Terra del Fuoco e Patagonia on the road

8 minuti di lettura

Se avete intenzione di partire per un viaggio itinerante attraverso la Terra del Fuoco e la Patagonia, preparatevi a un’avventura indimenticabile e a un programma intenso: una volta raggiunta Ushuaia in aereo vi aspettano quasi 3.000 chilometri da percorrere in auto, partendo dall’estremità meridionale dell’Argentina sulla Ruta Nacional 3, per poi passare per il Cile e rientrare nuovamente in Argentina percorrendo la mitica Ruta Nacional 40 fino a Bariloche

terra del fuoco
Ushuaia vista dal Canale Beagle © Denis Falconieri / Lonely Planet
Pubblicità

Ushuaia: alla fine del mondo la normalità non esiste

Dall’aeroporto di Ushuaia, nella Terra del Fuoco argentina, la città più a sud del pianeta, ci vogliono pochi minuti per arrivare in centro, ma l’impatto è subito notevole. Il porto, le vie del centro, le case, il sole basso all’orizzonte, il mare in mezzo alle montagne, sembra di essere in una valle nella quale il mare arriva a lambire i boschi e a sfiorare la neve sulle cime. In questa città si respira l’essenza di un posto davvero strano, tanto quanto strani sono i suoi abitanti. Ma alla fin del mundo, del resto, perché aspettarsi la normalità?

Ushuaia sorge su una piccola insenatura del Canale Beagle, un braccio di mare largo qualche chilometro dove le acque dell’Oceano Atlantico si fondono con quelle del Pacifico. Le case non hanno uno stile definito, qui la confusione architettonica sembra regnare sovrana. L’unica caratteristica comune sono i coloratissimi graffiti che dalle pareti degli edifici raccontano storie di marinai, esploratori, animali e creature fantastiche che rendono ancora più misterioso questo lembo di terra ai confini del mondo. Lungo la via centrale e quella del porto scorre la vita della città, i negozi e le botteghe si alternano in ordine sparso a ristoranti dove gustare il granchio gigante, vera specialità da non perdere. Vicino al porto, una serie di piccoli chalet promuovono escursioni e attività: non perdetevi la navigazione del Canale Beagle, un giro alla scoperta di leoni marini e pinguini che regala scorci magnifici sulle ultime montagne delle Ande prima che si inabissino nell’Oceano.

tierra del fuego, terra del fuoco argentina
La strada per Porvenir e sullo sfondo l’Oceano Pacifico © Denis Falconieri / Lonely Planet

Da Ushuaia a Porvenir, viaggio nel cuore della Terra del Fuoco

Lasciata Ushuaia, una sosta lungo le sponde al Lago Fagnagno è quasi inevitabile: un primo antipasto degli spazi enormi che vi aspettano lungo la strada. Il lago si perde a vista d’occhio, immerso in una natura che apre allo sguardo spazi ancora più grandi e sembra quasi che il vento, fedele compagno di viaggio, trasporti la vista fino agli angoli più lontani di questa terra selvaggia.

Dopo aver percorso la tortuosa strada di montagna, il viaggio prosegue verso nord: potete fermarvi a Rio Grande per pranzo, per assaggiare una delle specialità argentine, la milanesa, simile alla nostra, ma farcita con vari ingredienti a scelta, come bacon, uovo, insalata e altri ancora: un piatto di questi potrebbe soddisfare l’appetito e l’apporto calorico e proteico di un paio di giorni. 

Una volta raggiunto San Sebastian, paese alla frontiera con il Cile, superate i severi controlli doganali (la macchina a noleggio deve avere un apposito documento per espatriare) e seguite le indicazioni in direzione Porvenir, che vi porteranno lungo una strada sterrata di un centinaio di chilometri immersa nella steppa, popolata dai guanachi, agili animali che sembrano un incrocio tra dromedari, cammelli e lama e che saranno una presenza costante per i prossimi chilometri. Quando sarete quasi esausti per la guida sullo sterrato, si aprirà davanti a voi uno scenario che vi lascerà senza parole: le acque del blu profondo e misterioso dell’Oceano Pacifico incorniciate dalle montagne sullo sfondo.

