Una mini guida al Kruger National Park
Chi non ha sognato, almeno una volta nella vita, di vivere la dimensione del safari, magari in uno dei parchi nazionali più famosi del mondo? Chi non ha desiderato far spaziare occhi e cuore sulle distese di bushveld alla ricerca di grandi felini, elefanti o branchi di zebre? Forse è proprio qui che risiede la magia del Kruger National Park, in Sudafrica: nella capacità di offrire tutto ciò che ci si aspetta da un safari, amplificato da paesaggi da sogno e organizzazione impeccabile, a misura di ciascuno. Ecco quindi una piccola guida per organizzare al meglio il vostro viaggio al Parco Nazionale del Kruger.

La storia del parco
Il territorio che oggi costituisce il Kruger National Park fu dichiarato area protetta nel 1898, quando il presidente della Repubblica del Transvaal Paul Kruger istituì la Sabie Game Reserve, tra i fiumi Sabie e Crocodile, come zona di caccia controllata. Il primo guardiano della riserva, al termine della seconda guerra anglo-boera, fu James Stevenson Hamilton, che ne incoraggiò la tutela e ne intuì il potenziale turistico: nel 1926 la riserva venne unita al altre tenute private adiacenti, dando così vita al Kruger National Park, che venne aperto al pubblico l’anno successivo.

Kruger National Park: cosa vedere?
Inutile girarci attorno: il parco si visita per toccare con mano la dimensione faunistica e naturalistica del Sudafrica, e per farlo al suo meglio. La riserva, infatti, racchiude al suo interno una straordinaria varietà di paesaggi ed ecosistemi: tra gli animali del parco Kruger sono molto diffusi elefanti, impala, bufali, zebre di Burchell, gnu, antilopi d’acqua. Ma anche babbuini, leopardi, leoni e una grande concentrazione di aviofauna, soprattutto lungo il corso dei numerosi e maestosi fiumi che attraversano il territorio. È insomma uno dei luoghi migliori dove fare safari in Africa.
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La parte più meridionale del parco è considerata la migliore sotto il profilo paesaggistico: le colline di granito si ergono su praterie e boschi di acacie, e la vegetazione è particolarmente rigogliosa grazie alle abbondanti precipitazioni. Anche questo favorisce la grande presenza di animali selvatici, tra cui rinoceronti bianchi, bufali e zebre, oltre a leoni, iene e leopardi. Il settore meridionale è anche il più visitato del parco, per cui mettete in conto piste più affollate e, talvolta, coda per vedere gli animali.
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Il Kruger centrale, tra i fiumi Sabie e Olifants, è meno vario rispetto alla regione meridionale: offre in compenso ampi tratti di savana aperta, popolata da nutrite popolazioni di impala, kudu, giraffe ed elefanti. Inoltre, la strada tra Satara e Orpen è uno dei luoghi del Kruger in cui è più probabile riuscire ad avvistare i ghepardi.
Il territorio settentrionale del parco, a nord dell’Olifants River, è l’area in cui è più facile riuscire ad avvistare grandi branchi di elefanti, dal momento che vi cresce in abbondanza il loro cibo preferito, cioè l’albero di mopane. La boscaglia attrae però anche numerose altre specie, tra cui antilopo roane, eland e tsessebe, mentre leoni, leopardi e rinoceronti – seppur presenti – sono un po’ meno numerosi. L’estremità settentrionale del Kruger è una fascia completamente tropicale, e permette l’avvistamento di molti più uccelli rispetti ai settori meridionali. In generale, la parte settentrionale è più tranquilla.
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Cosa fare al Kruger
Sebbene guidare da soli sia molto interessante nel contesto del Kruger, altrettanto interessante può essere approfondire la conoscenza dell’ambiente naturalistico all’interno delle diverse attività organizzate dal parco: i safari in automobile all’alba e al tramonto, ad esempio, della durata di tre ore, oppure quelli notturni. Ancora, la maggior parte dei rest camp propone passeggiate mattutine nel bush accompagnati da competenti guide, camminare lungo il fiume o percorsi pomeridiani a piedi. Se invece optate per qualcosa di ancora più immersivo, è possibile prenotare uno dei wilderness trail o dei backpack trail, cioè escursioni a piedi di più giorni, accompagnati da una guida: conviene informarsi presso le strutture ricettive per costi, disponibilità e regole di partecipazione (i bambini, ad esempio, spesso non sono ammessi).

Kruger National Park: alcune informazioni
Dove si trova
Il Kruger National Park – chiamato anche dai locali Wildtuin, cioè “giardino selvaggio” - si trova nel nord-est del Sudafrica, ed è considerato una delle più grandi riserve faunistiche dell’Africa: nei suoi oltre 19mila chilometri quadrati di territorio accoglie un’incredibile densità di animali, tra cui tutti i cosiddetti Big Five (leoni, leopardi, rinoceronti, elefanti e bufali), oltre che una grande varietà di paesaggi naturali, dalle kopje (colline) di granito a sud alle Lebombo Mountains a est, passando dalla savana e dalle foreste tropicali.

Quando andare
Il Kruger National Park è visitabile tutto l’anno. Da giugno a settembre (periodo invernale) il clima è più secco, ed è più facile scorgere gli animali alle pozze d’acqua. Nei periodi di alta stagione (da ottobre alla metà di gennaio) e delle vacanze scolastiche tutte le sistemazioni devono essere prenotate con largo anticipo. Nel periodo che va da metà gennaio a fine marzo, si trovano più afa ma anche più tranquillità, perché sono finite le vacanze scolastiche ed è più facile trovare alloggio nelle strutture del parco.

Come arrivare
Il parco è servito dallo Skukuza Airport, situato all’interno della riserva e collegato con voli giornalieri diretti a Cape Town e a Johannesburg (compagnie SAAirlink e South Africa Airways, entrambe partner del parco). Voli più numerosi sono invece disponibili per il Kruger Mpumalanga International Airport, situato nei pressi di Nelspruit.
Se invece vi muovete in auto, considerate che gli ingressi meridionali del Kruger National Park si trovano tutti nel raggio di 475 km (5 h) da Johannesburg; gli ingressi di Orpen Gate e di Phalaborwa Gate si trovano a circa 525 km (6 h) di distanza e quelli di Punda Mara Gate e di Pafuri Gate a oltre 600 km (7 h). Il parco ha un eccellente sistema stradale, con un’ottima rete di strade asfaltate e molte piste secondarie in ghiaia in buone condizioni: ciononostante, è sempre meglio verificare con i ranger se di recente ci siano state piogge abbondanti che potrebbero aver reso alcune piste difficoltose.
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Kruger National Park: dove dormire
Uno dei punti di forza del Kruger è la grande presenza di strutture ricettive adatte a tutte le tasche, molte delle quali anche molto convenienti. Le possibilità di alloggio spaziano dai rest camp, i bushveld camp e i satellite camp, fino ai lussuosi lodge a cinque stelle ospitati all’interno delle concessioni private del parco. La maggior parte dei visitatori alloggia in uno dei dodici grandi rest camp del parco, che nella maggior parte dei casi dispongono di piazzole attrezzate per tende e roulotte e una gamma più o meno vasta di sistemazioni confortevoli, dalle tende safari e capanne arredate (l’opzione più spartana, fornite di frigorifero e ventilatore ma con bagni e strutture per cucinare comuni) ai bungalow e cottage più spaziosi. I rest camp sono sempre recintati e muniti di stazioni di servizio, lavanderia e negozi. Per chi invece desiderasse stare maggiormente a contatto con la natura, ci sono i bushveld camp e i satellite camp, dotati di meno servizi.
