Consigli per aiutare i nomadi digitali a trovare una community nella vita reale
Vi attrae l'idea di uno stile di vita che vi permette di viaggiare tutto l'anno continuando a guadagnare soldi? Fabienne Fong Yan ci racconta la sua esperienza per aiutare i nuovi digital nomad a sentirsi più connessi con il mondo reale.
Nel 2015 ho lasciato il mio lavoro 9-17 (in realtà più 9-20) a Parigi. I quattro anni passati lavorando come consulente per una social media agency mi avevano dato la reputazione, l’esperienza e i contatti necessari per passare direttamente a freelance. È successo poco prima di rendermi conto che il luogo di lavoro non ha importanza se mi consente di produrre in qualsiasi momento, escluse le restrizioni dovute al fuso orario. Ma è una carriera che cela qualche insidia, trappole che ho imparato ad evitare.
Stabilite un ritmo di lavoro regolare
Una delle difficoltà maggiori che ho riscontrato lavorando da remoto e cambiando spesso paese, è lavorare senza limiti. All’inizio la flessibilità dell’orario e del luogo di lavoro può rivelarsi pericolosa. Non c’è niente di più eccitante di spostarsi da una comunità all’altra, ascoltando sempre nuove storie e incontrando viaggiatori di tutte le nazionalità. Vi trasformerete in una farfalla che adora ed è adorata dagli ambienti sociali, e la community di viaggiatori sarà il vostro campo pieno di fiori.
Durante i primi mesi di nomadismo ero così esaltata da tutte le novità (e dalla libertà!) da quasi dimenticarmi di dover trovare il tempo e la concentrazione per lavorare. Ma la realtà mi ha ricordato presto che non potevo concedermi gli stessi ritmi di chi sta facendo un viaggio di piacere. Anche se vi trovate dall’altra parte del mondo, i clienti sono in attesa del vostro lavoro, quindi è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita personale.
Ho imparato presto che passare molti giorni in una destinazione isolata dovrebbe essere proibito. Una volta mi sono trovata a chiamare i clienti e a tentare di aggiornare un Google document da un ostello con una connessione praticamente assente ai piedi di Machu Picchu, in Perù. Potete usare la scusa del WiFi una, due, forse tre volte... ma ricordatevi che non siete in vacanza, quindi la scelta più saggia è lavorare da città provviste di WiFi che funziona veramente e che vi consentono di lavorare da professionista efficiente.
Scegliete una città che faccia da base e vi aiuti nella crescita professionale
Un tempo cambiavo paese ogni mese, esploravo il mondo e contemporaneamente rispettavo le scadenze. Ma con gli anni ho cominciato ad accusare la stanchezza, lo stress dovuto al carico di lavoro e la frustrazione di avere una tabella di marcia che non corrisponde a quella degli altri viaggiatori. Non rimanevo mai in un posto abbastanza a lungo per instaurare delle amicizie, e non ero mai sufficientemente disponibile per legare con gli altri turisti. Così alla fine ho deciso di scegliere una città che facesse da base personale invece di essere costantemente in giro.
Gli aspetti pratici sono un criterio fondamentale per scegliere una base. Ma è importante anche individuare una città che vi faccia sentire al posto giusto dal punto di vista sociale, creativo e professionale. Per me, questa città era Berlino. Mi sono sentita per la prima volta sollevata dall’idea di avere una stanza visto che nei precedenti 18 mesi convivevo costantemente con la pressione di avere tutta la mia vita stipata in uno zaino da 40 litri. Convivere insieme a due cari amici, in ambiente familiare, ha spazzato via l’incombente minaccia della solitudine.
Una volta stabiliti, anche se in via provvisoria, è più facile crescere dal punto di vista professionale: appena smetterete di dovervi preoccupare su dove dormire la notte successiva, avrete inevitabilmente più tempo per concentrarvi sulle vostre capacità, prendervi più cura dei clienti, conoscere menti intraprendenti simili alla vostra e ottimizzare la produttività.
