Nel blu della medina di Chefchaouen

Incastonata tra i Monti del Rif, Chefchaouen è una delle città più belle del Marocco. Non è più una destinazione poco frequentata per artisti e hippy in cerca di hashish: oggi gitanti, turisti marocchini e utenti di Instagram si spartiscono i vicoli della medina. Ma con le sue caratteristiche case dipinte di blu e l’atmosfera tranquilla, la Città Blu merita decisamente una visita

Le tipiche case azzurre del villaggio di Chefchaouen ©Marianna Ianovska/Shutterstock
Le tipiche case azzurre del villaggio di Chefchaouen ©Marianna Ianovska/Shutterstock
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A piedi nella Medina

Un piacevole passeggiata vi porterà lungo una delle vie principali della medina. Non temete di salire o scendere qualche scalinata blu: non vi perderete. Iniziate da una delle porte della medina, Bab el-Ain, e riempite la borraccia con l’acqua della fontana come fa la gente del posto (Chefchaouen ha un’eccellente acqua di sorgente di montagna, assolutamente potabile).

Tenete la sinistra e seguite il vostro olfatto fino all’Horno Bab el-Ain, il forno dove gli abitanti portano a cuocere il pane. Proseguite lungo Ave Hassan I oltre il Bab Souq. Potreste imbattervi in un assembramento al Callejon el-Asri, che spopola su Instagram. Lungo Hassan I si susseguono minuscoli negozi, dove cercheranno di convincervi a comprare qualcosa, tra cui il Blue, un mini concept store con incantevoli ceramiche e gioielli.

Prendete un succo fresco e una crêpe alla Toda Creperie, poi sedetevi su una panchina in Piazza dell’Olivo a osservare l’albero più vecchio della medina. Più avanti c’è la Moschea di el-Ansar (XVI secolo) con il suo insolito minareto marrone dipinto di blu alla base. Se non vi siete fatti sviare da un tortuoso vicolo blu, arriverete a Bab el-Ansar, la porta orientale della medina. Dopo la porta attraversate il ponte per iniziare la salita di 20 minuti che porta alla bianca Moschea Spagnola (la vista è spettacolare, ma preparatevi a trovare un mare di gente che fotografa il tramonto).

Tornate nell’animata piazza principale, Plaza Uta elHammam, dominata dalla Grande Moschea e dalla kasbah del XV secolo con i giardini e il museo (le mura color terracotta sono molto fotogeniche al tramonto).

Vita quotidiana nella medina di Chefchaouen ©Spumador/Shutterstock
Vita quotidiana nella medina di Chefchaouen ©Spumador/Shutterstock

Che cosa vedere

Chefchaouen è suddivisa in una metà orientale (la medina) e una metà occidentale (la ciudad nueva, o città nuova). Il cuore della medina è Plaza Uta el-Hammam, con la sua inconfondibile kasbah. Le mura della medina sono state restaurate di recente con finanziamenti spagnoli. L’arteria principale della città nuova è Ave Hassan II, che da Plaza Mohammed V, una verde piazza progettata dall’artista Joan Miró, supera la porta occidentale, Bab el-Ain, costeggia il muro meridionale della medina e poi entra nella medina stessa, dove termina immettendosi in Place el-Majzen.

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L’attuale colore azzurro pallido di Chefchaouen fu introdotto negli anni ’30 ©Zzvet/Getty Images
L’attuale colore azzurro pallido di Chefchaouen fu introdotto negli anni ’30 ©Zzvet/Getty Images

La Kasbah 

Questa fortezza cinta da mura e sottoposta a consistenti interventi di restauro, oggi ospita un grazioso giardino, un piccolo Museo Etnografico e un’ancor più piccola galleria d’arte. Nel museo etnografico si possono ammirare alcune affascinanti vedute dell’antica Chefchaouen, tra cui la piazza e la kasbah; mentre la galleria d’arte promuove le opere di artisti locali. Il panorama dalla torre della kasbah sopra la medina è magnifico. 

Plaza Uta el-Hammam 

Il cuore della medina è costituito dall’ombreggiata Plaza Uta el-Hammam, lastricata di ciottoli, sulla quale si affacciano caffè e ristoranti che propongono tutti menu piuttosto simili. Si tratta di un luogo tranquillo, ideale per una pausa di relax osservando il viavai della gente, soprattutto dopo una lunga giornata trascorsa tra visite ed escursioni. 

