Nel Borneo malese sul sentiero dei cacciatori di teste
Prove faticose, sfide estreme, profonda scoperta culturale e conoscenza dei segreti della foresta pluviale: ogni giorno è una lezione in questo classico trekking nel Borneo, che vi porterà dal Dal Gunung Mulu a Limbang.

In alcuni viaggi guardi il paesaggio. Sul sentiero dei cacciatori di teste, nel Gulung Mulu National Park nel Borneo, è il paesaggio – o almeno quegli elementi del paesaggio dotati di pelliccia, piume, squame e occhi – a guardare te, con diffidenza, come se tu fossi un visitatore di un altro mondo. Quasi tutti i visitatori di questa leggendaria area protetta arrivano e ripartono in aereo, perdendosi il meglio dell’esperienza.
Sull’antico sentiero via terra tra la sede del parco e Limbang, al confine con il Brunei, vi addentrerete in una fitta vegetazione grondante umidità, tra i rumori assordanti della giungla. Dopo lunghe e faticose giornate di cammino, gite in barca sui fiumi e soste per la notte nelle longhouse tribali, scoprirete un nuovo rispetto per la foresta pluviale e per le persone e gli animali che la popolano.
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Nella foresta pluviale
Anche se il trekking vi farà sudare molto, il sentiero è in gran parte pianeggiante, il che aiuta non poco in questo clima caldo e umido. Durante il cammino avrete modo di sfruttare le antiche conoscenze degli iban. I sentieri che attraversano la foresta furono tracciati dagli antenati delle guide odierne, quindi prestate attenzione: vi indicheranno dettagli che potrebbero sfuggirvi, come le velenose vipere del Borneo perfettamente mimetizzate nella vegetazione.
Quasi tutti gli escursionisti partono dalla sede del parco, dopo aver esplorato per qualche giorno le immense grotte calcaree dei dintorni. Iniziate con l’escursione di andata e ritorno dalla sede del parco alla Deer Cave, lunga 2 km e alta 174 m, e percorrete la Mulu Canopy Skywalk tra le chiome degli alberi.
Il trekking vero e proprio inizia con un giro in barca di un’ora su un fiume scrosciante nella giungla; durante il tragitto verso la Wind Cave e la Clearwater Cave si incontrano altre grotte calcaree. È un’escursione suggestiva, con avvistamenti di uccelli della giungla (buceri, se si è fortunati) tra le chiome degli alberi e affioramenti carsici carichi di stalattiti a filo d’acqua. Segue una camminata di 9 km lungo un tracciato tortuoso tra radici a contrafforte e su traballanti ponti di corda per raggiungere il Camp 5, la prima tappa per la notte prima di imboccare il sentiero dei Pinnacles. Controllate di non aver preso le sanguisughe, che riescono a insinuarsi anche attraverso le fessure più strette

La scalata dei pericolosi Pinnacles
Non c’è modo di indorare la pillola: la scalata dei Pinnacles (2,4 km) è ardua. Si inizia all’alba, arrampicandosi sugli affioramenti rocciosi e usando le radici degli alberi e le scalette di alluminio fissate alla roccia per tenersi in equilibrio, e si torna al campo dopo sette lunghe ore. La ricompensa è una vista mozzafiato sulle cime degli alberi, arroccati su un paesaggio surreale di affilate falesie calcaree.
La discesa non è più facile, ma proverete una grande soddisfazione quando crollerete sul materasso nelle camerate comuni del Camp 5. Da qui quasi tutti gli escursionisti ritornano alla sede del parco; quelli che lasciano il Camp 5 per affrontare il sentiero di 11 km per Kuala Terikan si conquistano a pieno diritto il titolo di veri esploratori.

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Vita tra gli iban
Durante il cammino chiedete alla vostra guida informazioni sulla fauna locale. Gli animali vivono quasi tutti in alto, ma le guide sono esperte nell’indicare gli uccelli, i rettili e gli anfibi che si nascondono a livello del suolo, nonché le piante utilizzate dagli iban per costruire cerbottane e ripari. Scoprirete di più sugli iban durante il vostro prossimo pernottamento, dopo un’escursione in barca su un tratto di fiume frequentato da martin pescatori e altri uccelli della giungla. Il soggiorno in una longhouse iban inizia in genere regalando ai padroni di casa riso, noodles e altri ingredienti di base per contribuire ai pasti. Gli iban fanno risalire le loro origini ai cacciatori di teste da cui prende il nome il sentiero, ma oggi la vita nelle longhouse offre comfort come luce elettrica e acqua corrente.
Soggiornare in una di queste case su palafitte è tuttora una lezione di vita comunitaria: i pasti sono il momento culminante della giornata, in cui più generazioni si riuniscono per preparare il cibo, mangiare e bere tuak (vino di riso). In teoria si può raggiungere la costa del Sabah a piedi, ma i locali hanno capito da tempo che nella giungla i fiumi sono le migliori vie di comunicazione. Il viaggio di ritorno verso le relative comodità di Limbang richiederà altre ore di navigazione, poi un tragitto in minibus su una strada asfaltata. Magari alla fine del trekking non sarete in grado di sopravvivere da soli nella giungla, ma di certo proverete un nuovo rispetto per l’ambiente naturale minacciato del Borneo e forse sarete ispirati a contribuire a preservare questa meraviglia della natura per le generazioni future.
Guide e prodotti consigliati:
Come organizzare il viaggio
Come arrivare
A meno che non intendiate camminare in entrambe le direzioni, la principale via d’accesso al Gunung Mulu è in aereo, con un volo da Miri, Kuching o Kota Kinabalu a bordo di un turboelica MASwings. All’altra estremità del sentiero, Limbang è servita da autobus di linea per Kota Kinabalu nel Sabah e Bandar Seri Begawan nel Brunei, da cui si può proseguire verso il Sarawak.
Quando andare
Il Borneo non ha una vera stagione ‘secca’: è caldo e umido tutto l’anno e gli acquazzoni sono una costante. Nel Gunung Mulu l’alta stagione va da giugno a settembre: i prezzi degli alloggi e dei voli lievitano e bisogna prenotare in anticipo i tour e le attività, in particolare le escursioni alla Deer Cave e Wind Cave e alla Mulu Canopy Skywalk.