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Dall’altro lato, scegliere una base non significa smettere di muoversi: qualche anno dopo mi sono trasferita ad Hanoi e non c’è stato mese in cui non ho fatto una gita nei dintorni della città o un viaggio in un altro paese del Sud-est asiatico. In definitiva, posso dire che una città è un’ottima base per i digital nomad se li aiuta a diventare professionisti migliori e viaggiatori più felici.
Investite nei rapporti umani che contano, sia virtuali che reali
Mantenere dei rapporti quando si viaggia come stile di vita è forse la sfida più impegnativa con cui si deve fare i conti. Detto ciò, negli anni ho capito che un modo per favorire il senso di stabilità è proprio imparare a coltivare le relazioni nonostante la distanza. La tecnologia e i sistemi di messaggistica istantanea non sono solo strumenti per il lavoro da remoto, sono anche il modo migliore per comunicare regolarmente e in modo chiaro.
La forza per inseguire i vostri sogni in terre lontane sarà rinvigorita dalla certezza di avere delle persone da considerare "casa".
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Aspettatevi l’inaspettato
La flessibilità alla base della vita da digital nomad favorisce le nuove opportunità, quindi non esitate a coglierle! Quando sono atterrata ad Hanoi non avevo assolutamente idea che mi ci sarei trasferita. Avevo un visto di 30 giorni e il piano era percorrere il paese da nord a sud in sella ad un motorino, come fa la maggioranza dei backpacker. Ma non ho mai raggiunto il sud. Ho lasciato che la città e le persone mi sorprendessero. I giorni si sono trasformati in settimane e alla fine mi sono trasferita in una casa, sono diventata la cofondatrice di un piccolo business nell’ambito del turismo e mi sono integrata con una delle realtà sociali più affascinanti: i residenti della malfamata Train Street di Hanoi.
È vero che non si sa mai cosa ci riserva la vita, ma più che altro, quali siano le sorprese riservate a chi possiede una mentalità aperta e flessibile, soprattutto mentre viaggia. Il paese in cui vi trovate vi regalerà delle opportunità se sarete pronti a coglierle, basta tenere a mente queste regole base: imparate le basi della lingua, osservate e rimanete umili di fronte alle tradizioni e alle abitudini locali, fate uno sforzo per fare amicizia con i local, chiedetegli di sottotitolare cosa sta succedendo. Con un’attitudine curiosa, moltiplicherete le probabilità di stabilire una rete di rapporti nel mondo reale.
Lavorate insieme agli altri per superare le barriere culturali
Quando ho conosciuto Thao, la giovane donna vietnamita che ha creato la prima caffetteria di Train Street, il suo progetto mi ha entusiasmato al punto da trasformare la nostra amicizia in una società. Thao ci teneva a presentarmi i vicini, a spiegarmi le loro abitudini e mostrarmi come ci si comporta all’interno di una comunità chiusa, che abita in una strada così particolare. L’aiuto di un amico nel superare non solo gli ostacoli linguistici ma anche le differenze culturali ha un valore inestimabile.
Inizialmente gli abitanti del quartiere mi salutavano con aria sospetta. Ma l’insistenza paga. Un giorno, la nonnina che viveva nella casa accanto mi ha invitato a mangiare da lei. Il giorno dopo, una vicina più giovane mi ha chiesto di guardare il suo bambino di un anno mentre lei cucinava. E da quel momento, tutti hanno iniziato a regalarmi del cibo. "Se vuoi tenerti stretto qualcuno, fallo mangiare bene", dice la gente in Vietnam. E loro sì che mi hanno nutrito bene.
A volte basta un solo incontro a mandare all’aria tutto l’itinerario di viaggio. È la lezione più importante imparata finora nella mia vita da digital nomad: non studiate tutto nei minimi dettagli, perché spesso ciò che rende un viaggio speciale succede appena rallenti e ti circondi di persone che vogliono creare dei ponti per te o con il tuo mondo.