Grande Mosquée 

Degna di nota per un’insolita torre a pianta ottagonale, la Grande Mosquée fu costruita nel XV secolo per volere del figlio del fondatore della città, Ali ben Rachid, ed è accessibile esclusivamente ai musulmani. 

Pane appena sfornato © Santiago Urquijo/Getty Images
Pane appena sfornato © Santiago Urquijo/Getty Images
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Delizie dal mercato

Il mercato nei pressi di Ave Hassan II è un posto eccellente dove acquistare generi alimentari freschi come pesce, carne, frutta e verdura, ed è particolarmente affollato il lunedì e il giovedì, quando arrivano numerosi venditori da fuori Chefchaouen per vendere i prodotti freschi. 

Tra le tante specialità locali che vale la pena di assaggiare consigliamo il profumato miele di montagna e il formaggio cremoso di latte di pecora, entrambi serviti per la prima colazione. Aggiungendo il dial makla (un tipo di pane) appena sfornato avrete tutti gli ingredienti per un delizioso picnic. 

Le cascate di Akchour, nelle montagne del Rif ©Julian Schaldach/Shutterstock
Le cascate di Akchour, nelle montagne del Rif ©Julian Schaldach/Shutterstock

Passeggiando lungo il fiume

Appena oltre la porta nord-orientale della medina di Chefchaouen, il Ras el-Maa sgorga dal fianco del monte formando alcune cascate, dove le donne del posto vengono a fare il bucato. Tra lo scrosciare dell’acqua e le verdi colline proprio a ridosso delle mura della medina, è un angolo cittadino dove ci si ritrova sorprendentemente a stretto contatto con la natura. 

Una volta superato il ponte svoltate a destra e seguite il sentiero che corre lungo la riva orientale dell’Oued Ras-el Maa. Questo percorso è stato progettato con grande attenzione al paesaggio e si snoda costeggiando la riva. Si può ammirare una vista spettacolare della medina e l’itinerario è nel complesso una piacevole passeggiata in discesa di circa 30 minuti. Il sentiero incrocia poi Ave Allal ben Abdallah, dove potrete fermare un taxi con un cenno e farvi riportare alla medina. 

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Trekking

Il Parco Nazionale di Talassemtane inizia appena fuori Chefchaouen ed è un’ottima zona dove fare trekking. Se il vostro trekking prevede il pernottamento in campeggio, è indispensabile che vi registriate all’ingresso del parco, presso l’ecomuseo che inoltre è una ricca fonte di informazioni. 

La Riserva Naturale Regionale di Bouhachem si estende tra Tetouan, Chefchaouen e Larache, e comprende numerosi percorsi per trekking di varia lunghezza che consentono di visitare i villaggi locali e di esplorare montagne, foreste e cascate; nonché numerosi gîtes (ostelli per escursionisti) presso cui pernottare entro i confini della riserva. Il parco è di una bellezza straordinaria e copre una zona molto vasta di 80.000 kmq. Dichiarato Sito di Interesse Biologico ed Ecologico, insieme con il vicino Parco Nazionale di Talassemtane è una delle zone di maggiore importanza dell’Intercontinental Biosphere Reserve of the Mediterranean, condivisa da Andalusia e Marocco. La foresta è costituita da varie specie di querce, pini marittimi e cedri. Il parco è popolato da un numero notevole di animali, tra avifauna (99 specie), mammiferi (32 specie tra cui le bertucce) e rettili (17 specie). 

Le montagne del Rif viste dai sentieri intorno a Chefchaouen ©Pavel Szabo/Shutterstock
Le montagne del Rif viste dai sentieri intorno a Chefchaouen ©Pavel Szabo/Shutterstock

Rigenerarsi nell’hammam

Non c’è niente di meglio di una visita a un hammam dopo un trekking impegnativo o una giornata di visite turistiche, e a Chefchaouen ce ne sono di tutti i tipi, dimensioni e livelli di lusso, da un semplice bagno turco e scrub in uno spartano hammam pubblico ai trattamenti di lusso di un hammam privato.

