I laghi di Prespa, viaggio nei Balcani lungo il confine
I laghi di Prespa, divisi tra Albania, Macedonia del Nord e Grecia, sono una delle destinazioni più sconosciute -e affascinanti- dei Balcani. Questo territorio dove confinano i tre stati è il regno della natura più selvaggia e, al tempo stesso, testimonianza di culture antichissime. Da scoprire prima che tutti quanti se ne accorgano.

Di ritorno da un viaggio dalla Macedonia del Nord verso l’Albania, desiderosa di scoprire una destinazione nuova e off the radar, insieme alla mia famiglia, ho deciso di fermarmi al lago di Prespa. Erano anni che volevo visitare questo territorio dove i turisti si contano sulle dita delle mani (letteralmente) e la lettura de Il lago. Ritorno nei Balcani in pace e in guerra della scrittrice bulgara, scozzese d’adozione, Kapka Kassabova non aveva fatto altro che aumentare il mio interesse verso quest’area poco battuta della penisola balcanica. Inoltre, dopo aver esplorato varie volte l’incredibile Ohrid, leggermente più a nord, sia sulla sponda albanese che quella nord macedone, con le sue chiesette in pietra, i monasteri e i panorami da cartolina, ero curiosa di vedere cosa ci fosse più a sud.

I laghi fratelli di Ohrid e Prespa
I laghi di Ohrid e Prespa, che sono connessi tra loro da sorgenti sotterranee, distano pochi chilometri. A separarli, è il Parco nazionale della Galičica -destinazione ideale per gli appassionati di foliage grazie alle sue rigogliose foreste che in autunno esplodono in sfumature gialle, dorate e arancioni- a ovest del quale c’è Ohrid diviso tra Albania e Macedonia del Nord, a est il Prespa Grande che è in parte anche in territorio greco. Poco più a sud, infine, c’è Prespa Piccolo che la Grecia condivide con l’Albania, separato dal Grande da una sottile lingua di terra. Tre laghi che sono il punto di incontro (o divisione?) di tre nazioni, lingue e culture diverse. Tre terre separate dove, basta spingersi un po’ più a fondo per trovare tanti punti in comune, ma guai a dirlo a voce alta. C’è qualcosa di più balcanico di questo?
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Prespa e la storia internazionale
Prespa è l’esatto opposto di Ohrid. Nonostante a separarli siano una manciata di chilometri, i due laghi non potrebbero essere più diversi. Ohrid è luminoso, vivo, radiante -le sue acque cristalline lo fanno sembrare quasi più un mare che un lago-, Prespa è invece oscuro, isolato e misterioso. Quasi mi sono stupita di trovare qualche anima sulle sue rive, talmente sembra un luogo ai confini della terra. Anche se negli ultimi anni questa zona è tornata alla ribalta nella scena politica internazionale con la firma nel 2019 del Trattato di Prespa tra Grecia e Macedonia del Nord che ha posto fine all’annosa controversia relativa al nome di quest’ultima, oggi sono poche le persone -i turisti- che si spingono fino a qui.

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Un territorio off the radar
Al momento, non potrebbe essere diversamente. Nonostante dal punto di vista naturalistico e storico -questi sono tra i primi luoghi abitati di cui si ha testimonianza in Europa- questa regione rappresenti un unicum in tutto il continente (le acque di Prespa sono abitate da pesci e sorvolate da uccelli che vivono solo qui, tra cui pellicani dalmati a rischio di estinzione), bisogna essere estremamente curiosi per mettere in agenda un viaggio qui. Non ci sono lusso, movida e monumenti da capogiro in quest’angolo di mondo. Questo è il regno della natura più selvaggia. Prespa è un ecosistema complesso e delicato diviso tra tre nazioni che pur non più formalmente in conflitto tra di loro, vivono esistenze separate e fanno poco, verrebbe da dire quasi nulla, per far conoscere al resto d’Europa questo gioiello dei Balcani: mappe e informazioni inesistenti, deviazioni di centinaia di chilometri per raggiungere le frontiere ufficiali, edifici antichi lasciati in rovina.
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Confini lacustri e antichi monasteri
Difficile rivaleggiare con le ormai ben più famose località della sponda adriatica e ionica della penisola balcanica. Anche se c’è chi spera che prima o poi i viaggiatori si accorgano del valore di questo lago. Vesna, proprietaria di uno dei pochi bar-ristorante in uno dei minuscoli villaggi sulla sponda nord macedone, è tra questi. Nota subito il nostro sguardo perso appena scendiamo dalla macchina e con un sorriso caloroso ci invita a sederci a uno dei tavolini all’aperto per prendere un caffè. Davanti a noi il lago con le sue acque scure e in lontananza l’isolotto di Golem Grad con resti della chiesetta di San Pietro, risalente al V secolo. Più in là, oltre il confine lacustre, in acque albanesi c’è anche l’isola di Maligrad, con la cappella di Santa Maria incastonata nella roccia, diverse grotte, una piccola scogliera e qualche serpente di troppo -non è un caso che sia stata soprannominata l’isola dei serpenti per via dei numerosi rettili squamosi che la abitano. Siamo gli unici clienti a goderci questo spettacolo della natura.

Alla scoperta di se stessi
<<Sono tornata l’anno scorso dopo quindici anni in Australia>>, racconta Vesna mentre porta il vassoio con i caffè. E perché? Mi verrebbe da chiederle, ma non lo faccio. <<Questa è la mia terra, avevo bisogno di tornare a casa. Troppo tempo lontano e rischi di scordarti chi sei, i tuoi luoghi. Io non voglio dimenticare questo panorama, anzi, nel mio piccolo voglio che i visitatori che vengono qui si rendano conto del suo valore. Per me Prespa è il posto più bello che ci sia>>, mi risponde indicando il lago, come se avesse capito quello che pensavo o forse, come lo sono quasi tutti da queste parti, abituata a chi costantemente le domanda cosa sia tornata (o stia ancora) a fare in questo angolo sperduto dei Balcani. Ci racconta della sua precedente vita, poi si allontana e io e la mia famiglia restiamo soli ad ammirare il lago in religioso silenzio. Un po’ di pace dopo mesi difficili, era proprio quello di cui avevo bisogno. E se la prossima estate invece di andare sulle solite e affollate spiagge del Mediterraneo decideste di cambiare rotta e venire qui? Tra montagne, monasteri antichissimi e laghi remoti. Terre selvatiche, eremi abbandonati e boschi. Un itinerario dove per chilometri interi si viaggia in silenzio, accompagnati solo dai propri pensieri e dalla natura più selvaggia. Questo, in fondo, è anche un viaggio per riscoprire se stessi.