Dove non vanno tutti: 10 alternative per sfuggire all’overtourism
L'overtourism è un fenomeno globale che sta mettendo a dura prova molte destinazioni turistiche. Questo ovviamente stimola riflessioni quotidiane a chi fa parte di questo settore. Sebbene il tema sia vario e in continua evoluzione, abbiamo pensato di raccogliere una lista dei luoghi più colpiti da questo fenomeno e di proporre alcune valide alternative per fare un viaggio che eviti le folle e dia un po’ di respiro alla nostra amata terra.

1. Ston al posto di Dubrovnik
Le possenti mura che circondano Dubrovnik sono una visione indimenticabile e, infatti, sono l’attrazione turistica numero uno della Croazia. Lungo questa cerchia ininterrotta di mura, si ammirano scorci magnifici dei palazzi, delle chiese e dei vicoli racchiusi al loro interno, per non parlare delle acque azzurre dell’Adriatico.
Ma basta spostarsi 50 chilometri più a nord per scoprire la muraglia di Ston, con le più lunghe mura difensive d’Europa (oltre 5 km). Fu eretta nel XIV secolo per proteggere la Repubblica di Ragusa da attacchi, ma soprattutto per difendere le saline presenti nel bacino marino sottostante, da cui la repubblica traeva ingenti guadagni. Durante il Medioevo in alcuni periodi il sale giunse ad avere un valore superiore a quello dell’oro, per cui la difesa dei villaggi intorno a Ston era di importanza cruciale per la Repubblica. È possibile percorrere la muraglia di Ston in tutta la sua lunghezza, partendo da Mali Ston (Ston Piccola), il sobborgo di Ston, oppure da Ston, che ha conservato in gran parte il suo aspetto originario, con il Forte Kaštio e le strade pavimentate con lastroni di pietra. Ci vuole circa un’ora per andare da un’estremità all’altra della muraglia. Il nostro consiglio è di non andare di fretta, in modo da apprezzare al massimo gli splendidi scorci delle insenature e degli abitati al di sopra dei quali corrono le mura. Il camminamento non ha mai una grande pendenza, ma sconsigliamo di percorrere la muraglia nelle ore centrali della giornata.
2. Treviso, invece di Venezia
La Serenissima è da anni simbolo di overtourism. La città affronta sfide come l’erosione delle strutture storiche, l’inquinamento e la perdita di residenti, con oltre 20 milioni di turisti annuali.
Treviso è invece una città serena e placida come le acque che l’attraversano: il Sile, il Cagnan Grande e gli altri canali di risorgiva che scorrono senza un sussulto tra le sue vie le conferiscono un’atmosfera unica. Se da un lato ricorda un po’ Venezia – i palazzi nobiliari lambiti dalle acque, i ponti e gli antichi vicoli hanno tutto il sapore della città lagunare –, dall’altro esprime una personalità forte e vitale, quieta e pittoresca. Se volete davvero scoprire l’essenza di questa città, evocata in poche parole dal poeta fiorentino Fazio degli Uberti – “Noi trovammo Trevigi, che di chiare fontane tutta ride, e del piacer d’amor che quivi è fino” –, addentratevi nelle viuzze del centro, andate in Pescheria, camminate sulle mura e lungo i canali; ma tenete un po’ di energie per la sera: dall’ora dell’aperitivo in avanti, le osterie si animano, e i cicheti e le ombre de vin vi apriranno le porte di una movida allegra e coinvolgente. E poi ci sono Conegliano, Valdobbiadene, Asolo, il Monte Grappa, il Montello e tante altre meraviglie che vi sorprenderanno.

3. Choquequirao invece di Machu Picchu, Perù
La cittadella Inca di Machu Picchu attira migliaia di visitatori ogni giorno, mettendo a rischio la conservazione del sito e causando erosione dei sentieri e danni agli edifici antichi.
Choquequirao è una sorta di Machu Picchu in miniatura in una zona sperduta, che si raggiunge a piedi in quattro o cinque giorni di duro cammino. Questo remoto sito inca a 3050 m di altitudine, il cui nome significa ‘culla dell’oro’, si trova nella catena montuosa di Vilcabamba sopra la gola di Apurimac ed è molto simile a Machu Picchu. Si estende su una superficie enorme (6 kmq), ma fino a oggi gli scavi hanno interessato soltanto il 30% del sito. Le rovine comprendono un intero edificio, un’area cerimoniale su una spianata e un gran numero di acquedotti e terrazzamenti. Il sito era abitato nel XV e XVI secolo, più o meno durante i regni di Pachacutec e di suo figlio Tupac Yupanqui. Il campeggio è gratuito.

