Due itinerari per attraversare le Ande tra Bolivia, Cile e Argentina
Le Ande sono di una bellezza indescrivibile. Da nord a sud cambiano aspetto, conformazione e altezza, fino a gettarsi nell’oceano come placidi dinosauri dormienti. Da sempre hanno incantato gli occhi di chi si è avventurato tra le loro cime. Ci sono diversi passi per attraversare la Cordillera, ognuno a suo modo spettacolare e intimo come solo questi giganti sanno essere. Qui ve ne racconto due, tra Bolivia, Cile e Argentina.

Da La Paz, in Bolivia, ad Arica, in Cile
Il punto di frontiera Tambo Quemado–Chungara si trova tra la Bolivia e il Cile, a un’altezza di circa 4680 metri. È uno dei passi principali tra questi due paesi perché mette in comunicazione la capitale della Bolivia con Arica e il suo porto. Da La Paz si imbocca la Ruta 1 verso sud, in direzione Oruro. Poi, all’altezza di Patacamaya, si svolta per la Ruta 4, seguendo le indicazioni per Tambo Quemado. Il paesaggio in questa parte della Bolivia è fatto di nuvole bianche ed edifici bassi, color mattone, che spariscono avvolti dall’orizzonte quando ci si allontana dai minuscoli centri abitati.

La Ruta 4 prosegue così, sfidando l’orizzonte per chilometri. Difficile incontrare qualcuno da queste parti, tranne camiones carichi di merci che vanno – o vengono – verso il porto di Arica. La strada è stretta, a tratti ben asfaltata, a tratti costellata di buche insidiose. Lo sguardo si perde nel cercare una cima. Siamo già a una buona altitudine, ma stiamo attraversando un altipiano, e spesso si rimane ingannati da questo paesaggio piatto e sconfinato.

Poi, una cima appare all’orizzonte. Si tratta del vulcano Sajama, da cui prende il nome l’omonimo parco nazionale che con la sua bellezza costeggia la strada fino al confine. Il vulcano Sajama non è più attivo ma con i suoi 6542 m sfida gli appassionati di alpinismo. Arrivare in vetta, infatti, è molto più difficile di quanto possa sembrare. Lungo la strada si possono avvistare diversi animali: vigogne, fenicotteri, nandù e folaghe giganti.

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Una volta passata la frontiera Tambo Quemado–Chungara, la Ruta 4 boliviana si trasforma nella carretera internazionale CH 11. Da qui, la vista del Volcán Parinacota che si specchia nel lago Chungará è commovente. Lungo la strada ci sono diversi miradores in cui fermarsi per ammirare l’indescrivibile bellezza di questi luoghi.

Ora inizia una progressiva discesa che in qualche ora ci porterà dai 4517 m del lago Chungará alle sponde dell’Oceano Pacifico. Il consiglio è di affrontare con calma la discesa, prendendosi qualche pausa per acclimatarsi. Per un pezzo, la Ruta 11 costeggia il Parque Nacional Lauca. Poi, tra curve da capogiro, si arriva nei dintorni di Putre, un villaggio aymara situato nella precordillera a 3530 metri di quota. Se si ha tempo, vale la pena prendersi almeno un paio di giorni e visitare tutto quello che c’è nei dintorni di Putre, tra arte rupestre, piscine termali naturali e una biodiversità che incanta.

La strada prosegue in picchiata verso il mare. Di tanto in tanto spunta un monumento naturale o un miradores, un’ottima scusa per prendersi una pausa. Nei chilometri finali che portano ad Arica, il paesaggio cambia notevolmente. Spuntano delle isole verdi tra montagne di sabbia dura. È pazzesco come questi rilievi all’occhio sembrino essere fatti di sabbia, ma al tatto si capisce che si tratta di roccia dura.

