Tracce di Roma antica in Tunisia: 8 posti da non perdere

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Nel corso di un viaggio in Tunisia potreste avere l’impressione di rivivere i fasti dell’antica Roma. Possibile? Certo. All’apice della loro potenza, infatti, l’impero romano controllava circa 5 milioni di km² di territorio, una superficie impressionante, pari a circa la metà dell’Europa di oggi. Di questa immensa estensione faceva parte l’attuale Tunisia, dove si trovano edifici e siti archeologici di enorme fascino, molto meno visitati (e molto meno costosi) rispetto a quelli più conosciuti, a Roma e altrove. I romani diedero a questa regione che si protende nel mare il nome di “Africa”, che in seguito verrà esteso all’intero continente. L’Africa romana era il granaio dell’impero: da qui partivano olio e frumento verso la madrepatria. Rovine incredibilmente ben conservate di antiche e prospere città sono disseminate in tutta la Tunisia, e altre aspettano di essere riportati alla luce. Ecco dunque i posti migliori in cui ammirare questo straordinario retaggio.

L’anfiteatro di El Jem. © Chiara Salvadori/Getty Images
L’anfiteatro di El Jem. © Chiara Salvadori/Getty Images
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1. El Jem

Un anfiteatro che evoca il Colosseo


Il titanico anfiteatro di El Jem, Patrimonio UNESCO, era tra i più grandi dell’impero romano. Costruito nel III secolo d.C., poteva accogliere oltre 30.000 spettatori, molti più della popolazione della città, che allora si chiamava Thysdrus: solo il Colosseo era più capiente. Oggi i visitatori possono immaginare quei tempi e quelle atmosfere salendo sulle gradinate e guardando l’arena sottostante, dove combattevano i gladiatori e le belve: si può accedere anche a due passaggi sotterranei, in cui i protagonisti di questi cruenti spettacoli, quasi sempre fatali, attendevano il loro turno.


Da non perdere il Museo di El Jem, uno dei migliori del paese, visitabile insieme all’anfiteatro con un biglietto che costa 12 dinari tunisini (circa 3 euro e mezzo). Costruito sopra i resti di una villa romana, il museo ospita una straordinaria collezione di mosaici. Da non perdere la Sala della Processione Dionisiaca, con il dio che cavalca un leone affiancato da uno stuolo di seguaci.


Suggerimento per la pianificazione: El Jem è la meta perfetta per una gita in giornata da Sousse o Sfax, entrambe distanti circa un’ora di automobile. Se preferite fermarvi per la notte troverete una discreta varietà di alloggi, tra cui l’Hotel Julius, le cui camere ai piani superiori godono di una splendida vista sull’anfiteatro. Al di là del patrimonio romano, però, El Jem non ha molto altro da offrire.

I resti di un tempio a Dougga. © Rosita So Image/Getty Images
I resti di un tempio a Dougga. © Rosita So Image/Getty Images

2. Dougga

Colpo d’occhio su una città splendidamente conservata


Situata su una collina circondata da uliveti circa 113 km a sud-ovest di Tunisi, Dougga è uno dei siti romani più affascinanti del Nordafrica. Conservatasi straordinariamente intatta, permette di farsi un’idea di come si vivesse in una prospera città dell’età imperiale: vi si trovano terme (pregevoli quelle di Caracalla), oltre 20 templi dedicati alle varie divinità del pantheon romano e un teatro da 3500 posti con vista panoramica sulla campagna circostante.


L’imponente Capitole (Campidoglio), dedicato a Giove, Giunone e Minerva, sorge in cima al colle. Sei colonne scanalate alte 8 metri sostengono il frontone ben conservato, che raffigura l’imperatore Antonino Pio che si alza in volo sorretto dagli artigli di un’aquila. L’insediamento originario corrispondeva all’antica città numida di Thugga, pertanto Dougga presenta un vero e proprio dedalo di strade, completamente estraneo alle strutture ortogonali dell’urbanistica romana.


Suggerimento per la pianificazione: Dougga può essere visitata in giornata da Tunisi; in questa zona, del resto, si trovano molti siti romani meritevoli di considerazione. Più vicina al sito rispetto a Tunisi, la città di El Kef è un’ottima base. Offre una serie di dars (case storiche trasformate in alloggi per turisti) e boutique hotel: a noi piace molto Dar Alyssa, con sei camere arredate con gusto e una piscina.

