Il deserto come non l'avete mai immaginato

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Dimenticate la sabbia rovente, i serpenti a sonagli, i miraggi all'orizzonte. Alcune delle zone desertiche più affascinanti del mondo contengono metropoli ultramoderne, fioriscono con due gocce d'acqua e vengono dipinte come arabeschi dal vento. 


Dune deserto bianco
I deserti non sono tutti uguali ©Justin Foulkes/Lonely Planet
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Il deserto è un habitat pieno di contraddizioni. Può essere una meta più ospitale di quanto pensiate, sempre che il vostro volo per Marsa Alam non venga cancellato per colpa di una tempesta di sabbia, o veniate avvolti da una fitta nebbia rossastra e umida mentre sorseggiate il vostro cappuccino al trentaseiesimo piano di un grattacielo a Dubai. Abitare le zone più inabitabili per eccellenza o farne una meta turistica sembra un ossimoro, eppure se ci pensate bene, probabilmente nel deserto ci siete già stati, forse anche più di una volta.

Niente di strano: molte metropoli si trova in zone desertiche o desertificate che occupano circa un terzo delle terre emerse. Un'estensione così ampia che ha molto senso pensare a come sfruttarne il potenziale, tant'è che le nuove smart city come Belmont in Arizona e Neom in Arabia Saudita, stanno sorgendo come miraggi in mezzo ai deserti. Serviranno a far defluire gli abitanti di altre città sovrappopolate o come fuga d'elezione dei migliori cervelli del mondo. L'isolamento in mezzo al deserto ha un suo fascino contenitivo: negli anni quaranta una piccola cittadina ferroviaria nel deserto del Mojave è diventata il parco divertimenti, nel senso più dissoluto del termine, della vicina Los Angeles. Parliamo naturalmente di Las Vegas, dove tutto è concesso e ciò che succede in città, lì rimane (secondo un proverbio locale: what happens in Vegas, stays in Vegas).

Le montagne colorate di Zhangye Danxia
Una vista crepuscolare delle montagne colorate di Zhangye Danxia ©Rat007/Shutterstock
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Il deserto colorato

Quando pensiamo al deserto immaginiamo una distesa di sabbia o rocce, di un vago color khaki. Niente di più lontano dalla realtà per alcuni deserti multicolori. Prendiamo quello di Atacama, in Cile, così arido che sboccia per un nonnulla. Possono passare anni senza che cada una goccia di pioggia, ma ne bastano pochi millimetri per risvegliare, in contemporanea, migliaia di semi e bulbi che sonnecchiano pazientemente sotto la sua superficie arida, quasi marziana. Quando succede, distese di corolle bianche, rosa e viola colorano il panorama a perdita d’occhio. Una specie di miracolo botanico, inaspettato e difficile da prevedere. Le ultime due si sono verificate nel 2015 e nel 2017, se intendete tentare la fortuna potete tenere d'occhio il meteo e, in caso di precipitazioni, fiondarvi a San Pedro de Atacama per ammirare lo spettacolo. 

Sulla Route 66, nel bel mezzo dell'Arizona, incontrerete il Deserto Dipinto: i diversi strati di roccia rivelati dall'erosione dei calanchi creano un effetto ottico impressionante, quasi fossero stati dipinti a strisce regolari dalla mano di un gigante. Addentratevi nel Parco Nazionale della Foresta Pietrificata fino alla zona di Blue Mesa, che prende il nome dalla colorazione azzurrina degli strati di argilla.

I colori più intensi che potete ammirare a occhio nudo sono quelli delle montagne di arenaria stratificata, nel parco geologico Zhangye Danxia Geopark in Cina, vicino al deserto del Gobi. Ci sono voluti 24 milioni di anni e lo spostamento delle placche tettoniche per ottenere questo effetto.

A Mauritius le terre colorate di Chamarel sono dune di roccia e sabbia multicolore, risultato della stratificazione e dell'erosione: l'esatto opposto di un'oasi, in cui è la vegetazione lussureggiante a contenere questa piccola zona desertificata.

