Una Boccata d’Arte per riscoprire i piccoli borghi d’Italia
Una Boccata d’Arte è il progetto diffuso d’arte contemporanea che ogni anno, dal 2020, rende protagonisti 20 piccoli borghi italiani (con meno di 5000 abitanti), uno per regione, attraverso l’intervento di 20 artisti italiani e internazionali che, dopo aver vissuto un periodo in uno di questi piccoli centri realizzano un progetto artistico specifico per la realtà in cui si sono immersi.

Dove il tempo sembra essersi fermato, l’arte prova a dare nuova vita a luoghi e comunità. Ed è così che, per esempio, a Macchiagodena in Molise, la reinterpretazione di un canto popolare sull’emigrazione risuona tra le mura del centro semi abbandonato. A Roccacaramanico, in Abruzzo, la riflessione di un artista nasce dai punti di bivacco presenti in montagna. A Oriolo Romano, nel Lazio, un edificio incompiuto viene trasformato in un finto museo per costruire una nuova memoria collettiva. A Borgolavezzaro, in Piemonte, l’installazione artistica riflette sulla memoria agricola di una cascina dismessa, mentre a Rocca Cilento, frazione di Lustra, in Campania, un campo da calcio abbandonato diventa un percorso verso nuove narrazioni.
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In alcuni borghi a fare da protagonista di questa riscoperta artistica è il suono. A Framura, in Liguria, un lightbox intreccia memorie di vita e resistenza, dialogando con lo scorrere del torrente Castagnola. A Bagnara di Romagna, in Emilia-Romagna, un’orchestra di piccole sculture in ceramica ispirate alla flora e fauna locali dialoga con l’ecosistema circostante. A Burcei, in Sardegna, la pietra si fa strumento e racconto, mentre a Cormons, in Friuli Venezia Giulia, un “radiodramma” intreccia lingue e storie locali che si stavano dimenticando.

A volte, invece, è la natura a diventare materia e ispirazione per l’artista. È questo il caso di Ollomont, in Valle d’Aosta, dove licheni e cera d’api hanno dato vita a una scultura in dialogo con le forze naturali del paesaggio alpino. A Luserna, in Trentino-Alto Adige, un’opera nei boschi riflette sull’equilibrio ecologico. A Pratovecchio Stia, in Toscana, la scultura ispirata a un raro coleottero del legno diventa simbolo di sfruttamento e biodiversità. A Custonaci, in Sicilia, il marmo estratto racconta l’impatto sul territorio. E a Simeri Crichi, in Calabria, una statuetta antica riapre la riflessione sul senso universale della cura.
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Non si può parlare di borghi senza parlare di identità che in questi borghi, tra architetture, simboli e stratificazioni, si fa racconto visivo. A Sammichele di Bari, in Puglia, un portale rievoca le porte murate del borgo e richiama la cultura mediterranea. A Citerna, in Umbria, lastre metalliche che raffigurano cani randagi diventano una sorta di reliquie urbane. A Miglionico, in Basilicata, un binocolo panoramico ribalta la prospettiva sul paesaggio. Infine, a Tarzo, in Veneto, un menhir contemporaneo si trasforma in un “palinsesto” di memorie materiali delle frazioni che compongono il comune.
L’arte come file rouge della riscoperta dei piccoli centri
Le opere della sesta edizione di Una Boccata d’Arte sono visibili fino al 28 settembre 2025. Una volta conclusa la manifestazione, però, il viaggio non si ferma. Sono già oltre 40 le opere lasciate in eredità delle passate edizioni ai borghi che le avevano ospitate. Un invito, questo, a continuare a esplorare i piccoli centri italiani e a riscoprire la bellezza di questi luoghi e dell’arte che hanno saputo ispirare.