dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, in collaborazione con Acto Sicilia e la Lega Navale Italiana.  La 'vela' è stata protagonista nel pomeriggio degli eventi della Federazione Italiana Vela all’Eberhard & Co. Theatre: la presentazione del progetto 'Velando' e della IX edizione della Regata dell’Accademia navale che si terrà dal 25 aprile al 3 maggio 2026. La terza giornata di manifestazione si è chiusa con la presentazione del libro “Un sogno chiamato Wally” l’autobiografia, realizzata con Lia Capizzi, di Luca Bassani, imprenditore e progettista che ha rivoluzionato la nautica moderna, fondando il marchio Wally, oggi riconosciuto a livello mondiale per le sue soluzioni di design all’avanguardia. 
internazionale/esteri

Meloni sul palco di Fenix: "Minacce si moltiplicano, ma non abbiamo paura"

"È molto importante questo entusiasmo, grazie per questo affetto e questa manifestazione bellissima. Grazie a Fabio (Roscani, ndr) e a tutti i dirigenti Siete uno spettacolo. Dimostrate di essere un movimento con un’identità, autonomia, credo che sia il modo più sano e utile di interpretare il ruolo di movimento giovanile". Lo dice la premier Giorgia Meloni intervenendo dal palco di Fenix, la festa di Gioventù nazionale, dopo esser stata accolta dal coro 'C'è solo un presidente'. "Mi ha fatto sorridere che vi definissero i Giovani di Meloni - aggiunge -. Io penso che lo facciano per sminuire il vostro ruolo, che siete semplice manovalanza, perché gli fa più comodo dipingervi come dei burattini, per non dover raccontare la realtà. Se siete qui è perché non siete dei burattini, se siete qui è perché ragionate con la vostra testa, non vi limitate a ripetere quello che dicono gli altri, e non credete a quello che la gran parte dei media e una minoranza organizzata sui social tenta di propinarvi ogni giorno". "Qualche giorno fa nessuno dei moralizzatori che hanno riempito le pagine di commenti su di voi ha ritenuto di dover dire mezza parola sull’ignobile post pubblicato da sedicenti antifascisti che esibiva l’immagine di Charlie Kirk a testa in giù, con la scritta meno uno. Non ci facciamo fare la morale da questa gente, e siamo fieri e orgogliosi di non essere come loro", continua la premier. Perché, chiede, "Charlie Kirk "faceva così paura? La risposta ce l’hanno data quelli che hanno festeggiato la sua morte. Ho visto gente che ha fatto stampare delle magliette con la foto di Kirk, il sangue che sgorga dal collo e la scritta 'vinci questo dibattito'". "Charlie Kirk faceva paura perché era bravo, ha dimostrato quanto fossero irragionevoli alcune tesi che vogliono imporci a forza. Era pericoloso perché smontava la narrazione del mainstream con la logica, perché dava voce a quella maggioranza di persone che la pensa come lui e che ha dovuto finire per sentirsi sbagliata - aggiunge Meloni -. Andava fermato perché era libero, coraggioso e capace, le persone così fanno paura a chi pensa di poter imporre con la forza le proprie convinzioni".  E ancora: "Non avremo paura dei tentativi di censura, degli insulti, delle minacceche man mano che dimostriamo che sappiamo governare questa Nazione si moltiplicano. Non abbiamo avuto paura ai tempi in cui potevi essere ammazzato a colpi di chiave inglese per aver scritto un tema sulle Brigate rosse e non abbiamo paura oggi e non avremo paura domani, perché tutto questo ci ha sempre resi più consapevoli e coraggiosi".  "Non siamo come loro, non lo diventeremo mai, e non cadremo - ribadisce Meloni - nella loro trappola perché sarà sempre l’amore e non sarà mai l’odio a muovere quello che facciamo". "Io ho sempre avuto grande rispetto per chi non la pensa come noi, a me ha sempre spaventato il nichilismo, combatto molto di più in chi non crede in niente. Noi siamo stati cresciuti così, sono gli altri che non sono stati cresciuti, con l’idea che chi era diverso da te andava abbattuto. Era così anche Charlie Kirk, per questo la sua morte ha creato indignazione in tutto il mondo e ha fatto riflettere", aggiunge Meloni. La premier ricorda poi come "abbiamo avuto il coraggio di dire, fin dal primo giorno alla guida di questa nazione, fin dal primo provvedimento varato in Consiglio dei ministri, che la mafia fa schifo e la combatteremo con tutte le forze che abbiamo. Che non cederemo mai sul carcere duro quando altri invece avevano provato a smantellarlo, che riporteremo lo Stato in quei territori dove lo Stato aveva fatto un passo indietro come abbiamo fatto a Caivano e stiamo facendo in altre realtà, che difenderemo e potenzieremo la legislazione antimafia, perché ci guida l’esempio di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino e tutti quei servitori dello Stato che hanno fatto tutto per costruire l’Italia libera dalla mafia".  "Abbiamo avuto il coraggio di dire che la precondizione per ogni libertà è la sicurezza dei cittadini. La sinistra ha gridato alla deriva autoritaria” per il dl Sicurezza. “L’autoritarismo è una compressione delle libertà e allora torno a fare questa domanda: ‘quali sono queste libertà che noi avremo compresso con il decreto Sicurezza?’", continua la premier nel suo intervento. "E’ un decreto - spiega - con il quale ci occupiamo di combattere le truffe agli anziani, occupare le case abusive, di impedire che i bambini vengano mandati a fare l’elemosina, di rendere le pene più severe per chi insulta e aggredisce le forze dell’ordine. Queste non saranno mai le nostra libertà. Lasciamo alla sinistra il privilegio di difenderle", aggiunge Meloni. Incalza la premier: "Difenderemo le libertà che sono state compresse, la libertà di farsi scegliere da chi farsi governare, di fare impresa, di avere un lavoro anziché dover dipendere dallo Stato magari per essere costretti a votare un partito che non ti piace. La libertà di scegliere che educazione dare ai propri, la libertà per una donna di scegliere se essere madre o avere una carriera, la libertà di andare in giro per il mondo e dire ‘Non fare furbo con me io sono italiano’".  