Come scegliere l'isola greca delle Ionie più adatta a voi
Le Isole Ionie, facili da raggiungere dall’Italia, sono macchie di un verde più acceso sulla tavolozza di colori della Grecia, grazie al clima più fresco, all’abbondanza di ulivi e cipressi e alle montagne coperte di boschi. Veneziani, francesi e inglesi hanno tutti contribuito a forgiare l’architettura, la cultura, l’ottima cucina e l’atmosfera unica che si respira in questa regione. Ciascuna isola ha una storia e un paesaggio propri.

A Corfù Città coesistono portici in stile parigino, vicoli veneziani e prelibatezze ispirate alla cucina italiana. Le spiagge e le acque turchesi di Lefkáda sono fra le più belle della Grecia, Cefalonia è caratterizzata da alte montagne e vigneti, le incantevoli abitazioni di Paxí presentano uno stile italianeggiante, Itaca conserva una natura selvaggia e il sapore del mito, Zacinto offre grotte marine e acque brulicanti di tartarughe e Kýthira è bellissima da visitare a piedi, lontano dalla folla. Ma... Da quale si comincia? Ecco la nostra guida per trovare l’Isola Ionia più adatta al vostro stile di viaggio.

Corfù
Da secoli Corfù è riconosciuta come un luogo idilliaco, a partire dai racconti di Omero sulle peregrinazioni di Odisseo, che qui venne accolto e curato dopo il naufragio prima di riprendere il mare verso casa, fino alle descrizioni di Gerald e Lawrence Durrell. Oggi la fama dell’isola calamita un turismo di massa, ma alcune zone restano ancora meravigliosamente fedeli alla Corfù tramandataci dalla letteratura.
Basta cercare in barca una baia isolata, avventurarsi da un promontorio all’altro ed esplorare l’aspro entroterra dell’isola per scoprire colline disseminate di cipressi, fertili terreni agricoli, villaggi arroccati in cima a rupi vertiginose e insenature sabbiose lambite da acque blu cobalto.
È dall’VIII secolo del resto che Corfù (anticamente Corcira) è apprezzata per la sua bellezza selvaggia e la posizione strategica: gli eserciti antichi combatterono per possederla, mentre agli albori della storia greca moderna l’isola divenne un importante centro di cultura e sapere e ancora oggi è molto orgogliosa delle proprie radici intellettuali e artistiche.
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Paxi
Risparmiata dallo sfruttamento edilizio grazie all’assenza di un aeroporto, Paxí (o Paxós) è lunga appena 13 km ma è un gioiello di straordinaria bellezza. Le strutture ricettive e i servizi dell’isola si concentrano in tre incantevoli villaggi costieri annidati sul litorale orientale: Lákka, Lóggos e Gáïos (il porto in cui attraccano i traghetti). Ciascuno ha il suo grazioso insieme di piccoli alberghi, appartamenti in affitto e tavernai di fronte al mare, e i suoi affezionati estimatori.
Da tutte e tre le località si possono fare bellissime escursioni fra le colline e gli uliveti secolari dell’entroterra o nel paesaggio più selvaggio che caratterizza la costa occidentale. In motoscafo si possono raggiungere insenature incontaminate, mentre vecchie mulattiere si inerpicano su scogliere calcaree che si gettano a picco nell’azzurro del mare.
Splendidi sentieri escursionistici portano al maestoso Arco di Tripitós, a sud, e alla spiaggia di Erimítis, a ovest, che si estende sotto un’imponente muraglia di roccia friabile.
Dove alloggiare, dove mangiare
Gáïos offre alberghi e monolocali per tutte le tasche; in genere i proprietari offrono il trasporto dal traghetto.

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Antipaxi
L’incantevole Antípaxi è un’isoletta scarsamente abitata che molti scelgono come meta di gite in giornata da Paxí, situata appena 2 km a nord, oppure da Corfù. Soltanto pochi visitatori si fermano per la notte, ma d’estate le spiagge incastonate nelle due splendide insenature vicino all’estremità settentrionale dell’isola – la sabbiosa spiaggia di Vríka, quella più vicina a Paxí, e la più lunga e ciottolosa spiaggia di Voutoúmi, più a sud – sono fra le più belle delle Isole Ionie, incorniciate da pendii ammantati dai boschi e lambite da acque d’una limpidità sorprendente; in ciascuna ci sono un paio di tavernai.
Da entrambe le spiagge e dal porto situato 600 m a sud di Voutoúmi, ancora meravigliosamente autentico, partono sentieri che si inerpicano verso la dorsale dell’isola, dove sorge il ‘villaggio’ di Vígla, una manciata di ville sparse qua e là, senza un centro né attività commerciali. Continuando a camminare, dopo qualche minuto raggiungerete la costa occidentale dell’isola, più selvaggia e priva di spiagge; potrete anche spingervi fino al faro sull’estrema punta meridionale: portatevi una buona scorta d’acqua e calcolate di impiegare almeno un’ora e mezza per l’andata e altrettanto per il ritorno.

