La guida definitiva alle isole Raja Ampat, in Indonesia
Le 1.500 isole e isolette dell’arcipelago Raja Ampat si trovano in magnifica posizione nel cuore del Triangolo dei coralli, un ‘fulcro biologico’, secondo la definizione degli scienziati, là dove le acque del Pacifico si mischiano con quelle dell’Oceano Indiano.
Considerato una sorta di ‘Amazzonia del mare’, questo dedalo tropicale presenta una fittissima concentrazione di vita marina con oltre mille specie di pesci e tre quarti di tutti i coralli conosciuti. Gli appassionati di immersioni e di snorkelling si tuffano in queste acque cristalline popolate da variopinti squali tappeto, grandi mante e minuscoli cavallucci marini pigmei. Bungalow affacciati sull’oceano e palme che fanno ombra a spiagge di perla garantiscono quiete e relax.
Ciascuna delle isole maggiori, note come “Quattro Re” (è questa la traduzione del nome “Raja Ampat”), tende a celare le proprie meraviglie, come gli isolotti a forma di fungo, di una bellezza stordente, le tranquille lagune color turchese e gli uccelli dal piumaggio sgargianti che incrociano tra gli alberi. Visitarle adesso significa addentrarsi in un paradiso non ancora del tutto svelato.
Ecco tutto ciò che dovrete sapere per organizzare al meglio il vostro viaggio in Indonesia alla volta delle isole Raja Ampat.
Waigeo, il piccolo capoluogo
Le sonnolente Raja Ampat non offrono particolari sussulti di vivacità. Fanno parzialmente eccezione l’isola di Waigeo, la più estesa dell’arcipelago, e le più piccole Gam, Kri e Arborek. A Waigeo si trova il minuscolo capoluogo, Waisai, il posto più indicato per pianificare la visita alle altre isole. Il naturalista britannico Alfred Russel Wallace si stabilì proprio qui, nel 1860, per studiare l’uccello del paradiso, una famiglia di passerformi che per la stragrande maggioranza è endemica della nuova Guinea e dell’Australia nord-orientale. Il suo lavoro è stato fondamentale per l’elaborazione della teoria dell’evoluzionismo: arrivò infatti più o meno alle stesse conclusioni di Charles Darwin, addirittura con qualche mese di anticipo rispetto al più famoso autore de L’origine della specie. Esemplari dell’uccello studiato da Wallace si possono ammirare sulle colline a ridosso della costa meridionale dell’isola e nella vicina Gam.
Misool, la più lontana
Tra le isole principali Misool è certamente quella di maggiore impatto. È anche la più lontana, all’estremo sud dell’arcipelago. Al largo della propaggine sud-orientale dell’isola, piccoli affioramenti rocciosi spuntano dall’acqua simili a schegge di vetro verde. Molte di queste formazioni nascondono piccole lagune ideali per lo snorkelling e per il kayak. L’attività più praticata qui sono le immersioni presso la Riserva Marina privata di Misool: istituita nel 2005, tutela 1.220 chilometri quadrati di acque cristalline. Sull’isola non mancano poi coltivazioni di perle, grotte, pitture rupestri e due laghi in cui nuoterete insieme a migliaia di (innocue!) meduse dorate.
Salawati e Batanta, le meno visitate
A dispetto della prossimità con la Nuova Guinea, Salawati e Batanta sono le isole meno visitate dell’arcipelago. L’incontaminata Salawati si trova proprio di fronte alla Penisola di Vogelkop, da cui la separa lo Stretto di Sele: non ha molto da offrire in termini di attrazioni o strutture turistiche. Batanta, lunga e stretta, è situata appena più a nord: vi si trovano alcuni bei villaggi di pescatori. Lungo la costa settentrionale e sulle isolette di fronte a essa sono disponibili sistemazioni familiari e resort dedicati alle immersioni.
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Che cosa fare sulle Raja Ampat
Immersioni o snorkeling nelle acque protette di Misool
Subacquei di tutto il mondo si immergono nelle acque delle Raja Ampat per ammirare mante, enormi molluschi, cangianti pesci pappagallo, i rari dugonghi e i brulicanti banchi di pesci fucilieri. Nel reef incontaminato della Riserva Marina privata di Misool si trovano dieci volte le specie di corallo duro presenti in tutte le isole dei Caraibi. Per raggiungere comodamente i numerosissimi siti di immersione della riserva è consigliabile optare per una “liveaboard”, un’imbarcazione con posti letto, oppure rivolgersi a un resort specializzato in immersioni.
Alla ricerca dell’uccello del paradiso
Seguite le orme di Alfred Wallace in cerca dell’uccello del paradiso. La costa meridionale di Waigeo e di Gam offre le migliori opportunità di avvistamento: due specie di questo volatile vivono infatti in queste foreste.
L’uccello del paradiso rosso presenta nette differenze cromatiche tra maschi (con testa verde e corpo giallo-bruno) e femmine (testa nera, corpo sfumato dall’arancio al color cannella). Le guide locali propongono ai turisti uscite di birdwatching lungo sentieri privati che non di rado iniziano presso le abitazioni delle guide stesse. Le strutture ricettive del posto organizzano escursioni dello stesso genere: spesso iniziano prima dell’alba e raggiungono le aree di accoppiamento predilette dagli uccelli del paradiso.
