Tapas, flamenco e sorrisi: quattro indimenticabili giorni a Siviglia
Edmondo de Amicis, molti anni fa, la descriveva così: “A Siviglia non s’invecchia. È una città in cui si sfuma la vita in un sorriso continuo, senz'altro pensiero che di godersi il bel cielo, le belle casine, i giardinetti voluttuosi.” E lo è ancora, l’accogliente capoluogo andaluso, una città da visitare con le scarpe buone e gli occhiali da sole, inebriati dal profumo dei fiori d’arancio che a partire dalla primavera pervade le strade. Siviglia è arte, è canto, è festa in strada, è cibo di strada, è un crocevia di religioni, è raffinata e sfacciata al tempo stesso. In quattro giorni, il viaggiatore impara a conoscerla e, come sottintendeva de Amicis, a sospendere il tempo e vivere, finalmente, nel momento.

Cosa fare a Siviglia in quattro giorni
Il primo giorno
Puntiamo subito in alto. Perché il nostro punto di partenza non è stato chiamato plaza del Triunfo per caso. A occupare l’occhio e lo spazio c’è, in primis, la Cattedrale di Siviglia, la più grande chiesa gotica del mondo, costruita nel XV secolo proprio con l’intento di far cadere la mascella a noi ammiratori posteri. Prendetevi anche il tempo per ammirare la cattedrale dall’esterno. È particolarmente affascinante la sera da Plaza Virgen de los Reyes e dall’altro lato del fiume, a Triana. Una torre campanaria, la Giralda, vi permetterà anche una splendida vista dall’alto sulla plaza e i quartieri vicini, magari al tramonto.
-> Consiglio: evitate la fila prenotando i biglietti online o comprandoli alla Iglesia Colegial del Divino Salvador nella vicina Plaza del Salvador.
L’Alcázar è proprio lì davanti, ma non è oggi il suo momento. Un viaggiatore saggio sa che nella stessa giornata non può godere pienamente della visita alla cattedrale e al palazzo reale, e per questo aspetta. Si avventura invece per le stradine dell’antico quartiere ebraico, il Barrio de santa Cruz, per soffermarsi nelle sue romantiche piazzette, come ad esempio Plaza de Doña Elvira.
Poi, per fortuna, arriva l’ora delle tapas! L’incredibile varietà di tapas-bar del capoluogo andaluso soddisfa tutti i palati e tutte le tasche. Una sosta che non delude mai è La Brunilda di Calle Galera.