E infine si arriva ad Arica, città di mare, meta di surfisti e crogiolo di eventi storici. Nella sua storia più recente, Arica è stata teatro di alcune decisive battaglie della Guerra del Pacifico. Questa città, infatti, prima apparteneva al Perù. Ma ad Arica si trovano anche testimonianze del popolo Chinchorro, vissuto qui circa 7000 anni fa. Oltre al centro e al suo litorale, merita una visita anche El Morro. Da questo promontorio alto 110 metri la vista è pazzesca. Qui sventola una grande bandiera cilena, visibile da tutta la città, e si trovano anche un museo militare in cui viene raccontata la Guerra del Pacifico, e la Tomba del Milite Ignoto.

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Da Santiago del Cile a Mendoza, in Argentina
Il Paso International Los Libertadores, conosciuto anche come passo del Cristo Redentor de los Andes, è il principale passo andino da attraversare se si decide di andare in Argentina partendo da Santiago del Cile. Dalla capitale si imbocca l’autopista Los Libertadores che ci porta fino a San Miguel, dove prendiamo la Ruta 60, chiamata anche Camino Internacional. È lungo questa strada che il paesaggio diventa talmente bello da lasciarci senza fiato.
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Uno dei tratti più spettacolari ma anche difficili da percorrere e che richiede molta attenzione, specialmente se si è in moto, è il tratto chiamato Paso Los Caracoles, tradotto letteralmente come Passo delle lumache. Si tratta di 29 tornanti che permettono di passare da 800 metri di altitudine a 3200 metri sul livello del mare. Le montagne che circondano questa strada sono meravigliose con il loro candore e la ruvidità di chi ne ha viste.

Prima del confine si trova Portillo, rinomata stazione sciistica sulle sponde della Laguna del Inca. La Ruta 60 prosegue fino al tunnel del Cristo Redentor, a 3300 metri sul livello del mare. Una volta il valico utilizzato era quello chiamato Paso de la Cumbre o Paso de Uspallata, tra la maestosa Acongagua (6961 metri di altezza) a nord e il Tupungato (3850 metri di altezza) a sud.

Quando si esce dal tunnel sembra di aver varcato un passaggio spazio-temporale. Il paesaggio andino sul versante argentino è molto diverso da quello visto in Cile qualche chilometro prima. Selvaggio, si dipana in una tranquilla discesa quasi in linea retta sotto gli occhi vigili dell’Acongagua, la cima più alta di tutte le Ande. Ora siamo sulla Ruta 7 e costeggiamo il Rio Mendoza. Per i primi chilometri lo si può solo intravedere, perché scorre molto più basso della strada. Uno dei posti più particolare dove ci si può fermare qui è Puente dell’Inca, un arco naturale che forma un ponte sul fiume Las Cuevas, affluente del Rio Mendoza. Questo ponte non è visibile dalla strada principale: ci si arriva prendendo una laterale dall’omonima cittadina. Superato Puente dell’Inca, la Ruta 7 procede per Punta de Vacas, Polvaredas e arriva a Uspallata.

Uspallata è una piccola località turistica, famosa anche per essere stata il set di alcune riprese del film Sette anni in Tibet. Il paesaggio che la circonda è magnifico e merita fermarsi qualche giorno per fare delle escursioni, per esempio al famoso Cerro Siete Colores. Riprendiamo la Ruta 7 verso sud, seguendo sempre il corso del Rio Mendoza. Nella zona di Potrerillos si trova una diga che forma un lago artificiale dalle acque color cobalto.
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Nei pressi di Mendoza, la Ruta 7 si interseca con la famosa, amata e temuta Ruta 40. Mendoza si trova nel cuore della zona vinicola delle Ande argentine. Conosciuta per la produzione del Malbec e di altri vini rossi, questa città è rinomata anche per le sue ampie strade verdi e gli edifici in stile Art Decò. La Ruta 7 esce di nuovo da Mendoza e, dopo diverse centinaia di chilometri, arriva fino a Buenos Aires. Ma questa, è un’altra storia!