I capolavori di Vincent van Gogh: dove ammirarli in giro per il mondo

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È difficile credere che Vincent van Gogh sia stato poco apprezzato finché è stato in vita. Il grande pittore olandese, celebre per un uso del colore assolutamente unico e innovativo e per il profondo legame con la natura, morì povero e misconosciuto. Oggi la sua opera è universalmente considerata geniale e richiama milioni di visitatori in musei e gallerie di tutto il mondo, abbiamo quindi raccolto le collezioni permanenti di Van Gogh che raccontano la sua storia, oltre ad alcune imperdibili esposizioni temporanee in programma nel 2025.

Il Van Gogh Museum di Amsterdam vanta la più grande collezione al mondo di opere dell’artista. © AFP/Getty Images
Il Van Gogh Museum di Amsterdam vanta la più grande collezione al mondo di opere dell’artista. © AFP/Getty Images
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Nel gennaio 2025 una mostra su Van Gogh alla National Gallery di Londra ha battuto i record di affluenza del museo, con 334.589 visitatori. Dal suo debutto, nel 2017, oltre cinque milioni di persone in tutto il mondo hanno assistito a "Van Gogh: The Immersive Experience", un percorso interattivo molto coinvolgente. E l’eredità dell’artista va oltre le esposizioni: la sua storia è stata infatti raccontata in numerosi film, tra cui Van Gogh - Sulla soglia dell’eternità (2018), il cui protagonista, Willem Dafoe, è stato candidato all’Oscar per il miglior attore. Online si possono acquistare articoli di ogni genere, dai marsupi ai puzzle agli skateboard, che richiamano le sue opere.

Per quanto straordinaria, l’arte non è l’unico elemento all’origine di questa vera e propria "Van Gogh mania”: le vicende biografiche del maestro sono altrettanto affascinanti. Van Gogh cominciò a dipingere intorno al 1880, quando aveva già 27 anni, e nonostante una vita travagliata dalla malattia mentale riuscì a realizzare quasi 900 dipinti e oltre mille disegni nel giro di un solo decennio, fino al tragico suicidio avvenuto nel 1890. La maggior parte dei suoi lavori rimase invenduta mentre era in vita, e la fama arrivò solo postuma.

Oggi le sue opere sono esposte nei più prestigiosi musei del mondo. I suoi autoritratti ricambiano gli sguardi dei visitatori a Basilea e DetroitIl caffè di notte è esposto alla Yale University Art Gallery, Le Moulin de la Galette a Buenos Aires e una Pietà ai Musei Vaticani. I suoi Girasoli sbocciano a Tokyo, Monaco e Filadelfia. Gli Iris risaltano a Los Angeles, mentre le Rose fioriscono a Washington DC.

1. Van Gogh Museum, Amsterdam

Immergetevi completamente nell’universo di Van Gogh in questo museo che ospita la più grande collezione al mondo delle sue opere: oltre 200 dipinti, 500 disegni e quasi tutte le lettere dell’artista, oltre a una raccolta dedicata a pittori suoi contemporanei come Paul Gauguin e Henri de Toulouse-Lautrec. Qui si tengono anche mostre temporanee con particolare attenzione all’accessibilità, tra cui un tour che permette ai visitatori ipovedenti di ammirare al tatto le opere attraverso stampe in 3D.


L’esposizione permanente racconta la breve ma straordinaria carriera di Van Gogh come una biografia dipinta. Il percorso inizia con gli schizzi grezzi degli esordi per passare poi al primo capolavoro, I mangiatori di patate (1885), una rappresentazione cruda della vita contadina nei Paesi Bassi. Il suo umorismo macabro emerge in Teschio con sigaretta accesa (1886), realizzato mentre studiava ad Anversa; l’influenza dei puntinisti parigini traspare invece dai colori vibranti di Autoritratto con cappello di feltro grigio (1887-88).


L’esposizione segue poi il trasferimento di Van Gogh ad Arles, dove visse nella Casa Gialla (1888) e dipinse i celebri Girasoli (1889). Successivamente, il percorso tratta la convalescenza a Saint-Rémy dopo il noto episodio dell’automutilazione dell’orecchio: a questo periodo risalgono il Giardino dell’ospedale psichiatrico (1889) dai minacciosi toni ocra e grigi. Infine, due delle opere più tarde segnano un malinconico epilogo: Campo di grano con corvi (1890), con i suoi uccelli presaghi, e Radici d’albero, dove le piante sembrano lottare per liberarsi dal suolo.


Il consiglio top: non perdetevi il Rijksmuseum, che espone Veduta di Amsterdam dalla Stazione Centrale (1885).

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"Natura morta con cappello di paglia", esposto a Otterlo, è uno dei primi quadri di Van Gogh. © Awakening/Getty Images
"Natura morta con cappello di paglia", esposto a Otterlo, è uno dei primi quadri di Van Gogh. © Awakening/Getty Images

2. Kröller-Müller Museum, Otterlo

La seconda più grande collezione al mondo di opere di Van Gogh (con 91 dipinti e 180 disegni) si trova a poco più di due ore di treno da Amsterdam, immersa nei 5500 ettari del Parco Nazionale Hoge Veluwe – un’oasi selvaggia che richiama i paesaggi vividi dell’artista.