Ancora un po’ di pazienza e arriverete a Porvenir, piccolo paese affacciato sullo Stretto di Magellano, dove potrete concludere la prima tappa del viaggio.

Pubblicità

Leggi anche:

dove si trova la terra del fuoco
La passerella della riserva naturale del Lago de Los Cisnes a Porvenir © Denis Falconieri / Lonely Planet

Passaggio in Cile, da Porvenir a Puerto Natales

Dal porticciolo di Porvenir parte il traghetto che attraversa lo Stretto di Magellano per arrivare a Punta Arenas. Prima di lasciare la Terra del Fuoco, potete andare a vedere il Lago de Los Cisnes, una riserva naturale conosciuta per essere uno dei dieci luoghi al mondo dove si trovano le stromatoliti, antichissimi microrganismi che per primi compirono uno dei processi biologici più importanti della storia evolutiva della Terra, la fotosintesi. 

Dopo aver navigato lo Stretto, si stagliano in lontananza le prime montagne della Patagonia cilena. Proseguite verso Puerto Natales, che da qui dista circa 250 chilometri. La strada regala scorci unici e cieli che è quasi impossibile non fotografare: lo sguardo attraversa orizzonti infiniti e spazi che sembra non possano essere contenuti da due occhi soltanto. Le ore scorrono al ritmo della strada che macinate e le lunghe distese di asfalto si incuneano in un territorio selvaggio e poco accogliente, dove gli elementi della natura sono liberi dalle briglie dell’uomo e si lasciano ammirare nella loro potente perfezione.

Qualche ora dopo arriverete a Puerto Natales, paese di mare che però ha le sembianze di quelli di montagna. E le montagne, in effetti, non mancano: il fiordo su cui sorge la città è coronato da imponenti massicci tra i quali si intuiscono le Torres del Paine

Pubblicità

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.

perché si chiama terra del fuoco
La cascata del Salto Grande nel Parco nazionale Torres del Paine © Denis Falconieri / Lonely Planet

Il Parco nazionale Torres del Paine, la natura nella sua veste più essenziale

Anche se sorge sul mare, più precisamente su un fiordo, Puerto Natales è forse il primo vero paese di montagna che incontrerete nel vostro viaggio tra la Terra del Fuoco e la Patagonia, sia per le costruzioni, sia per l’atmosfera che si respira per le vie della cittadina. E la sera basta uscire per scoprire i vivaci pub che spuntano nelle vie del centro: molti viaggiatori fanno tappa qui per spostarsi nel cuore del Parco nazionale Torres del Paine.

Accedete al Parco dall’ingresso nei pressi della Laguna Amarga e, una volta effettuato il check-in pagando la quota richiesta per i giorni di permanenza, percorrete la strada sterrata immergendovi nel cuore del parco. Anche qui la natura nella sua veste più essenziale è l’attrice principale: distese immense alle quali fanno eco grandi laghi, dove le montagne si specchiano con un po’ di vanità, consapevoli che la loro bellezza attira persone da tutto il mondo. 

Nel Parco, le escursioni non mancano. Zaino in spalla, potete andare fino al Mirador, il punto panoramico alla base delle Torres del Paine: l’andatura del sentiero, di oltre 22 km e circa 1.200 metri di dislivello, ne fa un trekking vario e divertente che regala meravigliosi panorami su ghiacciai enormi e su seraccate che incombono sulle valli sottostanti emanando un fascino potente e grandioso. 

Pubblicità

Un’escursione meno impegnativa, ma con panorama altrettanto spettacolare è quella per il Mirador de Los Cuernos, un balcone affacciato sul lago Nordenskjöld sovrastato dalle famosissime montagne di due colori. Sì, la caratteristica incredibile di queste montagne risiede nel fatto che abbiano uno strato centrale di colore grigio chiaro che divide uno strato superiore e uno inferiore di roccia nera. L’origine di questa particolare conformazione risale a circa 12 milioni di anni fa, quando si formò un’intrusione di magma (laccolite) in una spaccatura della conca sedimentaria di Magellano. L’enorme massa magmatica sollevò lo strato superiore di roccia nera che, successivamente, venne eroso dal ghiaccio, dall’acqua e dai venti lasciando scoperti i monoliti ignei. 

terra del fuoco clima
Il Perito Moreno visto dalle passerelle © Denis Falconieri / Lonely Planet

Leggi anche:

Pubblicità

Il Perito Moreno e lo Hielo Continental

La tappa successiva è El Calafate, famosa per essere il punto di accesso più comodo per visitare il Perito Moreno, lo spettacolare ghiacciaio che si tuffa nelle acque del Lago Argentino nel cuore dello Hielo Continental, la terza calotta glaciale del mondo dopo Antartide e Groenlandia, una distesa di ghiacciai la cui superficie totale equivale a quella della Corsica. 

