Ci sono 18 nuovi geoparchi UNESCO

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha aggiunto 18 nuovi siti alla sua rete globale di geoparchi. Questo network comprende territori di una bellezza naturale eccezionale, dotati di un patrimonio geologico e culturale unico, e di una strategia di sviluppo sostenibile, volta anche a difenderne la biodiversità. I geoparchi sono al servizio delle comunità locali e cercano di unire obiettivi di conservazione alla sensibilizzazione di chi li visita.

Le miniere di zolfo e il lago nella caldera del vulcano Kawah Ijen, Indonesia
Le miniere di zolfo e il lago nella caldera del vulcano Kawah Ijen, Indonesia © gopfaster / Shutterstock
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Con questi 18 nuovi siti, il totale dei geoparchi UNESCO sale a quota 195, per una superficie totale di 486709 km2, presenti in 48 nazioni diverse. E per la prima volta due nuovi stati – Filippine e Nuova Zelanda – si uniscono al network. Vediamo insieme quali sono questi nuovi geoparchi, tutti da scoprire.

Waitaki Whitestone Geopark, in Nuova Zelanda

Modellato da vulcani e ghiacciai, questo territorio sulla costa orientale della South Island è delimitato dal fiume Waitaki, un’antica e importante via di transito per i primi abitanti della Nuova Zelanda. L’intera area ha un enorme significato culturale per la popolazione indigena locale, gli Ngāi Tahu whānui. Inoltre, fornisce le prove della formazione della Zealandia, l’ottavo continente della Terra che è stato quasi interamente sommerso fra i 60 e gli 85 milioni di anni fa.

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Hakusan Tedorigawa Geopark, in Giappone

Il geoparco Hakusan Tedorigawa si trova nel Giappone centrale e segue il fiume Tedori dalla sua nascita sul monte Hakusan fino al mare. In questo geoparco è possibile osservare rocce che si sono formate dalla collisione dei continenti e trovare fossili risalenti all’epoca in cui il Giappone era ancora attaccato al continente eurasiatico.

Monte Hakusan, Giappone
Monte Hakusan, Giappone © Shutterstock

Jeonbuk West Coast Geopark, in Corea del Sud

Già riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio naturale e culturale dell’umanità e come riserva della biosfera, quest’area racconta una storia geologica lunga 2,5 miliardi di anni. Qui si trovano anche i siti dei dolmen di Gochang, Hwasun e Ganghwa che contengono la più alta densità e la più grande varietà di dolmen al mondo. I dolmen sono monumenti funerari megalitici che hanno avuto un ruolo importante nelle culture neolitiche e dell’età del bronzo di tutto il mondo.

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Bohol Island Geopark, nelle Filippine

Questo geoparco si trova nell’isola di Bohol, compresa nel gruppo delle isole Visayas. Il geoparco abbonda di geositi carsici come grotte, doline e coni carsici, tra cui le famose Chocolate Hills a forma di cono, situate al centro del geoparco. La doppia barriera corallina di Danajon, lungo la costa settentrionale, è l’unica del suo genere nel sud-est asiatico, e una delle sei doppie barriere finora documentate. Qui i visitatori possono osservare 6000 anni di crescita dei coralli.

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Ijen Geopark, in Indonesia

Questo geoparco si trova nella Reggenza di Banyuwangi, nella parte orientale di Java e comprende il complesso vulcanico di Kawah Ijen. Nella caldera del Kawah Ijen, si trova il più grande lago acido nel mondo. Qui si può assistere anche al fenomeno delle fiamme blu innescate dai gas di zolfo che fuoriescono dalle fessure della caldera.

