Levanzo, la piccola perla delle Isole Egadi
L'isola di Levanzo se ne sta quieta e dolce come in attesa, sospesa sull'acqua limpida del Mediterraneo a osservare l'aliscafo che le si avvicina rombante. Man mano che ci si approccia al piccolo molo, i dettagli si compongono: casette bianche e squadrate, usci dipinti, esplosioni di bouganville fucsia negli angoli e barchette di pescatori tinteggiate di colori vivaci a dondolare mollemente nella brezza sottile, profumata di salsedine. Approdare a Levanzo è come entrare in un'altra dimensione: è un'isola del sogno e della dolcezza, e sebbene solo pochi minuti di navigazione la separino da Trapani e dalla celebre Favignana, la sensazione è quella di un privilegio. Possibile, viene da chiedersi, che potrò assaporare questa pace? Possibile che questo scrigno di quieta meraviglia sia così vicina a tutto il resto, eppure ancora così puro?

Un’isola per rallentare
Levanzo fa parte dell’arcipelago delle Egadi, al largo della costa trapanese, e dell’omonima Area Marina Protetta, la più estesa d’Europa. Con i suoi soli 5 chilometri quadrati di superficie, è la più piccola dell’arcipelago e la più vicina alla costa: ma non lasciatevi ingannare dalle dimensioni, perché questo minuscolo accrocco di rocce calcaree e di macchia mediterranea è riuscito a custodire pressoché intatta la sua bellezza, a non farsela portare via dal passaggio (assai comodo) di tanti turisti in giornata e a preservare un suo carattere peculiare che la distingue dalle “sorelle maggiori”, la vivace Favignana e la selvaggia e austera Marettimo.
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La differenza è lampante: niente movida a Levanzo e niente verticalità da esplorare tra mare e montagna, no. Qui la dimensione è quella del gioiello, l’atmosfera quella della dolce vita, il richiamo quello del mare così limpido da dare l’illusione che le barche galleggino nell’aria. Si poggia piede a terra e si è soverchiati dal bianco abbagliante delle case, dalle linde screpolature graffiate dal mare sugli edifici, dal pacioso senso perduto di un tempo da assaporare a pieno, pure nell’ozio, pure nello staccare la spina che non è una forzatura, no, è una conditio sine qua non per provare a decifrare l’anima dell’isoletta. Fermarsi dunque, per permettere a Levanzo di coccolarci senza distrazioni di sorta, senza il senso di dover necessariamente “fare qualcosa”: e allora si può andare alla scoperta dei bei sentieri che percorrono l’isola, delle sue spiagge e calette nascoste, delle sue pregevoli testimonianze archeologiche. Rigorosamente senza automobile: Levanzo è car free e vi si può girare solo a piedi, in bici oppure – se si vuole esplorare il tratto costiero – in barca.

Una storia articolata
In barba alle dimensioni ridotte, Levanzo vanta una storia molto antica. Delle tre isole dell’arcipelago è la più vecchia (è emersa 200 milioni di anni fa) e fino al Paleolitico era collegata a Favignana tramite un lembo di terra emersa: questo collegamento è venuto a mancare con l’innalzamento del livello dei mari attorno al 6000 a.C., decretando per Levanzo un periodo di abbandono e isolamento totale, dovuto al fatto che le popolazioni che vi abitavano non conoscevano l’arte della navigazione. Di questi popoli preistorici è rimasta una traccia interessantissima: la Grotta del Genovese, una cavità rocciosa a circa 30 metri di altezza, lungo la costa occidentale, interamente coperta di graffiti risalenti al Paleolitico e al Neolitico. Scoperta per caso nel 1949 da una pittrice fiorentina in viaggio sull’isola, grazie agli studi archeologici sulle raffigurazioni – cervi, tori, ma anche esseri umani e tonni - è stato possibile stabilire che il territorio fu abitato dall’uomo tra i 10.000 e i 6000 anni prima di Cristo: oggi la grotta è visitabile soltanto tramite visita guidata, e si può raggiungere a piedi (con un sentiero molto panoramico che parte dal paese e in due ore giunge all’ingresso della grotta) oppure tramite un tour in barca.
Nel corso dei secoli l’isola – chiamata in greco Phorbantia – fu abitata da diverse popolazioni, e tornò alla ribalta delle cronache nel 214 a.C, quando durante la prima Guerra Punica i Romani sbaragliarono i Cartaginesi proprio al largo delle sue coste di Levanzo, prendendo il controllo sull’intero arcipelago: della battaglia resta traccia ancora oggi sott’acqua, dove è presente uno tra i relitti romani meglio conservati del Mediterraneo. Successivamente l’isola passò di mano in mano, fu conquistata e saccheggiata dai barbari e sai saraceni, e infine seguì il destino della Sicilia, vivendo tuttavia a partire dall’Ottocento un clima di sviluppo e ripopolazione grazie alla presenza della famiglia Florio, che potenziò le tonnare di Favignana e favorì lo sviluppo del territorio dell’arcipelago, Levanzo compresa.

