Breve guida a Gifu, in Giappone

7 minuti di lettura

Non siete mai stati a Gifu? Niente di strano. Lontana dalla frenesia del recente boom turistico del Giappone, questa prefettura rurale nella parte centrale di Honshū merita tuttavia di essere inserita nell'itinerario del vostro prossimo viaggio. Raggiungibile da Tokyo in 1 ora e 45 minuti di treno (bisogna scendere a Nagoya) e in 2 ore di auto da Kyoto e Osaka, questa regione è una boccata d'aria fresca tra tante metropoli, con le sue tradizioni, le prelibatezze regionali e i siti storici perfettamente conservati. Ecco dunque tutto quello che dovete sapere per pianificare la vostra visita a Gifu.

Panorama della città di Gifu © takayan/Shutterstock
Panorama della città di Gifu © takayan/Shutterstock
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Quando andare a Gifu, e quanto tempo fermarsi?

È possibile farsi un’idea delle attrazioni principali di Gifu nell’arco di un week end, pernottando in due posti diversi e spostandosi in auto. Chi preferisca un’esperienza più tranquilla, che lasci un po’ di spazio da dedicare alla storia e all’artigianato locali, dovrebbe dedicare alla regione almeno una settimana.


Io ho visitato Gifu a metà novembre, un momento perfetto per ammirare i colori dell’autunno e le vivaci tonalità delle foglie di acero rosso nelle zone più elevate: nelle settimane successive lo spettacolo del foliage coinvolge le aree più prossime al livello del mare.

Un treno attraversa il fiume Shinsakai a Kakamigahara. © AaronChenPS2/Shutterstock
Un treno attraversa il fiume Shinsakai a Kakamigahara. © AaronChenPS2/Shutterstock

Gli spostamenti sono agevoli?

Molte delle principali città della prefettura di Gifu sono raggiungibili in treno da Tokyo. Il percorso più veloce è quello che passa per Nagoya, da cui è possibile arrivare comodamente a Takayama, più a nord, in meno di 3 ore. Tuttavia, per godere appieno della regione sarebbe davvero vantaggioso disporre di un’auto propria. Le strade giapponesi sono eccellenti, quindi le lunghe distanze non rappresentano un gran problema. Guidare attraverso le montagne, a volte con il etelfono inerte perché non c’è campo, è di per sé gratificante e vi regalerà un’esperienza di viaggio del tutto analoga a quella che gli stessi giapponesi vivono durante i loro weekend fuori porta. 


Probabilmente atterrerete in Giappone in uno dei due aeroporti di Tokyo o in quello di Nagoya: quest’ultimo gestisce principalmente voli nazionali, ma figura in alcune rotte internazionali provenienti da Cina, Corea del Sud, Taiwan e Filippine.

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La hall di un albergo Fairfield by Marriott Michi-no-Eki.
La hall di un albergo Fairfield by Marriott Michi-no-Eki.

Dove alloggiare?

Gifu è una città da scoprire lentamente, e lo stesso vale per la prefettura di cui è il capoluogo. Vi suggerisco di dedicarle qualche giorno, dormendo in posti diversi. Se avete tempo per una sola tappa, Takayama è affascinante, ricca di attrazioni e storicamente interessante, ma se non vi spingerete oltre vi perderete molti posti splendidi e anche i lunghi viaggi in auto tra le montagne, che fanno a tutti gli effetti parte del divertimento.


Durante il mio viaggio ho soggiornato in tre diversi hotel Fairfield by Marriott Michi-no-Eki, perfetti per un viaggio al di fuori dei circuiti più battuti. In Giappone ce ne sono 29, 4 dei quali nella prefettura di Gifu. Il principio che ispira queste strutture è quello di rendere più accessibili le zone rurali e meno conosciute, incoraggiando i viaggiatori a non limitarsi alle immancabili Kyoto e Tokyo. Per questa ragione gli hotel Fairfield sono spesso situati al di fuori delle città o nelle periferie.