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Im a,biente straordinariamente bel conservato della Casa di Anfitrite a Bulla Regia. © Walter Bibikow/Getty Images
Im a,biente straordinariamente bel conservato della Casa di Anfitrite a Bulla Regia. © Walter Bibikow/Getty Images

3. Bulla Regia

Lo splendore dei mosaici


A Bulla Regia, nel nord del paese, non avrete bisogno di far lavorare la fantasia: è rimasto tutto come duemila anni fa. Per contrastare il caldo soffocante, le famiglie aristocratiche locali costruirono enormi ville sotterranee, con tanto di di cortili, impianti idraulici e mosaici raffinati, in ottimo stato. La Casa di Anfitrite è forse la più bella: il mosaico principale raffigura Venere nuda in mezzo a due centauri, e un amorino che, a cavallo di un delfino, porge uno specchio alla dea. Altri capolavori si trovano nella Casa della Caccia e nella Casa della Nuova Caccia: in quest’ultima è rappresentata una caccia al leone, oltre a zebre, pantere, conigli e cinghiali.


Suggerimento per la pianificazione: Bulla Regia dista una trentina di km dal pericoloso confine con l’Algeria, dunque i visitatori che vi si spingono non sono molti. La polizia o i sorveglianti del sito potrebbero controllare i vostri passaporti e farvi delle domande sul vostro itinerario e sui luoghi in cui siete stati in precedenza. Fatevi accompagnare da una guida, soprattutto se non parlate arabo o francese.

Il sito archeologico di Sufetula, vicino a Sbeitla. © Giulia Rossi Ferrini/Getty Images
Il sito archeologico di Sufetula, vicino a Sbeitla. © Giulia Rossi Ferrini/Getty Images
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4. Sufetula

Tre templi senza eguali


Le estese rovine di Sufetula si trovano presso la città di Sbeitla, nella Tunisia centrale: una curiosa prossimità di antico e moderno. Qui è situato il foro romano meglio conservato del paese, dominato su un lato da tre maestosi templi: il più grande è consacrato a Giove, i due più piccoli rispettivamente e Giunone e Minerva. Questi luoghi di culto ricordano da vicino il tempio di Giove Capitolino a Roma, dedicato alle stesse divinità. Il Campidoglio di Sufetula è giunto fino a noi in eccellenti condizioni. Strette passerelle collegano gli edifici e consentono l’accesso al tempio di Giove, che non ha una propria scalinata d’ingresso.


La generosa campagna circostante, che presenta condizioni perfette per la coltivazione dell’olivo, ha fatto sì che Sufetula continuasse a esistere anche dopo il declino degli altri insediamenti romani. I bizantini ne fecero un capoluogo regionale e la elevarono a centro della cristianità nel Nordafrica; nel 647 la città venne saccheggiata dagli arabi. A differenza di molti altri siti romani in Tunisia, Sufetula ha un gran numero di chiese, alcune delle quali conservano ancora i fonti battesimali adorni di mosaici.


Suggerimento per la pianificazione: in questa zona della Tunisia la sicurezza non è sempre garantita. Tenetevi aggiornati sulla situazione consultando il servizio Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri e chiedete informazioni alle autorità locali, sia prima di partire sia una volta giunti sul posto.

Fiori selvatici tra le rovine di Thuburbo Majus. © Sofoklo/Shutterstock
Fiori selvatici tra le rovine di Thuburbo Majus. © Sofoklo/Shutterstock

5. Thuburbo Majus

La natura, la cultura


In posizione isolata a un’ora di macchina da Tunisi, Thuburbo Majus non richiama molti visitatori. In primavera, quando esplodono i colori dei fiori selvatici, avrete l’impressione di trovarvi in una riserva naturale: gli unici rumori saranno il cinguettio degli uccelli e il fruscio del vento tra l’erba alta e ondeggiante.


Dichiarata municipium romano nel II secolo d.C., Thuburbo Majus divenne in breve un importante centro per il commercio dei prodotti agricoli locali (olio, frumento, vino). A questo periodo risalgono molti edifici pubblici, decorati con pregevoli mosaici. Il Portico dei Petronii è uno di questi: la famiglia di Petronio Felice finanziò la costruzione di questo ginnasio nel 225 d.C. Le sue colonne corinzie, realizzate in un insolito marmo grigio venato di giallo, sorreggevano il portico: oggi ne è rimasta in piedi soltanto una fila, sulla quale è visibile un’iscrizione in latino. Sul pavimento dell’angolo sud-orientale dell’edificio sono incise alcune lettere, parte di un gioco che serviva a imparare l’alfabeto.

