Cinque esperienze in Giappone per evitare la folla
I luoghi da visitare in Giappone sono moltissimi, ma spesso i turisti si concentrano su alcune mete turistiche, che risultanosono molto frequentate. Per cui preparatevi alla folla, specialmente nei weekend e durante le vacanze, oppure, se cercate un viaggio di vero relax, seguite i nostri consigli per raggiungere alcune mete insolite del Giappone. Sugli itinerari meno trafficati, troverete tranquillità e perle semi-sconosciute. E non dovete necessariamente avventurarvi in luoghi sperduti: anche a Tōkyō e Kyōto ci sono angoli di quiete, se sapete dove andare a cercarli.

La Tokyo tranquilla
Tra le cose da vedere in Giappone c’è sicuramente la sua capitale, ma anche a Tokyo potete trovare alcuni quartieri meno affollati, come Kuramae, con le sue botteghe artigiane e le sue caffetterie, e Jimbōchō, il quartiere delle librerie.
Artigianato e caffè a Kuramae
Nonostante la sua vicinanza alla trafficata Asakusa, Kuramae è tranquilla, anche nei weekend. Questo quartiere ospita molte botteghe artigiane e piccole industrie manifatturiere, e ha una reputazione di ‘centro produttivo’.
Iniziate la vostra visita a Kuramae dal negozio di cartoleria Kakimori, dove potrete ritirare una splendida cartina illustrata del quartiere, con tutte le botteghe e i negozi notevoli dell’area. La cartina è in giapponese, ma spazi creativi come Almost Perfect, a sua volta a Kuramae, ne mettono a disposizione una in inglese sul loro sito. Kakimori produce penne e quaderni su misura, splendidi e molto apprezzati dagli abitanti di Tōkyō (potete prenotare un appuntamento nel fine settimana per creare per il vostro quaderno personale). Al piano di sopra c’è Ink Stand, dove potete miscelare il vostro inchiostro originale. Mentre vi dirigete lì passerete davanti a Jiyucho, un negozio di materiale per la corrispondenza: potrete scrivere una lettera al voi stesso futuro (è necessario prenotare). Lì vicino c’è anche Tsubame Kobo, dove troverete sciarpe intessute e tinte a mano.
Per una pausa pomeridiana, prendete un caffè da Leaves Coffee Apartment – i chicchi arrivano freschi da una piccola torrefazione lì accanto. Potete fare un ottimo spuntino anche da Dandelion Chocolate. Gli amanti del tè possono andare da Nakamura Tea Life Store per del tè verde biologico, che arriva in piccoli contenitori di latta direttamente dalla fattoria del proprietario, a Shizuoka.
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Libri e caffè Jimbōchō
C’è un posto da visitare assolutamente: Jimbōchō conosciuto per i libri usati. Situato in un’area compresa tra la Tōkyō Dome City e il Palazzo Imperiale, è un quartiere con un’atmosfera informale e alla mano, e con circa 200 librerie piene di vecchi libri di ogni genere e categoria, ospitate per lo più in vecchi edifici. Ogni negozio ha la sua collezione eclettica, da libri di arte, romanzi, lingue straniere e storia a manuali tecnici. A stento contenuti dalle quattro mura che li ospitano, i libri a volte escono in strada e finiscono su scaffali sul marciapiede, dove i passanti possono sfogliarli. La maggior parte di queste librerie si trova lungo Yasukuni-dōri e vende solo libri giapponesi, anche se in alcuni negozi selezionati, come Kitazawa Bookstore e Ogawa Tosho, si possono trovare libri in inglese.
Passate un po’ di tempo a curiosare tra gli infiniti scaffali del quartiere; poi, con un libro o un giornale in mano, spostatevi in una kissaten. Si possono trovare facilmente in tutta la zona e spaziano dal moderno e minimalista all’accogliente e retrò. Alcuni di questi caffè sono anche librerie. Fate un salto per una tazza di caffè o un purin vecchio stile (budino alla crema con salsa al caramello amaro); poi aprite un libro e godetevi il pomeriggio in quieta beatitudine caffeinica.