Le fiamme blu nella vulcano Kawah Ijen
Le fiamme blu innescate dai gas di zolfo che fuoriescono dalle fessure della caldera del vulcano Kawah Ijen ©Ake13bk/Shutterstock

Maros Pangkep Geopark, in Indonesia

Situato nella parte meridionale dell’isola di Sulawesi, nelle Reggenze di Maros e Pangkep, ed è costituito dal Parco nazionale di Bantimurung Bulusaraung e dal Liukang Tupabbiring Local Marine Conservation. Il geopraco comprendi anche le isole dell’arcipelago di Spermonde, dove elementi terrestri e marini sono interconnessi in un paesaggio unico nel suo genere. Queste isole sono importanti anche per alla conservazione dei coralli. Il territorio del Maros Pangkep Geopark è abitato soprattutto dalle etnie Bugis e Makassarese, il cui stile di vita è profondamente influenzato da usanze ancestrali. Qui sono presenti 1.437 specie animali e vegetali, tra cui 153 specie endemiche e oltre 52 specie protette in pericolo di estinzione.

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Merangin Jambi Geopark, Indonesia

Questo geoparco si trova nella parte centrale dell’isola di Sumatra ed è formato da pianure, altipiani, formazioni carsiche, valli e montagne che forniscono un habitat unico per diverse forme di vita Qui sono stati trovati dei fossili unici al mondo, risalenti all’inizio del Permiano (296 milioni di anni fa). Si tratta di muschi, conifere primitive e felci da seme chiamati complessivamente la "flora di Jambi”. Quest’area oggi è abitata da oltre 4000 specie di piante e 372 specie animali, tra cui diverse specie a rischio di estinzione, come la tigre di Sumatra.

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Raja Ampat, Indonesia
Raja Ampat, in Indonesia, è considerata l’epicentro mondiale della biodiversità marina tropicale ©Edmund Lowe Photography/Getty Images

Raja Ampat Geopark, Indonesia

L’area comprende quattro isole principali – Waigeo, Batanta, Salawati e Misool – ed è meta di subacquei attratti dalla bellezza delle grotte sottomarine e dalla straordinaria biodiversità marina che caratterizza la zona. In questo geoparco è possibile vedere la formazione rocciosa più antica dell’Indonesia, risalente all’epoca del Siluriano-Devoniano (circa 443,8-358,9 milioni di anni fa).

Kinabalu Geopark, in Malaysia

Si tratta di un sito molto importante sia per la ricerca geologica sia la conservazione. Questo geoparco offre ai visitatori l’opportunità unica di esplorare la storia geologica del Sud-Est asiatico. Situato nell’estremità settentrionale dell’isola del Borneo, si estende per una superficie di 4.750 km2. Questo geoparco è la casa di molte specie endemiche, tra cui 90 specie di orchidee che esistono solo sul Monte Kinabalu e l’uccello pernice dalla testa cremisi. Nel geoparco è compreso anche il Parco Kinabalu, già patrimonio dell’umanità UNESCO.

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Khorat Geopark, in Thailandia

Questo geoparco si estende lungo il bacino del fiume LamTakhong, sul margine sud-occidentale dell’altopiano di Khorat. Siamo nel nord-est della Thailandia, nella provincia di Nakhon Ratchasima. A caratterizzare questa regione, troviamo la diversità e l’abbondanza di fossili di età compresa tra 16 milioni e 10000 anni.

Elefanti nel Parco nazionale di Khao Yai, in Thailandia
Elefanti nel Parco nazionale di Khao Yai, in Thailandia ©Bigman365/Getty Images

Aras Geopark, in Iran

Situato nell’Iran nord-occidentale, il geoparco Aras si trova all’estremità meridionale della catena montuosa del Caucaso minore. Il fiume Aras costituisce il confine settentrionale del geoparco e funge da linea di demarcazione tra Iran, Armenia e Azerbaigian. L’area presenta una ricchissima geodiversità e biodiversità. Tra le specie in via di estinzione che troviamo qui ci sono il fagiano nero del Caucaso, il cervo rosso, l’ariete armeno e il leopardo.

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Tabas Geopark, in Iran

Definito il paradiso geologico dell’Iran, questo geoparco permette di seguire l’evoluzione del nostro pianeta dal Precambriano fino al primo Cretaceo, senza la minima interruzione. Qui si trova anche il Naybandan Wildlife Refuge, il più grande rifugio per la wildflife dell’Iran, e habitat di specie a rischio estinzione come, per esempio, il ghepardo asiatico.

