Dove andare in Giappone per scoprire le sue fiabe e leggende
La cultura e la mitologia giapponese affascinano anche per il profondo legame che le legano alla natura e alla storia millenaria del paese. Ancora oggi, in alcune regioni del Giappone, queste storie sembrano quasi prendere forma. Esistono infatti dei luoghi simbolo dove il confine tra mito e realtà si assottiglia, e si può entrare, anche solo per un momento, nel mondo degli yōkai (creature soprannaturali dal comportamento imprevedibile) e del mito. Vediamo insieme quali sono.

Alla ricerca dei kappa a Tono, nella prefettura di Iwate
I kappa (letteralmente "bambino del fiume") sono tra le creature più celebri del folklore giapponese. Appartengono alla vasta famiglia degli yōkai e abitano nei corsi d’acqua. Di aspetto singolare, li caratterizza avere una sorta di piattino con dell’acqua sulla testa. I kappa sono creature dal comportamento ambiguo: a volte dispettose, a volte pericolose (soprattutto per i bambini) ma, se trattate con rispetto, possono anche diventare degli amici leali.
Uno dei luoghi più noti legati ai kappa è Tono, un piccolo villaggio nella prefettura di Iwate. Qui si trova un ruscello, chiamato Kappabuchi, dove sorge un piccolo santuario a loro dedicato. Anche a Tokyo, nel quartiere di Taito, si possono incontrare i kappa. Nel tempio Sogen-ji (detto anche Kappa-dera) sarebbe infatti conservata la mano mummificata di un kappa.

La Yukionna e gli snow monsters
Spostandosi verso nord-ovest, tra le montagne innevate di Yamagata e Niigata, troviamo la yukionna (letteralmente “donna della neve”), una delle figure più affascinanti e inquietanti del folklore giapponese. Anche lei è uno yōkai, nella forma di una donna alta, pallida, dalla pelle bianca come la neve, capelli lunghi e neri. Spesso è vestita con un kimono bianco, il colore del lutto nella tradizione giapponese. Bellissima e letale, appare agli uomini durante le tempeste invernali per sedurli e poi toglier loro la vita. In quest’area ci sono anche i cosiddetti snow monsters, mostri di neve, alberi che a causa delle forti nevicate si trasformano, con l’immaginazione, in creature mostruose.
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I tengu sul monte Takao e sul monte Kurama
I tengu (letteralmente “cani celesti” o “spiriti del cielo”) sono tra gli yōkai più enigmatici e iconici del folklore giapponese. A metà tra spiriti e divinità minori, questa creature popolano le foreste e le montagne del Giappone. Secondo le leggende, i tengu a volte fanno dispetti, rapiscono monaci o mettono alla prova i viandanti. Ma sono anche protettori dei luoghi sacri. Il tempio Yakuo-in, sul Monte Takao, vicino a Tokyo, è uno dei luoghi più celebri legati ai tengu. Un altro luogo iconico legato a loro è il Monte Kurama, vicino a Kyoto. Si narra che questo luogo dall’energia mistica sia la dimora di Sojobo, re dei tengu.

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La Pineta di Miho e la leggenda dell’Hagoromo
La leggenda dell’Hagoromo racconta di un pescatore che trova appeso a un pino il mantello di piume di una tennin, uno spirito che danza nel cielo. Poco dopo la tennin lo implora di restituirglielo perché senza quel mantello non può tornare in cielo. Il pescatore accetta a patto che lei possa danzare per lui. E così la tennin esegue una danza magica, per poi svanire nel nulla. Questa storia risale all’VIII secolo ed è diventata un classico del teatro nōh. Si dice che l’albero su cui venne trovato il mantello sia all’interno della pineta di Miho, nella prefettura Shizuoka. Si tratta di una distesa di pini neri secolari che si estende per oltre 7 chilometri lungo la baia di Suruga. Da qui è possibile osservare il Monte Fuji godendo di una vista unica e meravigliosa che per secoli ha ispirato artisti e poeti.
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Con Momotarō nella prefettura di Okayama
Una delle storie più famose e amate dai giapponesi è quella di Momotarō, il bambino della pesca. Si racconta che Momotarō sia nato da una pesca gigante trovata da una coppia di anziani. Una volta cresciuto, Momotarō parte per combattere una banda di demoni sull’Isola degli Oni. Durante il viaggio Momotarō fa amicizia con un cane rosso (Akainu), una scimmia gialla (Kizaru) e un fagiano blu (Aokiji). Nella prefettura di Okayama, dove si dice abbia avuto origine questa leggenda, c’è una statua di Momotarō insieme ai suoi tre fedeli compagni di viaggio.