La Kyōto silenziosa
Se volete visitare due angoli tranquilli e suggestivi di Kyōto andate al Saihō-ji, che limita l’afflusso di visitatori per proteggere il suo noto giardino di muschio o al tempio Shōren-in a Higashiyama.
Nel Tempio del Muschio
Il Saihō-ji è famoso per il suo giardino di muschio, da cui il soprannome del tempio, Koke-dera (Tempio del Muschio). Il giardino a forma di cuore, di 35.000 mq, realizzato nel 1339 dal famoso monaco Musō Kokushi, presenta più di 120 varietà di muschio, immerse tra gli alberi che circondano un laghetto.
La visita inizia nello Hondō (sala principale), dove i monaci cantano mentre gli ospiti ai singoli tavoli copiano un sutra in caratteri giapponesi, usando carta da lucido e un pennello a inchiostro (i non giapponesi non sono tenuti a copiare il sutra, ma è necessario scrivere il proprio nome, indirizzo e una preghiera). Dopo aver offerto il sutra all’altare, la ricompensa è l’ingresso nel giardino, che si dice rappresenti il paradiso buddhista sulla Terra.
Il Saihō-ji è stato uno dei primi templi ad applicare norme di tutela ambientale. Poiché le grandi folle di visitatori danneggiavano il muschio e il quartiere, dalla fine degli anni ’70 le visite sono state limitate a 300 al giorno, in due turni, attraverso una complicata procedura di prenotazione via lettera (o con un modulo sul sito web); una volta arrivati, l’ingresso costa ¥3000 (solo contanti).

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Il sublime giardino dello Shōren-in
I giganteschi alberi di canfora che crescono appena fuori dalle mura del tempio Tendai di Shōren-in dovrebbero renderlo difficile da ignorare, ma la maggior parte dei turisti lo supera, diretta verso i templi più famosi della zona. È una fortuna per chi invece si ferma, perché questo santuario piccolo e intimo ospita uno splendido giardino, che si può ammirare bevendo una tazza di tè verde.
Fondato nel 1150, lo Shōren-in, detto anche Palazzo Awata dal nome del quartiere in cui si trova, era in origine la residenza dell’abate capo della scuola buddhista Tendai. L’edificio attuale risale al 1895 e la sala principale presenta fusuma-e (pannelli scorrevoli con dipinti) del XVI e XVII secolo.
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Esplorare Hagi, Patrimonio UNESCO
Per conoscere la storia della città, visitate lo Hagi Meirin Gakusha. Un tempo una delle più grandi scuole del Giappone, oggi ospita nei suoi edifici allungati a due piani, risalenti al 1935, diverse sale espositive. L’edificio principale è gratuito e ospita mostre sui 300 anni di storia della scuola e sul Geoparco di Hagi. Nel secondo edificio è necessario pagare un biglietto d’ingresso per accedere al centro visitatori del sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che comprende i cinque siti tutelati (Cittadella di Hagi, Fornace a riverbero di Hagi, Cantiere navale di Ebisugahana, Acciaieria di Ōitayama Tatara e Accademia di Shōka Sonjuku),
Di questi cinque, il sito più interessante e più grande da esplorare è la Cittadella di Hagi, area che comprende tre zone adiacenti: le rovine del castello nel Shizuki-kōen, il quartiere di Horiuchi, dove vivevano i samurai dell’alta borghesia, e parte dell’antico quartiere mercantile intorno a Onarimichi, la strada principale utilizzata dai signori Mōri quando si recavano a Edo (Tōkyō). Le vie sono così ben conservate in alcuni punti che sembra di essere tornati indietro di 200 anni.
Davvero notevole è Casa Kikuya. Mercanti ufficiali del daimyō, grazie alla loro ricchezza e alle loro conoscenze i Kikuya costruirono una dimora ben al di sopra del loro status. L’edificio principale risale al 1604 e presenta un bel cancello e giardini superbi, oltre a numerose esposizioni di oggetti utilizzati nella vita quotidiana, tra cui una vecchia cabina telefonica pubblica. Da non perdere le cartine antiche di Hagi, che mostrano quanto poco sia cambiato l’assetto della città.