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Lavreotiki Geopark, in Grecia

La regione in cui si trova questo geoparco è stata abitata fin dall’antichità proprio per la sua ricchezza geologica ed è diventata famosa nel mondo per il suo argento. Le miniere della zona, chiamate “lavrai”, risalgono al V secolo a.C., e rifornivano Atene di metalli, tra cui proprio l’argento necessario a coniare le sue monete. Nel Lavreotiki Geopark si trova anche il Santo Monastero di San Paolo Apostolo, la cui chiesa principale è in stile bizantino. Il monastero promuove il monachesimo ortodosso e conserva la sapiente arte dell’affresco secondo una tecnica che utilizza colori naturali ricavati dalle rocce. A Lavrion si trova anche un centro di educazione ambientale con un ricco programma educativo volto alla conservazione degli ecosistemi marini.

Tempio di Poseidone a Capo Sunio, in Grecia
Tempio di Poseidone a Capo Sunio, in Grecia ©Shutterstock / Lambros Kazan

Sunnhordland Geopark, in Norvegia

La superficie totale di questo geoparco è di 4764 km², suddivisa in terrestre (2995 km²) e marina (1769 km²). Il paesaggio che si può osservare spazia dalle montagne alpine ricoperte di ghiacciai agli arcipelaghi lungo la costa. Qui si può vedere com’è avvenuta l’erosione durante le ere glaciali e come i sistemi vulcanici hanno plasmato i continenti. A questo proposito uno dei luoghi da non perdere è la faglia dell’Hardangerfjord.

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Mourne Gullion, Strangford, nel Regno Unito

Questo geoparco racconta l’evoluzione di due oceani nel corso di 400 milioni di anni di storia geologica. Nello specifico, il geoparco racconta la chiusura dell’Oceano Giapeto e la nascita dell’Oceano Atlantico. Inoltre, la combinazione di ambienti montani e costieri ha portato allo sviluppo di una gamma estremamente diversificata di caratteristiche glaciali che di solito sono difficili da trovare in un’area così piccola. Il geoparco si trova nel sud-est dell’Irlanda del Nord, vicino al confine con l’Irlanda.

Cabo Ortegal, in Galizia
Cabo Ortegal, in Galizia ©Westend61/Getty Images
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Cabo Ortegal Geopark, in Spagna

Situato nel nord della Galizia, questo geoparco vede un paesaggio mutevole con basse catene montuose che, a nord, danno origine a spettacolari scogliere alte oltre 600 metri. Qui si trovano alcune delle prove più significative, finora rinvenute in Europa, dell’Orogenesi Variscana, cioè quel processo che circa 350 milioni di anni fa ha dato origine al supercontinente Pangea.

Caçapava Geopark, in Brasile

Situato nello Stato di Rio Grande do Sul, nella parte meridionale del Brasile, questo territorio è “il luogo dove finisce la giungla”, secondo il popolo indigeno Guarani. I depositi sedimentari di origine vulcanica presenti nel bacino del fiume Camaquã rappresentano la testimonianza finora più completa del passaggio della regione sudamericana dal periodo Ediacarano al periodo Cambriano, avvenuto tra 600 e 500 milioni di anni fa. Oltre alla sua geodiversità, il Caçapava Geopark è importante anche perché ospita diverse specie endemiche, tra cui cactus, bromelie, e specie di api in via di estinzione.

Alberi di Araucaria angustifolia, Brasile
Alberi di Araucaria angustifolia, Brasile ©Iuliia Timofeeva/Shutterstock
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Quarta Colônia Geopark, in Brasile

Anche questo Geoparco si trova nello Stato di Rio Grande do Sul. Il suo nome fa riferimento all’epoca in cui coloni europei, soprattutto italiani, hanno raggiunto quest’area in cerca di fortuna. Questo territorio si trova tra due biomi, quello della pampa e quello della foresta atlantica. Il geoparco Quarta Colônia è ricco di fossili risalenti a 230 milioni di anni fa. Qui sono stati trovati i più antichi fossili di dinosauri mai rinvenuti.

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