Praia, Cidade Velha e Tarrafal: viaggio nell’anima di Santiago, a Capo Verde
Se vi aspettate di trovare bancarelle che vendono magneti da appendere al frigo, souvenir di dubbio gusto, cappellini e magliette con i colori della bandiera nazionale, o se credete di trovare resort all inclusive con spiagge punteggiate da ombrelloni colorati sotto ai quali bere cocktail esotici decorati con ombrellini e frutta tropicale, vi sbagliate di grosso. Vi basterà mettere il naso fuori dall’aeroporto di Praia, sull’Isola di Santiago, perché le vostre aspettative siano tradite in pochissimo tempo: ad attendervi ci sono una natura rigogliosa e potente, spiagge di sabbia scura e scogliere di cobalto nero che si tuffano nelle acque dell’Oceano Atlantico, panorami pazzeschi, montagne affascinanti, ma soprattutto l’allegra accoglienza di persone con un sorriso contagioso e un approccio rilassato alla vita.
Praia, la capitale di Capo Verde
Santiago è la più africana delle dieci isole che compongono l’arcipelago di Capo Verde e, grazie alla presenza della capitale, qui vive la maggior parte della popolazione. Iniziate il vostro viaggio proprio da Praia: se il luogo ideale dove soggiornare è senza dubbio la parte della città che si affaccia sul mare, i quartieri più interessanti sono quelli che si trovano sul Platô, il promontorio dalla cima piatta che si affaccia sull’Oceano, dove i portoghesi scelsero di rifugiarsi quando furono costretti ad abbandonare Cidade Velha lungo la costa. È una zona in parte pedonale, con negozi, ristoranti, palazzi istituzionali e piccoli musei. Partite dai colori dell’effervescente Mercado de Sucupira, il mercato principale della città, un bazar variopinto e abbastanza caotico, perfetto per sintonizzarvi con il mood del posto. Risalendo una delle scale lungo la parete rocciosa del Platô, raggiungete poi il Museu Etnográfico, che, oltre a custodire molti degli oggetti tradizionali, ospita anche una sezione sull’arte locale di costruire giocattoli utilizzando vecchie lattine, con risultati a volte molto sofisticati. Proseguite con una passeggiata in Avenida 5 de Julho, principale via pedonale di Praia e arteria del Platô, dedicata al giorno in cui il paese ottenne la piena indipendenza nel 1975, che brulica di vita, tra uffici, attività commerciali e ristoranti. Una volta arrivati nell’ampio spazio verdeggiante della piazza principale, Praça Alexandre Albuquerque, fermatevi a bere un caffè o a pranzare prima di andare a vedere il Palácio Presidencial, edificio di epoca coloniale dove ha sede l’ufficio dell’attuale capo di stato, José Maria Neves, e che si fregia dei giardini tropicali più curati di Capo Verde, anche se le guardie armate all’ingresso probabilmente non vi faranno avvicinare più di tanto.
Una volta terminato il tour, fate un tuffo tra le onde dell’Oceano a Prainha, spiaggia non lontana dal Faro Dona Maria Pia, e terminate la giornata con una buona cena al Quintal da Musica, ristorante che propone piatti creoli con influenze africane, ma soprattutto ottima musica dal vivo.
La storia di Cidade Velha, patrimonio UNESCO
È il primo sito africano in cui si insediarono gli esploratori portoghesi intorno alla metà del XV secolo e conserva ancora resti dell’architettura e dell’urbanistica: per questo motivo Ribeira Grande de Santiago, oggi conosciuta come Cidade Velha, è entrata a far parte della lista dei beni UNESCO nel 2009. Ha inoltre svolto un ruolo cruciale per il commercio e la tratta degli schiavi ed è una testimonianza tangibile dei primi tentativi europei di stabilire un insediamento permanente e una rete commerciale nei tropici.
