Un viaggio sulle orme dei Leoni di Sicilia, un itinerario dedicato all'epopea dei Florio
Come se non bastassero le numerosissime e già universalmente note bellezze della Sicilia ad attirare turisti e viaggiatori nell'isola più grande d'Italia, negli ultimi anni è stata la penna di Stefania Auci ad aggiungere fascino al fascino, e a traslare nella letteratura luoghi, vicende storiche e personaggi siciliani: autrice del celeberrimo romanzo I leoni di Sicilia, la Auci ha voluto raccontare infatti le vicende della famiglia Florio, che nella Palermo ottocentesca divenne una dinastia di armatori, imprenditori del vino, del pesce e del turismo e segnò profondamente le sorti dello sviluppo economico della Sicilia. Dal romanzo, divenuto già un bestseller, è stata tratta anche l'omonima serie televisiva, che ha consacrato non solo la storia ma anche i “luoghi dei Florio” nell'immaginario di un pubblico sempre più vasto. Perché dunque non andare alla scoperta della Sicilia lungo sulle orme della vicenda dei Florio?
Chi erano i Florio in Sicilia?
Facciamo un passo indietro. Chi erano i Florio, e perché sono stati così significativi per la storia e l’economia siciliane? Qual è stato il loro lascito, e la loro eredità nella Trinacria? E perché tracciare un itinerario siciliano sulla scia della loro storia può diventare un vero e proprio viaggio nel cuore dell’isola e delle vicende che, tra fine Settecento e inizio Novecento, ne hanno plasmato identità e carattere?
I Florio furono una delle famiglie più ricche d’Italia, nonché la famiglia di industriali più importante della Sicilia: armatori, ma anche impresari nel campo del mondo vitivinicolo, nella chimica, nel turismo e nell’industria del tonno, rappresentarono lo spirito innovativo e proiettato in avanti che caratterizzò gli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Le vicende della famiglia, il cui capostipite fu Paolo Florio, iniziano a Bagnara Calabra, da cui Paolo emigrò dopo il disastroso terremoto del 1783, trasferendosi a Palermo. Qui aprì un negozio di spezie, prodotti coloniali e soprattutto chinino, usato per curare la malaria, che crebbe diventando uno dei più floridi della città. Il vero salto di qualità della famiglia su però quello che portò Ignazio, fratello di Paolo, ad avvicinarsi al mondo delle tonnare per ampliare il raggio d’azione della drogheria; fu il passo decisivo, quello che diede impulso agli affari dei Florio e che permise loro non solo di mettere a punto innovativi sistemi di conservazione del tonno e di dare lavoro a moltissime persone (la tonnara più importante dei Florio fu quella di Favignana, nelle Egadi), ma anche di lanciarsi in altri campi, come il turismo, il mondo del tabacco e del cotone, i collegamenti navali con l’estero, ma anche lo sport e l’informazione.
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Cosa vedere in Sicilia sulle orme dei Florio
Con queste premesse, è facile capire come mai dire “Florio” significa dire “Sicilia”, nelle sue accezioni che non comprendono solo il mare ma che permettono di cogliere l’anima intrinseca di questa terra complessa e sfavillante.
Alla scoperta della Palermo dei Florio
Palermo è il cuore pulsante della vicenda dei Florio e moltissimi dei luoghi citati nel romanzo della Auci e mostrati nella serie televisiva sono proprio nel capoluogo siciliano, dove ebbe inizio l’epopea della famiglia.
Alcuni esempi? Si pensi a via dei Materassai, zona Vucciria, dove Paolo Florio aprì con il cognato Paolo Barbaro la drogheria che avviò la fortuna della dinastia e dove agli inizi visse la famiglia, appena trasferitasi dalla Calabria. Ma si pensi anche al Villino Florio, in via Regina Margherita, considerato espressione perfetta del Liberty italiano: fu progettato dall’architetto Ernesto Basile e fu uno dei primi edifici in stile liberty nel nostri paese. Ma forse gli edifici che più di tutti si collegano alla famiglia Florio a Palermo sono la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella – nata come tonnara e poi trasformata in nobile residenza in stile neogotico, riconoscibile dalle quattro guglie che la sovrastano – e Villa Igiea, probabilmente la dimora Florio più conosciuta al mondo e capolavoro liberty: nacque come sanatorio (da qui il nome, che deriva da Higea Salutis Dea, cioè “Igea Dea della salute”) per curare le persone affette da tisi, e fu poi convertito in struttura ricettiva di lusso capace di ospitare zar, nobili e regnanti da tutta Europa. Attenzione però: a meno che abbiate il portafogli bello pieno, Villa Igiea si può oggi ammirare solo da fuori: è considerato infatti uno dei luxury hotel più belli al mondo.
Infine, come non citare Palazzo Florio, in via Catania? Luogo di convivialità all’insegna dell’arte e della cultura, il pianterreno del palazzo fu sede anche della storica “Targa Florio”, la gara automobilistica presieduta da Vincenzo Florio (e tutt’ora attiva).
Tra saline e Cantine Florio: l’eredità della famiglia nel mondo del vino siciliano
L’eredità dei Florio fu particolarmente significativa nella Sicilia occidentale, dove crebbero e si svilupparono porzioni importanti del percorso imprenditoriale della famiglia. A cominciare dal vino, per la precisione il Marsala: Vincenzo Florio fondò le Cantine Florio nel 1833 per la produzione di un Marsala siciliano di qualità, e costruì negli anni un complesso enologico d’avanguardia, con diretto affaccio sul mare, spazi di stoccaggio e invecchiamento del vino e strutture per i dipendenti. Famosa per i vini fortificati dolci e secchi, Marsala è oggi il capoluogo di una delle grandi regioni vinicole della Sicilia. Visitate le cantine Florio, poi godetevi l’aperitivo e la cena nelle vie lastricate del centro storico. E già che ci siete, mettete in conto anche una visita alle suggestive saline di Marsala, all’interno della Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone e della Laguna dello Stagnone, la più vasta di Sicilia.
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A Favignana per scoprire la modernità della Tonnara Florio
Non si può immaginare un itinerario siciliano sulle orme dei Florio senza mettere in conto una visita all’isola di Favignana, nelle Egadi, al largo della costa trapanese. Al netto dell’obiettiva meraviglia naturalistica dell’isola e del suo mare, visitare Favignana è anche l’occasione perfetta per tuffarsi nel cuore dell’attività imprenditoriale dei Florio, cioè il mondo delle tonnare.
L’ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica oggi è un museo, ma nell’Ottocento fu un vasto ed elegante complesso industriale, costruito con tufo locale e dedicato alla pesca e conservazione del tonno sottolio in scatola. Questa tonnara, costruita nel 1859 e notevolmente ampliata a partire dal 1878, fu una delle tante in Sicilia di proprietà della famiglia Florio e forse la più famosa: fu Vincenzo Florio senior infatti a mettere a punto un nuovo procedimento di cottura al vapore per la conservazione del tonno in scatola, rivoluzionando l’industria ittica e consolidando il successo dell’impresa di famiglia. Oggi le tonnare di Favignana sono un interessante museo sull’industria del tonno nell’arcipelago, e ospitano anche mostre temporanee di arte contemporanea dedicate sempre a temi connessi con l’ambiente o la pesca.