
Gli imperi indo-buddhisti che raggiunsero a Java l’apice del loro splendore hanno lasciato meraviglie architettoniche come Borobudur e Prambanan. L’islam, arrivato sull’isola in un periodo successivo, non cancellò le testimonianze delle civiltà precedenti, ma le assimilò facendo di Java un amalgama di diverse tradizioni storiche e religiose. Oggi il paese mostra tutte le caratteristiche di una società asiatica in rapida trasformazione: grande ricchezza e uguale squallore, panorami magnifici e città sordide, scene rurali di straordinaria serenità e infernali grovigli di traffico stradale. Si tratta certamente dell’isola più evoluta dell’arcipelago indonesiano, ma non c’è dubbio che il processo di occidentalizzazione stia attualmente sperimentando una problematica fase adolescenziale. Java oscilla in un maniera un po’ schizofrenica e imprevedibile tra locali fast-food, centri commerciali, TV via satellite e una cultura più antica e tradizionale centrata non sull’individuo, ma sulla famiglia, il villaggio e la pietà religiosa.
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