Anche la collezione del Kröller-Müller illustra l’evoluzione artistica di Van Gogh, dai primi dipinti cupi fino allo stile più vivace e colorato del periodo francese, e non è presa d’assalto come quella di Amsterdam. Le opere sono esposte nella Van Gogh Gallery. Tra i capolavori spiccano un’opera delle origini, Natura morta con cappello di paglia (1881), e uno dei primi esperimenti con i cieli blu intenso che diventeranno il suo tratto distintivo, Terrazza del caffè la sera (1888).


Un meritato omaggio spetta a Helene Kröller-Müller (1869-1939), collezionista d’arte visionaria e fondatrice del museo. Questa ereditiera tedesca riconobbe il talento di Van Gogh molto prima che il resto del mondo lo celebrasse.


Il consiglio top: prenotate una audioguida Podcatcher (disponibile in otto lingue, italiano compreso) per documentarvi sulle opere mentre visitate il museo al ritmo che preferite.

Al Musée d’Orsay è possibile ammirare opere di Van Gogh insieme a quelle di altri artisti che lo influenzarono. © Salvador Maniquiz/Shutterstock
Al Musée d’Orsay è possibile ammirare opere di Van Gogh insieme a quelle di altri artisti che lo influenzarono. © Salvador Maniquiz/Shutterstock
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3. Musée d’Orsay, Parigi

Attraversare questa ex stazione ferroviaria trasformata in tempio dell’arte significa ricalcare le orme dei migliori artisti post-impressionisti del mondo. Qui ci sono tutti i grandi nomi, incluso naturalmente Van Gogh, che occupa il posto d’onore nelle Sale 36 e 37, entrambe rinnovate e ingrandite nel 2024.


Ammirare la collezione di pittori parigini del XIX secolo permette quasi di calarsi nei panni di Van Gogh. Dopo il trasferimento a Parigi nel 1886, l’artista visse un vero e proprio risveglio creativo. Le amicizie con pittori come Émile Bernard e Toulouse-Lautrec influenzarono il suo stile, spingendolo a sperimentare pennellate più libere e colori più chiari, tecniche predilette dai maestri francesi.


Dopo aver trascorso del tempo con l’intensa Notte stellata sul Rodano (1888) e il verde assenzio dell’Autoritratto (1889), fate un salto tra i suoi altri ritratti, tra cui il Ritratto del dottor Gachet (1890), che raffigura il medico e incisore dilettante che si prese cura di Van Gogh nelle sue ultime settimane di vita.


Il consiglio top: se amate i ritratti visitate il vicino Musée Rodin per ammirare il vivace dipinto in stile giapponese dell’amico Père Tanguy, proprietario di un negozio d’arte a Parigi.

È impossibile lasciare la National Gallery senza aver ammirato i “Girasoli”. © Sergii Figurnyi/Shutterstock
È impossibile lasciare la National Gallery senza aver ammirato i “Girasoli”. © Sergii Figurnyi/Shutterstock

4. National Gallery, Londra

Le folle che gremiscono la National Gallery impazziscono per i luminosi Girasoli (1888) esposti nella Sala 41. La luce dorata sembra sprigionarsi direttamente dalla tela, e ogni pennellata spessa ricrea l’effetto di un bouquet di rigolgiosi fiori appena recisi.


A rendere il dipinto ancora più affascinante è la sua storia. Nell’estate in cui dipinse i Girasoli, Van Gogh invitò l’amico e collega Paul Gauguin a soggiornare con lui ad Arles. Una pessima idea: dopo due mesi i due ebbero un violento litigio, che si concluse con la fuga di Gauguin a Parigi e la cruenta mutilazione dell’orecchio di Van Gogh. Non si sarebbero più rivisti.


In seguito, Gauguin scrisse a Van Gogh chiedendogli il prezioso dipinto. Van Gogh ne realizzò una copia, ma non gliela inviò mai. L’originale è oggi esposto alla National Gallery, mentre la copia si trova al Van Gogh Museum di Amsterdam.


Non è questo l’unico dittico che lega Van Gogh e Gauguin. La sedia di Vincent (1888, di proprietà della National Gallery) raffigura proprio la semplice sedia di paglia dell’artista, dipinta di giorno. La sedia di Gauguin (realizzata nello stesso anno, oggi esposta ad Amsterdam) mostra invece una più elaborata sedia di legno lucido, immersa in un’atmosfera notturna.


Il consiglio top: approfondite una delle vicende tragiche della vita di Van Gogh visitando la Courtauld Gallery di Londra, dove è esposto Autoritratto con orecchio bendato (1889), testimonianza dello straordinario temperamento dell’artista.

