Viaggio in Sudafrica alle radici dell'apartheid
La storia del Sudafrica è un elemento essenziale per comprendere la nazione contemporanea. Ci sono ottimi musei e siti in tutto il paese dedicati alla storia dell’apartheid, ma dovreste anche fare un viaggio ancora più indietro nel tempo ed esplorare la storia della popolazione khoe-san e dei secoli di incursioni e battaglie causate dall’arrivo degli europei, in modo da capire quanto sono profonde le radici del colonialismo e poter riconoscere questi processi mentre sono in atto e prima che sia troppo tardi.

Constitution Hill nel centro di Johannesburg
Visitare Constitution Hill, a Johannesburg, è uno dei siti storici più importanti del Sudafrica e un’esperienza che dà vita a emozioni contrastanti. Le mostre sono suddivise in quattro siti in tutta la grande tenuta: l’Old Fort, che risale al 1892 e in passato era un famigerato carcere maschile per bianchi; l’orripilante Number Four Jail, riservata agli uomini non bianchi; la Women’s Jail; e l’Awaiting Trial Block (per chi era in attesa di giudizio), oggi per lo più demolito e sostituito dalla Constitutional Court. Ciò che vedrete e sentirete qui sarà scioccante, tanto quanto le informazioni sulla terribile vita dei prigionieri, che vi daranno una comprensione più profonda delle ramificazioni storiche e legali della lotta.
Qui furono incarcerati molti degli attivisti politici di alto profilo, tra cui Nelson e Winnie Mandela e Mohandas (Mahatma) Gandhi. Molti dei tour durano un’ora e coprono la Number Four Jail, finendo nella Constitutional Court, piena di luce, un inno al lavoro del paese per la trasformazione e l’integrazione. Inaugurata nel 2004, con un progetto basato sul concetto africano di ‘giustizia sotto l’albero’, la Constitutional Court è il vero simbolo del Sudafrica moderno. Nel suo edificio sono incorporati 150.000 mattoni e le vecchie scalinate dell’Awaiting Trial Block, demolito alla fine dell’apartheid, mentre il tribunale ospita una notevole collezione d’arte contemporanea con opere locali e internazionali.
Visitate l’Apartheid Museum, a Johannesburg
L’Apartheid Museum, che travolge a livello emotivo e intellettuale, illustra la nascita e la caduta dell’era di segregazione e oppressione in Sudafrica ed è assolutamente da non perdere. Il viaggio comincia già dall’ingresso, suddiviso in uno per i bianchi e uno per i non bianchi; quando acquistate il biglietto, vi viene concesso l’ingresso da una delle due parti. Dentro, vi è offerto uno sguardo agghiacciante sulla progettazione e l’attuazione del sistema dell’apartheid attraverso svariati mezzi, nonché storie di ispirazione sulla lotta per la democrazia. È essenziale per comprendere le ingiustizie e le tensioni ancora esistenti oggi.
Un’ala è dedicata al ruolo di Nelson Mandela nella lotta, dai primi anni alla sua potente eredità. In particolare, è sconvolgente la piccola camera con 131 cappi, che raffigurano i 131 oppositori al governo giustiziati per terrorismo. Se seguite il percorso raccomandato, un Casspir, un minaccioso veicolo militare corazzato che sembra uscito da un film distopico, vi segnalerà l’arrivo alla metà del museo. Andando verso la seconda metà, ci sono diversi grandi schermi che mostrano episodi violenti durante la lotta politica; la brutalità delle immagini, relativamente recenti, aiutano a contestualizzare e comprendere il Sudafrica contemporaneo.

I Battlefields del KwaZulu-Natal
Immergetevi nel tumultuoso XIX secolo, esplorando i campi di battaglia del KwaZulu-Natal settentrionale, oggi testimoni silenziosi dei principali scontri militari che hanno dato forma allo sviluppo del paese. Gli 82 campi, musei, siti funerari e monumenti ricordano le campagne di quegli anni tormentati che vanno dai conflitti dell’inizio del XIX secolo tra gli zulu di Shaka e altri clan nguni, a battaglie tra i primi coloni europei e la nazione zulu (1838-40), lo scontro tra gli imperi britannico e zulu (1879) e le due guerre tra britannici e boeri.
Gli uffici turistici locali a Newcastle, Dundee, Ladysmith, Ulundi ed Eshowe hanno cartine e brochure che vi aiuteranno a esplorare la regione da soli e anche numerosi libri (si raccomanda in particolare Field Guide to the Battlefields of South Africa di Nicki von der Heyde). I campi di battaglia e i monumenti commemorativi sono ben segnalati da cartelli marroni e bianchi lungo le strade.
