Non solo mare: il patrimonio culturale delle Azzorre
Le Azzorre sono state influenzate dalle diverse provenienze dei primi coloni, che hanno fatto dell’arcipelago una sorta di ‘melting pot’. Le tracce di questa varietà fanno bella mostra di sé nei musei, oltre che qua e là nei verdi pascoli. Quando viaggiate nell'arcipelago, quindi, non limitatevi ai paesaggi da capogiro e alla natura, ma dedicate del tempo per entrare in contatto con l'identità culturale delle isole.

Cosa vedere alle Azzorre
Il Museu de Angra do Heroísmo
Prima di visitare gli altri siti di interesse che punteggiano l’isola, fate tappa al Museu de Angra do Heroísmo. Le mostre permanenti permettono ai visitatori di godere di una panoramica molto ampia sui principali avvenimenti storici di Terceira e di comprendere il suo ruolo nei maggiori conflitti nazionali e internazionali che hanno forgiato la cultura locale.
Nel cuore del museo apprenderete molto sulle principali vicende storiche dell’isola, all’interno di aree classificate per colore che individuano il periodo della scoperta delle isole, Angra e il suo ruolo nel commercio delle spezie e la storia più recente.
Riflettete sull’impatto della caccia alle balene alla Fábrica da Baleia de Porto Pim
La caccia alle balene era una delle attività commerciali più lucrose praticate alle Azzorre, soprattutto a Faial e a Pico, finché non fu vietata sul finire degli anni ’80. Su quasi tutte le isole era presente uno stabilimento (su alcune più d’uno) per la lavorazione dell’olio, della carne, del grasso e delle ossa di balena. Non è facile riuscire nell’impresa, ma la Fábrica da Baleia de Porto Pim cerca di tenere il pubblico al riparo dalle immagini più forti. In un’ala della fabbrica i visitatori possono vedere un pezzo del documentario Barbed Water, del 1969 (regia di Adrian Walker, filmato a Faial, con la voce di Orson Welles). Una targa all’esterno avvisa sulla natura violenta delle immagini e in effetti il filmato è a tratti cruento. Nelle altre sale, ricche di informazioni sul contesto storico, sono esposti denti, ossa e altre parti dei capodogli. Al piano superiore, nell’ultima sala, si può ammirare lo scheletro di un capodoglio; l’esemplare, morto per cause sconosciute, fu portato a riva poco dopo la sua morte.
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Le bizzarre formazioni dei Maroiços do Pico
Appena fuori da Madalena, sul margine dei pascoli spuntano decine di cumuli piramidali di pietre, detti Maroiços do Pico. Le persone del posto non se ne interessano più di tanto, ritenendoli nient’altro che il frutto del lavoro fatto per sgomberare il terreno, una pratica seguita dai contadini da tempo immemore.
In base a teorie più recenti, che ne evidenziano la posizione rispetto alla Montanha do Pico, potrebbero essere invece antichi templi pagani costruiti in onore dell’alba. Simili ipotesi, che sembrano offrire qualche appiglio al mito di Atlantide per il fatto di implicare che l’arcipelago fosse abitato in un passato remoto, destano perplessità tra gli abitanti delle Azzorre. Mettete da parte ogni teoria e concentratevi sulla ricerca di questi cumuli: alcuni, costruiti con più attenzione e caratterizzati da una forma riconoscibile, sono più facili da individuare, mentre altri si presentano come semplici ammassi di pietre disposte alla rinfusa ai lati delle proprietà. Indifferenti a tutto ciò, naturalmente, mucche e pecore accolgono placide i curiosi che si aggirano alla ricerca dei maroiços.
Le fechaduras e le barretas di Corvo
Oltre a costituire souvenir unici nel loro genere, le fechaduras (serrature in legno) e le barretas (berretti di lana) di Corvo sono simboli efficaci della vita di comunità che da quasi 500 anni si conduce qui. Una serratura in legno (se ne vedono ancora sull’isola) offre un livello di protezione modesto, ma questi sistemi di chiusura, realizzati usando il materiale disponibile sul posto, più che impedire l’ingresso di qualche malintenzionato, servivano a tenere le porte ben chiuse nelle giornate di vento.
I berretti di lana (in blu scuro e bianco, sormontati da un pompon) furono introdotti sull’isola dai marinai locali: questi, lavorando a bordo delle baleniere americane, avevano imparato a realizzare i berretti a maglia dai compagni di equipaggio, e una volta rientrati avevano insegnato alle mogli a fare lo stesso. Gli artigiani certificati di Aparas de Madeira e Artesanato do Corvo producono e vendono autentiche fechaduras e barretas.
Visitate il lotto del Cemitério do Carmo
Il Cemitério do Carmo merita di essere raggiunto nonostante si trovi in cima all’erta Rua do Comendador Macedo; nei giorni infrasettimanali andateci il mattino presto o poco prima dell’orario di chiusura (alle 17). Innanzitutto, da qui si gode una vista splendida sull’isola di Pico. Un altro motivo per la visita, nello specifico alla porzione in alto a sinistra (dove si trova il maggior numero di palme), è la possibilità di osservare il lotto riservato ai non cattolici. Parte di questa sezione era riservata alla famiglia Dabney e ai suoi discendenti, ma vi vedrete delle sepolture con altri nomi non portoghesi. È un tributo alla società multiculturale della città e dell’isola, e un angolo spesso sottovalutato.