Fuori rotta con Tony Wheeler
È uscito il nostro nuovo libro Fuori rotta. E chi meglio del fondatore di Lonely Planet, Tony Wheeler, può accompagnarci in questo viaggio? Si parte dalle pagine stampate e ci si allontana evitando le strade principali, perdendosi tra i vicoli meno conosciuti, i sentieri impolverati e le strade in cui, ad un certo punto, scompare la segnaletica. La curiosità, del resto, è quella che ci spinge sempre oltre e che sa rendere ogni viaggio davvero diverso dal precedente e speciale a modo suo. Che si tratti di 50 anni di guide, o del vostro prossimo viaggio. Ecco cosa ci ha raccontato Tony.

Fuori rotta? Non era forse questo l’obiettivo di Lonely Planet fin dall’inizio? Quando siamo partiti dall’Europa con una vecchia auto per raggiungere l’Afghanistan e poi proseguire fino in Australia con ogni mezzo di trasporto possibile – incluso far parte dell’equipaggio di uno yacht da Bali all’angolo nord-occidentale del continente insulare – non era già questa un’esperienza un po’ insolita? Maureen e io, forse, non la percepivamo come tale, altrimenti non avremmo rischiato di avviare la nostra attività editoriale.

Negli anni successivi Lonely Planet ha spesso cercato di seguire i percorsi meno battuti. Abbiamo incoraggiato le esperienze ‘due strade più in là’ della via principale, perché è incredibile quanto può cambiare la prospettiva se si sceglie questa opzione. In Italia penso sempre che Venezia sia l’esempio perfetto di ‘due strade più in là’, o meglio, ‘due canali più in là’. Mentre i turisti si accalcano a San Marco, a soli due canali di distanza si può ammirare una splendida chiesa medievale quasi in totale solitudine. Forse l’Italia è il paese con il maggior numero di destinazioni fuori rotta – quanti posti ci sono come Ravenna, che si trova chiaramente almeno ‘due strade più in là’ di Firenze?

Quindi sono felice che Fuori rotta si concentri su un ventaglio di luoghi che in qualche modo avevo già scoperto. Come Tartu, in Estonia, dove ho avuto il piacere di trovare una statua dell’anglo-irlandese Oscar Wilde seduta su una panchina a chiacchierare con lo scrittore estone Eduard Wilde. È una fantasia – i due Wilde non si sono mai incontrati realmente – ma non è un’idea fantastica e originale?
Oppure la meravigliosa città di Cáceres, in Spagna, che ho scoperto per caso mentre percorrevo la strada tra Madrid ed Évora, in Portogallo. D’altra parte Cáceres si trova in Estremadura, una regione che è fuori rotta per antonomasia.
Ho visitato Angkor Wat in Cambogia nel 1992, quando quelle spettacolari rovine erano decisamente fuori rotta, c’erano ancora in circolazione i khmer rossi e serviva una guardia armata per allontanarsi dai siti più centrali. Oggi che Angkor è diventata una meta di grandissimo richiamo turistico, è magnifico che si possa ancora riscoprire quella sensazione di isolamento a poche ore di distanza, a Banteay Chhmar.

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Di recente i miei viaggi fuori rotta mi hanno portato in Moldavia, come tappa tra Romania e Ucraina, e a Gibuti, piccola nazione affacciata sul Mar Rosso incuneata tra il Somaliland e l’Eritrea. Queste sì che sono mete decisamente fuori dai sentieri più battuti. Fuori rotta mi ricorda che per fortuna ci sono ancora molte destinazioni inconsuete che meritano la mia attenzione. Mi è piaciuto molto esplorare le splendide rovine romane in tutto il Mediterraneo, in particolare in Libia, ma l’Algeria è ancora nella mia lista dei desideri.