Due settimane in Andalusia, verso le Colonne d’Ercole
Se volete fare un viaggio in Spagna, seguendo un itinerario che vi porti nella culla della cultura andalusa, da Siviglia alle Colonne d’Ercole, per sfidare miti lontani, abbracciare la luce della Spagna del sud e scivolare alla fine dell’Europa circondati dalla solarità di questa regione, perfetta da visitare in inverno.
Parque Nacional de Doñana
Iniziate dalla provincia di Huelva con il Parque Nacional de Doñana, forse la più bella attrattiva naturale dell’Andalusia e rara riserva europea di terre umide popolate da una ricca avifauna.
Questo parco, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, è un luogo di grande bellezza naturale e di esotici orizzonti. Stormi di fenicotteri tingono di rosa il cielo sopra una delle paludi più estese d’Europa (il delta del Guadalquivir), enormi branchi di cervi e cinghiali fuggono nascondendosi nel coto (brughiera e boscaglia) e rari esemplari di lince iberica (magnifica specie a rischio di estinzione) si aggirano furtivi. Nel parco nazionale più celebre di Spagna, la più vasta zona protetta priva di strade dell’Europa occidentale, si può letteralmente sentire il profumo della natura al suo stato più puro e potente.
L’accesso all’interno del parco nazionale è limitato, mentre è consentito percorrere a piedi o in bicicletta i 28 chilometri di spiaggia lungo l’Atlantico tra Matalascañas e la foce del Río Guadalquivir (che può essere attraversata in barca da Sanlúcar de Barrameda, nella provincia di Cadice), purché non si sconfini nell’entroterra. L’unico modo per visitare il parco nazionale è partecipare a un tour in jeep organizzato da una delle tre compagnie autorizzate: la Cooperativa Marismas del Rocío, con partenza dal Centro de Visitantes El Acebuche; Doñana Reservas, con partenza da El Rocío; e Visitas Doñana, con partenza da Sanlúcar de Barrameda, nella provincia di Cadice.
La provincia di Siviglia
Siviglia offre un lungo elenco di siti celebri, ma la sua provincia è spesso trascurata. Non commettete questo errore e visitate Carmona, arroccata su una bassa collina 35 chilometri a est di Siviglia. Carmona è costellata di antichi palazzi e magnifici monumenti ed è una delle località più belle e meno conosciute dell’Andalusia occidentale.
La sua posizione strategica la rese un centro importante già all’epoca dei cartaginesi, e nonostante le robuste mura difensive erette dai musulmani intorno a Carmona, la città fu conquistata nel 1247 da Ferdinando III. Nei secoli successivi l’abitato si arricchì di splendide chiese, conventi e palazzi decorati da maestranze cristiane e mudéjar.
Osuna, che deve il nome a una ricchissima famiglia di duchi, incanta i visitatori con residenze barocche magnificamente conservate e un imponente monastero ispanico-rinascimentale ricco di tesori d’arte. Un tale sorprendente quadro emerge come un miraggio in mezzo a un paesaggio peraltro spoglio, rendendolo straordinario con naturalezza.
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La provincia di Malaga
Ronda attrae folle di turisti: fermatevi per la notte così da visitarla in tranquillità. Arroccata su un altopiano tagliato in due dalla gola di El Tajo, profonda 100 metri Ronda è sicuramente la località più spettacolare della provincia di Málaga e deve il nome alla catena di montagne (la Serranía de Ronda) che la cingono a semicerchio.
Fondata nel IX secolo a.C., Ronda è anche una delle più antiche città spagnole. Il centro storico, La Ciudad, risale in gran parte al periodo della dominazione araba, quando era un importante centro culturale pieno di moschee e palazzi. Grazie alla ricchezza economica e alla consistente rete di scambi commerciali di cui era sede, Ronda attirò per lungo tempo malfattori e personaggi di pochi scrupoli, e oggi con il suo passato avvincente e romantico, occupa un posto importante nel folklore spagnolo.
Diretti a Málaga sostate alla gola di El Chorro e nella storica cittadina di Antequera. Málaga è una città vivace, moderna e di grande fascino culturale, con ottimi ristoranti di pesce e un’esuberante feria ad agosto.
