Il Giappone sta pensando a un visto per nomadi digitali
Che ne dite di vivere e lavorare da remoto per qualche mese a Tokyo, Osaka o Kyoto, dalle montagne dell’Hokkaido o magari dalle spiagge di Okinawa? Per qualcuno è un sogno che presto potrebbe diventare realtà. Il Giappone sta infatti valutando l’introduzione di un nuovo visto per nomadi digitali. I dettagli sono ancora in fase di definizione: ci si aspetta che la proposta venga ufficializzata a marzo 2024. Sembra però che non tutti i lavoratori avranno i requisiti necessari per approfittare di questa novità.

Stando alle informazioni al momento disponibili, il nuovo visto per nomadi digitali dovrebbe avere una durata di sei mesi e potrebbe essere rinnovato dopo altrettanti mesi trascorsi al di fuori del Giappone. A quanto pare potranno presentare richiesta i cittadini dell’Unione Europea, dunque Italia inclusa, e poi di Stati Uniti, Canada, Australia e molti altri. Per ottenere il visto per nomadi digitali bisognerà però soddisfare alcuni requisiti particolari, tra cui avere un’assicurazione sanitaria privata, un reddito di dieci milioni di yen (circa 61mila euro) e un contratto di lavoro con un’azienda non giapponese.
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Il nuovo visto, infatti, apparentemente sarà riservato ai lavoratori a contratto retribuiti da un’organizzazione pubblica o privata straniera. I liberi professionisti e i lavoratori autonomi dovranno probabilmente chiudere un contratto prima di presentare la domanda. Queste specifiche lasciano immaginare che il Giappone voglia rivolgersi ai nomadi digitali ad alto reddito o che comunque voglia evitare che questa novità venga usata per aggirare le regole del sistema di immigrazione. È bene ricordare, comunque, che i cittadini italiani possono già soggiornare in Giappone per un massimo di novanta giorni senza necessità di richiedere il visto, sia che viaggino per lavoro o per turismo.

Il visto per nomadi digitali non dà accesso ai documenti di residenza e probabilmente non renderà automaticamente possibile spostare la propria residenza fiscale in Giappone. Al momento non è chiaro se tale permesso di soggiorno temporaneo potrà essere esteso anche al coniuge e ai figli e non sono state fornite indicazioni nemmeno sulle modalità per presentare la richiesta. Ci si aspetta che questi e altri dettagli verranno confermati a marzo, quando la proposta sarà ufficializzata.