Il secondo giorno: è ora di flamenco
La seconda giornata a Siviglia comincia dal Real Alcázar. Attuale residenza della famiglia reale spagnola, è una costruzione di una bellezza discreta e raffinata, che fonde con disinvoltura l’architettura cristiana e mudéjar. Una volta dentro, è facile rendersi conto di essere in un’altra secolare cattedrale, un palazzo di palazzi, con patii e saloni degni di una delle casate più longeve d’Europa. E se durante la visita qualcosa vi sembra familiare… è possibile che lo abbiate visto in un frame della serie televisiva Il Trono di Spade. I giardini, con tanto di labirinto che farà impazzire i bambini, sono un elemento defaticante dopo tanta regalità. C’è infine la possibilità di visitare gratuitamente l’interessante Archivio de Indias.
Proseguendo lungo il rio Guadalquivir, dal lato del Paseo de Cristobal Colon, si trova la Torre del Oro (la plaza de toros di Siviglia) mentre attraversando il ponte e passando dall’altro lato c’è il famoso quartiere di Triana, famoso per il flamenco.
Ci sono due tipi di locali in cui assistere agli spettacoli di flamenco: le peñas, che sono piccoli club privati gestiti da appassionati decisi a preservare la tradizione, o i tablaos, che invece organizzano spettacoli di professionisti, con tanto di biglietto e cena inclusa.
Ma la cosa più affascinante di Siviglia è che a volte, sedendosi semplicemente in un bar, qualcuno inizia a cantare e ballare improvvisando, e gli altri lo seguono. Se vi capita questa fortuna, contribuite allo jaleo (incoraggiamento) battendo i piedi e incitando gli artisti con appassionati ¡óle!.
Per andare a colpo sicuro, il Museo del Baile Flamenco organizza spettacoli tutti i giorni alle 19 (orario ideale per le famiglie).
A seguire, si sarà fatta l’ora giusta per mettersi a tavola: al Sal Gorda di calle Alcaicería de la Loza servono il salmorejo, una zuppa tipica andalusa, simile al gazpacho ma più densa, condita con mollica di pane e sovrastata da uovo e prosciutto.
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Terzo giorno
A sud del centro si aprono vasti parchi e strade percorse solo da tram, biciclette e pedoni. Le principali attrattive di questa zona sono il Parque de María Luisa, il più grande parco cittadino, e la sontuosa Plaza de España. Qui la chiave del divertimento sta nel noleggiare barche e biciclette per muoversi con agio e divertimento tra i laghetti con le anatre, i sevillanos che schiacciano un pisolino e i sentieri ombreggiati del vasto parque, che contiene anche il Museo Arqueológico e il Museo de Artes y Costumbres Populares.
Plaza de España è l’opera più grandiosa realizzata in occasione della Exposición Iberoamericana del 1929, riccamente decorata con azulejos, fontane, piccoli canali e una serie di pannelli in azulejos dai colori vivaci che raffigurano gli episodi storici salienti relativi alle varie province spagnole.
Per finire la giornata vigorosi e de-amicisianamente-meno anziani, dedicatevi a un po’ di shopping in calle Sierpes (qui si può comprare di tutto, dall’artigianato all’enogastronomico) e terminate la giornata con il tapas-crawling tra i locali “giovani” di calle Betis.
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Quarto giorno
Le case bianche e gialle del quartiere di la Macarena saranno il primo sorriso della vostra ultima giornata a Siviglia. Qui si trovano le mura della città e la Basilica de la Macarena, con la Virgen più venerata della città, che campeggia in tutto il suo splendore, adorna di una corona d’orio, dietro l’altare maggiore durane le ferventi celebrazioni della Semana Santa.
Gli appassionati di arte contemporanea avranno modo di notare Las Setas, monumento che prende il nome dal fungo gigante di cui ha la forma; per tutti appuntamento all’Alameda de Hercules, un’ariosa piazza-giardino, dalla ricca movida alternativa e LGBTQ+, dove si possono mangiare le solite tapas o le meno leggere (ma più goduriose) huevos à la flamenca o espinacas con garbanzos (ceci e spinaci con pane all’aglio e cumino).
Infine, un ultimo consiglio dedicato soprattutto alle famiglie con bambini. La Cartuja era un tempo un’isola sul Río Guadalquivir e prende il nome dal Monasterio de la Cartuja de Santa María de Las Cuevas, che qui sorgeva qui. Fu collegata alla sponda occidentale del fiume per l’Expo del 1992 e oggi è diventata una fabbrica di ceramiche con annesso museo. Alla Cartuja c’è Isla Mágica, un parco di divertimenti con moltissime attrazioni, montagne russe comprese, spettacoli di pirati, esibizioni di falconeria… e tutto ciò che può fare impazzire chi è giovane (dentro o fuori).

Quando andare a Siviglia
In primavera, Siviglia cala il suo poker d’assi. Il primo è la temperatura: che ad aprile già supera i 20 gradi rendendo giornate e serate fuori molto confortevoli. Il secondo è il profumo degli onnipresenti fiori d’arancio che avvolge l’intera città. Il terzo e il quarto sono due appuntamenti imperdibili: La feria de Abril, splendida festa che dura poco più di un fine settimana, durante il quale i sevillanos si agghindano – gli abiti tipici andalusi meritano i vostri wow! –, fanno il giro delle casetas per ballare la sevillana (danza popolare con influenze di flamenco), e tornano a casa barcollanti alle ore piccole dopo aver versato fiumi di sherry o del tipico rebujito (un mix di sprite e vino Manzanilla).
L’altro grande appuntamento è quello della Semana Santa, che si festeggia con una passione e una teatralità uniche, con processioni delle varie hermandades (confraternite; la più antica risale al 1340), inclusa quella dei nazarenos (penitenti) incappuccciati, che sfilano per le vie della città di giorno e di notte, portando a spalla dei grandi carri decorati riccamente con immagini religiose.
Durante la Semana Santa gli alberghi aumentano i prezzi e si riempiono in fretta, quindi meglio organizzarsi per tempo con le prenotazioni.