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La città romana di Uthina. ©  Valery Bareta/Shutterstock
La città romana di Uthina. © Valery Bareta/Shutterstock

6. Uthina

La storia prende vita


Nonostante sia raggiungibile in giornata da Tunisi, distante una trentina di km, Uthina è ancora poco conosciuta dai viaggiatori. Un vero peccato, dal momento che parliamo di una delle prime colonie romane in Africa; lo splendido anfiteatro, risalente al regno di Adriano e restaurato in anni recenti, aveva 16.000 posti a sedere. I corridoi seminterrati, dove gladiatori, condannati e belve feroci attendevano di essere chiamati nell’arena per battersi fino alla morte, è aperto al pubblico. Da non perdere il lararium, una piccola edicola dipinta presso la quale gli spettatori praticavano il culto dei Lari, divinità protettrici della casa e della famiglia, e offrivano loro doni per chiedere protezione.


Nel punto più alto di Uthina si trova il Campidoglio, in parte ricostruito. Incredibilmente, un tempo qui sorgeva una fattoria coloniale francese, demolita quando la rilevanza archeologica di Uthina è stata riconosciuta ufficialmente, nel 2008. Il sito conserva inoltre alcune testimonianze della Seconda guerra mondiale: le grandi terme pubbliche, utilizzate come arsenale, furono danneggiate dai bombardamenti nel corso del conflitto, come attestano le macerie a est del Campidoglio.

Le rovine di Cartagine, presso Tunisi. © ravel-Fr/Shutterstock
Le rovine di Cartagine, presso Tunisi. © ravel-Fr/Shutterstock
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7. Cartagine

Quello che resta di una grande potenza


Nella storia della Tunisia antica spicca una grande protagonista: Cartagine. Questa città-stato, fondata dai fenici nel IX secolo a.C., fu la più fiera e irriducibile nemica della Roma repubblicana, che contro di lei combatté tre guerre e arrivò a un passo dalla disfatta. L’ultima, la terza guerra punica (149-146 a.C.), si concluse con il terribile assedio e la distruzione di Cartagine, realizzando così l’auspico di Catone il Censore, che era solito ripetere la frase Carthago delenda est (“Cartagine deve essere distrutta”). Le modeste rovine della città, situate oggi in un esclusivo sobborgo residenziale a nord di Tunisi, non sono delle più interessanti, ma la suggestione del nome rimane fortissima. Con un po’ di immaginazione (e una buona guida), i resti vi sveleranno storie di straordinario fascino.


L’accesso a Cartagine è consentito con un pass giornaliero (12 dinari) che dà diritto a visitare otto diversi siti, tra cui le monumentali Terme di Antonino, situate in posizione incantevole vicino al mare. Iniziato sotto Adriano e terminato nel II secolo d.C. durante il regno di Antonino Pio, era il più grande complesso termale al di fuori di quelli di Roma. Ne rimangono solo le fondamenta, comunque impressionanti per le loro dimensioni. Un’unica colonna del frigidarium alta 15 metri dà un’idea delle proporzioni originali: il solo capitello pesa 8 tonnellate e mostra ancora enormi iscrizioni in marmo. Le terme furono distrutte dai vandali nel 439 d.C. e le macerie furono riutilizzate dagli arabi per la costruzione di Tunisi. È possibile inoltre vedere un teatro, un anfiteatro, ville romane e quartieri residenziali, nonché i porti, fondamentali per una potenza commerciale com’era Cartagine.


Suggerimento per la pianificazione: i siti di Cartagine sono molto distanti tra loro. Vi suggeriamo di visitarli in auto con una guida, in taxi o in bicicletta,. Il Museo Nazionale di Cartagine, in cima al colle di Byrsa, rimarrà chiuso per lavori di ristrutturazione almeno fino al 2027.

Mosaici romani in una sala del Museo del Bardo, Tunisi. © Hichem kaouane/Shutterstock
Mosaici romani in una sala del Museo del Bardo, Tunisi. © Hichem kaouane/Shutterstock

8. Museo del Bardo

I mosaici provenienti da tutta la Tunisia


Il Museo del Bardo di Tunisi ospita la più grande concentrazione di mosaici romani al mondo, composta da opere trasferite qui dalle loro sedi originali per motivi di conservazione e sicurezza. Lo splendore del Bardo, situato in parte in un palazzo dell’epoca degli Hafsidi, è difficile da descrivere a parole. È uno dei più straordinari musei del Nord Africa e la sua ricchissima collezione dipinge un quadro affascinante dell’antica civiltà mediterranea.


Suggerimento per la pianificazione: ne abbiamo parlato alla fine dell’articolo, ma il Bardo merita di essere uno dei primi luoghi che visiterete durante il vostro viaggio in Tunisia. In questo museo potrete farvi un’idea delle meraviglie dell’architettura romana prima di andare alla scoperta dei siti archeologici sparsi per il paese.

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