Paghereste una tassa di soggiorno per tutelare una lingua locale?
Una tassa turistica per finanziare la tutela e la salvaguardia della lingua locale. Ad applicarla sarà presto il Galles (Wales), Paese nel sud-ovest del Regno Unito la cui lingua - il gallese - ha effettivamente caratteristiche uniche, ma si teme possa perdersi: sebbene sia registrata come lingua ufficiale insieme all’inglese, la percentuale di gallesi in grado di parlarla è diminuita sensibilmente.

Proposta per la prima volta nel 2018, la tassa turistica è stata oggetto di una consultazione pubblica nel 2022 e ci si aspetta che la misura entri in vigore definitivamente nel 2027. La tassa in questione dovrebbe consistere in un aumento di £1.25 (€1.50) per notte se si alloggia in strutture ricettive e di £ 0.75 (€ 0.90) se si pernotta in campeggi e ostelli. Con questa novità il Galles diventerà il primo Paese nel Regno Unito a introdurre una tassa turistica su tutto il territorio nazionale, sebbene sia già stato chiarito che ciascun consiglio regionale potrà deliberare se adottare o meno la tassa nella propria area. Potrebbero inoltre essere previste esenzioni per i soggiorni lunghi o di famiglia.
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All’inizio del Novecento la percentuale di abitanti del Galles in grado di parlare gallese era circa il 43%. Oggi, secondo una stima aggiornata al 30 giugno 2024, è il 27,8%: è la percentuale più bassa mai registrata negli ultimi otto anni. Il Governo locale si è dato l’obiettivo di portare il numero di gallesi in grado di parlare la lingua locale a quota mezzo milione entro il 2050, un traguardo che ora si punta a raggiungere anche grazie ai proventi della nuova tassa di soggiorno, stimati intorno ai 33 milioni di sterline. I fondi dovrebbero essere usati per promuovere “la visibilità e la vitalità del gallese”, ma al momento mancano informazioni più precise sulle azioni che le autorità locali intendono mettere in atto.