Passeggiare nel Parco Nazionale di Shiretoko
Conosciuta dagli ainu come ‘la fine del mondo’, Shiretoko-hantō, la penisola che costituisce il Parco Nazionale Shiretoko, è un magnifico dito di natura selvaggia che si allunga nel mare verso nord-est. Questa è una delle mete meno turistiche del Giappone, per lo più inaccessibile: un’attrazione per gli escursionisti più avventurosi e per chi fa kayak sul mare. I semplici turisti possono fare crociere naturalistiche lungo la costa, camminare su sentierini intorno ai laghi e alle cascate, immergersi nelle sorgenti termali della foresta e, in generale, godersi la natura dell’estremo est dello Hokkaidō. Non stupitevi se dietro un angolo troverete 30 o 40 persone che si accalcano eccitate su un ponte, perché si dice che Shiretoko abbia la più alta concentrazione di higuma (orsi bruni) dello Hokkaidō e i fotografi giapponesi li cercano con passione. Il parco ha due punti di accesso, a Utoro sul lato nord-ovest della penisola e a Rausu sul lato sud-est.
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Il villaggio degli spaventapasseri di Nagoro nella VallediIya
La Valle di Iya è stata un tempo il nascondiglio del clan Heike, che nel XII secolo trovò rifugio in questa regione montuosa remota dopo la sconfitta contro i Genji. Lo scontro pose fine alla disputa decennale tra clan conosciuta come guerre Genpei. All’estremo ovest di Tokushima, l’isolamento della valle e la capacità dei suoi abitanti di sopravvivere e prosperare in questo ambiente montano continua ad affascinare i visitatori. Con ponti di corda e villaggi appollaiati sulle montagne, il territorio inospitale della zona è diventata una delle sue maggiori attrattive. Chi cerca di un po’ di adrenalina potrà attraversare i famosi ponti di liane, fare rafting lungo il fiume Yoshino o sfrecciare in zip-line a 50 metri sopra la valle sottostante. Per chi invece preferisce attività più tranquille, ci sono barchette, sorgenti termali e sentieri per escursioni.
Hirado, un’isola all’estremo Occidente del Kyūshū.
È un peccato che Hirado, la piccola isola all’estremo ovest di Kyūshū (ufficialmente parte della Prefettura di Nagasaki), venga spesso ignorata dai turisti che, muniti del JR pass, sfrecciano sulle linee della compagnia verso la loro prossima destinazione. Nonostante Dejima fosse l’unico posto del Giappone in cui era permesso ufficialmente commerciare con l’estero, anche Hirado era un luogo di scambi con il mondo esterno, seppur segreti. Alcune delle arti più tipiche del Giappone sono nate qui, come ad esempio il sadō (l’arte di servire il tè verde). L’isola è poco visitata, ma affascinante e vale la pena esplorarla se si ha il tempo di farlo. Il porto ha un piccolo centro visitatori e, dall’altra parte della strada, c’è un quartiere con vecchi negozi, botteghe e altri edifici che evocano la Hirado del passato. Visitate anche il Castello di Hirado, dall’altra parte del ponte sospeso. Gli amanti delle escursioni scopriranno che l’isola è un posto incantevole per fare un po’ di esercizio fisico, con una serie di sentieri che attraversano campi erbosi e colline dolci, un paesaggio che ricorda quasi l’Europa rurale. Hirado è molto apprezzata da chi vuole allontanarsi dal trambusto del resto del Giappone e, nelle giornate più limpide, ricompensa i suoi visitatori con panorami mozzafiato sul mare e sulla costa.
Passeggiando lungo il porto, vicino al centro visitatori, si incontra la statua di una ragazza che a un osservatore occidentale potrebbe sembrare la Vergine Maria. Nonostante la politica del sakoku (chiusura al commercio), a Hirado risiedevano alcuni marinai olandesi, da cui nacquero bambini di sangue misto. Nel 1639, queste ragazze e bambine vennero radunate ed esiliate a Batavia (l’attuale Giacarta, in Indonesia). La statua, nota come la Ragazza di Jagatara, commemora queste bambine che furono costrette a lasciare il Giappone.

Lezione di danza tradizionale nella cittadella di Gujō Hachiman
Più o meno a metà tra Nagoya e Takayama, e 55 km a nord di Gifu, sorge la pittoresca Gujō-Hachima, una cittadina con un castello piena di fascino, cultura e tradizione, meno turistica e più tranquilla rispetto a Takayama. È raggiungibile in treno, e la stazione è a 20 minuti a piedi dal centro.
È una città compatta, da esplorare a piedi, dove potrete tornare indietro nel tempo camminando sui ciottoli di Kajiya-machi e Shokunin-machi, vie con case di mercanti e laboratori artigiani vecchi di secoli, e ponti suggestivi alla confluenza dei fiumi Kodara e Yoshida. Dopo un salto all’ufficio informazioni turistiche visitate il centro storico, i santuari, le sorgenti termali e lo Jionzenji, che risale al XVI secolo, con il suo splendido giardino zen. Al Museo di Gujō-Hachiman, scoprirete non solo la storia della città (con un’esposizione di riproduzioni di cibo in plastica, inventate qui) ma anche quella del Gujō Odorim, festival di danza che risale agli anni ’90 del Cinquecento. Alle 11, alle 13, alle 14 e alle 15 si possono seguire le lezioni di danza dell’edizione di quest’estate dell’O-Bon – inserito nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO nel 2022 – che dal 13 al 16 agosto culmina in una frenetica quattro giorni di balli fino all’alba.
La ciliegina sulla torta è però il magnifico castello feudale di Gujō Hachiman: costruito in cima a una collina nel 1559 il Gujō-Hachiman-jō venne distrutto durante la Restaurazione Meiji nel 1870, prima di essere ricostruito nel 1933. Nascosto tra gli aceri della collina, si raggiunge percorrendo (a piedi o in auto) una strada ripida (fate attenzione agli orsi): con un fiume che gli fa da fossato naturale, è uno dei castelli più affascinanti di tutto il Giappone.