Generalmente non ci sono bar o ristoranti annessi, ma ciascun hotel sorge accanto a un michi-no-eki (stazione di servizio) con una mensa che serve spuntini a partire da 700 yen (4 euro) e pasti principali da 1.100 yen (6 euro). Spesso nelle vicinanze si trovano un negozio di alimentari, bancarelle di cibo, minimarket e un onsen pubblico, e il personale è sempre a disposizione per consigliare piccoli ristoranti che altrimenti non prendereste in considerazione. Le camere confortevoli e i letti comodi sono quanto mai apprezzati dopo una lunga giornata di guida e di visite, e le strutture, semplici e identiche fra loro, mettono a disposizione una lavanderia, un punto vendita di snack e bevande e una cucina comune.

Tessuti appena tinti presso Aiwayu. © AnneMarie McCarthy/Lonely Planet
Tessuti appena tinti presso Aiwayu. © AnneMarie McCarthy/Lonely Planet
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Il meglio delle cose da fare a Gifu

Scoprire l’arte della tintura naturale con l’indaco


La tintura con l’indaco è un’arte tradizionale giapponese con una lunga e illustre storia alle spalle. In qualsiasi museo che esponga armature da samurai o abiti tradizionali dal periodo Edo in poi troverete sicuramente almeno uno manufatto di tessuto in qualche tonalità di blu. I coniugi Kazuya e Miki Nohara, titolari dell’azienda Aiwayu, organizzano laboratori (in giapponese e inglese, costo 20.000 yen, equivalenti a circa 110 euro) dove potrete provare voi stessi a tingere con l’indaco una sciarpa o una tovaglietta. Il colorante, naturale e fermentato, non crea alcun problema alle persone con pelle sensibile o allergie.


Il processo della tintura ha inoltre un risvolto profondamente contemplativo: è necessario muoversi lentamente per evitare che si formino bolle d’aria nella vasca del colore, a rischio di compromettere la fermentazione. Inoltre, il liquido colorato è torbido, dunque dovrete procedere lentamente a tentoni per tingere completamente il tessuto prima di lasciarlo riposare. Questo processo va ripetuto una dozzina di volte, il che lascerà sulle vostre mani un’intensissima tonalità di blu.

Shirakawa-gō. © Kiatanan Sugsompian/Getty Images
Shirakawa-gō. © Kiatanan Sugsompian/Getty Images

Esplorare il villaggio tradizionale di Shirakawa-gō


Dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1994, questo villaggio ha ottenuto il riconoscimento grazie alle sue case in stile gasshō con i tetti scoscesi ricoperti di paglia. Si tratta di uno stile architettonico estremamente raro in Giappone, scrupolosamente preservato dagli abitanti e da un gruppo di volontari che si occupano della manutenzione e ogni trent’anni circa ricostruiscono completamente i tetti.


Oltre ai santuari e alle case perfettamente conservate, nel villaggio si trovano negozi non particolarmente originali di souvenir e dolciumi, bancarelle che vendono snack a base di manzo Hida (una specialità locale) e gelatai davanti ai quali si formano lunghe code, anche quando fa freddo. Imperdibile è il belvedere del castello di Shirakawa-go Ogimachi, raggiungibile a piedi (un quarto d’ora circa) o con un bus navetta. In inverno la neve rende il panorama ancora più fiabesco.

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Il castello di Gujo Hachiman in autunno. © AnneMarie McCarthy
Il castello di Gujo Hachiman in autunno. © AnneMarie McCarthy

Contemplare lo splendido panorama dal castello di Gujo Hachiman


Situato sulla cima di una collina, questo castello venne costruito tra il 1100 e il 1333 in una posizione ideale per tenere sotto controllo l’intera zona circostante. Ricostruito nei secoli seguenti, il castello ospita un museo e regala i panorami più belli di Gujo. Cercate di arrivare al tramonto per godere della luce migliore. Se visiterete il castello a metà novembre, come ho fatto io, sarete ricompensati dai colori delle foglie, che renderanno speciali tutte le vostre fotografie.


All’interno è allestita un’interessante mostra sulla storia della città e del feudalesimo in Giappone, compreso il ruolo importante svolto dal locale clan dominante nella battaglia di Sekigahara nel 1600. Tra i pezzi più interessanti vi sono alcune armature da samurai incredibilmente ben conservate.