Tra le cose da vedere, meglio se accompagnati da una guida che vi racconti la storia e le tradizioni del luogo, ci sono resti archeologici e architettonici: innanzitutto le rovine della cattedrale, la prima dell’Africa occidentale, edificio costruito a partire dal 1556 e distrutto dai pirati francesi nel 1700, poco dopo essere stato completato. A pochi passi dalla cattedrale si apre il Largo do Pelourinho, piccola piazza al cui centro svetta un pelourinho (gogna) sormontato da un globo e dalla croce che campeggiava sulle vele delle caravelle portoghesi: era qui che si svolgeva il mercato degli schiavi, e lo spazio è tuttora suddiviso in una griglia, ogni sezione della quale ospitava 12 persone.
La parte più interessante del villaggio è forse Rua da Banana, via acciottolata lungo la quale si susseguono antichi cottage di pietra vulcanica imbiancati a calce con il tetto coperto di foglie di banano, tutti ancora abitati. Se cercate una sistemazione tipica, un paio di questi vengono anche affittati ai turisti. Prima di salire alla Fortaleza Real de São Filipe, costruita nel 1593 sull’orlo della parete rocciosa dalla quale si apre una vista spettacolare sull’Oceano, visitate Nossa Senhora do Rosário, la costruzione più antica di Capo Verde (1495), che conserva ancora gli azulejos e gli arredi di legno scuro e presenta lo stile tipico dell’architettura sacra del periodo coloniale portoghese.
Tarrafal, la perla del nord dell’isola
Il posto che si avvicina maggiormente alla comune idea di isola tropicale è Tarrafal, villaggio balneare situato nell’estremo nord dell’isola, a circa 75 km dalla capitale Praia. A differenza della maggior parte delle spiagge di Santiago, di origine vulcanica e caratterizzate da sabbia scura, il litorale sinuoso orlato di palme vanta una splendida sabbia bianca che si estende per circa un chilometro. Se a quest’immagine paradisiaca unite le acque turchesi protette da una baia naturale, capirete il motivo per cui fino al 1975, anno in cui Capo Verde ottenne l’indipendenza dal Portogallo, solo i membri dell’élite del regime coloniale portoghese potevano permettersi di trascorrere qui le vacanze.
Alle spalle della spiaggia principale si trovano alcuni bar e ristoranti con un’atmosfera rilassata e accogliente dove gustare la tradizionale cachupa, uno stufato di mais, fagioli e ortaggi a radice, o la lagosta grelhada (aragosta alla griglia), bevendo l’ottimo Vinho do Fogo, vino bianco proveniente dall’Isola di Fogo con spiccate sfumature minerali, la birra locale Strela e il mitico grogue, distillato dalla canna da zucchero. Potete fermarvi a osservare i pescatori locali che scaricano il pescato dalle loro coloratissime barche tradizionali, o dedicarvi allo snorkeling per esplorare i fondali ricchi di vita marina. Oltre alla spiaggia principale, attorno alla quale ci sono anche delle piccole pensioni a conduzione familiare, nelle vicinanze si trovano altre calette come Praia Baixo e la suggestiva baia di Porto Rincão.
La storia di Tarrafal è però segnata anche da pagine più oscure: nei dintorni si trova il Campo da Concentração do Tarrafal, noto come ‘Campo da Morte Lenta’, campo di prigionia costruito dai portoghesi per detenere oppositori del regime fascista di Salazar dal 1936 al 1954, successivamente riaperto nel 1961 e destinato ad attivisti, intellettuali e combattenti per la libertà provenienti da Angola, Guinea-Bissau e dallo stesso Capo Verde. Questo luogo storico, oggi diventato un museo, rappresenta una tappa importante per comprendere la lotta per l’indipendenza capoverdiana.
Per arrivare a Tarrafal da Praia potete prendere gli aluguer (taxi collettivi) o gli autobus pubblici che percorrono la spettacolare strada costiera attraversando villaggi pittoreschi e paesaggi montagnosi. Il viaggio dura circa un’ora e mezza.
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Quando andare
Il periodo migliore per visitare Santiago va da novembre ad aprile, quando inizia la stagione secca, le temperature sono più miti e le piogge rare. Durante la stagione delle piogge, da agosto a ottobre, il clima caldo e umido trasforma l’isola in un giardino verde, ma le strade e i sentieri dell’interno possono diventare difficilmente percorribili.