L’antica lingua del Perù rivive nel rap di Renata Flores

Originaria di Ayacucho, nel cuore delle Ande peruviane, questa giovane artista sta ridefinendo i confini della musica contemporanea. Renata Flores ha scelto di cantare e rappare in lingua quechua, l'antica lingua degli Inca, dando voce a una cultura antica in chiave moderna. Nei suoi testi parla di identità, diritti, salvaguardia dell’ambiente e lotta contro le discriminazioni, trasformando ogni canzone in un messaggio forte e attuale.

Una donna quechua  nella valle di Cuzco © SL-Photography/Shutterstock
Una donna quechua nella valle di Cuzco © SL-Photography/Shutterstock
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Fin dalla sua adolescenza, Renata Flores è stata affascinata dalla potenza narrativa del rap. Cresciuta in una famiglia in cui le nonne parlavano il quechua, ha deciso di cantare utilizzando questo idioma per preservarlo, valorizzarlo e combattere le discriminazioni legate al suo utilizzo. Pachamama, album e singolo uscito nel 2022, è un esempio del suo attivismo nei confronti dell’ambiente. Questo brano, infatti, esplora la profonda connessione che lega esseri umani alla natura, riflettendo sulle sfide ambientali contemporanee e promuovendo una maggiore consapevolezza ecologica.

Insieme allo spagnolo, il quechua è la lingua ufficiale del Perù, ed è diffuso anche in Bolivia, Ecuador, Colombia, alcune zone dell’Argentina – come la provincia di Santiago dell’Estero – e in Cile, soprattutto nella regione di San Pedro de Atacama. Chiamato anche “Runa simi”, il quechua è stata la lingua ufficiale dell’impero Inca e, anche oggi, conserva un legame ancestrale con la storia più antica del paese.  

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Un invito a viaggiare consapevolmente

La musica di Renata Flores è quasi un’introduzione emotiva all’anima di questo paese. Ascoltarla prima di partire per un viaggio in Perù può essere d’ispirazione per lasciare le rotte più battute e decidere di immergersi completamente nella sua affascinante cultura.

Ayacucho, tra colonialismo spagnolo e radici Inca

Ayacucho, la città natale di Renata Flores, è una città coloniale il cui nome, in lingua quechua, è la somma dei termini aya (che significa "morte" o "anima") e cuchu (entroterra). Nota per le sue 33 chiese, gli edifici color pastello, e i balconi in legno, Ayacucho è una delle città più affascinanti e significative del Perù. Il suo lungo passato tra radici andine, eredità coloniale, e tragiche cicatrici legate alla violenza politica degli anni ’80, la rende una meta imprescindibile per chi desidera conoscere meglio una parte importante della storia del Perù.

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