
Per molti turisti che si recano in Perú o anche in altri paesi del Sud America, la visita alla città degli incas, Machu Picchu, rappresenta il punto culminante del viaggio, un momento atteso con trepidazione. È il sito archeologico più famoso del continente, situato in una posizione spettacolare. Questa maestosa città antica non fu mai scoperta dai conquistatori spagnoli e cadde nell’oblio praticamente fino all’inizio del XX secolo. In alta stagione, dalla fine di maggio all’inizio di settembre, è visitata da 2500 persone al giorno. Nonostante il massiccio afflusso turistico, il sito riesce a conservare la sua atmosfera di grandiosità e di mistero, e costituisce senza dubbio una meta obbligata per tutti i turisti che visitano il Perú.
La maggior parte delle visite si concentra tra le 10 e le 14. I mesi più affollati sono giugno, luglio e agosto.
Machu Picchu non è citata in nessuna delle cronache dei conquistadores spagnoli. Fatta eccezione per una coppia di avventurieri tedeschi, che intorno al 1860 saccheggiarono il sito con il benestare del governo peruviano, e per qualche nativo quechua, nessuno era a conoscenza dell’esistenza di Machu Picchu fino al 1911, quando lo storico americano Hiram Bingham, guidato da alcuni abitanti del posto, lo scoprì casualmente. Potete leggere il racconto della "scoperta" narrato dallo stesso Bingham nel libro che è diventato un classico: Inca Land: Explorations in the Highlands of Peru, pubblicato per la prima volta nel 1922 e oggi disponibile anche su internet, dove si può scaricare gratuitamente dal sito del Project Gutenberg (www.gutenberg.org).
Bingham era alla ricerca della città perduta di Vilcabamba, l’ultima roccaforte degli incas, e credette di averla trovata a Machu Picchu. Ora sappiamo che i resti di Vilcabamba sono le sperdute rovine di Espíritu Pampa, nel profondo della giungla. Al tempo della loro scoperta, le rovine di Machu Picchu erano ricoperte da una fitta vegetazione e l’équipe di Bingham dovette così accontentarsi di tracciare una mappa approssimativa del luogo. Bingham ritornò nel 1912 e nel 1915 per intraprendere il difficile compito di liberare le costruzioni dalla fitta vegetazione e, in quell’occasione, scoprì anche alcune delle rovine che oggi si possono incontrare sul cosiddetto Inca Trail (nel corso dei suoi numerosi viaggi, Bingham portò migliaia di manufatti negli Stati Uniti; sul contenzioso in atto tra i due paesi per la restituzione dei manufatti al Perú. L’archeologo peruviano Luis E. Valcárcel intraprese ulteriori studi nel 1934; le ricerche furono approfondite da una spedizione di archeologi peruviani e americani, guidata da Paul Fejos, nel 1940 e nel 1941.
Nonostante questi e altri studi più recenti, su Machu Picchu si hanno solo notizie frammentarie. Ancora oggi gli archeologi sono costretti ad affidarsi a supposizioni e a ipotesi più o meno attendibili su quale fosse la sua vera funzione. Alcuni ritengono che la cittadella sia stata fondata negli anni di decadenza dagli ultimi incas, nel tentativo di preservare la loro cultura o di riconsolidare il proprio potere, mentre altri pensano che Machu Picchu fosse già disabitata e dimenticata al tempo della conquista. Secondo un’ipotesi più recente si trattava di un luogo di ritiro o di una residenza reale di campagna di Pachacutec, abbandonata all’epoca dell’invasione spagnola. Il direttore del sito è convinto che Machu Picchu fosse una città, un centro politico, religioso e amministrativo. La sua posizione e la scoperta di almeno otto vie di accesso suggeriscono che il sito fosse un nodo commerciale tra l’Amazzonia e gli altopiani.
L’eccezionale qualità delle costruzioni di pietra e l’abbondanza di strutture ornamentali indicano chiaramente che Machu Picchu era un centro cerimoniale di grande importanza. In effetti, in qualche modo, lo è ancora: Alejandro Toledo, il primo presidente andino del Perú, ha organizzato qui la sua festa di insediamento nel 2001.
Le visite alle rovine si concentrano tra le 10 e le 14, e i mesi nei quali si registra il maggior affollamento sono giugno, luglio e agosto. Programmate la vostra visita nelle prime o nelle ultime ore della giornata per evitare i momenti di massimo afflusso. Se scegliete le prime ore del mattino a metà settimana e durante la stagione delle piogge, avrete spazio per respirare, in particolare nel mese di febbraio, quando l’Inca Trail è chiuso.
I bastoni da passeggio e gli zaini di capacità superiore a 20 litri non sono ammessi nel sito. Gli zaini vengono controllati nell’ufficio situato davanti al cancello d’ingresso (S5 per pezzo; 6-16) e all’interno del complesso (S3 per pezzo; 6-17).
All’ingresso del sito ci sono sempre delle guide locali (S100-150 per persona, S20 per gruppi di 6-10 persone), più o meno preparate: cercatene una che porti il tesserino di riconoscimento ufficiale DIRCETUR. Concordate il compenso in anticipo, chiedete se la tariffa è per persona o per gruppo e accordatevi sulla durata della visita e sul numero massimo di partecipanti per gruppo.