4. Amorgos invece di Santorini (Grecia)
Nell’estate 2024 Santorini ha raggiunto un punto di saturazione critica a causa del sovraffollamento turistico. L’isola ha visto picchi giornalieri di oltre 11.000 crocieristi, per un totale di più di 3 milioni di visitatori, mettendo a dura prova la sua infrastruttura e la qualità della vita dei 20.000 residenti permanenti. Le strade di Oia e Fira si sono trasformate in fiumi di persone, con turisti accalcati per immortalare il celebre tramonto, mentre i residenti lamentano l’erosione della loro quotidianità e l’aumento dei costi abitativi. Le autorità locali hanno proposto di limitare a 8.000 il numero di visitatori giornalieri e il governo greco ha introdotto una tassa di 20 euro per ogni turista che sbarca da una crociera, con l’obiettivo di finanziare miglioramenti infrastrutturali e sostenere pratiche turistiche più sostenibili.
Ma con oltre 2000 isole, la Grecia è piena di alternative, basta informarsi un pochino. Una possibilità potrebbe essere Amorgos, che con la sua sagoma ricorda quella di un cavalluccio marino rivolto a Oriente, quasi stesse nuotando verso il Dodecaneso. La strada che percorre sinuosa il suo lungo crinale montuoso collegando i villaggi principali è uno degli itinerari automobilistici più belli delle Cicladi. Amorgós rimane relativamente esterna alle rotte più battute dai turisti e anche il traghetto veloce da Atene impiega ben sette ore per raggiungerla! Le acque scintillanti dell’Egeo richiamano gli appassionati di immersioni in apnea e i fan di Luc Besson, che qui girò alcune scene del film Le Grand Bleu (1988), mentre gli amanti delle escursioni possono trascorrere giorni interi a esplorare i numerosi sentieri che si snodano a zigzag sui fianchi delle colline, tra rovine di antichi insediamenti, mulini a vento diroccati e terrazzamenti in pietra abbandonati.
Se siete curiosi e volete provare una nuova isola greca, continuate qui la vostra ricerca:
Come scegliere l’isola greca delle Ionie più adatta a voi
Come scegliere l’isola delle Cicladi più adatta a voi
Quale delle isole dell’Egeo settentrionale è piu adatta a voi
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5. Girona invece di Barcellona
Gli abitanti di Barcellona stanno mandando segnali forti e chiari in merito alla necessità di regolare il turismo: dalle proteste con tanto di pistole ad acqua alle prime regolamentazioni di Airbnb, la capitale catalana ha bisogno di un break dal turismo di massa.
Per aiutarla e nel frattempo scoprire nuovi angoli di Catalogna, puntate su Girona. Quando si attraversa il ponte pedonale che dà accesso alla parte antica della cittò, si è subito catapultati in un viaggio a ritroso nel tempo, fra strade tortuose e scalinate che non appartengono alla modernità. La città ha antiche origini romane, all’epoca si chiamava Gerunda, ma fu solo durante il prospero Medioevo catalano che raggiunse l’apice dello splendore. In città gli strati di storia sono fitti e tangibili e nel quartiere antico vi imbatterete sempre in qualche nuova scoperta. E nei dintorni non mnacano le spiagge, come Platja de Pals, Platja del Canadell e Cala del Senyor.
6. El Hierro invece di Tenerife
Nel 2024, le Isole Canarie hanno visto crescere il dibattito sull’overtourism, spinto dal forte aumento dei visitatori e dalle preoccupazioni espresse da una parte della popolazione locale. Sebbene il turismo rappresenti una risorsa fondamentale per l’arcipelago, l’afflusso costante ha sollevato questioni legate alla sostenibilità ambientale, alla gestione delle risorse e al costo della vita per i residenti.
Le proteste pacifiche e le richieste di misure come una maggiore regolamentazione e un turismo più responsabile mostrano l’interesse crescente nel trovare un equilibrio tra accoglienza e tutela del territorio. Per tutelare questa splendida meta, una buona idea è non limitarsi alle destinazioni più conosciute come Tenerife, ed esplorare anche altre isole.