Il mercato del mattino sul fiume Miyagawa. © Kangsadarn.S/Shutterstock
Il mercato del mattino sul fiume Miyagawa. © Kangsadarn.S/Shutterstock
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La mia giornata ideale a Takayama

Ogni mattina della settimana, fino a mezzogiorno circa, la passeggiata lungo il fiume Miyagawa a Takayama è invasa da bancarelle di cibo. C’è solo l’imbarazzo della scelta: gelato al matcha, salsa yuzu fatta in casa, diversi tipi di miso, patate grigliate più dolci di qualsiasi dessert, crocchette e sushi preparato con la carne di manzo Hida, tipica del posto.


Nel pomeriggio, la folla si sposta nel quartiere di Sanmachi, dove ci sono altri ristoranti e bancarelle, oltre a botteghe di artigianato e negozi di antiquariato. Dall’altra parte della città, in una zona più tranquilla, si trova il santuario Sakurayama Hachimangu. La nostra guida ha descritto la città come una “Kyoto senza la folla”: è difficile pensare a una definizione più lusinghiera di questa.

Un michi-no-eki (stazione di servizio). © AnneMarie McCarthy/Lonely Planet
Un michi-no-eki (stazione di servizio). © AnneMarie McCarthy/Lonely Planet

Quanto può costare un viaggio a Gifu?

Al momento della stesura di questo articolo lo yen giapponese era debole, il che rendeva il Giappone una meta interessante per i viaggiatori con budget non ricchissimo. Inoltre nelle zone extraurbane e non centrali come la prefettura di Gifu i costi di alberghi, pasti e servizi sono di per sé piuttosto contenuti.


Molti ristoranti locali accettano solo contanti, quindi assicuratevi di avere sempre con voi una certa somma in yen. Gli onnipresenti minimarket 7-Eleven accettano invece le carte straniere, così come molti negozi di artigianato, in alcuni dei quali potrete anche fare acquisti esenti da imposte. Riconoscerete queste strutture da un cartello rosso: mostrate il passaporto per ottenere uno sconto del 10%.


Alcuni esempi di voci di spesa, con l’equivalente approssimativo in euro:


• Pernottamento in un hotel Fairfield by Marriott Michi-no-Eki: a partire da 12.350 yen (70 euro)

• Noleggio auto (giornaliero): da 7.000 yen (40 euro)

• Pasto in un michi-no-eki: da 1.100 yen (6 euro)

• Birra in un izakaya: 600-900 yen (3,5-5 euro)

• Spuntino in una bancarella: 400-1.000 yen (2,5-5,5 euro)

• Coltello da chef Seki: da 15.000 yen (85 euro)

• Ingresso in un onsen pubblico: circa 700 yen (4 euro)

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Lo "stagno di Monet" nella prefettura di Gifu. © AnneMarie McCarthy/Lonely Planet
Lo "stagno di Monet" nella prefettura di Gifu. © AnneMarie McCarthy/Lonely Planet

Qualche idea per gli acquisti?

Seki è famosa per i coltelli; nella prefettura si trovano anche graziose ceramiche. Gli appassionati di cancelleria dovrebbero fare una sosta al Museo della carta Mino Washi, dove si tengono peraltro laboratori, in inglese e giapponese, in cui potrete fabbricare la vostra carta.


Le case di produzione del sake sono numerose: preparatevi a generose degustazioni. Una delle specialità locali è, come detto, la carne di manzo Hida, immancabile nei bento box, nei ristoranti e nelle bancarelle di sushi in tutta la regione.

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Un ultimo consiglio?

Nella prefettura i bagni pubblici sono numerosi e puliti, ma nelle zone rurali potrebbero mancare sapone e asciugamani. Fate come i giapponesi: portatevi i vostri.




AnneMarie McCarthy ha visitato Gifu su invito del Fairfield by Marriott Michi-no-Eki. Lonely Planet non accetta omaggi in cambio di recensioni positive.

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