Chiloé, l’enigmatica e nebbiosa isola del Cile

Redazione Lonely Planet
4 minuti di lettura

Isla Grande de Chiloé, in Cile, è la quinta isola più grande del Sud America, con belle chiese in legno e paesaggi incredibili. È anche la patria di un popolo di naviganti che difese a lungo la propria indipendenza.


Il Chiloe National Park  ©Michal Knitl/Shutterstock
Il Chiloe National Park ©Michal Knitl/Shutterstock
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La Isla Grande de Chiloé è una favolosa isola cilena di 8394 kmq, la seconda più grande del paese dopo la Tierra del Fuego. Tuttavia, queste sono le uniche informa­zioni certe che abbiamo, mentre l’enigma­tica isola nasconde ovunque miste­ri, dalle chiese in legno gesuite influenzate dalla cultura dei mestizos (16 delle quali co­stituiscono uno dei più af­ fascinanti siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNE­SCO) alla particolare mi­tologia che include stre­goneria, navi fantasma e gnomi della foresta.

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Il popolo chilote è for­mato da un assortimento di orgogliosi e spesso indomiti di­scendenti di chono, huilliche e cun­co, dal forte spirito indipendente e tem­prati dalle intemperie. Quando la nebbia del primo mattino si solleva, saltano agli occhi le differenze profonde dell’isola rispetto al resto del Cile (che si raggiunge in traghetto in 30 minuti dalla continentale Pargua): case coperte di tejuelas (le famo­se scandole in legno), palafitos costruiti su pali in riva al mare e caratteristiche chiese in legno, poco ortodosse e molto colorate. Vi aspetta­no anche sorprese culinarie come il rinomato curanto, uno stufato di carne, pata­te e frutti di mare cotto in una buca nel terreno, una specialità di Chiloé. Sullo sfondo, invece, si apre un paesaggio rigoglioso, bat­tuto dal vento e dalla piog­gia, con colline, parchi nazio­nali selvaggi e isolati e fitte foreste che danno all’isola il suo carattere uni­ co e distintivo, anche rispetto al resto del Sud America. Tra il misterioso popolo di Chiloé c’è tanto da scoprire.

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Una delle chiese di legno dell’isola ©ecerovi2016/Shutterstock
Una delle chiese di legno dell’isola ©ecerovi2016/Shutterstock

Cosa vedere a Chiloé

Ancud

Ancud è la prima città degna di nota che s’incontra all’arri­vo dal nord, nonché la base perfetta per esplorare gli spetta­colari dintorni di questo angolo meno visitato dell’isola. La località è piena di buoni ristoranti, bar alla moda e struttu­re ricettive e permette così di apprezzare la peculiarità di Chiloé, anche senza addentrarsi troppo in zone più remote.

In passato Ancud vantava graziosi palazzi, palafitos (case su pali sulla riva del mare) e una linea ferroviaria, che contribuirono a dare alla città un’aria benestante. Tuttavia, nel 1960 il terremoto di magnitudo 9,5 a Valdivia (e il seguente tsunami) distrussero tutto in 10 terribili minuti. Oggi rima­ne ben poco della sua architettura originale e la nuova Ancud si rivela una città grande, ma costellata di edifici costruiti in fretta. Ai visitatori rimane comunque la piacevole sorpresa del bel lungomare, riorganizzato a partire dal 2020 con pas­serelle pedonali, diverse piazze con panchine e punti pano­ramici affacciati sulla baia e sul canale.

Dintorni di Ancud

I dintorni di Ancud sono spettacolari, con colonie di pinguini rari, una foresta sommersa e ovunque bellissimi panorami mozzafiato. Ancud si trova in una splendida posizione, affacciata sull’omonima baia e sul Canale di Chacao, ma i suoi dintorni sono an­cora più belli, come usciti da un dipinto, con ondeggianti colli­ne verdi calpestate da pecore e mucche e circondate dal mare piatto e limpido. A ovest il Monumento Natural Islotes de Puñihuil protegge tre isole al largo, l’unico territorio al mondo dove nello stes­so posto si riproducono sia i pinguini di Magellano sia quelli di Humboldt. Ancora più a sud­ovest, la rurale Chepu, vicino al settore settentrionale del Parque Nacional Chiloé, è il san­tuario dell’incontaminata bellezza naturale di Chiloé, con 128 specie di uccelli, un litorale stupendo e fiumi incantevoli che confluiscono su una spettacolare foresta sommersa.

Le palafitte di Castro ©Jose Luis Stephens/Shutterstock
Le palafitte di Castro ©Jose Luis Stephens/Shutterstock
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Castro

Un po’ decadente, ma allo stesso tempo d’ispirazione cosmopo­lita, il capoluogo di Chiloé è il cuore pulsante dell’arcipelago. Si­tuata su una scogliera, 85 km a sud di Ancud, Castro domina un estuario protetto su cui si affacciano i caratteristici palafitos (la sua principale attrazione) e ha un panorama gastronomico alla moda, pur rimanendo essenzialmente provinciale.

È una destinazione piacevole, con le idiosin­crasie e le attrattive dell’arcipelago all’interno di una cornice ur­bana ben confezionata, con un tocco d’influenza chilote, struttu­re turistiche confortevoli, alcuni dei migliori ristoranti dell’isola e un accenno di sviluppo edilizio. Grazie alla sua posizione vici­no al centro esatto dell’isola, è la base perfetta per esplorare le sue attrattive, tra cui le affascinanti chiese in legno, Patrimonio dell’UNESCO, e gli ottimi parchi e riserve naturali.

Dintorni di Castro

Fuori dal capoluogo dell’isola, il Parque Nacional Chiloé e il Parque Tantauco proteggono il litorale sul Pacifico, foreste native sempreverdi e l’abbondante fauna chilote. Le due mete naturali più protette di Chiloé coprono una me­ ravigliosa area sulla terza isola più grande del Sud America, a sud e ovest di Castro. In vaste macchie di foresta vergine e sel­vaggia, spazzata dal vento, abitano bellissime specie di animali. Ideale per un’escursione in giornata è il Parque Nacional Chi­loé (430 kmq), dove la foresta nativa sempreverde cede il posto alle spiagge appartate su cui si infrangono le onde dell’Ocea­ no Pacifico. Il Parque Tantauco (1180 kmq) invece, una riserva naturale di cui è creatore e proprietario l’ex presidente cileno Sebastián Piñera, copre l’estremità meridionale di Chiloé, tre ore a sud del capoluogo. Qui potete fare trekking di più giorni, fermandovi nei refugios, in una delle zone più isolate del Cile.

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