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Una laguna di acqua dolce circondata dalla sabbia bianca dei  Lençóis Maranhenses
Una laguna di acqua dolce circondata dalla sabbia bianca dei Lençóis Maranhenses ©age fotostock /Alamy Stock Photo

Sembra neve ma è sabbia, anzi gesso

Il deserto imbiancato è uno degli spettacoli più incredibili che possiate vedere con i vostri occhi: nel Sahara ha nevicato lo scorso inverno e ci si aspetta che possa succedere di nuovo, vista l'alta pressione che imperversa sull'Europa. Ma a parte questi bizzarri fenomeni atmosferici, ci sono deserti bianchi per natura. Uno dei più affascinanti si trova nel nord ovest del Brasile, dentro il Parco nazionale dei Lençóis Maranhenses. In portoghese lençóis significa “lenzuola”, per la forma delle sue dune bianche scolpite dal vento, che si riempiono d'acqua dolce formando delle lagoa, ovvero lagune di un verde intenso che tende al turchese. Un panorama surreale in continua trasformazione: la sabbia viene sospinta dai venti che soffiano dal mare, mentre l’acqua piovana scava arabeschi ondulati che cambiano forma man mano che evapora. Ci arrivate in fuoristrada raggiungendo Barreirinhas in direzione São Luís, la capitale del Maranhão.

Sono fatte di polvere di gesso le dune bianche White Sands National Monument, nel New Mexico. Un panorama lunare che si staglia per circa 9 miglia e che potete percorrere a piedi, parcheggiando l'auto e avventurando lungo i "trail" tra le dune, lunghi da 500 metri a 12 chilometri. Se avete trovato alloggio in un motel a Alamogordo o Las Cruces trattenetevi fino al tramonto per vedere le nuvole rosse all'orizzonte dalla zona del Sunset Stroll: i ranger sapranno dirvi l'orario e il punto migliore per ammirare lo spettacolo, a seconda del periodo. In alternativa, se ve la sentite di sfidare serpenti e scorpioni che abitano sotto la sabbia, potete campeggiare all'interno del parco. Scegliete una mezza stagione (d'estate le temperature sono roventi) e portate con voi molta acqua perché non ci sono punti di ristoro.

Una vista aerea dell'oasi di Huacachina
Una vista aerea dell'oasi di Huacachina ©sparc/Shutterstock
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Oasi da cartolina e Far West

Se siete a caccia della classica oasi nel deserto ma non volete avventurarvi puntate verso quella di Huacachina in Perù: un villaggetto che conta meno di un centinaio di abitanti e sembra uscito da una fiaba, col suo laghetto naturale circondato dalle dune del Deserto del Pacifico, punteggiato di palme, eucalipti e carrubi. Qui potete scendere sulla tavola da sandboarding dalla duna più alta del mondo. Ci arrivate in 10 minuti d'auto da Ica e il periodo migliore per non arrostirvi né farvi sorprendere dai rovesci va da maggio a novembre.

Dall'oasi rocciosa di Chebika in Tunisia, sgorga acqua sorgiva direttamente dalla roccia, creando una cascata e un ruscello che scende fino a valle irrigando una fitta vegetazione. Una meta mitica se siete fan di Guerre Stellari, perché qui nel 1977 sono state girate alcune scene di Star Wars Episode IV: A New Hope. Alla luce di questa informazione il suo nome vi suona famigliare? Avete indovinato, è intitolata a Chewbacca!

Se siete fan del genere western, in Andalusia si trova l'unico deserto d'Europa, quello di Tabernas, dove sono stati girati innumerevoli film di Sergio Leone: tra le sue strade polverose e i cactus ritroverete le ambientazioni originali e il parco tematico Oasys MiniHollywood, dove potrete assistere a una sparatoria tra cowboy, gironzolare tra i cactus dell'orto botanico dedicato alla flora desertica, visitare un museo delle diligenze o stare in ammollo in piscina in attesa che inizi lo spettacolo di can-can. Approfittatene anche per visitare la vicina Almeria sulla costa e Malaga, lo scalo più vicino.

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