Perché un weekend a Jerez de la Frontera è un’ottima idea

Redazione Lonely Planet
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Quando pensiamo alle città da visitare in Spagna in un weekend, difficilmente Jerez de la Frontera è la prescelta. Ed è un peccato, perché questa località, culla del flamenco e tappa numero uno del Triangolo dello Sherry, è un concentrato dell’Andalusia. Se le date una chance, scoprirete una città vivace e moderna, dove le attività commerciali fervono negli antichi palazzi e l’irresistibile mix di ristoranti raffinati, animati tabancos dove si spilla lo sherry dalle botti e spettacoli di flamenco regala serate indimenticabili.

La Cattedrale di Jerez de la Frontera
©Cezary Wojtkowski/Shutterstock
La Cattedrale di Jerez de la Frontera ©Cezary Wojtkowski/Shutterstock
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Il Casco Antiguo e il Circuito: cosa vedere a Jerez de la Frontera

Fate un tuffo nel passato passeggiando nel centro storico, il Casco Antiguo, dove la raffinatissima architettura islamica è ben rappresentata dall’Alcázar, la massiccia ma elegante fortezza dell’XI o del XII secolo celebre per la torre a pianta ottagonale: raggiungetela attraverso i giardini in stile islamico, superando la moschea trasformata in cappella, il vasto Patio de Armas e il barocco Palacio Villavicencio, la cui camera oscura ha una vista privilegiata sulla città. 

Vicino all’Alcazar, la magnifica Cattedrale di Jerez de la Frontera (Catedral de San Salvador), un trionfo di ampi contrafforti e soffitti in pietra dalle elaborate decorazioni, sorprende per l’armonia con cui sposa gli stili barocco, neoclassico e gotico. Dietro l’altare maggiore si apre una serie di camere e cappelle che custodisce una collezione di argenti, abiti religiosi e opere d’arte, tra cui il dipinto La Virgen niña meditando di Zurbarán. Dall’altra parte della piazza, il campanile del XV secolo è in stile gotico-mudéjar nella metà inferiore, settecentesco in quella superiore.

L’altro notevole luogo di culto da vedere a Jerez de la Frontera è l’Iglesia de San Miguel, modellata sulla Cattedrale di Siviglia e facilmente individuabile per via del campanile barocco a tre livelli, ricco di sculture e sormontato da un tetto a tegole: costruita tra il XV e il XVIII secolo, la chiesa fonde architettura gotica, rinascimentale e barocca.

Completate il viaggio nella storia di Jerez de la Frontera tra i vapori dell’Hammam Andalus, che vi accoglierà con un intenso profumo di incenso, oli essenziali, tè alla menta e incantate atmosfere arabeggianti.

Jerez ha anche un’attrattiva sportiva che la fa balzare in alto nella top ten dei luoghi da visitare in Spagna per chi è appassionato di motori: il Circuito de Jerez-Ángel Nieto, dove si disputano gare di motomondiale e Formula 1. Se non riuscite a far coincidere le date del vostro viaggio con quelle del Gran Premio, consolatevi pensando che potreste assistere agli allenamenti delle scuderie che corrono qui anche fuori stagione e visitare l’esposizione permanente con cimeli dei campioni che vi hanno fatto sognare, come Ayrton Senna o Pedro de la Rosa solo per citarne alcuni.

La torre dell’Alcazar
©Lux Blue/Shutterstock
La torre dell’Alcazar ©Lux Blue/Shutterstock

Nel Triangolo dello Sherry a Jerez de la Frontera: vino, bodegas e tabancos

Nei vigneti scaldati dal sole della provincia occidentale di Cadice, fin dai tempi dei fenici si produce un forte vino bianco che nei secoli è evoluto nello sherry. Considerando che la parola spagnolajerez significa ‘sherry’, intuirete facilmente perché per gli amanti del vino Jerez de la Frontera, con la sua ventina di bodegas, è la tappa fondamentale del Triangolo dello Sherry (gli altri due vertici del triangolo sono le località di Sanlúcar de Barrameda e di El Puerto de Santa María). 

Tra le tante aziende vinicole da visitare (potete chiedere dettagli all’ufficio turistico), la Bodegas Tradición è molto caratteristica perché mentre fa la gioia degli intenditori di vino, ammicca anche agli appassionati di arte: agli sherry a lungo invecchiamento (almeno 20 anni, ma di solito 30), infatti, affianca la Colección Joaquín Rivero, una collezione privata d’arte spagnola (XIV-XIX secolo) con pezzi di Goya, Velázquez, El Greco e Zurbarán. Una delle più grandi aziende produttrici di sherry di Jerez è invece la Bodegas González–Byass, che si trova appena a ovest dell’Alcázar ed è proprietaria della celebre etichetta Tío Pepe: a ricordare lo ’zio Pepe’, cioè lo zio dell’intraprendente imprenditore che fondò l’azienda nel 1825, c’è una statua in pieno centro, a pochi passi dalla cattedrale.

Passeggiando nel centro città, vi imbatterete nei vecchi tabancos, semplici taverne dove si spilla lo sherry dalle botti, tornati in auge grazie a nuove gestioni che hanno saputo attrarre una clientela di giovani jerezanos trendy pronti a mescolarsi con i vecchi aficionados. La parola tabanco deriva dalla fusione di tabaco (tabacco) ed estanco (tabaccheria), ma la grande attrattiva è indiscutibilmente il vino locale. L’ufficio turistico fornisce informazioni sulla Ruta de los Tabancos de Jerez. Molti organizzano regolari serate di flamenco e alcuni offrono degustazioni di sherry. Tutti sono posti fantastici, economici e alla buona, dove apprezzare appieno l’atmosfera più autentica di Jerez con un bicchiere in mano. Il più antico, in attività dal lontano 1925, è il Tabanco El Pasaje, che oggi propone la sua eccellente selezione di sherry e tapas con l’accompagnamento di sessioni di flamenco due volte al giorno.


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L’ambiente tipico di un tabanco di Jerez
©Jo Jones/Shutterstock
L’ambiente tipico di un tabanco di Jerez ©Jo Jones/Shutterstock

Visitare la Spagna per risalire alle origini del flamenco

Non badate alle proteste di Cadice, Siviglia e Granada: la ‘culla del flamenco’ spagnolo è Jerez de la Frontera. Malgrado la competizione delle altre città della Spagna più turistiche, Jerez ha una carta vincente: abbraccia ben due quartieri gitani, Santiago e San Miguel, che hanno dato origine a una folta schiera di artisti, tra cui i cantanti gitani Manuel Torre e Antonio Chacón. 

Visitate il Centro Andaluz de Flamenco, che ha sede in un affascinante palazzo d’epoca dall’incantevole soffitto in legno originale del XV secolo, per chiedere tutte le informazioni su spettacoli e lezioni di canto, danza e chitarra. Da qui, fate una passeggiata lungo Calle Francos, dove si trovano due leggendari locali di flamenco, punto di ritrovo di cantanti e ballerini. A nord del Centro Andaluz de Flamenco, nel quartiere di Santiago, troverete decine di peñas (piccoli club privati), apprezzati per l’ambiente intimo e il prezzo accessibile (di solito l’ingresso è gratuito se si ordina una consumazione). L’ambiente delle peñas è particolarmente vivace tra fine febbraio e inizio marzo, quando il Festival de Jerez, il più importante festival di flamenco del mondo, infiamma gli animi di ballerini e spettatori.

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