Nomadi digitali, perché lavorare (e vivere) on the road è una ricetta di felicità

Redazione Lonely Planet
4 minuti di lettura

Scegliere un punto di partenza sul mappamondo, mollare tutto e partire. Ricordandosi di portar con sé giusto un computer, il passaporto e la voglia di investire tutto in un progetto incredibile: diventare un freelance che ha fatto del mondo la sua casa. Sognate di essere dei nomadi digitali ma non sapete da che parte iniziare? Mettete da parte incertezze, paure e dubbi e scoprite i vantaggi di una vita che, tappa dopo tappa, vi farà scoprire angoli di mondo dove non pensavate neanche di arrivare.

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Essere nomadi digitali vuol dire lavorare in modo flessibile ovunque vogliate nel mondo. Credits: ©Chz_mhOng/Shutterstock
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Fare una riunione da una spiaggia di Bali, lavorare a un progetto da un bungalow in Sri Lanka. In una parola lavorare e vivere ovunque vogliate e per tutto il tempo necessario. In un mondo del lavoro che diventa sempre più fluido e tecnologico, oggi l'espressione nomade digitale non vuol dire più prendersi un anno sabbatico sospendendo la propria carriera, ma esplorare porzioni di mondo incredibili dando a quella carriera nuove possibilità. Una vita on the road, insomma, in cui gli orari di lavoro e quelli del tempo libero hanno come sfondo location straordinarie. E no, nessun capo all'orizzonte perché i nomadi digitali spesso optano per la carriera da freelance così da poter gestire come meglio credono le loro giornate. Unico limite di questo progetto: la nostalgia. Di una vita stabile, di una casa con un indirizzo definito e, ovviamente, degli affetti che non verranno con voi in viaggio. Ma organizzandola bene e partendo con l'attitude giusta, la vita da nomade digitale può funzionare eccome. E i vantaggi non rimarranno solo sul curriculum, ma plasmeranno la vostra vita per un sacco di tempo.

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Nomadi digitali

Perché fare il salto, mollare tutto e diventare un nomade digitale

Essere un freelance in movimento è una sfida, perché andare a caccia di quegli stimoli che spingono a mollare una casa, un lavoro magari stabile e degli affetti richiede un sacco di forza di volontà e capacità di visualizzazione, soprattutto prima di partire. Se avete deciso che essere un nomade digitale è ciò che vi serve per dare una sferzata alla vostra vita ma vi blocca la paura di non farcela una volta raggiunta Rio (o il Giappone, o la Provenza, insomma, il luogo che avrete scelto come destinazione di questa avventura) pensare alle nuove opportunità e ovviamente mettere a punto un piccolo piano salva-vita che dia tranquillità da un punto di vista economico sono ottimi punti di partenza. La nostalgia e il rimpianto potrebbero fare capolino, così come la paura di intraprendere il viaggio da soli, di sentire la mancanza di casa mentre si è a chilometri di distanza e di non vedere i propri amici per un po', ma i vantaggi di una vita nomade, a detta di chi l'ha provata, aiutano a sentire un po' meno la distanza.

La possibilità di organizzare il proprio tempo e di vedere il mondo in contemporanea, vivendo da local in un paese che avete sempre desiderato visitare; l'opportunità di mettere in campo talenti e competenze tra le più disparate per non fossilizzarsi in una sola attività e diversificare; la capacità di pensare fuori dalla zona di comfort per capovolgere l'idea che solo stando fermi in un luogo si possa prosperare. E poi volete mettere la possibilità di fare pausa pranzo a mollo nel mare dei Caraibi o chiudere la giornata di lavoro a spasso nella giungla?

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Pausa pranzo a mollo nel Mar Morto: da nomadi digitali si può fare. ©Hrecheniuk Oleksii/Shutterstock

Nomadismo digitale, piano d'attacco per non partire impreparati

Le difficoltà ci sono, inutile girarci intorno. Ma per aggirare l'ansia da "E se rimango senza soldi?" - che forse è una delle più prepotenti quando si pensa a un progetto di vita nomade - basta partire con un piano. Scegliere e investire in un lavoro, magari tra quelli che il web offre oggi, è il primo passo. Ci sono attività creative legate alla scrittura oppure alla produzione di contenuti fotografici e digitali che si possono portare avanti da un appartamento in città così come da un tavolino vista mare. Insegnare è un altro sbocco che ha anche il grande pregio di mettervi a contatto con le popolazioni locali. Partire con un network forte vi darà una mano a livello psicologico, per evitare l'effetto "e ora cosa faccio?" una volta che avrete raggiunto la vostra nuova home away from home. E stabilire un budget per gli spostamenti, il vitto e l'alloggio, darsi degli obiettivi mensili o annuali e organizzarsi per tempo da un punto di vista fiscale sono degli espedienti che aiutano ad aggirare lo scoglio psicologico del Non posso farcela.

La scelta della meta da cui partire se avete in mente un percorso a tappe arriva dopo e non è secondaria. Non tutte le destinazioni sono giuste per un viaggio, figuriamoci per un cambio di vita radicale. In questo senso, parlare con qualcuno che ci è già passato scovando racconti e resoconti di altri nomadi digitali online è un buon trucco per non sbagliare la scelta del nuovo domicilio. Qualunque esso sia.

Vita da nomadi digitali, e se fosse la chiave per la felicità?

Tantissime ricerche sul lavoro e la produttività mostrano che sfruttare gli orari in cui si è più creativi, organizzare il proprio spazio lavorativo rendendola accogliente e, in generale, lavorare quando si è più ispirati non solo aiuta a ottenere risultati qualitativamente migliori da un punto di vista professionale ma rende anche più felici. Tenere in equilibrio vita privata e ambizioni, voglia di far carriera e quella di vedere il mondo non è facile, ma il nomadismo digitale mette insieme tutti questi ingredienti per offrire a chi fa il salto uno stile di vita più libero, flessibile e, a tutti gli effetti, sereno. Sia che si lavori da una scrivania vista lago oppure col pc poggiato sulle ginocchia su una spiaggia australiana. L'esperienza regala uno spirito di adattamento al mondo che si guadagna solo esplorandolo. E aiuta a diventare più responsabili non solo del proprio lavoro ma anche nella vita di tutti i giorni, facendo dell'idea che solo con radici ben piantate a terra si possa crescere un mantra ormai superato.

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