6 esperienze da non perdere lungo il mare d’Italia

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

In Italia niente racconta l’estate più dei bagni al mare, i picnic in spiaggia e le lunghe passeggiate al tramonto tra i capolavori che la nostra penisola ci regala. Abbiamo quindi preparato un elenco di sei luoghi dove andare per dare forma ai vostri prossimi ricordi estivi, ma non è tutto: nel nostro nuovo volume Viaggiare in Italia, 365 esperienze da vivere nella natura ne trovate molti altri.

Conero
Il Monte Conero interessa la provincia di Ancona e dista pochi chilometri dal capoluogo ©Roberto Lo Savio
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Sui sentieri tra mare e collina nella Riviera del Conero

C’è un angolo di Adriatico che ammalia per la sua acqua trasparente, le spiagge da cartolina, la bianca roccia calcarea e i panorami sul mare che regala a ogni passo: stiamo parlando del promontorio del Monte Conero, che interessa la provincia di Ancona e dista pochi chilometri dal capoluogo. Meta sempre più apprezzata dai viaggiatori che arrivano da ogni parte del mondo ormai in tutte le stagioni, è incluso nel Parco Naturale Regionale del Cone- ro, un’area protetta che si estende tra i comuni di Ancona, Camerano, Numana e Sirolo e ha una bellezza intatta e ipnotica. Sono diciotto i sentieri che lo attraversano, tutti ben segnalati e percorribili a piedi, in mountain bike o anche a cavallo. Basta quindi munirsi di una carta escursionistica e partire alla scoperta di questo incredibile polmone verde. Oppure, per chi volesse montare in sella a un cavallo, c’è la Tenuta Il Corbezzolo di Massignano, che organizza, con accompagnatori esperti, gite tra i sentieri del Conero per scoprirne i segreti così come i punti dove regna una quiete assoluta e i ritmi sono scanditi soltanto dalla natura. Se poi oltre ai boschi vorrete annusare il profumo del mare più da vicino, scegliete la gita in spiaggia, sempre a cavallo, alle prime ore del giorno, quando l’acqua è calma e i colori iniziano a farsi più brillanti e splendenti.


L’isola della Gallinara ©Zdenek Matyas Photography
L’isola della Gallinara ©Zdenek Matyas Photography

Immergersi e fare snorkelling all’Isola Gallinara

Sembra un’enorme tartaruga che nuota lentamente verso Ponente e invece la Riserva Naturale dell’Isola Gallinara, a 1,5 km dalla costa Ligure, tra Albenga e Alassio, è un minuscolo fazzoletto di terra che racchiude molte meraviglie. Il nome deriva dalle galline selvatiche presenti in abbondanza nell’antichità, quando l’isola fu approdo di fenici, greci e romani, per poi diventare nel IV secolo il rifugio dell’eremita san Martino di Tours. Oggi sovrani assoluti sono i gabbiani reali, che nidificano fra le rocce dell’alta scogliera meridionale. Il mare e i suoi fondali blu cobalto rappresentano le attrattive principali della Gallinara, dove non è permesso sbarcare: per esplorarli si può partecipare alle uscite giornaliere organizzate in estate dal Mola Mola Dive Team. Si parte dal Porto Luca Ferrari di Alassio (molo H) e si ha la possibilità di fare snorkelling o immersioni sotto la guida di istruttori qualificati. Lo spettacolo sommerso vi regalerà la vista di cernie, murene, polpi, scorfani e, oltre una certa profondità, anche di splendide spugne, della Posidonia oceanica e di uno spettacolare esacorallo giallo. A Punta Falconara si scende fino al massimo 18 m di profondità per ammirare la statua moderna di Cristo Redentore, mentre la costa settentrionale cela nei suoi abissi due affascinanti relitti di navi onerarie romane (I secolo a.C.).

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Osservare i delfini alle Isole Flegree

Nelle profondità blu a ovest del Golfo di Napoli, tra grotte e canyon sottomarini, praterie di Posidonia oceanica, rose di mare, madrepore e falsi coralli, che il dio del mare ha scelto di vivere. O per lo meno questo suggerisce l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno – che dal 2008 tutela oltre 11.000 ettari di Tirreno intorno alle Isole Flegree – con il rimando mitologico del nome e la fiabesca varietà del suo habitat. Tesori sommersi si celano nelle acque di Ischia, dove con le bombole si può fluttuare tra i resti del porticciolo e delle ville di Aenaria, una colonia di epoca romana sprofondata nel III secolo; ma anche con maschera e pinne o addirittura comodamente seduti su una barca dal fondo trasparente si possono apprezzare le ricchezze archeologiche e naturali di quest’angolo di Mediterraneo. Fra le creature più incredibili che vivono qui spiccano delfini e balenottere comuni, grampi e capodogli. Gli avvistamenti nel Canyon di Cuma, tra Ischia e Ventotene, non sono affatto rari, ma per qualcosa di più di una foto ricordo salite a bordo dello storico veliero Jean Gab, che solca gli oceani dal 1930: unendovi all’équipe dell’associazione Oceanomare Delphis Onlus e partecipando a una crociera di una settimana davvero insolita contribuirete alla conoscenza e alla protezione dei cetacei. Guidati e formati dagli studiosi, infatti, ne osserverete i comportamenti e li approccerete in modo sostenibile.