Ovunque potrete godervi momenti di totale relax tra vapore, sapone e scrub, per uscire rigenerati e con la pelle morbida come quella di un bambino.

Per un’esperienza autentica, andate all’Hammam el-Meslouhi, un tradizionale bagno pubblico costruito nel 1927. Iniziate acquistando il necessario nel souq, tra cui il savon beldi (sapone nero all’olio d’oliva con profumo di eucalipto) e un kessa (guanto ruvido per lo scrub). Lasciate gli oggetti di valore in hotel, ma portatevi asciugamano, infradito e shampoo, oltre a un cambio di biancheria intima, visto che dovrete indossarla durante la seduta. Probabilmente trascorrerete circa un’ora, anche se le donne marocchine spesso si trattengono molto più a lungo; gli orari riservati alle donne vanno dalle 12 alle 20, mentre quelli degli uomini vanno dalle 6 alle 12 e dalle 20 alle 24.

Se volete trattarvi bene, andate al Riad Cherifa (prenotate in anticipo), un hamman con graziose piastrelle blu dove avrete lo spazio tutto per voi durante il bagno turco, lo scrub e l’applicazione di una maschera all’argilla ghassoul su tutto il corpo, prima del massaggio con oli aromatici essenziali. Anche le coppie possono prenotare una seduta, ma dovranno provvedere da sé all’esfoliazione e al massaggio.

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La scalata del Jebel el-Kelaâ

A prima vista la scalata del Jebel el-Kelaâ, la vetta che con i suoi 1616 metri incombe su Chefchaouen, potrebbe apparire un’impresa molto ardua, ma, partendo di mattina presto, si può fare facilmente in giornata, a patto di essere in buona forma fisica. 

L’escursione inizia dietro il Camping Azilane e segue la pista per fuoristrada che conduce al piccolo villaggio di Aïn Tissimlane; il sentiero è segnalato da una striscia bianca e gialla dipinta sulle rocce. Durante la prima ora si sale lungo un tracciato relativamente ripido che vi porta sopra la linea degli alberi al primo punto panoramico su Chefchaouen, per poi proseguire a mezza costa lungo la piste che procede con pendenza regolare. Dovreste raggiungere Aïn Tissimlane in un paio d’ore; da qui il sentiero si inerpica ripido e tortuoso tra grandi massi per quasi un’ora fino a raggiungere un valico; dopodiché svolta a ovest percorrendo la pista che arriva alla sella della montagna, da cui inizia il tratto finale verso la vetta. Il sentiero è piuttosto accidentato e in alcuni punti è necessario arrampicarsi sulle rocce. La cima si raggiunge abbastanza velocemente, e le vostre fatiche saranno ricompensate da uno dei panorami più straordinari che si possano ammirare su questa regione del Rif. 

La discesa lungo lo stesso percorso è veloce e non presenta difficoltà. In alternativa, dalla sella ci si può dirigere verso nord seguendo un sentiero che conduce a un gruppo di villaggi situati sul versante opposto della montagna. El-Kelaâ, uno di questi piccoli centri abitati, conserva alcuni depositi di cereali risalenti al XVI secolo e una moschea con un minareto pendente. Da questo villaggio, diversi sentieri molto semplici vi riporteranno a Chefchaouen nel giro di un paio d’ore.

La ragione del blu di Chaouen rimane un mistero ©salajean/Shutterstock
La ragione del blu di Chaouen rimane un mistero ©salajean/Shutterstock
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Perchè Chaouen è blu?

Gli abitanti di Chaouen passano ore a conservare le mille sfumature di blu della loro città. Ma perché blu? Sembra incredibile, ma la ragione rimane un mistero. Alcuni sostengono che furono gli abitanti ebrei della città a dipingere di blu il Mellah (quartiere ebraico) (il colore del cielo e del mare, che nell’ebraismo indica la divinità) e che il resto della medina seguì il loro esempio.

Il blu potrebbe anche essere un omaggio al fiume Ras el-Maa.

Altri sostengono che il blu tenga lontane le zanzare e respinga il calore del sole, o che protegga dal malocchio. Forse le case tradizionali erano bianche con infissi blu, e questo colore si è esteso al resto dell’edificio. Una cosa è certa: la città non cambierà colore tanto presto.

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