Salvation Mountain, storia di un miraggio nel deserto californiano
La piccola montagna sorge dal deserto californiano come un miraggio. È un tripudio di colori: rosa, giallo, azzurro, verde, bianco, rosso. In cima capeggia la scritta God is Love, Dio è amore. Potrebbe sembrare un’allucinazione data da un colpo di calore - in estate qui le temperature possono sfiorare i cinquanta gradi -, invece è realtà. Siamo a Salvation Mountain, sgargiante collina artificiale costruita da Leonard Knight a partire dal 1984 e diventata negli anni una delle mete più insolite della California.

Un’opera d’arte in divenire: la storia di Salvation Mountain
Veterano della guerra di Corea, operaio e meccanico, Knight arriva nel sud-est della California nel 1984 e si stabilisce a Slab City, accampamento che già da una trentina d’anni richiamava hippie e nomadi desiderosi di allontanarsi dalla società. Nei dieci anni precedenti Knight aveva lavorato alla realizzazione artigianale di un’enorme mongolfiera, decorata con la scritta God is Love, e questo tranquillo angolo di deserto gli sembra il luogo perfetto per tentare finalmente il volo. Il decollo si rivela in realtà fallimentare e, messi da parte i resti del pallone aerostatico, Knight decide di rimanere nei pressi della comunità off-grid per lavorare alla sua prossima opera, quella che lo renderà famoso: Salvation Mountain, appunto.
Ci vogliono quasi tre decenni per arrivare al risultato che ancora oggi si presenta, inusuale, alla vista dei visitatori: una collina alta circa trenta metri realizzata con argilla, paglia e altri materiali di recupero e poi ricoperta di stucco e decorata con colori accesi, fiori, uccelli, cascate, versetti della Bibbia e altri messaggi di carattere religioso. L’artista (in realtà Knight non si è mai considerato tale) lavora al gioioso «monumento alla sua fede religiosa» senza seguire un progetto predefinito: a guidarlo, dice, sono l’ispirazione del momento e Dio.
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Un messaggio di amore universale (finito anche in Into the Wild)
Interpellato qualche anno fa dal Los Angeles Times Mark Sloan, curatore dell’Halsey Institute of Contemporary Art di Charleston, in Carolina del Sud, aveva spiegato che l’intento di Knight era restituire alle persone la capacità di meravigliarsi. Prima di ammalarsi di demenza senile e di essere trasferito in una casa di riposo nel 2011, dove è poi morto nel 2014 all’età di 82 anni, Knight ha potuto in qualche modo cogliere i frutti dell’opera alla quale aveva destinato tre decenni di vita e mezzo milione di litri di vernice. In un tributo pubblicato su Time dopo la sua morte, viene ricordato che l’artista ha vissuto presso la montagna a tempo pieno e che «lo si poteva trovare circondato dai visitatori ogni giorno della settimana mentre diffondeva il suo messaggio di "Amore universale"». Knight abitava nel retro di un vecchio camion dei pompieri parcheggiato ai piedi del monumento, senza acqua corrente né elettricità e con pochissimi effetti personali.
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A contribuire alla fama di Salvation Mountain e del suo creatore è stata sicuramente anche l’uscita di Into the Wild, il film di Sean Penn del 2007 sulla vera storia di Christopher McCandless. Prima di arrivare in Alaska, il giovane protagonista della storia vagabonda per due anni negli Stati Uniti facendo tappa anche a Slab City e a Salvation Mountain, che oggi è considerata una delle più importanti opere d’arte popolare americana ed è riconosciuta come tesoro nazionale dal senato degli Stati Uniti. Qui viene accolto da un uomo allegro, dal fisico asciutto e con i capelli bianchi: Leonard Knight nei panni di sé stesso. «Questa è una storia d’amore che sbalordisce tutti in tutto il mondo, ed è che Dio ci ama», spiega Knight a McCandless, interpretato nel film da Emile Hirsch.

Cosa si vede a Salvation Mountain
I visitatori che arrivano a Salvation Mountain possono salire a piedi sulla sommità della collina artificiale, esplorarne il perimetro e alcuni passaggi interni. Tra questi, c’è uno spazio al coperto con il tetto a cupola le cui pareti sono interamente ricoperte da messaggi religiosi, disegni e immagini. Nel corso degli anni numerosi visitatori hanno lasciato messaggi, oggetti e tributi, spesso di carattere religioso.
Salvation Mountain: dov’è e come arrivare
Salvation Mountain si trova a Niland, a circa un’ora e mezza da Palm Springs e a 4,8 chilometri (3 miglia) dalla Hwy 111. Si può raggiungere in auto passando per Main St/Beal Rd e superando i binari ferroviari e i parcheggi per camper. L’accesso è gratuito ma è gradita un’offerta.