Laterza
La gravina di Laterza ©ermess
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Andar per gravine e masserie al cospetto del Mar Ionio

In un territorio che troppo spesso sale alla ribalta nazionale per le gravissime problematiche ambientali, sprazzi ancora molto ampi di natura selvaggia ricordano il potenziale di questa zona. Il Golfo di Taranto non è che l’arena di un anfiteatro di colline che digradano verso il Mar Ionio. A volte lo fanno in maniera così spettacolare da creare gravine, quelle ampie fenditure della crosta terrestre che nel corso delle ere geologiche si sono ricoperte di una vegetazione e di una fauna ricchissime. Il canyon più sensazionale è quello di Laterza, lungo 12 km, profondo in alcuni punti oltre 200 m e largo 400 m, dove vivono specie anche rare di uccelli, come il capovaccaio.

Ma anche le altre cittadine, che vivono all’ombra di una sorella splendida ma un po’ ingombrante come Matera, hanno ottime carte da giocare. Nei dintorni di Mottola, per esempio, natura e arte rupestre compongono un quadro inscindibile: fatevi accompagnare alla scoperta delle affascinanti chiese scavate nella roccia e degli antichi modi di vivere in grotta. Basta poi spostarsi di poco per addentrarsi in un paesaggio di boschi e uliveti: siamo già ai piedi delle Murge, nella cosiddetta Terra delle Cento Masserie. Se non sapete da dove cominciare, l’indirizzo giusto è L’Amastuola, un wine resort raffinato, circondato da un vigneto a onde che è un vero capolavoro di arte paesaggistica. E visto da lassù, il richiamo dello Ionio si fa di nuovo irresistibile.

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Immergersi in un parco marino agli Scogli d’Isca

Senza scomodare la celebre e affollata ‘Costa degli Dèi’ a sud di Tropea, il litorale tirrenico calabrese fra Paola e Amantea è un luogo di richiami evocativi della mitologia e dell’antica Grecia. E la costa (per quanto meno gettonata) è altrettanto bella. Oltre che dall’acqua cristallina, il litorale in provincia di Cosenza è infatti caratterizzato da un’imponente catena montuosa proprio a ridosso del mare, la Catena Costiera appunto, la cui cima più alta è il Monte Cocuzzo. Per il suo profilo, questa montagna geologicamente diversa dalle alture circostanti veniva considerata dagli antichi un vulcano. Chissà, forse pensavano anche che gli Scogli d’Isca, ovvero i minuscoli isolotti al largo di Amantea, fossero i frammenti di un’eruzione avvenuta nella notte dei tempi. I due massi rocciosi sono tutto ciò che si può vedere a occhio nudo del Parco Marino Regionale Scogli d’Isca e potrebbero essere le mitiche isole che si ritrovano nelle descrizioni del geografo greco Strabone. Fatto sta che immergersi nei loro pressi è come calarsi in un sogno marino, tra i fondali sabbiosi e gli scogli che si ergono come grattacieli dal fondo alla superficie, rifugio di banchi di pesciolini e grandi ricciole... Poi basta sollevare la testa fuori dall’acqua per scoprire che questa costa è bella da terra, ma meravigliosa dal mare. Rivolgetevi a Iscadiving, che organizza anche uscite per persone diversamente abili.

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la Gola di Gorropu ©travelwild
la Gola di Gorropu ©travelwild

Esplorare a piedi la Gola di Gorropu

La zona centro-orientale della Sardegna, a partire dalla mezzaluna perfetta del Golfo di Orosei fino ai colori antichi dell’interno nuorese, è uno dei territori più autentici di tutta la regione, con paesaggi naturali potenti e ancora selvaggi. Tra i suoi fiori all’occhiello vi sono le impervie montagne calcaree del Supramonte, che nascondono un tesoro per gli appassionati di trekking e arrampicata: la Gola di Gorropu, un canyon spettacolare scavato nella roccia, con pareti a strapiombo che toccano i 400 m di altezza. In questa gola ci si può inoltrare anche senza attrezzatura per circa 1 km; partendo dal Rio Flumineddu si può raggiungere il punto più stretto, largo appena 4 m, e ammirare una delle vie di arrampicata tra le più famose al mondo, Hotel Supramonte (sempre che non siate intenzionati a salirla). Armatevi dunque di un buon paio di scarpe e di tanta acqua, poi scegliete l’itinerario che preferite: quello più lungo (14 km) ma più facile, che passa dal Ponte Sa Barva a 15 km da Dorgali; o quello più breve ma più spettacolare (e più faticoso!), che parte dal parcheggio di fronte all’Hotel Silana, presso il Passo Genna Silana, ed è lungo 8 km, facile in discesa ma impegnativo sulla salita del ritorno. Sarà in ogni caso una soddisfazione camminare tra boschi di lecci, pendii rocciosi e falesie, ammirando le forme e le luci prodigiose della gola e delle grotte, con la certezza che dopo la fatica vi aspetteranno una scorpacciata di prelibatezze locali o un tuffo in una caletta incantata.

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