Puerto Williams, la città più a sud del mondo, e la storia del popolo yagán

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

Situata sull’Isla Navarino, nella Terra del Fuoco cilena, Puerto Wil­liams si affaccia sul Canale di Beagle e ha alle spalle la catena dei Dientes de Navarino. Fondata nel 1953 come base navale in una regione da migliaia di anni abitata dalla popolazione indigena degli yagán, solo nel 2019 è stata dichiarata città, la più meridionale della Terra, 1000 km a nord dell’Antartide e più di 2400 km a sud di Santiago, anche se con i suoi 2000 abitanti mantiene ancora l’aspetto e l’atmosfera di un villaggio.

Puerto Wil­liams, Cile ©Dudarev Mikhail/Shutterstock
Puerto Wil­liams, Cile ©Dudarev Mikhail/Shutterstock
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Oggi Puerto Williams è in pieno sviluppo: si sta costruen­do una nuova e moderna area portuale e sempre più navi da crociera per l’Antartide si fermano nel suo porto. Ai visitato­ri offre paesaggi stupendi, una base perfetta per l’escursio­ nismo e, soprattutto, la sensazione unica di essere a el fin del mundo, alla fine del mondo.

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Popoli nativi ed esploratori dell’Antartide

Il moderno Museo Antropológico Martín Gusinde, nella parte occidentale di Puerto Williams, esplora la storia uma­na e naturale della Tierra del Fuego. La riproduzione di un capanno e manufatti come arpioni e canoe aiutano ad appro­fondire la conoscenza della cultura degli yagán, le cui comu­nità nomadiche vissero per migliaia di anni spostandosi su canoe nelle parti più meridionali della Tierra del Fuego, no­nostante le difficili condizioni del territorio.

Il museo è dedicato anche all’impatto provocato dall’arri­vo degli europei nella regione. Sul lato opposto all’ingresso principale si trova Casa Stirling, un edificio prefabbricato bri­tannico portato nel 1869 nella Tierra del Fuego e usato dai missionari anglicani. Ben presto li seguirono allevatori di pe­core e minatori alla ricerca di oro, provocando la distruzione del popolo yagán e di altre comunità native come i selk’nam, che abitavano nelle zone settentrionali della Tierra del Fue­go. Molti morirono a causa di malattie come morbillo e vaio­lo, portate dai coloni europei, mentre altri vennero obbligati a lasciare le loro terre ancestrali o furono uccisi dai caccia­ tori di taglie impiegati dagli allevatori.

Dopo la visita al museo, tornate nel centro di Puerto Wil­liams per saperne di più su uno degli episodi più importanti dell’epoca delle eroiche esplorazioni in Antartide, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Fuori dal quartiere navale trovate, accompagnata da pannelli che raccontano il conte­sto, una riproduzione della prua della Yelcho, la nave che nel 1916 portò in salvo da Elephant Island l’equipaggio della nau­fragata Endurance di Ernest Shackleton. L’originale si trova in mostra sul lungomare di Punta Arenas.

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Il faro alla fine del mondo  nel Canale di Beagle ©Jose de Jesus Churion Del/Shutterstock
Il faro alla fine del mondo nel Canale di Beagle ©Jose de Jesus Churion Del/Shutterstock

Sentieri alla fine del mondo

Per panorami spettacolari sul Canale di Beagle e la catena dei Dientes de Navarino, seguite un sentiero nella foresta ben se­gnalato, che porta su verso la rocciosa vetta spazzata dal ven­to del Cerro Bandera (610 m). Una bandiera del Cile sven­tola per segnalare il punto più alto, ma se continuate a salire per altri 45 minuti, seguendo una serie di cippi, potrete am­mirare la vista stupenda dei Dientes e del canale.

Il sentiero di 12 km si può anche percorrere senza guida. Occorrono all’incirca dalle quattro alle cinque ore andata e ritorno e il percorso comincia all’altare di Plaza de La Vir­gen, 1 km a piedi a ovest di Puerto Williams sulla Vía Uno. Da qui un sentiero porta a una diga con un centro visitato­ri, prima di salire verso la cima, dove può fare molto freddo, con vento e spesso pioggia. Vestitevi in modo adatto e por­tate acqua e snack.