Lefkáda
Nonostante sia collegata al continente da una stretta strada rialzata (che la rende una delle poche isole della Grecia raggiungibili in automobile), Lefkáda resta ancora in buona parte sorprendentemente incontaminata dal turismo.
Lefkáda Città è un posto tranquillo ed estremamente piacevole per trascorrere uno o due giorni e fra gli alti rilievi dell’entroterra si nascondono ancora villaggi senza tempo e distese di ulivi selvatici. L’aspra costa occidentale riserva spiagge di straordinaria bellezza, anche se alcune, purtroppo, sono state danneggiate dai recenti terremoti. Soltanto sulla costa orientale si trovano enclave eccessivamente cementificate, ma spingendovi verso sud incontrerete splendide baiette e insenature, nonché condizioni ventose ideali per il kitesurf e il windsurf che richiamano appassionati da tutto il mondo.
Originariamente Lefkáda era una penisola, non una vera e propria isola, fino a quando, nell’VIII secolo a.C., i coloni corinzi non scavarono un canale nello stretto istmo che la collegava alla terraferma.
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Meganísi
Con la sua forma allungata, l’isola di Meganísi sorge davanti alla punta sud-orientale di Lefkáda e si raggiunge facilmente in barca da Nydrí, sulla costa orientale di Lefkáda. Quasi tutti la visitano in giornata, ma le sue colline verdeggianti, le baie lambite da acque turchesi e le spiagge di ciottoli meriterebbe un soggiorno più lungo e tranquillo.
Dal molo dei traghetti di Pórto Spília, salendo per una strada ripida o per una scalinata, raggiungerete i vicoli e le case adorne di bougainvillea di Spartohóri, sull’altopiano sovrastante. Continuando verso est, la prima insenatura che si incontra accoglie la graziosa Vathý, il secondo porto di Meganísi, situata 1 km sotto il villaggio di Katoméri.

Cefalonia
Cefalonia (Kefalloniá), forse la più seducente di tutte le Isole Ionie, è un posto in cui si perde facilmente la nozione del tempo, assorbiti dal profumo degli oleandri e dallo scampanellio delle capre. È la più grande e probabilmente la più variegata delle Ionie; la sua linea costiera frastagliata è disseminata di ogni sorta di incantevoli baie e spiagge lambite da acque chiarissime e trasparenti piene di pesci colorati.
Nonostante il terremoto del 1953 abbia raso al suolo gran parte dei suoi storici edifici veneziani, alcuni graziosi paesini portuali, come Fiskárdo e Ássos, conservano ancora il loro fascino italianeggiante, mentre il verde entroterra montuoso, disseminato di prati, vigneti e boschi di querce, è una meraviglia tutta da esplorare.
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Itaca
Con il suo paesaggio aspro, romantico e intriso di fascino leggendario per il ruolo che svolse nel celebre poema omerico, Itaca (Itháki) è un luogo davvero speciale. La collinosa patria di Odisseo, alla quale l’eroe anelò di tornare per 10 lunghi anni, continua a sedurre i viaggiatori con le sue antiche rovine, gli incantevoli villaggi portuali e le passeggiate nella natura selvaggia. Stretta tra Cefalonia e la Grecia continentale, è quel tipo di isola in cui il tempo sembra scorrere più lento e le preoccupazioni si dissolvono.
Quasi divisa in due dal grande golfo su cui sorge Vathý, la città principale dell’isola, Itaca è praticamente formata da due grandi lembi di terra uniti da uno stretto istmo. Vathý è l’unico centro di una certa importanza, ma il poderoso massiccio settentrionale è disseminato di graziosi villaggi, come Stavrós e Anogí.
Itaca non è una meta famosa per le spiagge come le altre Isole Ionie, e non perché manchino o non siano belle, ma perché la maggior parte di esse è nascosta in piccole insenature impossibili da raggiungere se non con una barca o a nuoto.
Zacinto
La bella Zacinto (Zákynthos), nota in italiano anche come Zante, è un’isola con due anime. La costa meridionale e quella sud-orientale sono meta di un turismo di massa spesso di seconda scelta, ma persino qui basta allontanarsi dai centri balneari più gettonati per scovare luoghi incantevoli in tutta la loro semplicità; fra questi Kerí e Límni Keríou, all’estremità sud-occidentale dell’isola.
Se invece vi lasciate alle spalle il sud e andate a esplorare il resto dell’isola, scoprirete un mondo completamente diverso, disseminato di boschi e villaggi rurali tradizionali, dove vi aspetta il vero gioiello di Zacinto: lo scenario spettacolare dell’aspra costa occidentale, lungo la quale possenti scogliere calcaree si tuffano in un mare di un turchese irreale.
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Kýthira
Quest’isola, che sembra indecisa tra il Mar Egeo e il Mar Ionio, 12 km al largo della Laconia (la regione più a sud del Peloponneso), sembra rimasta intrappolata in una piega del tempo. Anche se le sue casette bianche e squadrate, sia antiche sia moderne, ricordano l’architettura delle Cicladi, Kýthira fa ufficialmente parte dell’arcipelago delle Ionie.
Popolata da meno di 4000 persone sparse fra 40 villaggi, per buona parte dell’anno Kýthira (anticamente Citera) assomiglia a una terra disabitata e ancora intatta, con valli lussureggianti, gole profonde invase dalla vegetazione e scogliere punteggiate di fiori che si gettano a picco nell’azzurro intenso del mare.
Kýthira non riceve molti visitatori, ma i fortunati che si spingono fin qui restano invariabilmente incantati dal suo fascino e non la lascerebbero mai più. Fate a voi stessi un favore: qualunque sia la durata prevista del vostro soggiorno, raddoppiatela!