La provincia di Cadice
Se avete un po’ di tempo a disposizione nella provincia di Cadice, Jimena de la Frontera merita una deviazione. Nascosta fra le colline in un paesaggio costellato di querce da sughero, spicca per gli edifici imbiancati a calce e il castello in rovina di epoca nasride rivolto verso Gibilterra e l’Africa (entrambe ben visibili).
Da qui vi ritroverete all’ingresso del Parque Natural Los Alcornocales, ricco di interessanti siti archeologici, storici e naturali, e decisamente fuori dagli itinerari più battuti. Il parco si estende per 75 chilometri verso nord ed è in gran parte coperto da alcornocales, la più vasta foresta di querce da sughero della Spagna.
Eccola, la fine del mondo. E non è affatto come ci si potrebbe aspettare. Cassette postali rosse, negozi di fish and chips e vecchi alberghi sul mare con arredi anni ’70: secondo la definizione data dallo scrittore inglese Laurie Lee, Gibilterra è un frammento di Portsmouth sottratto alla città e trasferito 800 chilometri a sud. Come spesso accade agli avamposti coloniali, ‘la Rocca’ (come è comunemente chiamata) tende a enfatizzare la propria natura britannica. Una gradevole sorpresa per chi ama i tipici piatti da pub e il tè del pomeriggio, ma che lascia piuttosto interdetti gli inglesi moderni, convinti che il loro paese si sia ormai lasciato alle spalle i tempi in cui furoreggiavano i cimeli di Lord Nelson.
In posizione strategica nel punto di massima vicinanza tra Europa e Africa, Gibilterra è un diversivo ai tapas bar e ai pueblos blancos della provincia di Cadice. La sua storia, ricca di eventi degni di un romanzo di cappa e spada, è essenziale per comprenderne la personalità: dopo tutto, non bisogna dimenticare che la Rocca è inglese da prima che gli Stati Uniti fossero americani. Gli abitanti di Gibilterra parlano l’inglese, lo spagnolo e un curioso ibrido che mescola le due lingue dando vita a una particolare cantilena che passa alternativamente dall’inglese allo spagnolo anche all’interno di uno stesso discorso.
Ma non fatevi intimorire dal mito delle colonne d’Ercole e spingetevi oltre: il nostro viaggio non è terminato. Dirigetevi quindi verso la Costa de la Luz e trascorrete almeno una notte a Vejer de la Frontera. Resterete letteralmente a bocca aperta: il tranquillo e compatto pueblo blanco si staglia con aria malinconica sulla cima di un’altura rocciosa da cui domina la trafficata N340, 50 chilometri a sud di Cadice. Oltre a un incantevole labirinto di stradine tortuose, alcuni punti panoramici che rivelano bellezze inaspettate, un castello in rovina, una cucina sorprendentemente elaborata e una tangibile influenza moresca, Vejer possiede un qualcosa in più: un’aria di magia e mistero, un impercettibile tocco di duende.
Infine dedicate gli ultimi giorni a Cadice e al suo intenso panorama culturale. Cadice è considerata la più antica città d’Europa abitata ininterrottamente, fondata dai fenici intorno al 1100 a.C. Il centro storico, quasi interamente circondato dall’acqua, è un romantico dedalo di strade tortuose, dove le onde dell’oceano si infrangono su scogliere erose dalla forza del mare, le spiagge sono lunghe chilometri e le vivaci taverne risuonano dei versi dei gabbiani e dello sfrigolio delle fritture di pesce.
Terminate il vostro tour dell’Andalusia a Jerez de la Frontera, la capitale della cultura equestre andalusa, la tappa più importante nel triangolo dello sherry e – a dispetto di quanto sostengono a Cadice e Siviglia – la culla del flamenco. La bulería, l’antidoto scherzoso e ironico di Jerez alla tragica soleá di Siviglia, fu inventata per la prima volta nei leggendari barrios gitani di Santiago e San Miguel. Se volete veramente svelare quell’eterno enigma che è l’Andalusia, siete arrivati nel posto giusto.