In arrivo la prima mobilitazione europea contro l'overtourism
Domenica 15 giugno in alcune città d’Italia, Spagna, Francia e Portogallo manifesteranno per la prima volta insieme contro la "turistificazione" eccessiva dell'Europa.

La rete di attivisti Southern European Network against Touristification è una coalizione che riunisce oltre 60 gruppi di attivisti e ha avvertito che domenica 15 giugno si terranno in città e località turistiche in tutto il continente una serie di manifestazioni coordinate .
Il gruppo ha invitato gli attivisti a creare disagi nelle attrazioni principali delle città turistiche, negli aeroporti e a bloccare gli autobus turistici, con l’obiettivo di mettere in luce questioni urgenti come la crisi degli alloggi, l’aumento degli affitti e il degrado ambientale causato dal turismo di massa.
Tra le aree in cui potrebbero verificarsi disagi ci sono Bilbao, la Cantabria, le Isole Canarie, San Sebastián, Ibiza, Barcellona, Valencia e Maiorca, in Spagna; Genova, Milano, Napoli, Palermo, Rimini e Venezia, in Italia; Lisbona in Portogallo; Marsiglia in Francia.
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Queste proteste dovrebbero toccare le principali destinazioni turistiche dell’Europa meridionale, concentrandosi in particolare sulle conseguenze ambientali, sociali ed economiche che il turismo ha avuto sulle comunità locali.
In un’intervista al New York Post, un organizzatore anonimo dell’evento ha sottolineato lo scopo delle attività: “l’obiettivo non è attaccare le persone, ma attirare l’attenzione sul costo sociale e ambientale che il turismo sta imponendo alle nostre città”, ha affermato l’organizzatore. “Stiamo venendo cacciati dalle nostre case, dai nostri spazi pubblici e dalla nostra vita quotidiana”. Un altro attivista ha aggiunto: “Non si tratta di odiare i turisti, ma di salvare le nostre comunità”.
In numerose città, anche in Italia, i residenti si sentono minacciati dall’eccessivo numero di turisti, cosa che porta alla perdita di alloggi a prezzi accessibili, alla conversione di servizi e spazi pubblici pensati per il confort dei viaggiatori e non per le esigenze di chi abita tutto l’anno le città.

La Spagna è stata la prima nazione a dare forti segnali di stanchezza nei confronti del turismo di massa e a chiedere interventi governativi. Nel luglio 2024, circa 20.000 persone hanno partecipato a una manifestazione a Palma di Maiorca, chiedendo un ripensamento del modello turistico delle Isole Baleari. Simili proteste si sono verificate a Barcellona, dove i residenti hanno utilizzato pistole ad acqua per esprimere il loro dissenso, e nelle Isole Canarie, dove migliaia di persone hanno chiesto limiti al numero di turisti e una gestione più sostenibile delle risorse.
Sebbene alcuni paesi, come la Spagna, stiano iniziando a sviluppare piani per migliorare la situazione abitativa, e alcune realtà locali (come Venezia, le Isole Canarie e le Isole Baleari) stiano facendo azioni localizzate (aumento delle tasse di soggiorno, divieti e limitazioni per arginare i comportamenti non appropriati), la capillarità del problema richiede soluzioni immediate e di vasta scala, in particolare per contrastare l’impatto degli affitti brevi e l’aumento dei prezzi.