Quindi l'attacco: "La sinistra si occupa di dare uno stabile pubblico agli sfollati del Leoncavallo, noi invece abbiamo messo 270 milioni di euro su un fondo di garanzia statale per l’acquisto della prima casa e lavoriamo a un piano per la casa per le giovani coppie per avere case a prezzi calmierati". Continua Meloni: "C’è un’altra libertà che vogliamo restituire agli italiani, che è la libertà di sapere che il tuo valore va riconosciuto, che se ti impegni puoi cambiare il corso della tua vita. In una parola la libertà del merito, che è l’unico vero ascensore sociale, chiaramente se viene accompagnato dall'uguaglianza nel punto di partenza".  "Una parola - aggiunge - che la sinistra post sessantottina considera quasi un insulto e ha tentato di farla sparire dal vocabolario, perché aveva bisogno di mettere tutti allo stesso per favorire chi aveva la tessera di partito. Noi l'abbiamo rimessa al centro dell'azione di governo, nella scuola, nell'università e nel lavoro. Il merito è il motore più potente dello sviluppo di una nazione". Meloni considera, dice ai giovani Fdi, "una piccola ma grande rivoluzione fondata sul merito la riforma delle modalità di accesso a Medicina, un provvedimento che in molti sostenevano fosse impossibile da realizzare. Ma penso che la parola 'impossibile' sia la coperta di Linus che i vigliacchi usano per non fare i conti con la realtà". E poi "la riforma dell’esame di maturità, introduzione di un principio banale che nessuno aveva previsto di codificare, e cioè: se ti rifiuti di sostenere una delle prove di esame, vieni bocciato. Se fai volontariamente scena muta, magari perché pensi di portare avanti chissà quale battaglia politica il compito, devi ripetere l’anno. Perché il compito della scuola è insegnare, ma anche accettare il giudizio, rispettare le regole, e insegnare che a ogni cosa che fai seguono delle conseguenze. Perché non ne possiamo più dei disastri del '68, dello logica del 6 politico, del livellamento verso il basso, della demeritocrazia costruita su una distorta concezione di uguaglianza".  Scuola e università per la premier "devono essere liberate dalla gabbia opprimente e asfissiante in cui la sinistra ha tentato di richiuderle per troppo tempo, ed è per questo abbiamo avuto il coraggio di spezzare quella distruttiva spirale assistenzialista con la quale lo Stato diceva ai suoi giovani 'Non ho bisogno di te, della tua energia, del tuo talento, resta a casa ad aspettare la paghetta di Stato'. Noi pensiamo che il compito dello Stato sia tutt'altro". Poi la battuta sul derby Lazio-Roma, iniziato durante il discorso di Meloni: "Adesso concludo, che c’è una partita importante e non voglio fare la fine di Fantozzi con la corazzata Potemkyn con le radioline...". "In questi tre anni abbiamo iniziato a costruire un mosaico nuovo, ci sono molti altri tasselli da inserire perché i problemi che abbiamo ereditato non sono ovviamente tutti risolti. Siamo troppo seri per dire che va tutto bene, che il nostro lavoro è stato perfetto. Ci vorrà ancora tanta determinazione, tanto sacrificio, tanto impegno, tanta fatica per rompere quei meccanismi bloccati, per superare le troppe rendite di posizione che tengono imbrigliata questa nazione, che impediscono di tracciare la rotta", ha detto ancora. Quindi la promessa: "Io vi prometto che continuerò a mettercela tutta, fino all'ultimo, fino in fondo. Perché quella che abbiamo per le mani è un'occasione storica che non sprecheremo, non ce lo potremmo permettere. Continueremo a tenere alto lo sguardo, a sognare in grande, a non accontentarci e chiaramente chiedo a voi di fare lo stesso, di continuare a custodire l'amore per le grandi imprese e le avventure più rischiose", aggiunge Meloni. Ecco quindi il messaggio ai 'suoi' giovani: "Sappiate distinguere ciò che è vero e profondo da quello che non lo è. Lo schermo di un cellulare non può tenervi al riparo dalla vita, dalle emozioni, da quello che deve essere affrontato guardando gli altri negli occhi. I vostri pensieri non staranno mai in 140 caratteri, quelli veri non ci possono stare. L'anonimato di un account fake non vi rende più liberi, vi rende più vigliacchi. L'orologio che avete al polso, l'auto che guidate, il trucco che mettete in faccia, la marca dei jeans non stabiliscono il vostro valore se non siete in vendita".  "Tutto quello che brilla - spiega - è una distrazione o una trappola. Salvo il sole, perché il sole illumina e vi consente di vedere le cose per come sono, ma anche perché per vederlo dovete rivolgere lo sguardo verso l'alto. Ed è in alto che dovete guardare e tendere se volete fare qualcosa di grande di voi e della vostra vita: non adagiatevi, non accontentatevi, non commiseratevi".  "Mettetevi sempre alla prova, non siate indulgenti con voi stessi neanche quando lo sono gli altri perché, come scriveva Mark Twain, tra vent'anni non sarete delusi da quello che avete fatto ma da quello che non avrete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele, esplorate sognate scoprite. Buon vento ragazzi, ci vediamo nella tempesta", conclude Meloni.