Una risorsa utilissima per pianificare un’uscita nella zona è il sito web di Battlefields Routes, che raggruppa i siti a seconda dei vari conflitti e dà informazioni sul loro contesto; ha anche un elenco completo di guide specializzate. I campi di battaglia sembrano davvero rianimarsi quando li visitate con un tour guidato da chi vi offre affascinanti dettagli sulle battaglie e racconta storie locali raccolte negli anni. Molte guide sono ottimi narratori e vi raccontano dettagli e aneddoti anche sui singoli personaggi. Spesso hanno un campo di interesse specifico e i tour vanno da mezza giornata a uscite di più giorni.
Il Big Hole Museum a Kimberley
Uno dei luoghi più immediatamente associati a Kimberley è il Big Hole, la buca scavata a mano più grande del mondo, larga circa 460 m e profonda più di 200 m. Gli scavi cominciarono alla fine del XIX secolo e continuarono fino al 1914, fornendo ben più di 2000 kg di diamanti. Oggi, anche se i 50 milioni di rand che hanno fatto diventare il Big Hole un’eccellente destinazione turistica sono arrivati da De Beers, vale la pena di venire a visitarlo per avere un’autentica comprensione del dubbio passato dell’industria mineraria locale.
Si inizia con un video introduttivo sulle condizioni delle miniere a Kimberley alla fine del XIX secolo e alcuni personaggi chiave, seguito da una camminata lungo la piattaforma panoramica del Big Hole, una struttura in acciaio che si sporge sull’acqua. Potrete scendere in una miniera per rivivere le difficoltà incontrate dai primi minatori, con tanto di suoni ed esplosioni. Ci sono anche un centro di esposizione sulla storia del Sudafrica e di Kimberley e sui diamanti in generale, nonché un caveau di diamanti protetto. Concludete passeggiando tra le ricostruzioni di un insediamento di minatori, dove potrete setacciare l’acqua alla ricerca di diamanti.
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Robben Island, l’isola sudafricana che racconta l’apartheid
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Robben Island, la prigione in cui fu rinchiuso Nelson Mandela
La pace di Robben Island, circa 10 km a nord di Cape Town e 8 km a ovest della terraferma, non lascia immaginare il ruolo spesso turbolento che l’isola ha avuto nel corso dei secoli. All’origine fu un punto di sbarco per le navi di passaggio, ma poi ospitò una famigerata prigione, di cui il più famoso residente fu Nelson Mandela. Oggi è un sito del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, in memoria del suo ruolo nella lotta contro l’apartheid in Sudafrica.
L’unico modo di visitare l’isola è con un tour organizzato che terminerà alla prigione, dove uno degli ex prigionieri vi racconterà da un punto di vista molto personale la vita che si conduceva. Vedrete la cella minuscola di Mandela e, con un po’ di fortuna, potrete avere qualche momento per riflettere prima di tornare al traghetto. Il tour lascia spazio e tempo per comprendere tutto e l’intera esperienza è molto toccante. È commovente soprattutto ascoltare le storie dettagliate delle guide e il racconto della vita dei prigionieri. Occorrono circa quattro ore per l’intera visita, inclusi i traghetti. Prima di ripartire, guardate la terraferma dalla spiaggia, per comprendere con uno sguardo le origini del nome dato dai khoe-san alla Table Mountain: Hoerikwaggo, la ‘Montagna nel mare’.
Le Cederberg Mountains
Le Cederberg Mountains offrono un paesaggio incredibile che si estende per 1800 kmq, lì dove convergono la storia antica e lo splendore della natura. Ci sono più di 2500 siti di arte rupestre scoperti nella regione del Cederberg, meraviglie archeologiche dipinte in ocra che ricordano ai visitatori le civiltà che fiorirono qui molto tempo prima che arrivassero i colonizzatori.
Da millenni l’arte rappresenta il respiro materializzato attraverso cui gli umani si esprimono e questo è evidente nel Sevilla Rock Art Trail più che in qualsiasi altro posto del Western Cape. Composto da nove diversi siti che costellano un sentiero di 4 km, questo itinerario offre un’esperienza archeologica immersiva che vi porterà indietro nel tempo, a osservare il dinamismo spirituale e culturale della popolazione san, che da tempo abita nella regione. L’arte lungo l’itinerario ha ispirato tante leggende, dalle figure che sembrano avere teste a uncino nel Sito n. 1, alle creature simili a lucertole nella ‘Grotta dei Mostri’ (Sito n. 2), che si pensa raffigurino specie di dinosauri da tempo estinti. Alcuni siti fanno comprendere come era formata la società dei san, come il Sito n. 6, che mostra una fila di sette donne impegnate a danzare, e il Sito n. 10, che raffigura 30 figure con copricapi in quella che sembra una processione rituale.