Il sentiero che sale su per il Cerro Bandera è il primo tratto del Circuito Dientes de Navarino, un itinerario difficile di 53 km, che si snoda attraverso lo spettacolare territorio sel­ vaggio della Tierra del Fuego. Camminate dalle quattro alle cinque ore in totale, costeggiando magnifici laghi e ammi­rando la vista stupefacente delle aguzze vette simili a dientes (denti). Negli ultimi anni il circuito è sempre più frequen­tato ma, dato l’isolamento dell’area non è adatto a chi non ha grandi capacità di orientamento ed esperienza, qui più necessarie rispetto, per esempio, ai sentieri del Parque Na­cional Torres del Paine.

Il sentiero di 41 km fino al remoto e poco visitato Lago Windhond è una buona alternativa al più popolare Circui­to Dientes de Navarino, soprattutto se c’è troppo vento. Oc­corrono dai tre ai quattro giorni per seguire un percorso re­lativamente coperto, attraverso foreste selvagge, torbiere e montagne. Il lago limpido e gelido è famoso tra i cannisti che vengono a pescare qui le trote comuni e arcobaleno.

I Dientes de Navarino visti da Cumbre Betinelli ©Jan Jerman /Shutterstock
I Dientes de Navarino visti da Cumbre Betinelli ©Jan Jerman /Shutterstock
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Visita a Caleta Eugenia e Puerto Toro

Se Puerto Williams non è abbastanza meridionale per voi, po­tete visitare due insediamenti ancora più a sud. Circa 25 km a est della città, lungo la strada costiera Y-905, costellata di siti archeologici yagán, si trova Caleta Eugenia, l’estremità più meridionale del mondo raggiungibile in automobile. Si­tuata sul margine di una baia di fronte al Canale di Beagle, a volte solcata da pescherecci alla ricerca di centolla (granchio gigante), questa estancia appartiene alla marina cilena ed è gestita da padre e figlio. Se volete dare un’occhiata veloce, alcuni minibus settimanali fanno la spola tra Puerto Wil­ liams e Caleta Eugenia.

Puerto Toro, il villaggio più meridionale della Terra, è persino più isolato. Fondato nel 1892, si trova sulla sponda orientale dell’Isla Navarino ed è raggiungibile solo in barca. I residenti di Puerto Toro sono solo una decina, oltre a pochi membri del personale della marina, ma la popolazione au­ menta durante la stagione di pesca della centolla. Non ci sono strade che collegano il villaggio al resto dell’Isla Navarino, anche se in passato è stata avanzata la proposta di costruirne una; tuttavia, l’ultima domenica di ogni mese c’è un traghet­ to gratuito che fa la spola tra Puerto Williams e Puerto Toro (3 h solo andata, con fermata di un’ora a Puerto Toro; pre­ notate in anticipo un posto presso l’ufficio turistico). Serendipia organizza crociere che si fermano anche nel villaggio.

Puerto Toro non ha strutture turistiche e non offre molte attività a parte un giro a piedi del villaggio. In realtà, l’at­trattiva principale è vedere come si vive alla fine del mondo

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La comunità yaghan di Villa Ukika

Situata nella periferia orientale di Puerto Williams, 1 km a piedi dal centro, Villa Ukika è una piccola comunità yagán fondata negli anni ’60. Ha un edificio in legno di stile tradizionale chiamato Kipa Akar (‘Casa delle donne’ nella lingua yagán), dove a volte si vendono prodotti artigianali. Il villaggio costeggia il Parque Ukika, dove un sentiero nella foresta si snoda lungo la riva del Río Ukika e ci sono diverse zone per il picnic. Qui potete scorgere sugli alberi gruppi di Cyttaria hariotii, un fungo arancione a forma di palla da golf, anche chiamato pan de indio (pane nativo), che in passato veniva consumato dalle popolazioni indigene in Patagonia e nella Tierra del Fuego.

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