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Il dipinto forse più famoso di Van Gogh, "Notte stellata”, è esposto al MoMA di New York. © Bumble Dee/Shutterstock
Il dipinto forse più famoso di Van Gogh, "Notte stellata”, è esposto al MoMA di New York. © Bumble Dee/Shutterstock

5. Museum of Modern Art (MoMA), New York City

C’è una ragione per cui circa tre milioni di persone ogni anno si recano al MoMa per ammirare la Notte stellata (1889, esposta nella galleria 2 South). Questa visione celestiale di Van Gogh – probabilmente la sua opera più famosa – è ipnotica, con i cerchi di luce che brillano sopra una rappresentazione fiabesca di Saint-Rémy-de-Provence. C’è qualcosa di poetico nel contemplare questa scena notturna a New York, la “città che non dorme mai”. Van Gogh era affascinato dall’oscurità. Nel 1888 scrisse al fratello Theo: «Mi sembra spesso che la notte sia molto più viva e riccamente colorata del giorno».


Van Gogh dipinse questa tela nella propria camera nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, dove trascorse un anno cercando sollievo dalla malattia mentale. L’arte pareva offrirgli una tregua dai suoi tormenti, così si gettava nel lavoro ogni volta che ne aveva la possibilità.


Mentre aspettate il vostro turno per ammirare il quadro, prestate attenzione anche alle opere vicine, come il Ritratto di Joseph Roulin, l’impiegato delle poste dalla folta barba con cui Van Gogh strinse amicizia ad Arles.


Il consiglio top: il Metropolitan Museum of Art di New York ospita una straordinaria collezione di opere di Van Gogh ed è meno affollato rispetto al MoMA. Potrete ammirare il luminosissimo Mamma Roulin con il suo bambino (1888, galleria 955) e il suggestivo Campo di grano con cipressi (1889, galleria 822).

L’Art Institute di Chicago vanta una piccola ma splendida collezione di tele di Van Gogh. © Bumble Dee/Shutterstock
L’Art Institute di Chicago vanta una piccola ma splendida collezione di tele di Van Gogh. © Bumble Dee/Shutterstock
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6. Art Institute of Chicago

Il principale polo delle belle arti di Chicago ospita una dozzina di opere di Van Gogh, otto delle quali sono esposte nella Galleria 241. C’è La camera di Vincent ad Arles (1889), una delle tre versioni dello stesso soggetto, e Madame Roulin che dondola la culla (1889), uno dei cinque dipinti affettuosamente materni che ritraggono Augustine Roulin. I bevitori (1890) è di particolare impatto: nei periodi in cui non era in condizioni di lasciare l’ospedale psichiatrico, Van Gogh dipingeva ispirandosi ai lavori di altri artisti, in questo caso una litografia di Honoré Daumier.


La collezione è molto ben inserita nel contesto del museo. La tecnica puntinista impiegata in Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte (1884, Galleria 240), di Georges Seurat, richiama per esempio i minuscoli puntini di colore dell’Autoritratto (1887) di Van Gogh, così come il trattamento dell’acqua in Les Andelys, Côte d’Aval (1886, Galleria 240) di Paul Signac si riflette in Pesca in primavera, il Pont de Clichy (Asnières) (1887) di Van Gogh.


Il consiglio top: la famiglia Roulin, come detto, appare più volte nelle opere di Van Gogh, e anche nell’imperdibile Loving Vincent (2017), un film di animazione che mostra Armand Roulin (figlio di Joseph e Augustine) mentre cerca di ricostruire le ultime settimane della vita del pittore.

Diverse esperienze “immersive” celebrano Van Gogh, anche se non c’è niente di meglio che ammirare i suoi dipinti di persona. © Getty Images
Diverse esperienze “immersive” celebrano Van Gogh, anche se non c’è niente di meglio che ammirare i suoi dipinti di persona. © Getty Images

Mostre temporanee su Van Gogh in programma nel 2025

Tra i vari musei che ospiteranno mostre temporanee dedicate a Van Gogh nel 2025, due si distinguono per l’altissima qualità dell’offerta. Il Museum of Fine Arts di Boston presenterà una ventina di opere nella mostra "Van Gogh: I ritratti della famiglia Roulin" (30 marzo-7 settembre), incluso il celebre Il postino Joseph Roulin (1888), che fa parte della collezione permanente del museo. La mostra, che esplora la stretta relazione di Van Gogh con la famiglia Roulin, si trasferirà al Van Gogh Museum dal 3 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026.


In Giappone, la mostra itinerante "Van Gogh’s Home" ripercorrerà la carriera dell’artista, focalizzandosi su oltre 30 opere della collezione appartenente alla famiglia del pittore. l’esposizione si terrà a Osaka (5 luglio-31 agosto), Tokyo (12 settembre-21 dicembre) e Nagoya (3 gennaio-23 marzo 2026).


Il consiglio top: se vi incuriosiscono le riproduzioni digitali delle opere d’arte, "Van Gogh: The Immersive Experience" è ancora in corso in varie sedi negli Stati Uniti e in Europa. Tuttavia, nulla può eguagliare l’emozione di ammirare dal vero i dipinti e di coglierne tutte le meravigliose sfumature del tratto e dei colori.

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