Il villaggio di Arborek
Il minuscolo villaggio di Arborek (200 abitanti circa) offre uno spaccato della cultura tradizionale di Papua, con anziani che praticano l’antico mestiere della tessitura e bambini che hanno riscoperto le danze papuane. I tessuti, realizzati con le foglie essiccate del pandanus e tinti con colori prodotti artigianalmente, spesso rappresentano mante e altri animali marini presenti in queste acque: si possono acquistare direttamente nelle case dei tessitori. L’isola di Arborek, proprio di fronte alla costa di Waigeo, si popolò negli anni ’30 in seguito all’emigrazione dalle isole più grandi. Le danze locali rappresentano la loro forzata transizione da cacciatori a pescatori; noterete diversi ragazzini che danzano di fronte alla chiesa del villaggio.
La vista dalla cima di Pianemo
Siete alla ricerca della classica immagine da cartolina delle Raja Ampat? Raggiungete il punto più alto di Pianemo, nelle isole Fam, tra Batanta e Waigeo, ammantata da pandanus sottili e alberi della gomma. Circa 250 scalini di legno salgono su per il pendio, attraverso la fitta vegetazione, fino a una piattaforma posta in cima, da cui si domina una laguna che ha la forma di una stella a cinque punte. Due punti panoramici si affacciano oltre la costa e regalano vedute mozzafiato. Uno spettacolo simile si gode da Wayag, a 30 chilometri da Waigeo.
Dove alloggiare
La qualità delle sistemazioni è variabile
Le sistemazioni più economiche e insieme più autentiche nelle Raja Ampat sono quelle familiari che si trovano nei villaggi. Il termine è un po’ fuorviante: in effetti non dormirete a casa di una famiglia del posto, ma in un bungalow adiacente. Stay Raja Ampat è un servizio simile ad Airbnb: offre una piattaforma digitale alle famiglie che desiderano mettere a disposizione sistemazioni di questo genere. Spesso viene offerto il trattamento di pensione completa. Va detto in ogni caso che il livello varia considerevolmente tra un posto e l’altro. Strutture consigliabili sono Kordiris Homestay e Corepen Homestay a Gam, oltre a Mandemor Homestay a Batanta, meno comoda da raggiungere.
I resort specializzati in immersioni vanno dal confortevole al lussuoso
Queste strutture, le prime a rendere popolari le Raja Ampat, sono tuttora le più confortevoli – e spesso decisamente lussuose – tra le opzioni disponibili. Parecchie offrono bungalow affacciati sul mare, con tanto di bar sulla spiaggia, altre dispongono di spa e di ristoranti decisamente a chilometro zero. Le migliori, come Misool Eco Resort e MahaRaja Eco Dive Lodge, hanno svolto un ruolo importante nella salvaguardia del ricchissimo reef locale e hanno sostenuto iniziative di tutela ambientale e di emancipazione delle comunità delle isole.
Le “liveaboard” sono l’ideale per esplorare l’arcipelago
Resort e sistemazioni familiari finiscono inevitabilmente per indurre i visitatori a trattenersi su una particolare isola. Per girare l’arcipelago non c’è invece soluzione migliore di una “liveaboard”, un’imbarcazione con posti letto. Diverse crociere nelle isole dell’Indonesia prevedono brevi soste nelle Raja Ampat, ma per girarle con un po’ più di calma fareste bene a considerare l’ipotesi di partire da Sorong. Diverse navi effettuano crociere, di durata variabile dai cinque agli undici giorni, dedicate alle immersioni o alle escursioni sulle isole. Altre, come la SeaTrek, accompagnano i viaggiatori alla ricerca degli squali balena e degli sfuggenti uccelli del paradiso, con il contributo di esperti imbarcati appositamente. I prezzi delle “liveaboard” partono da 140 dollari al giorno tutto compreso.
Arrivare alle Raja Ampat
Le Raja Ampat si trovano di fronte alla costa occidentale della Nuova Guinea, la seconda isola del mondo per dimensioni, divisa politicamente tra l’Indonesia e Papua Nuova Guinea. Quasi tutti i viaggiatori decollano da Jakarta e atterrano all’aeroporto Domine Eduard Osok di Sorong, nella provincia indonesiana della Nuova Guinea Occidentale. Vari traghetti salpano ogni giorno dal porto di Sorong alla volta di Waigeo; Misool è collegata due volte alla settimana. È possibile inoltre affittare privatamente dei motoscafi.
Susi Air, una compagnia locale, vola con aerei leggeri (si possono imbarcare non più di dieci chili di bagaglio) da Sorong all’aeroporto Marinda di Waisai (Waigeo), l’unico scalo dell’arcipelago.
Per accedere al Raja Ampat Marine Park occorre pagare la Environmental Services Fee (700.000 rupie). Dal 2019, inoltre, un’ulteriore quota di 300.000 rupie è richiesta per il Raja Ampat Visitor Entry Ticket, introdotto per sostenere il settore turistico locale.
Quando andare
Nessun momento dell’anno è poco indicato: le Raja Mapat si trovano all’Equatore e godono di temperature abbastanza costanti, tra i 25 e i 31 gradi. Giugno, luglio e agosto sono i mesi più umidi, ma qui i monsoni non sono violenti come altrove nel Sud-Est Asiatico. Le precipitazioni sono in genere circoscritte e di breve durata. I venti che soffiano tra metà giugno e metà settembre possono agitare un po’ un mare normalmente calmo: in questo periodo i noleggi di attrezzature subacquee possono essere chiusi e i trasferimenti tra un’isola e l’altra possono essere temporaneamente sospesi.