Viaggiare da sola in Patagonia mi ha fatto uscire dalla mia comfort zone (e l’ho adorato)
Non sono esattamente un'impavida avventuriera outdoor che cerca esperienze e destinazioni piene di adrenalina. Sono più il tipo che ordina il servizio in camera dal mio hotel di lusso e forse si avventura fuori a fare shopping. Ma qualche volta mi piace mettere alla prova me stessa per cui ho intrapreso questo viaggio in Patagonia in cui speravo non solo di esplorare un luogo diverso da tutti quelli che avevo visto prima ma anche di mettere alla prova il mio spirito di adattamento.
La mia tolleranza per la scomodità è stata subito messa alla prova non appena ho raggiunto la parte della Patagonia dove avrei alloggiato, Torres del Paine National Park. È stato un lungo viaggio che, siccome arrivavo dagli Stati Uniti, prevedeva voli di coincidenza in Messico e Cile, seguiti da un tragitto di cinque ore per il parco, un’ora più lungo del previsto a causa dei famosi venti della regione.
Glamping in Patagonia
Con il primo test del mio spirito di adattamento alle spalle, mi sono registrata al Patagonia Camp e ho capito immediatamente che non solo sarei sopravvissuta alla settimana ma ce l’avrei fatta benissimo. Unico resort con iurte lussuose in Sud America incarna il glamping al suo meglio: più simile a un hotel a cinque stelle con lenzuola di lusso e una vasca idromassaggio all’aperto. Siccome la sostenibilità è importante per me, ero entusiasta di vedere che gli oggetti in dotazione del resort fossero tutti biodegradabili in modo che l’acqua recuperata potesse essere restituita alla natura (quindi lasciate il vostro shampoo e sapone a casa).
Il bonus? La mia “tenda” di lusso aveva un lucernario che mi permetteva di guardare il vasto cielo stellato di notte. E siccome non ci sono molti modi migliori per stare comodi di una pancia piena, sono stata felice di divorare i pasti gourmet del campeggio e i deliziosi vini cileni che hanno saziato molto più del mio appetito.
A prescindere da dove viaggio, mi piace collaborare con guide locali che offrono un’esperienza davvero autentica. Mi piace ascoltare le loro storie personali e vedere la regione attraverso i loro occhi. La mia guida, Marcy, offerta da Patagonia Camp, non solo è originaria della regione ma è anche incredibilmente appassionata del suo paese. I suoi racconti scaturivano dal cuore, non con l’idea di spuntare elementi da una lista.
Un giorno mi ha fatto conoscere il mate, la versione sud-americana di un energy drink. Sapeva che ero appassionata di gauchos (cowboy cileni), così mi ha portato a fare una passeggiata privata nella vicina puesto (una piccola capanna dove si rifugiano tipicamente i gauchos) e mi ha insegnato l’arte di condividere il mate. Era un rituale che aveva tutta l’intimità di una storia della buonanotte, a eccezione del fatto che quella mattina eravamo seduti su un pavimento sporco in una spoglia baracca di legno mentre ci scambiavamo storie.
Escursioni all’aperto che consolidano il vostro amore per la natura
Presto è arrivato il momento di lasciarmi alle spalle le comodità del campeggio e testare la mia determinazione sul campo. Seguendo il mantra necessario della regione del vestirsi a seconda delle stagioni, ci siamo diretti verso il Flora and Fauna Trail del parco dopo aver ricevuto il discorsetto necessario su cosa fare se si incontra un puma.
Il percorso era aperto e piatto, non impegnativo come il W Trail, ma il terreno perfetto per fermarsi ad ascoltare i brevi discorsi di Marcy sugli animali selvatici della regione.
Ci ha spiegato come avvistare un nido di condor (un po’ più difficile del vedere gli animali stessi, con le la loro maestosa apertura alare di oltre 3 metri e mezzo) o come i guanacos (la versione sudamericana dei lama) scavano fosse per fare il bagno nella sabbia. Marcy ha dimostrato un grande intuito quando ha azzittito il nostro gruppo, tirato fuori il binocolo e avvistato due puma in lontananza che inseguivano un gruppo di guacanos. È stata una visione elettrizzante, sebbene sono stata grata che l’agguato dei puma si sia rivelato privo di successo.
Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.
Per molto tempo, ho pensato che la mia profonda avversione al clima freddo significasse che l’unico modo in cui mi sarei avvicinata ai paesaggi ghiacciati dell’Antartide sarebbe stato vivendoli indirettamente attraverso le foto dei miei amici. Ma il cancerino che è in me è stato sempre attratto dall’acqua, e non potevo fare a meno di desiderare di vedere iceberg e acque azzurre di persona. È stato emozionante, allora, scoprire che chi visita la Patagonia si può imbarcare in un’escursione in barca sul lago Gray che si fa letteralmente strada attraverso gli iceberg, non nel freddo Pacifico dell’emisfero del sud, ma fra i ghiacciai andini.
Molti degli iceberg sul lago Gary sono il risultato del cambiamento climatico – una lezione che scuote gli animi diversamente da quelle solitamente dispensate da Marcy. Piuttosto che salpare, ho deciso di raggiungere gli iceberg a piedi, facendo una passeggiata lungo la spiaggia del lago Grey in modo da potermi prendere il mio tempo per creare ricordi, ammirare la bellezza e scattare qualche selfie.
Il cibo e il vino cileno sono pieni di sentimento
Una grande parte dello sperimentare una cultura diversa è condividere il cibo e mangiare insieme fa sempre bene allo spirito. Quindi è stato davvero speciale quando lo chef al Patagonia Camp ha organizzato un asado, un barbecue tradizionale cileno che è un classico delle cene in famiglia della domenica. Le pecore abbondano in questa regione e non vengono solo usate per la lana. Un asado segue spesso lunghe giornate di lavoro stagionale come tosatura e rodeo e comincia arrostendo un agnello all’aperto tutto il giorno. A un certo punto la carne viene servita come braciole, costolette o spezzettata o in tanti modi.
Naturalmente il vino cileno fa parte della celebrazione. In questo caso, è stato servito caldo come gluhwein (un tipo di bevanda riscaldata) mentre il personale e le guide del campeggio si riunivano e raccontavano storie delle tradizioni dell’asado delle proprie famiglie sottolineando che “non è il tuo stomaco a riempirsi ma il tuo cuore”.
Ho scoperto durante il mio viaggio in Patagonia che è vero. Anche quando mi sono spinta fuori dalla mia comfort zone e sono stata sfidata dal paesaggio spoglio, la regione mi ha arricchito in modi inaspettati. Ma non sono state solo le vette o i laghi glaciali a rendere il mio viaggio così soddisfacente. È stata la generosità e l’esperienza della gente del luogo che ha fatto sì che la conversazione tra luoghi e persone mi toccasse nel profondo.