El Hierro è l’isola più remota dell’arcipelago e ha una natura quasi incontaminata che offre vere e proprie avventure e panorami interminabili. Con una popolazione intorno agli 11.000 abitanti, non ha mega-resort né condomini torreggianti, ma solo tre stazioni di rifornimento e un solitario gruppo di semafori. Nei suoi 269 kmq racchiude però moltissima natura quasi incontaminata, dai brulli coni vulcanici ai fertili pascoli, da scogliere scoscese a ripide gole e da contorti ginepri a una verdeggiante foresta di alloro. I bimbache, primi abitanti di El Hierro, arrivarono dal Nord Africa e crearono una pacifica società cavernicola. Più tardi opposero una debole resistenza all’invasione guidata da Jean de Béthencourt all’inizio del XV secolo e all’integrazione dei coloni spagnoli. El Hierro divenne indipendente soltanto nel 1912, ma per tutto il XX secolo molti herreños dovettero emigrare, soprattutto verso il Venezuela negli anni ’50, anche se molti in seguito hanno fatto ritorno.
Oggi l’isola è Riserva delle Biosfera e Geoparco dell’UNESCO, e in buona parte – comprese le sue acque – è severamente tutelata. La sua ambizione è imbrigliare gli elementi, diventare autosufficiente dal punto di vista energetico e servire da esempio per altre piccole isole. El Hierro un tempo era considerata ai confini delle terre conosciute, e ancora oggi, quando in piedi su una scoscesa sporgenza vulcanica si osserva la schiuma delle onde dell’Atlantico infrangersi lungo le sue coste, si prova la sensazione di trovarsi alla fine del mondo
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7. Kanazawa al posto di Kyoto
Kyoto, una delle città più incredibili del Giappone, ma anche una delle più visitate. L’afflusso eccessivo di turisti, soprattutto nei periodi di alta stagione come la fioritura dei ciliegi e il foliage autunnale, e quartieri tradizionali come Gion, noti per la presenza delle geishe, sono diventati luoghi invivibili a causa della folla e del comportamento invadente di alcuni visitatori.
Perché non provare a scoprire la ricca cultura giapponese anche in altri luoghi, come nella bellissima Kanazawa.
Dotata di attrazioni culturalmente ricche e di una posizione invidiabile tra il Mar del Giappone e le Alpi settentrionali, Kanazawa un tempo era la base del potere del clan feudale dei Maeda, e attrae i viaggiatori più esigenti per i suoi numerosi tesori culturali. Negli ultimi anni – in particolare dall’arrivo, nel 2015, dello shinkansen, che vi porterà qui in due ore e mezza da Tōkyō o Kyōto – la sua notorietà è aumentata: è un luogo incantevole, dove la cultura tradizionale si lega alla vita del XXI secolo, e offre case da tè di epoca Edo ben conservate, un castello restaurato magistralmente, una grande tradizione di samurai, musei d’arte moderna e alcuni dei giardini più belli del Giappone. Con ristoranti da non perdere lungo il percorso e ottime escursioni di un giorno nella regione, Kanazawa è sicuramente da aggiungere alla vostra lista.

9. Tolosa invece di Parigi
Il fascino di Parigi sembra inscalfibile, ma se c’è una cosa che riesce a oscurarlo è il turismo di massa. Scegliete di vedere la Ville Lumiere in periodi dell’anno in cui potreste trovare un angolino per godervela in parziale tranquillità, e per il resto dell’anno spingetevi oltre, alla scoperta delle molteplici città della Francia.
A Tolosa, meta Best in Travel 2025, troverete gallerie d’arte stimolanti in edifici industriali riconvertiti, una vivace vita nei caffè, una cucina di prim’ordine e una sana flânerie lungo le rive di fiumi e canali baciati dal sole: una meta perfetta per un weekend. Tolosa è in piena espansione (si prevede che la sua popolazione crescerà di 90.000 unità nel prossimo decennio), quindi ora è il momento giusto per godersi la sua accattivante art de vivre.
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10. Coimbra invece di Porto
La bellezza di un tramonto lungo il fiume a Porto è inversamente proporzionale al numero di telefonini che puntano alla palla di fuoco che si inabissa nel Douro.
Coimbra, invece, anche grazie alla presenza della sua università, mantiene un’atmosfera vibrante ma sincera, con gli studenti che celebrano i loro traguardi, il passato rigido della controriforma che si lascia ammaliare dalla dolcezza del paesaggio, permeato da una nuova ondata culturale che porta in città la Biennale di arte contemporanea Ano Zero e numerose mostre internazionali.