La cultura olandese dei bruin café

Redazione Lonely Planet
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Il termine gezelligheid indica una situazione di convivialità, intimità, calore e socievolezza tipicamente olandesi: un tratto che caratterizza i famosi bruin café (‘caffè scuri’), locali chiamati così per le luci soffuse e gli interni anneriti da secoli di fumo, dove bere una birra tra candele tremolanti e gente del posto. Ecco perché abbiamo selezionato alcuni localini in cui rinchiudervi quando fuori l'inverno non lascia scampo: per scaldarvi ed entrare nel vivo della cultura locale.

I bruin café (‘caffè scuri’) sono chiamati così per le luci soffuse e gli interni anneriti da secoli di fumo ©www.hollandfoto.net/Shutterstock
I bruin café (‘caffè scuri’) sono chiamati così per le luci soffuse e gli interni anneriti da secoli di fumo ©www.hollandfoto.net/Shutterstock
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I migliori bruin café e dove trovarli.

Il Café Binnen Buiten di Amsterdam

Si tratta di un accogliente bruin café con dehors lungo il canale più soleggiato di De Pijp. De Pijp è un quartiere di Amsterdam che si trova su un’isola collegata al resto della città da 16 ponti, subito a sud della cintura meridionale dei canali e delimitato a est dall’Amstel, e sembra un borgo a sé, con una personalità caratteristica che lo distingue da tutti gli altri quartieri.

Chiamato ‘La Pipa’ per le strade rettilinee e strette che ricordano i cannelli delle pipe (molte delle quali intitolate a pittori olandesi), sorse nel XIX secolo, quando, per alleviare la pressione demografica di Jordaan, in breve tempo furono eretti caseggiati con alloggi a buon mercato per gli operai; negli anni ’60 e ’70, con la ristrutturazione delle proprietà promossa dall’amministrazione per gli immigrati, acquisì poi la sua popolazione multietnica. Oggi, questo quartiere creativo e spensierato è abitato da persone di ogni età, nazionalità e ceto sociale, e possiede un forte spirito comunitario, che si coglie soprattutto nei bar e nei ristoranti intorno all’Albert Cuypmarkt, il più vasto mercato di strada dell’Olanda.

I bruin café di Jordaan

Ricchi dell’ineffabile qualità della gezelligheid (convivialità, intimità), gli storici bruin café di Amsterdam sono diffusi soprattutto a Jordaan, proprio per le radici operaie del quartiere. Il più antico bruin café, il Café Chris, con vetrate a piombo, tazze in ceramica e registratore di cassa in argento, aprì i battenti nel 1624: gli operai del campanile della Westerkerk riscuotevano qui i loro salari. Del 1642 e ornato con piastrelle di Delft, il Café Papeneiland (Isola dei Papisti) deve il suo nome alla chiesa cattolica clandestina nata all’epoca della Riforma sul lato nord del Prinsengracht e accessibile tramite un tunnel segreto (l’ingresso è ancora visibile). Il piccolo Café Pieper, con vetrate colorate, è in attività dal 1665.

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I bruin café di Delfshaven a Rotterdam

Appena 3 km a sud-ovest del centro di Rotterdam, si sviluppa la storica enclave di Delfshaven, che in passato era il porto marittimo della città di Delft e oggi costituisce un gradevole quadretto di pittoreschi canali e case a timpano del Secolo d’Oro. Sulle rive del Nieuwe Maas, il trecentesco quartiere portuale nel 1620 fu il punto di imbarco dei Padri Pellegrini diretti in America. Un tempo formato da due zone distinte, con le ricche abitazioni sul fronte del porto e quelle della classe operaia nell’interno, dopo la recessione del XIX secolo Delfshaven fu incorporato a Rotterdam come distretto povero.

Ai giorni nostri, Delfshaven si è ricomposto in un unico fronte compatto e all’avanguardia di gallerie d’arte, studi di design e ristoranti. Il porto è raggiungibile con un tram d’epoca (o in watertaxi) dalla Centraal Station ed è una piacevole meta dove fare due passi nel pomeriggio e cenare lungo il canale nell’esclusivo Restaurant Frits o nel bruin café De Oude Sluis, affacciato su un mulino a vento. Nulla meglio del Tovertunnel (Tunnel Magico) è in grado di racchiudere la storia di Delfshaven. Il tratto tra Schansstraat e Aelbrechtskolk, uno dei pochi vicoli dell’achterbuurt (quartiere popolare) che collegava la zona ricca a quella povera, negli anni della recessione divenne un posto malfamato e pericoloso. Nel 1996, l’artista di Rotterdam Willij Vanderlinden trasformò l’oscuro passaggio in un’incantevole meraviglia di dipinti colorati e luci al neon, ispirati a una simbolica connessione tra passato e presente, rendendolo anche meno spaventoso agli occhi dei bambini. Il tunnel è accessibile solo nelle ore diurne.

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Il distretto di Delfshaven ©Nick N A/Shutterstock
Il distretto di Delfshaven ©Nick N A/Shutterstock

In piazza Vrijthof a Maastricht

Una piaza da non perdere a Maastricht è Vrijthof, dove il classico e secolare In Den Ouden Vogelstruys è uno dei café-bar che si susseguono di fronte alla Sint Servaasbasiliek, straordinaria chiesa in stile romanico di della città. In parte convertita in museo, la basilica è costruita sopra la tomba del vescovo armeno Sint Servaas (san Servazio o Servatius di Tongres, morto nel 384), che nel Medioevo divenne uno dei principali siti di pellegrinaggio. L’austera figura di san Servazio si incontra un po’ ovunque in città; per esempio, una sua statua si trova sul pilone centrale nel lato esposto a sud del ponte che porta il nome del santo. In genere, Servazio è raffigurato con le chiavi del paradiso, perché è ritenuto un rappresentante di san Pietro. Sempre in Vrijthof sorge la protestante Sint Janskerk, con un campanile rosso alto 43 m, in cui si può salire (280 gradini) per contemplare il panorama urbano; il suo colore, in origine ottenuto con sangue di bovini, serve a prevenire l’erosione della tenera roccia di marna con cui è stato realizzato.

Altri bar con tavoli all’aperto fiancheggiano Boschstraat e circondano la Markt, l’animata piazza del mercato dominata dal barocco Stadhuis (municipio), con un carillon di 49 campane. Dopo la mezzanotte, la piazza si trasforma nell’epicentro della vita notturna studentesca. Potreste non notarla, ma tra le due piazze la Boekhandel Dominicanen offre un angolo di tranquillità: è una magnifica libreria ricavata, ebbene sì, in una vecchia chiesa, dove il caffè è servito nel punto in cui un tempo si trovava l’altare.

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