Turismo rurale e ospitalità diffusa: quando il viaggio fa crescere le comunità

Si dice che oggi il vero lusso in viaggio sia poter vivere un’esperienza quanto più autentica possibile. Ed è proprio in questo contesto che il turismo rurale torna in auge, soprattutto nelle aree interne, in quelle agricole e nelle zone montane. Si tratta di un tipo di turismo lento basato su un rapporto diretto con le comunità locali, che contribuisce alla valorizzazione del territorio e allo sviluppo sostenibile delle destinazioni. Vediamo insieme come il turismo rurale e l’ospitalità diffusa stanno ridisegnando il modo di viaggiare in Italia.

Chiesa di Santa Maria di Loreto nel Parco delle Madonie, in Sicilia, Italia ©Eva Pruchova / Shutterstock
Chiesa di Santa Maria di Loreto nel Parco delle Madonie, in Sicilia, Italia ©Eva Pruchova / Shutterstock
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Turismo rurale: significato e approccio

Il turismo rurale è una forma di turismo esperienziale che permette di entrare in contatto con realtà di piccole dimensioni. È un modo di viaggiare che intreccia paesaggio, pratiche agricole, cultura locale e vita quotidiana. Prevede attività all’aria aperta e, spesso, anche soggiorni in aziende agricole o in strutture di ospitalità diffusa. Inserito nel più ampio quadro del turismo sostenibile e del turismo consapevole, il turismo rurale contribuisce a ridurre la pressione sui luoghi più affollati e a redistribuire i benefici del turismo, favorendo in questi territori l’inclusione sociale e nuove opportunità di sviluppo.

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Turismo rurale in Italia

Tra le destinazioni più apprezzate per praticare il turismo rurale in Italia troviamo la Sicilia, dove l’esperienza si sposta facilmente dalla costa all’entroterra. Nei dintorni di Cefalù, porta d’ingresso al Parco delle Madonie, il viaggio rurale prende forma tra borghi e produzioni agricole che raccontano l’anima di questo territorio. Alle pendici dell’Etna, invece, il turismo rurale si sviluppa tra vigneti, macchia mediterranea, muretti a secco dei terrazzamenti lavici e una calorosa ospitalità. La Sicilia offre anche interessanti esempi di ospitalità diffusa, come a Scicli. Qui, oltre a poter soggiornare in case integrate nella comunità, c’è anche una rete di servizi locali che vanno dalle escursioni alle passeggiate guidate, fino a una serie di servizi, come il noleggio auto, che facilita l’esperienza diretta del territorio.

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Tra le esperienze di turismo rurale da poter fare c’è anche la vendemmia ©Cosimo Calabrese/Getty Images
Tra le esperienze di turismo rurale da poter fare c’è anche la vendemmia ©Cosimo Calabrese/Getty Images

Il turismo rurale in Puglia trova nelle masserie il suo simbolo più riconoscibile. Si tratta di strutture storiche immerse negli uliveti e nel caratteristico paesaggio agricolo di questa zona, che oggi uniscono ospitalità, cucina locale e una vita lenta in relazione con il territorio. Ma l’esperienza non si esaurisce qui. Nel Salento, l’ospitalità diffusa rappresenta la scelta migliore per entrare in contatto con i centri storici e la vita quotidiana dei borghi. L’alloggio è in abitazioni tradizionali distribuite nel tessuto urbano e coordinate da un unico sistema di gestione, così da vivere il paese di prima mano ma senza rinunciare ai servizi essenziali. Specchia, Martano con il progetto BorgoTerra, Felline e Serra sono esempi concreti di questo approccio al turismo responsabile di comunità.

Pietraporosa, Basilicata ©WhyNotChannel / Shutterstock
Pietraporosa, Basilicata ©WhyNotChannel / Shutterstock
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Nelle aree interne della Basilicata, e in particolare nella Montagna Potentina, il turismo rurale si dipana tra borghi in pietra arroccati sulle alture appenniniche. Scendendo verso l’area denominata Matera Costa Ionica il paesaggio cambia, ma il filo conduttore rimane lo stesso: lentezza, convivialità e un forte legame con il territorio.

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In Lombardia, il turismo rurale si esprime soprattutto nelle piccole aree agricole, nei parchi come quello del Ticino e del Mincio, e nelle valli alpine della Valtellina. Cascine, alpeggi, agriturismi e fattorie didattiche diventano punti di partenza per esperienze all’aria aperta che seguono il ritmo delle stagioni. Attività legate alla vita agricola e momenti dedicati alla scoperta dei prodotti locali trasformano così il soggiorno in un’occasione per conoscere il territorio dall’interno. 

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San Giorgio, Valchiavenna, Valtellina ©©Francesco Bergamaschi/Getty Images
San Giorgio, Valchiavenna, Valtellina ©©Francesco Bergamaschi/Getty Images

Il turismo rurale in Veneto, prende diverse forme che vanno dai piccoli borghi della pedemontana ai casali e alle aziende agricole della pianura. A queste si affiancano alcune realtà della Laguna di Venezia, dove l’esperienza si sposta verso un turismo di comunità, in equilibrio tra terra e acqua.

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