Quali sono le destinazioni turistiche "certificate" per i viaggiatori autistici
Per le persone con un disturbo nello spettro dell’autismo viaggiare può essere difficile, ma anche estremamente gratificante se l'esperienza avviene a determinate condizioni. Per questo un numero crescente di hotel, ristoranti e destinazioni si stanno attrezzando per diventare mete “certificate”, cioè capaci di accogliere nel modo migliore i viaggiatori autistici.

L’autismo è un disturbo che può presentarsi con intensità e sintomi molto differenti e proprio a causa di questa variabilità già da anni si tende a parlare di disturbi che rientrano nello spettro autistico, più che di autismo e basta. I sintomi generalmente sono legati a problemi nella sfera della comunicazione e delle relazioni sociali, ma possono anche riguardare la gestione degli input sensoriali. Per chi li manifesta, dunque, viaggiare può risultare particolarmente stressante: basti pensare alla frequenza con cui si deve interagire con sconosciuti o attraversare luoghi rumorosi, ad esempio, ma anche alla necessità di modificare la propria routine in modo non sempre totalmente controllabile. Come ha raccontato a BBC lo speaker e autore Kerry Magro, che ha ricevuto la diagnosi di autismo quando aveva quattro anni, viaggiare può però comportare anche diversi benefici perché aiuta a migliorare le abilità sociali e comunicative e la capacità di adattamento. La soluzione? Insegnare alle destinazioni turistiche – città, musei, parchi a tema, hotel, ristoranti, eccetera – quali sono i piccoli accorgimenti da mettere in atto per accogliere nel modo migliore un visitatore con un disturbo nello spettro dell’autismo.
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A diffondere consapevolezza e competenze sul tema è soprattutto l’International Board of Credentialing and Continuing Education Standards: detto più brevemente IBCCES, questa organizzazione da oltre vent’anni si occupa di programmi di formazione e certificazione sui disturbi cognitivi rivolti ai professionisti di vari settori, incluso il mondo travel. L’obiettivo è semplice: fare in modo che chi lavora nel turismo sia in grado di rispondere alle esigenze dei viaggiatori autistici e neurodivergenti. A oggi le certificazioni rilasciate da IBCCES ai business che si occupano a vario titolo di turismo e accoglienza sono più di 300. Ci sono anche alcune città “certificate” per i turisti autistici, soprattutto negli Stati Uniti e negli Emirati Arabi. L’elenco completo e aggiornato è su www.autismtravel.com.
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Alcune mete "autism-friendly"
Un esempio di meta "certificata" è Mesa: terza città più grande dell’Arizona, non lontana da Phoenix, nel 2019 è stata la prima città degli Stati Uniti a diventare "autism-friendly". Restando negli USA, sono destinazioni "certificate" da IBCCES ad esempio anche la città di Tolleson, sempre in Arizona, e la città di Visalia, che si trova in California non lontano dai parchi nazionali di Yosemite. La lista include anche il Boomers Park Los Angeles, parco divertimenti per tutta la famiglia nella metropoli californiana.
Allargando lo sguardo oltre i confini statunitensi, invece, tra le attrazioni turistiche "autism-friendly" ci sono anche Il Pianeta Verde a Dubai, sorprendente zoo e giardino botanico al coperto con migliaia di specie animali e vegetali; il Legoland Japan Resort a Nagoya, in Giappone, e il Legoland Korea Resort a Gangwon-do, in Corea del Sud. Tra le attrazioni dell’elenco figurano inoltre KidZania Dubai, vasta area giochi al chiuso con installazioni divertenti e realistiche a misura di bambino; e Six Flags Mexico, parco divertimenti di Città del Messico che, oltre a essere il più grande dell’America Latina, è anche considerato tra i migliori al mondo.
Al momento nella lista di IBCCES non ci sono destinazioni europee, ma sul sito dell’organizzazione c’è la possibilità di segnalare un business che si vorrebbe vedere incluso nell’elenco.