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Cosa vedere a Levanzo, tra spiagge e sentieri
Levanzo è soprattutto un’isola della dolcezza, dove riprendere il proprio tempo tra profumi mediterranei e mare cristallino, da esplorare grazie alla sua bella rete di sentieri oppure facendo il giro dell’isola in barca, accompagnati da qualche pescatore o noleggiando un gommone: l’isola offre infatti calette riparate e piccole spiagge da sogno, facilmente raggiungibili a piedi oppure via mare.
Le più vicine al centro abitato sono Cala Dogana e Cala Fredda: la prima si trova proprio in prossimità del minuscolo porto dell’isola, ed è una piccola caletta di ghiaia che permette un facile accesso al mare anche ai più timorosi, offrendo al contempo un meraviglioso colpo d’occhio sul piccolo abitato e sulle sue casette bianche. Anche Cala Fredda è molto vicina al paese: la si raggiunge con una facile camminata di dieci minuti lungo un bel sentiero circondato dalle agavi, e ne vale assolutamente la pena... Anche solo per lo splendido mare cristallino, dall’acqua tanto limpida da non sembrare neanche reale!

Un’altra spiaggia di Levanzo molto apprezzata è poi Cala Minnola: proseguendo oltre Cala Fredda lungo il medesimo sentiero, infatti, in circa quindici minuti di passeggiata tra panorami e pineta si arriva a questa bella cala. La presenza della pineta e di qualche tavolo e panca in legno per il picnic la rendono la meta ideale per una mattina o un pomeriggio di relax tra mare e ombra profumata.
Se invece dal paese si segue il percorso panoramico sul mare in direzione ovest, in una decina di minuti si giunge alla Spiaggia del Faraglione, considerata una delle più belle dell’isola. Soprattutto al tramonto! A renderla iconica è la presenza di un grosso faraglione roccioso a breve distanza dalla costa, e vi si gode di un incredibile panorama sulle vicine isole di Favignana e Marettimo. Per chi volesse, appena oltre la spiaggia parte il sentiero (da percorrere con attenzione) che conduce fino all’imbocco della Grotta del Genovese.
Per chi invece preferisce vivere il mare come esplorazione, non può certamente mancare una visita a Cala Tramontana: sita sulla costa settentrionale di Levanzo, la si raggiunge con una camminata panoramica di circa un’ora, lungo un sentiero battuto che attraversa tutto l’interno dell’isola e conduce anche al faro di Capo Grosso, altra meta imperdibile (non fosse che per il senso di ampiezza che vi si respira!). Cala Tramontana è la più vasta dell’isola, rocciosa e dalle acque limpidissime: volendo, si può anche usufruire del servizio di taxi boat per arrivarci o per rientrare comodamente al paese. Il nostro consiglio è tuttavia quello di arrivarci camminando: la passeggiata è facile e adatta a tutti i livelli, e offre scorci splendidi sulla campagna dell’interno, sulla bella Villa Florio e sul mare circostante.