Il Parco nazionale di Los Glaciares dista circa 80 km da El Calafate: appena superato l’ingresso si trova un punto di osservazione, un piccolo antipasto che aumenta la voglia di ammirare quel colosso di ghiaccio da vicino. Dal parcheggio, una navetta gratuita vi accompagna alle passerelle di metallo dalle quali si può ammirare l’enorme ghiacciaio: si inizia dall’alto per poi scendere lungo la sponda avvicinandosi sempre di più. Lo sguardo si riempie dei riflessi magici della luce del sole su quella massa di ghiaccio lunga quasi 30 km attraversata da crepacci che sembrano ricami tridimensionali. Il fronte del ghiacciaio, alto da 50 a 70 metri, ha la verticalità di una cattedrale gotica e l’imponenza di una fortificazione medievale. Terminato il giro sulle passerelle, potete imbarcarvi sul battello che vi porterà talmente vicini al ghiacciaio da toccare quasi con la mano la parete. 

terra del fuoco cile
Il Perito Moreno visto dal battello © Denis Falconieri / Lonely Planet

El Chalten e il fascino del Fitz Roy e del Cerro Torre

Il viaggio prosegue verso nord, dove la tappa successiva è El Chalten, luogo di culto per gli appassionati di alpinismo: questa piccola cittadina nel cuore della Patagonia è infatti conosciuta per le montagne che la sovrastano, il Cerro Torre e il Fitz Roy. Se siete fortunati, potrete vedere svettare queste cime superbe arrivando in macchina, uno spettacolo grandioso che vi toccherà le corde più profonde dell’anima. 

Ma se volete gustarvi da vicino la verticalità impressionante di questi monumenti di roccia, ci sono due trekking ben indicati e piuttosto inflazionati: uno vi porterà fino alla famosissima Laguna de Los Tres, ai piedi del Fitz Roy, l’altro fino alla Laguna Torre, al cospetto dell’omonima montagna. Entrambi i percorsi sono abbastanza impegnativi, ma lo spettacolo che regalano ripaga ampiamente della fatica. 

E per recuperare dai chilometri percorsi a piedi, non fatevi mancare una buona cena in uno dei tanti ristoranti del paese, caratterizzato da tante piccole abitazioni in stile montano, e lasciatevi trasportare dalla serata nei pub accoglienti e pieni di vita, dove ascoltare i racconti degli altri viaggiatori. 

Pubblicità
patagonia argentina
Cavalli al galoppo lungo la Ruta 40 © Denis Falconieri / Lonely Planet

Da El Chalten a Bariloche

I chilometri che dovrete affrontare per raggiungere Bariloche sono quasi 1.400, circa la metà dell’intero viaggio. La vostra resistenza al volante sarà messa a dura prova (vi conviene programmare una tappa a Perito Moreno, da cui potete fare una deviazione per vedere le pitture rupestri della Cueva de Las Manos), ma la bellezza della natura che vi accompagnerà vi sarà da conforto in ogni istante: le distese infinite della steppa, gli animali che corrono liberi, i cieli bassi e profondi e il vento, fedele compagno di viaggio. 

Arrivati nella Regione dei Laghi, prendetevi qualche giorno di sosta per godervi Bariloche, una tra le mete turistiche argentine più gettonate, che sorge sulle sponde dell’immenso Lago Nahuel Huapi. Qui le attività outdoor non mancano: in estate trekking, kayak, mountain bike, mentre in inverno lo sci regna sovrano. E se avete ancora voglia di guidare, il giro dei sette laghi vi regalerà panorami indimenticabili. 

Pubblicato nel e aggiornato nel

Destinazioni in questo articolo:

Argentina Cile
Condividi questo articolo
Pubblicità